Sviluppato dai ricercatori del Fraunhofer IVV e IGB la carta bioattiva è un rivestimento ecologico per imballaggi in carta, a base di proteine e cere di origine vegetale
In grado di prolungare la durata di conservazione del
cibo, dopo l’uso la carta bioattiva può essere facilmente riciclata.
Il progetto
‘BioActiveMaterials’ per tutti i tipi di cibo. Niente plastica per conservare gli alimenti,
continuando a mantenere il cibo fresco e più a lungo. Usiamo della carta
bioattiva, nutriente e protettiva,
che dopo l’uso può essere anche riciclata. E’ la soluzione innovativa
presentata dal Fraunhofer institute for
process engineeringand packaging
IVV e il Fraunhofer institute for interfacial engineering and biotechnology IGB.
La carta bioattiva, frutto del progetto ‘BioActiveMaterials‘,
è stata messa a punto per fornire un materiale di base per la produzione di
imballaggi tipici e funzionali.
E’ stata dotata di uno speciale rivestimento fatto
da componenti di origine vegetale con additivi a base biologica.
Per la precisione scarti proteici
provenienti da colza,lupini, siero
di latte e girasoli, addizionati con cera di api, di Candelilla e della palma
carnauba.
La formula di questo rivestimento offre stabilità a lungo termine e svolge
più funzioni allo stesso tempo. “In primo luogo, le proteine agiscono come
uno strato barriera all’ossigeno mentre le cere formano una barriera al vapore
acqueo, impedendo, per esempio, alla frutta di seccarsi rapidamente –
spiega Michaela Muller, responsabile del settore delle superfici
funzionali e dell’innovazione dei materiali presso il Fraunhofer IGB. “In
secondo luogo, gli additivi biobased hanno un effetto antiossidante e
antimicrobico. In questo modo si evita che carne e pesce si deteriorino
rapidamente. Nel complesso, il cibo ha una durata di conservazione molto più
lunga. Anche le proteine nel rivestimento svolgono un ruolo specifico.
Impediscono la permeazione dell’olio minerale dalla carta al cibo”.
Questa carta bioattiva è un’alternativa agli imballaggi per tutti i tipi di
cibo, dalla frutta alla verdura, dalla carne al pesce, ma anche formaggio e
dolci. “I nostri imballaggi a base di carta sono adatti anche per merci
che devono essere refrigerate, per esempio la carne. La funzione antiossidante
rimane”, aggiunge Muller.
Inoltre “il packaging può essere utilizzato anche per alimenti surgelati
– afferma Cornelia Stramm, capo del dipartimento del Fraunhofer IVV –
dopo l’uso, l’imballaggio viene collocato nel cestino della carta, il rivestimento
è biodegradabile e non impedisce il processo di riciclaggio”.
L’innovazione da sempre contraddistingue B&R, affermata azienda nel settore dell’automazione a livello globale. Ecco le nuove soluzioni che propone per la visione artificiale, integrabili ai sistemi di automazione per il massimo della rapidità e dell’efficienza
Le soluzioni di visione B&R comprendono non soltanto gli smart sensor, ma anche gli algoritmi di elaborazione delle immagini e una serie di illuminatori innovativi. Tutto ciò è completamente integrato nel sistema di automazione, e questo significa riuscire a sincronizzare via Powerlink sia i sensori sia gli illuminatori, raggiungendo la precisione del microsecondo a livello di controllo nella visione artificiale.
La semplicità è una delle dirette conseguenze dell’integrazione, che va intesa anche a livello software, in quanto non servono tool esterni, ma controllo, parametrizzazione e firmware update sono integrati nell’ambiente di progettazione Automation Studio.
UNA VISIONE PIÙ RAPIDA
B&R ha ora accelerato notevolmente l’esecuzione di tutti i tipi di applicazioni di visione industriale per mezzo di un nuovo processore quad-core, che aiuta lo smart sensor a completare le attività di visione fino a quattro volte più velocemente. Anche gli algoritmi di elaborazione delle immagini beneficiano del processore quad-core del nuovo smart sensor.
L’aumento della potenza di calcolo permette di dimezzare il tempo ciclo delle applicazioni corrispondenti. In sostanza, i costruttori di macchine possono aumentare l’output delle loro macchine senza dover utilizzare costosi PC esterni dedicati alla visione artificiale.
Con l’ultima versione Steady della libreria HALCON, il sistema di visione artificiale di B&R dispone ora di un compilatore just-in-time (JIT) che genera codice macchina eseguibile quando l’applicazione viene caricata, piuttosto che interpretarlo successivamente in fase di esecuzione.
PIÙ FUNZIONI IN TEMPO REALE
La smart camera, ultima new entry nella visione di B&R in arrivo sul mercato nel 2022, combinerà più funzioni di visione artificiale in real-time.
Questo semplificherà l’implementazione di sequenze di funzioni dipendenti dal processo che sarebbero dispendiose – in termini di tempo e di costo – da ottenere con camere tradizionali. Su una macchina che produce più tipologie di un prodotto simultaneamente, per esempio, la smart camera dovrà solo acquisire un’immagine per determinare quale varietà di prodotto stia osservando per il quality check e controllare l’etichetta stampata.
Una funzione fornirà il feedback e il contesto necessario per quella successiva. Poiché le variabili di processo sono perfettamente integrate nel controllore macchina per tutti questi processi, le decisioni avverranno in tempo reale, dando vita a un sistema estremamente reattivo.
SOLUZIONI PER CHI VUOLE DISTINGUERSI
Gli illuminatori intelligenti completano la gamma assieme a camere, lenti e software. Le barre luminose possono essere allineate elettronicamente in modo da orientarne l’apertura tra -40° e +90°: questa caratteristica – insieme a tutte le altre – può essere salvata in ricetta, in modo poi da averla automaticamente nei vari setting di produzione insieme alla messa a fuoco elettronica degli smart sensor.
Grazie a B&R, quindi, la visione non sarà più motivo di attese anche per i controlli di qualità più indulgenti e non serviranno hardware o software dedicati, ma questa potrà essere controllata e monitorata come ogni altro componente della macchina. Integrazione e velocità sono le caratteristiche scelte da B&R per ottenere sistemi di visione in grado di adattarsi in modo flessibile alle richieste di coloro i quali appartengono a realtà improntate all’innovazione e che vogliono differenziarsi sul mercato.
FOCUS: SOLUZIONI COMPLETE PER L’AUTOMAZIONE
Presente in Italia da oltre trent’anni, B&R è un’innovativa società di automazione – parte del Gruppo ABB – con sede in Austria e uffici in tutto il mondo. Come esperta globale in automazione industriale, B&R combina tecnologia all’avanguardia e ingegneria avanzata per fornire ai clienti, in ogni settore industriale, soluzioni complete per l’automazione di macchina e di fabbrica, per il controllo di movimento, per l’interfaccia uomo macchina e le tecnologie di sicurezza integrate.
Sfruttando gli standard di comunicazione per l’IIoT come OPC UA, TSN, POWERLINK e openSAFETY, insieme al potente ambiente di sviluppo software Automation Studio, B&R sta costantemente ridefinendo il futuro dell’ingegneria di automazione. Lo spirito innovativo che mantiene B&R all’avanguardia nell’automazione industriale è guidato dall’impegno nel semplificare i processi e superare le aspettative dei clienti.
Progettato per la scansione visiva di grandi aree alla ricerca di problemi di umidità, dispersioni termiche, problemi elettrici e altro ancora, l’igrometro a immagine termica MSX FLIR MR265 è uno strumento professionale per identificare e individuare rapidamente l’origine di perdite di acqua e altri problemi di umidità
Questo strumento combina l’igrometro una termocamera Lepton® con risoluzione 160 × 120, una telecamera visiva, un puntatore laser e un misuratore di umidità con e senza puntali, per identificare più rapidamente eventuali perdite. Per la documentazione delle ispezioni viene inoltre fornito FLIR Thermal Studio Suite™.
I periti edili, le imprese e i professionisti che prediligono l’uso di strumenti multi-funzione, ma non accettano compromessi in termini di funzionalità, apprezzeranno le numerose modalità di lettura e segnalazione del livelli di umidità offerte dall’MR265, oltre alla capacità di identificare le anomalie di temperatura che potrebbero evidenziare problemi causati da perdite in tubazioni, circuiti surriscaldati o finestre e porte inefficienti.
La potenza della funzione MSX: Miglioramento
Multi-Spectral Dynamic Imaging Enhancement
A differenza dei tradizionali misuratori di
umidità sprovvisti di immagine termica, MR265 riduce significativamente i tempi
di ispezione. La sua capacità di integrare nell’immagine termica tramite MSX i dettagli dei contorni ripresi dalla telecamera visibile a due
megapixel, fornisce un maggiore dettaglio e contesto sia a video, che nelle
immagini salvate, consentendo di identificare i problemi in modo rapido ed
efficiente.
Misurazione di umidità con e senza puntali
MR265 offre molta flessibilità
nell’identificazione dei problemi di umidità, grazie alla sua capacità
di misurare con e senza puntali. Nell’impiego senza puntali lo strumento fornisce
misurazioni qualitative tramite il sensore integrato. Questo metodo di
misurazione è indicato in situazioni in cui non è consentito l’uso di metodi
invasivi che potrebbero causare danni. L’uso di un puntale è invece indicato
per eseguire misurazioni quantificabili tramite un sensore resistivo in grado
di perforare cavità e altri punti in cui si sospetta la presenza di umidità
all’interno di pareti, soffitti e pavimenti. Con MR265 l’operatore può
scansionare un’intera parete interna per individuare l’area interessata da
umidità, usare il sensore integrato per individuare l’origine
dell’infiltrazione di acqua e successivamente misurare l’esatta quantità di
umidità, senza dover procedere a inutili demolizioni. Le funzionalità
dell’MR265 possono essere ulteriormente estese con l’uso di sei sonde e sensori
compatibili, come la sonda combinata a martello e per intercapedini FLIR MR08 e la sonda con puntale a impatto FLIR MR05.
Tranquillità e certezza con FLIR Thermal Studio
Suite
Le funzioni di reportistica semplificata
disponibili tramite FLIR Thermal Studio Suite consentono di ridurre i tempi
diagnostici e di generazione di report. Gli utenti possono caricare
direttamente i JPEG termici con il cavo USB incluso su FLIR Thermal Studio o una soluzione di reportistica
compatibile. Il software FLIR consente di generare report contenenti le
immagini termiche, MSX, visive, oppure documentare il pre e post intervento
integrando i tre tipi di immagine. Questa soluzione facilita la comunicazione
delle attività pre e post intervento e, di conseguenza, la tranquillità e la
certezza che tutti i problemi relativi a marcescenza, muffa, inefficienze
energetiche o elettriche sono stati identificati e risolti.
L’opinione dell’esperto:
Terry Meyer, Perito edile, Metro Home Inspections dichiara:“MR265 è eccezionale, perché può rilevare i livelli di umidità con due diversi metodi, e usando la termocamera integrata con il laser, posso individuare anomalie di temperatura nei quadri elettrici più rapidamente che mai. È piuttosto compatto, quindi è facile da portare nella borsa. È uno strumento multi-funzione, che mi evita di dover portare tanti strumenti diversi. È un’eccellente aggiunta ai miei strumenti di ispezione. Sono molto soddisfatto di questo strumento.”
L’igrometro con immagine termica MSX FLIR MR265
è disponibile presso Teledyne FLIR e i distributori autorizzati.
Teledyne FLIR, una società di Teledyne Technologies, è leader mondiale nelle soluzioni di rilevamento intelligenti per applicazioni industriali e di difesa, con circa 4.000 dipendenti in tutto il mondo. Fondata nel 1978, l’azienda crea tecnologie avanzate per aiutare i professionisti a prendere decisioni migliori e più rapide, che possano salvare vite e preservare i mezzi di sostentamento.
Secondo i dati di Corepla – il Consorzio nazionale per la raccolta, il riciclo e il recupero degli imballaggi in plastica – la differenziata degli imballaggi in plastica è cresciuta anche nel 2020, pieno esempio di economia circolare
A fronte di 1.914.000 tonnellate di imballaggi in plastica immesse sul mercato (di pertinenza Corepla) nel 2020, il sistema in totale è riuscito a recuperarne 1.820.270, che corrisponde al 95%; “un dato che porta l’Italia sul podio dei paesi europei più virtuosi” nell’economia circolare.
Lo scorso anno sono state riciclate 655.393 tonnellate di imballaggi in plastica
Alle cifre della gestione del Consorzio, bisogna aggiungere gli imballaggi
in plastica riciclati da operatori industriali indipendenti provenienti dalle
attività commerciali e industriali pari a 249.500 tonnellate, per un riciclo
complessivo di oltre 900mila tonnellate.
Si tratta – viene spiegato – di un anno in cui “i risultati sono più
omogenei tra le regioni”. E anche di “un nuovo record in termini di quantità
trattata”, che fa registrare all’Italia “una media di 23,7 chilogrammi
pro-capite all’anno”.
A guidare la classifica Valle d’Aosta, Umbria e Sardegna, con oltre 32 kg
per abitante. In evidenza il fatto che i risultati della raccolta delle singole
regioni si stanno, tra l’altro, sempre più avvicinando al dato medio nazionale,
“superando gli enormi divari che fino a tre anni fa caratterizzavano la
situazione italiana”.
Il servizio di raccolta e riciclo è “ormai capillare in tutto il Paese:
sono 7.436 i Comuni serviti (94%) con il coinvolgimento del 97% dei cittadini.
Il valore economico direttamente distribuito dal Consorzio ammonta
complessivamente a 771 milioni. Nel 2020 il corrispettivo riconosciuto ai
Comuni italiani o ai loro operatori delegati ha raggiunto 391 milioni. Quasi
173 milioni sono stati destinati agli impianti che selezionano gli imballaggi”.
Sono stati recuperati poi anche quegli imballaggi che ancora non possono
essere riciclati; Corepla ha avviato a recupero energetico 377.807 tonnellate
che sono state utilizzate per produrre energia al posto di combustibili fossili
(per il 75% a cementifici, il 43% in Italia e il 32% all’estero, e per il
restante 25% a termovalorizzazione).
Un impatto del Covid si registra anche qui. La riduzione dei consumi di
materie plastiche nel 2020 è stata infatti “nel complesso relativamente
contenuta” per via della “consistente crescita del settore medicale e di quello
della disinfezione e detergenza”, e del “deciso rilancio dell’alimentare
confezionato”.
Nasce la bio-piattaforma
dall’inceneritore di Sesto San Giovanni a Milano
“I risultati di questo bilancio – osserva Giorgio Quagliuolo, presidente di Corepla – dimostrano i passi
avanti che il nostro Paese ha compiuto nell’ambito della organizzazione di un
sistema di raccolta e riciclo degli imballaggi in plastica. Siamo convinti che
negli anni a venire, anche in funzione dei nuovi piani di rilancio e resilienza
e di una politica economica più improntata ai principi della transizione
ecologica, sapremo offrire risposte adeguate agli ambiziosi target”.
Il Ministro della Transizione ecologica
Roberto Cingolani ha incontrato l’inviato per il clima degli Stati Uniti, John
Kerry. Molti i temi sul tavolo delle due delegazioni: i negoziati della Cop26 e
gli eventi italiani, la Youth4climate e la pre-Cop, il G20 clima e energia, il piano internazionale e gli impegni nei contesti
multilaterali, il Piano nazionale di ripresa e resilienza italiano, e le misure
dedicate alla de-carbonizzazione.
“Abbiamo avuto l’onore di avere con noi Kerry – osserva Cingolani – con il
nuovo corso degli Usa per la difesa dell’ambiente. Abbiamo parlato di scenari
visionari, ma anche del presente e degli impegni che ci aspettano nei prossimi
mesi in relazione a G20, Cop26. Abbiamo un’agenda molto fitta e questo credo
fermamente sia l’inizio di una collaborazione poderosa tra l’Italia, l’Europa e
gli Stati Uniti”.
Il confronto – viene spiegato – era stato “fortemente auspicato” da Kerry
che sin dall’inizio del suo mandato ha voluto avere relazioni con i Paesi più
attivi sul fronte dell’azione climatica, a partire dall’Italia. La sua
“missione” si inquadra all’interno di una “campagna che l’inviato speciale sta
portando avanti in tutto il mondo a favore dell’azione climatica”.
Un incontro con Cingolani che per Kerry è “stato molto costruttivo: tutte e
due ci troviamo d’accordo sull’urgenza di muoversi rapidamente da qui fino agli
incontri di Glasgow a novembre, portando i Paesi al tavolo delle trattative per
cercare di fare di più”.
“Quella che stiamo affrontando – rileva Kerry – è una crisi planetaria e
bisogna fare presto. Vogliamo che i cittadini, sia in Italia, che in Europa,
come negli Stati Uniti, comprendano che questa non è una scelta tra prosperità
e un’economia che funziona o meno, ma è un’opportunità enorme; e i ministri,
come quello della Transizione ecologica, hanno il compito di ‘trasportare’ il
Paese verso un futuro nuovo, migliore e più sicuro, con più posti di lavoro”.
E’ in questo modo – dice l’ex vicepresidente Usa – che “possiamo allontanare il
rischio di un disastro climatico. Quindi siamo fiduciosi, insieme riusciremo a
portare avanti un’opera di persuasione dei nostri colleghi in tutto il mondo;
ci saranno numerose occasioni a Glasgow per intraprendere un percorso e
mantenere l’innalzamento della temperatura terrestre entro gli 1,5 gradi”.
L’obiettivo comune che ci poniamo è di “mantenere entro 1,5 gradi”
l’aumento medio delle temperature globali. Questo significa che “ogni Stato
dovrà fare la sua parte e continuare a ridurre le emissioni in atmosfera” nel
corso di “questa decade”; infatti – afferma Kerry – “non è abbastanza dire che
lo faranno entro il 2050”.
Sia Kerry che Cingolani credono che serva “una strategia a tutto campo e
non una soluzione singola” per “risolvere questa crisi; è un approccio multiplo
che include diverse risorse come carburanti, fonti energetiche e in particolare
richiede di negoziare con l’industria pesante, una componente molto complicata
ma estremamente importante”.
La quarta rivoluzione industriale è caratterizzata dall’avvento dell’ecosistema digitale: i concetti di Internet of Things (IoT) e Internet of Services (IoS) nella produzione e “nell’inventory management”
Tutto
ciò permette alle fabbriche di diventare “intelligenti”, con sistemi di
produzione integrati verticalmente e orizzontalmente.
Il
driver principale è la tecnologia, poiché Industria 4.0 è un termine collettivo
per indicare proprio le tecnologie e i concetti di organizzazione della catena
del valore.
L’ecosistema digitale e le piattaforme
di produzione connesse e integrate svolgono un ruolo importante nell’affrontare
le pressioni competitive e nello sviluppo di nuove
applicazioni e servizi. In questo articolo analizziamo che cosa significa
integrare un ecosistema digitale in impresa e qual è il ruolo dell’Internet of
Things e dei “dati” di cui sentiamo sempre più parlare.
Ecosistema digitale: dal monitoraggio remoto
al condition monitoring
Nelle prime fasi della
digitalizzazione del settore industriale si parlava principalmente di
sistemi di monitoraggioremotodellemacchine
(RMMS): tipicamente prodotti software che, abbinati agli strumenti,
consentivano di monitorare le attrezzature e i dispositivi in impianto.
L’avvento dell’Internet of Things nel
settore industriale ha spinto l’adozione della raccolta di informazioni basata
su sensori, per affrontare i problemi legati
principalmente ai tempi di fermo macchina e ai ritardi nella produzione. In
questo modo, il monitoraggio della macchina si evolve verso il monitoraggio
delle condizioni (condition monitoring), che è la pratica di monitorare i
dispositivi, solitamente con sensori esterni, al fine di raccogliere i dati
necessari per la diagnosi sullo stato di salute. Per raggiungere questo
obiettivo, vengono utilizzati sistemi di acquisizione dati per monitorare tutti
i tipi di apparecchiature e dispositivi industriali.
Oggi, oltre al monitoraggio delle
condizioni, si stanno sviluppando altri tipi di servizi per rispondere a
necessità come la manutenzione preventiva, la misurazione dell’autonomia e
dell’operatività dei sistemi, il monitoraggio dell’energia o delle prestazioni
dell’impianto; di conseguenza, i responsabili dei processi hanno
necessità di una maggior digitalizzazione per ricevere e interpretare tutti i
dati necessari.
Ecosistema digitale: il ruolo dell’Internet of Things
La digitalizzazione della produzione
collega, tramite il cosiddetto internet delle cose (IoT) persone, dispositivi
di processo, macchinari e impianti. Come abbiamo già accennato, un
ecosistema digitale consente una maggior disponibilità di dati legati alla
produzione: la loro raccolta, archiviazione ed elaborazione fa sì che essi
descrivano con precisione il contesto in cui il prodotto viene fabbricato, il
processo di fabbricazione, lo stato di salute degli asset di produzione e
l’intera rete del valore. L’ecosistema digitale svolge quindi un ruolo cruciale
nel consentire una miglior visione dello scenario, finalizzata
all’ottimizzazione della produzione da diverse prospettive quali efficienza,
disponibilità, qualità del prodotto finale, prestazioni degli asset e così via.
È chiaro, quindi, come l’Internet of
Things industriale influenzi ampie porzioni del processo di produzione, e in
modo significativo.
La spinta verso un ecosistema produttivo
digitale include però la necessità di modelli condivisi, accordi su interfacce e protocolli di comunicazione industriale, e interoperabilitàdeidati.
Sensori di numerose tipologie sono già
ampiamente utilizzati nell’ambiente di produzione, ma mentre il loro uso
diventerà più diffuso, la capacità di connettere e trasmettere dati più
velocemente e con una migliore integrità sarà il vero fattore abilitante
dell’IIoT.
Ecosistema digitale: il ruolo dei dati e della loro
trasmissione
I dati alimentano l’Industria 4.0 e gli
ecosistemi digitali. L’analisi dei dati è il prerequisito base per
l’implementazione delle applicazioni digitali in impresa.
Man mano
che gli ecosistemi digitali si espandono, aumenta anche l’importanza di
stabilire forti livelli di sicurezza, supportati da processi
trasparenti e integrità dell’origine dei dati. Sistemi di gestione dati che
garantiscano la loro integrità possono aiutare le aziende a evitare violazioni
e a gestire meglio le interruzioni delle operazioni: questa è la prima
preoccupazione legata alla sicurezza dei dati, secondo una ricerca di pwc.
I protocolli e i framework di
connettività consentono ai responsabili d’impianto di raccogliere e trasferire
dati in modo più rapido e accurato, dai sensori fino al cloud, per
l’aggregazione e l’analisi. Gli esempi includono:
il protocollo IO-Link, introdotto dai
fornitori di sensori;
il protocollo OPC UA, che supporta una
maggiore interoperabilità e una trasmissione più sicura delle informazioni al
cloud.
Ecosistema digitale in impresa: i driver dell’adozione
Di seguito sono riportati i fattori
chiave per rendere gli ecosistemi digitali in impresa una realtà sempre più
presente e strategica.
1. Connettività e tecnologia
I settori industriali possono generare
enormi quantità di dati. La tecnologia per la loro acquisizione e analisi apre
a nuove opportunità di ottimizzazione e monetizzazione.
2. Standardizzazione e sicurezza
L’industria ha bisogno di standard
comuni per consentire a prodotti, macchine e apparecchiature intelligenti di
diversi produttori di interagire senza problemi. Con l’uso industriale del
cloud, la sicurezza rimane la principale preoccupazione da superare.
3. Produzione e competitività
L’adozione dell’internet delle cose a
livello industriale può accelerare i tassi di produttività in fabbrica, riducendo
i tempi di inattività non pianificati e aumentando la disponibilità degli
impianti.
In conclusione, l’adozione
dell’IoT industriale e degli ecosistemi digitali in impresa ha subito
un’accelerazione con l’ingresso delle nuove tecnologie e lo sprint a
cui l’emergenza sanitaria ha costretto l’intero settore produttivo.
Secondo
un report di IHS Markit, entro il 2030 i
dispositivi IoT installati supereranno i 125 miliardi. Gli ecosistemi digitali
saranno sempre più fondamentali per l’interpretazione dei dati e un miglior
sviluppo degli impianti industriali, nonché delle performance e della
competitività aziendale.
Qualche mese fa gli esperti prevedevano, per il 2021, un incremento del 12% del volume mondiale di vendite di dispositivi a semiconduttore– chip
Oggi anche i meno ottimisti danno per certa una crescita almeno del 19%.
Con possibilità di ulteriori ritocchi al rialzo. E non
c’è un particolare segmento che trascini questa corsa. Tutte le famiglie di dispositivi superano ogni
giorno nuovi record.
I grandi produttori si stanno ancora leccando le
ferite: le fermate causate dalla pandemia, i massicci blackout elettrici che
hanno condizionato il funzionamento della produzione in Texas, o l’incendio che
ha creato problemi a un colosso nipponico. Con conseguenze sui tempi di consegna che si
stanno allungando sempre più.
Per
reazione i consumatori di chip sono entrati in panico inondando il mercato di
ordini doppi o tripli e innescando una spirale complessa da gestire.
Intanto il ruolo dei semiconduttori come tecnologia
abilitante sta diventando sempre più evidente per lo sviluppo di una qualunque
economia industriale avanzata.
Proprio per questo la Cina sta puntando
sull’autosufficienza pressocché totale, mentre in America Biden ha messo sul
tavolo 50 miliardi di dollari, tanto per iniziare, destinati alla ricerca e
produzione domestica di microelettronica integrata. Anche i colossi del settore
stanno impegnando fior di miliardi per tenere il passo: TSMC e Samsung, per
esempio, sono ciascuna poco sotto l’asticella dei 30 miliardi.
I
CHIP SONO ALLA BASE DELLO SVILUPPO DI OGNI SOCIETÀ INDUSTRIALE AVANZATA
Un mercato che cresce così velocemente, società che
investono a ritmo serrato e governi che puntano con decisione le loro carte sulla
tecnologia più avanzata.
Ormai i
chip sono alla base della creazione di nuovi posti di lavoro, della sicurezza
nazionale, del sistema educativo di una nazione, della crescita e
dell’innovazione di settori industriali come l’aerospaziale, l’auto, la
medicina, le comunicazioni.
Nel settore oil&gas relativo sia al greggio che al gas naturale in ambito onshore ed offshore, sono molte le applicazioni che richiedono la misurazione delle portate dei fluidie quindi misuratori di portata speciali
Ma soprattutto nel settore della perforazione la richiesta degli impianti è indispensabilmente mirata sia alla sicurezza che all’affidabilità in qualsiasi condizione e con poca manutenzione.
Nei pozzi di estrazione è comune l’esigenza di iniezione nel pozzo di fluidi di servizio, in particolare metanolo ma anche acqua e prodotti chimici con varie funzioni specifiche. Quello che c’è da considerare è che molto spesso le portate in gioco sono microscopiche, soprattutto per gli inibitori, quindi su tubazioni di piccolo diametro, da pochi millimetri fino tipicamente a poche decine di centimetri, inoltre molte di queste applicazioni di iniezione sono a pressione estremamente elevata, anche superiore ai 1.000 bar.
L’impianto quindi necessita di:
➤ capacità di misura per piccole portate, in condizione di elevatissime pressioni, utilizzando per i sensori materiali compatibili con fluidi chimicamente aggressivi e con certificazioni ATEX/IECex
➤ affidabilità, precisione e continuità di misura che devono essere garantite nel tempo
PER QUESTE APPLICAZIONI CRITICHE PROPONIAMO DUE SOLUZIONI TECNICHE DIFFERENTI
Misuratore di portata di massa ad effetto Coriolis –Rheonik Messtechnik.È uno strumento che non ha eguali per la capacità di misura di portate microscopiche, a partire anche da pochi grammi/min, con tubi di misura realizzati in moltissimi materiali anche speciali (inox, hastelloy, tantalio, duplex, super duplex, monel, inconel, HP160, ed altri ancora), versioni realizzate per funzionare anche oltre i 1.200 bar. Basato sulla misura delle forze di Coriolis questo strumento rileva in tempo reale la portata direttamente in massa del fluido che lo attraversa, indipendentemente dalle sue caratteristiche chimico-fisiche e da pressione e temperatura, fornendo prestazioni di accuratezza anche fino al +/-0,1% del valore misurato (versione “Gold Line”). Il sensore della serie RHM è fornibile in varie taglie, tutte certificate ATEX/IECex per zona 0, 1 e 2 e viene connesso ad un convertitore elettronico montabile sia in campo che anche a distanza, con display locale per la visualizzazione della portata istantanea e totalizzata e per l’interfaccia diagnostico con l’operatore che naturalmente può anche essere effettuato a distanza mediante collegamento seriale con un software dedicato.
Misuratore di portata ad ultrasuoni clamp-on – Flexim. Nei casi in cui le portate sono sempre molto piccole ma non microscopiche, come spesso capita ad esempio per l’iniezione di metanolo, quindi in tubazioni di diametro sopra i 6 mm, è possibile impiegare questa tecnica di misura che prevede l’installazione dei trasduttori completamente all’esterno della tubazione, quindi senza nessun contatto con il fluido in transito.
Questa soluzione, oltre a non avere limitazioni di pressione di esercizio, ha anche l’enorme vantaggio di garantire sempre la continuità di esercizio dell’impianto, anche durante il montaggio, lo smontaggio o qualsiasi operazione si voglia o debba fare sul misuratore stesso.
Anche questo strumento è certificato ATEX/IECex per zona 1 oppure 2 e viene fornito con un convertitore di misura, serie F721 oppure serie F80x, da campo o anche remoto provvisto di display locale e di ogni funzionalità addizionale, oltre che di datalogger a bordo ed interfaccia seriale con diversi protocolli di comunicazione a scelta.
Le prestazioni in termini di incertezza di misura sono tipicamente entro +/-1% del valore misurato con ripetibilità entro +/-0,15%.
Le nuove termocamere A50 e A70 sono disponibili in tre configurazioni, Smart, Streaming e Ricerca & Sviluppo, per poter soddisfare le esigenze dei professionisti in una vasta gamma di settori, dalla produzione alle utility, fino alle applicazioni scientifiche
Per decidere quali strumenti integrare nel proprio processo di automazione, vengono spesso valutati alcuni particolari fattori: la facilità d’uso, il prezzo, le caratteristiche e la possibilità di impiego in molteplici applicazioni.
Le nuove termocamere A50 e A70 sono disponibili in tre configurazioni, Smart, Streaming e Ricerca & Sviluppo, per poter soddisfare le esigenze dei professionisti in una vasta gamma di settori, dalla produzione alle utility, fino alle applicazioni scientifiche.
Le nuove termocamere offrono una maggiore accuratezza di ±2 °C o ±2% della misura della temperatura rispetto alla precedente accuratezza di ±5 °C o ±5% della misura della temperatura. Queste termocamere con classe di protezione IP66 sono piccole, compatte e con risoluzioni più elevate rispetto alle versioni precedenti.
La risoluzione termica di 464 × 348 (A50) o 640 × 480 (A70) consente di utilizzare la termocamera A50 o A70 in una vasta gamma di applicazioni, tra cui programmi di manutenzione secondo condizione, per massimizzare la continuità operativa e minimizzare i costi attraverso la manutenzione programmata, o applicazioni di rilevamento precoce degli incendi, per salvaguardare la vita dei lavoratori e garantire la redditività aziendale proteggendo materiali e asset.
La maggiore accuratezza delle misurazioni di temperatura pari a ±2 °C fornisce agli operatori letture affidabili nel tempo o in presenza di fattori ambientali variabili, eliminando qualsiasi incertezza nell’analisi dei dati.
I
due modelli A50 e A70 sono entrambi protetti contro polvere, olio e acqua in
classe IP66, per l’uso in ambienti industriali difficili. Questa robusta
protezione è particolarmente utile quando la termocamera viene utilizzata per
applicazioni diverse. La termocamera, montata fissa per ispezionare una linea
di produzione o usata per le prove al banco, esprime sempre al meglio le sue
doti di versatilità.
A50/70 Smart
Progettate per l’uso in programmi di manutenzione secondo condizione per ridurre i tempi di ispezione, migliorare l’efficienza della produzione e aumentare l’affidabilità dei prodotti, i modelli A50 e A70 Smart introducono le funzionalità intelligenti “a bordo della termocamera”. Questo significa che la misurazione e l’analisi della temperatura possono essere eseguite direttamente sulla termocamera in modo semplice ed efficace, senza richiedere l’uso di un PC. La facilità e la rapidità di aggiunta, configurazione e impiego in sistemi HMI/SCADA di queste termocamere è un grande vantaggio competitivo per i fornitori di sistemi di automazione (con funzionalità REST API, MQTT e Modbus master).
A50/70
Image Streaming
Costruite per
il controllo dei processi e della qualità, le termocamere
A50/A70 Image Streaming migliorano il rendimento e la qualità della
produzione, riducendo al tempo stesso i costi operativi. Grazie alla
compatibilità GigE Vision e GenICam, gli operatori possono semplicemente
collegare la termocamera al proprio PC e utilizzare il loro software preferito.
Nella maggior parte dei casi, l’aggiunta delle termocamere A50 o A70 Image
Streaming completa i sistemi di visione artificiale impiegati per la
rilevazione di difetti anche delle più piccole dimensioni, integrando la
verifica della distribuzione del calore.
Kit di
Ricerca & Sviluppo A50/A70
Utilizzato
principalmente come soluzione per la ricerca e sviluppo, questo kit fornisce un
semplice strumento per l’analisi di immagini termiche per applicazioni nel
mondo accademico, studi sui materiali e studi su elettronica e semiconduttori. Il kit di Ricerca & Sviluppo è composto dalla
versione avanzata Image Streaming delle termocamere A50 e A70, e dal software FLIR Research Studio, utilizzato per il controllo della
termocamera, la visualizzazione delle immagini dal vivo, la registrazione e la
post-elaborazione a sostegno del processo decisionale.
Le termocamere
A50 e A70 in versione Smart, Streaming o Ricerca & Sviluppo forniscono ai
professionisti operanti in diversi settori una soluzione chiavi in mano per
ispezionare e analizzare i dati in modo efficiente ed efficace, risparmiando
tempo e denaro.
Le
opinioni degli esperti:
“Oltre
al formato piccolo e compatto che facilita il montaggio di queste termocamere
all’interno di macchinari in spazi ristretti, siamo entusiasti della
classificazione IP66 delle A50/A70, una caratteristica che elimina la necessità
di alloggiare l’unità all’interno di una custodia quando viene impiegata in
ambienti difficili. Un altro vantaggio è la possibilità di ispezionare e
analizzare i dati collegandosi alla termocamera via Wi-Fi, eliminando la
necessità di stendere un cavo nell’impianto di produzione tra un computer e
l’attrezzatura da ispezionare”.
– Roy
Ray, Vice Presidente, Emitted Energy
“Il
lancio della nuova termocamera A50/A70 è una notizia entusiasmante per i
clienti FLIR. Le sue nuove funzionalità software, permettono un doppio
controllo: termico per il monitoraggio della temperatura e visivo per le
ispezioni, il tutto con un’unica termocamera. Questa innovazione aggiunge un
ulteriore livello di funzionalità ai sistemi FLIR integrati, sia nuovi che
esistenti. Ora è possibile combinare la funzionalità termica, per controllare
ad esempio i sigilli delle confezioni, con l’ispezione visiva della confezione
stessa. Il tutto con un’unica termocamera e senza la necessità di hardware
aggiuntivo, solo una semplice modifica del software”.
– John Dunlop, fondatore e direttore tecnico di Bytronic Vision
Automation
“Siamo
entusiasti del lancio della nuova termocamera FLIR A50/A70 e del valore
aggiunto che apporterà ai nostri clienti. Grazie alle sue capacità di
comunicazione estese, ViperVision può sfruttare al meglio le informazioni
prodotte dalla termocamera. È sempre un vantaggio per i clienti poter disporre
di una maggiore quantità di dati e metodi di accesso. Ora siamo in grado di
prendere gli stessi dati critici che sono sempre stati forniti dalle
termocamere FLIR e renderli ancora più disponibili e quindi più utili ai nostri
clienti”. Sia che si tratti dell’integrazione con VMS e sistemi di
sicurezza o di più reti di controllo dell’impianto (DCS, PLC, SCADA), ora siamo
in grado di svolgere più attività contemporaneamente e in modo più
efficiente”.
– Andy
Beck, co-fondatore e comproprietario, Viper Imaging
FLIR A50 e A70
sono disponibili in tutto il mondo presso i distributori autorizzati FLIR, con
consegna durante il Q2 2021.
Per ulteriori informazioni sulle nuove termocamere FLIR A50 e A70, visitate:
Teledyne
FLIR, una società di Teledyne Technologies, è leader mondiale nelle soluzioni
di rilevamento intelligenti per applicazioni industriali e di difesa, con circa
4.000 dipendenti in tutto il mondo. Fondata nel 1978, l’azienda crea tecnologie
avanzate per aiutare i professionisti a prendere decisioni migliori e più
rapide, che possano salvare vite e preservare i mezzi
di sostentamento. Per maggiori informazioni, visitate: www.teledyneflir.com o seguiteci su @flir.
Power Fortronic, 17ma edizione, è l’evento di riferimento per le novità tecnologiche e le soluzioni del settore che si rivolge in maniera privilegiata a tecnici, progettisti e marketing di prodottodell’elettronica di potenza
Grande novità per ZEROEMISSION 2021, l’appuntamento fieristico nazionale dedicato alla produzione elettrica, all’accumulo e alla mobilità a zero emissioni che si terrà nelle date del 23-24 giugno a Piacenza Expo: la manifestazione ospiterà POWER FORTRONIC 2021, l’unico evento italiano dedicato all’elettronica di potenza, organizzato da Tecno con il supporto di Assodel (Associazione Distretti Elettronica – Italia).
Giunto
alla 17a edizione, Power Fortronic è
l’evento di riferimento per le novità tecnologiche e le soluzioni del settore
che si rivolge in maniera privilegiata a tecnici, progettisti e marketing di
prodotto.
L’evento
si svolgerà quest’anno in forma ibrida:
all’appuntamento fisico a Piacenza Expo si aggiunge la possibilità di seguire
anche in streaming gli incontri, i workshop tecnici, le arene multi-player organizzate dalle
aziende su specifici approfondimenti e gli educational, momenti formativi per
eccellenza dal taglio tecnico-applicativo.
Accanto
al tradizionale focus sull’elettronica
di potenza – con argomenti come tecnologie e componenti di base per
l’elettronica di potenza e la componentistica di supporto e approfondimenti su
componenti e sistemi elettronici, semiconduttori di potenza, dispositivi per il
thermal management, alimentatori, componenti elettromeccanici e magnetici,
convertitori, MOSFET, IGBT e moduli di potenza, wireless charging, circuiti
integrati, software e strumentazione per un’ampia gamma di applicazioni – Power Fortronic 2021punterà su una delle aree più
strategiche per il mercato dell’elettronica: l’automotive e l’elettrificazione
della mobilità. Quest’ultimo tema è in forte
sinergia con uno dei saloni tematici di ZEROEMISSION 2021, EV Electric Vehicles WORLD (dedicato
alla filiera industriale dei veicoli elettrici e delle infrastrutture per la
mobilità elettrica).
Power Fortronic 2021 è organizzato da Consorzio Tecno,
che da
oltre 40 anni supporta le aziende nel rafforzare il proprio brand e nel
generare contatti B2B nel mercato delle Smart Technologies, grazie allo
sviluppo di strategie su misura declinate tramite eventi verticali e network
digitali.
ZEROEMISSION
2021
è organizzata da A151 Srl, azienda
specializzata nell’organizzazione di fiere e conferenze internazionali dedicate
a diversi settori industriali.
Contatti:
Segreteria
Organizzativa ZEROEMISSION 2021 Segreteria
Organizzativa POWER FORTRONIC
La migliore soluzione nelle misure
di livello e pressione di gas, liquidi e vapori in molteplici applicazioni dei
settori industriali
La Serie 27A si
caratterizza per la grande versatilità di adattamento a tutti gli impianti in
generale. Caratterizzati da uscita standard in corrente 4÷20mA o in tensione
0÷5V, i modelli della serie 27A hanno un’accuratezza totale di misura di ±0,25%
nel campo di temperatura -40÷85°C e sono interamente costruiti in acciaio inox.
Alla custodia è possibile abbinare differenti tipologie di
collegamenti elettrici, tra i quali: connettori DIN43650, M12 a via diritta o a
squadra, connettori MIL, uscita cavo diretta, pressacavi o raccordi inox su
custodia dotata di morsettiera.
Vengono forniti, sia nella versione con elettronica integrata che
in quella remota, con svariate tipologie di attacchi al processo e separatori:
filettati, flangiati, sanitari, tronchetti a saldare e wafer, per campi di
misura tra 100mbar e 1000bar.
Tutti i modelli sono caratterizzati da ingombri contenuti e grazie
alla certificazione a sicurezza intrinseca ATEX e alle approvazioni dei
principali registri navali offrono la migliore soluzione nelle misure di
livello e pressione di gas, liquidi e vapori in molteplici applicazioni dei
settori industriali. Con questa serie è possibile una calibrazione analogica
locale di zero e di campo e il velocissimo tempo di risposta (5msec) la rende
particolarmente adatta a funzioni di controllo.
FIGURA
1 (Serie 27A)
La serie T72 rappresenta
invece la perfetta sintesi tra tecnologia e compattezza di esecuzione. Questi
trasmettitori presentano un’uscita standard in corrente 4÷20mA + protocollo di
comunicazione HART® e hanno un’accuratezza di misura standard di ±0,15% nel
campo di temperatura -40÷85°C. La calibrazione di zero e di campo è possibile
via server HART® o a mezzo Hand-Held, e come la serie 27, possono essere forniti,
sia nella versione con elettronica integrata che in quella remota, con svariate
tipologie di attacchi al processo e separatori per campi di misura compresi tra
100mbar e 1000bar. Grazie alla certificazione a sicurezza intrinseca ATEX, i
trasmettitori della serie T72 offrono la migliore soluzione per sistemi
integrati e controllati da un server macchine da cui è possibile impostare
molte variabili quali offset, smorzamento, peso specifico del fluido ed
elevazione di zero.
FIGURA
2 (Serie T72)
La necessità di sviluppare un maggiore controllo e una maggiore
flessibilità di utilizzo della strumentazione da campo necessaria per le Vostre
applicazioni, trovano in Valcom® il partner di confronto ideale. Per maggiori
informazioni www.terranova-instruments.com