Rinomati produttori dai settori automotive, tecnologia di pompaggio e trasporto così come l’industria della lavorazione alimentare, sostituiscono la cromatura dura con Expanite
Con oltre il 20% del fatturato derivante da progetti di sostituzione della cromatura dura, Expanite, il pioniere danese dell’indurimento superficiale dell’acciaio inossidabile, sta per posizionarsi come una delle alternative più utilizzate alla cromatura dura.
Soluzioni sostenibili: Diffusione contro Rivestimento
A differenza della cromatura dura, dove l’elettrolita utilizzato durante la lavorazione può contenere ioni di cromo esavalente Cr(VI), pericolosi per la salute umana e dannosi per l’ambiente, i processi Expanite utilizzano solo atomi di azoto e carbonio.
Ciò rende Expanite un processo ecologico e sostenibile.
Expanite rimuove efficacemente lo strato di ossido naturale che ricopre gli acciai inossidabili durante le fasi iniziali del processo di gasatura e senza l’aggiunta di sostanze chimiche aggressive. Ciò consente una diffusione controllata degli atomi di carbonio e di azoto nella struttura dell’acciaio inossidabile sottostante.
Expanite sostituisce la cromatura dura
“Oltre il 20% dei pezzi che lavoriamo oggi con il processo Expanite sono sostitutivi della cromatura dura”, afferma Thomas Abel Sandholdt, CEO di Expanite.
Che si tratti dei componenti di una valvola di iniezione nell’industria automobilistica, di boccole per motori marini o del rotore di una pompa di grandi dimensioni, tutti hanno sperimentato i vantaggi di un processo di diffusione senza il rischio di cricche, sfaldamenti o zone di indurimento disomogenee.
A questo si aggiunge la conformità al programma Reach dell’UE per la riduzione del Cr(VI), la scelta fondamentale per soluzioni più sostenibili.
Vantaggio competitivo: il costo
A prima vista, la tecnologia di indurimento Expanite può sembrare costosa rispetto alla cromatura dura, ma la differenza di prezzo si pareggi quando si considerano i costi totali e le prestazioni del ciclo di vita.
La prova sta nei molti clienti Expanite.
Informazioni su Expanite
Expanite è stata fondata nel 2010 da esperti di primo piano nel campo di indurimento di materiali e superficie. L’azienda ha sede a Hillerød, vicino a Copenaghen, e dispone di centri di trattamento negli Stati Uniti, in Germania, Corea e Cina.
Le soluzioni di Expanite sono applicabili a tutti i tipi di acciaio inossidabile e possono essere adattate alla linea di prodotti del cliente anche con un contratto a licenza.
Nel 1974 nasceva a Milano, in un umile seminterrato, da una felice intuizione dei fratelli Cavalli, la prima Tecnova che inizialmente forniva solamente misure di portata per il Navale e l’ Oil & Gas
Ma già da allora la visione imprenditoriale era ben delineata: Innovazione Tecnologica per ogni processo produttivo attraverso Soluzioni Elettrostrumentali mai banali e coniugate con un Servizio al Cliente sempre e comunque proattivo, costante e soprattutto di Qualità.
E tanta fatica, tanto pane duro, tanto nero sotto le unghie…ma nessuno si è mai tirato indietro perché si era consapevoli di partecipare a qualcosa di grande: è la stessa Motivazione Interiore di allora che oggi fa prendere all’azienda un aereo per portare personalmente anche un solo pezzo di ricambio necessario al Cliente, pur di aiutarlo a vincere le sue sfide professionali.
Pochi si ricordano quando nei pionieristici anni ’80 le Persone di Tecnova andavano dai Clienti con un valigione, spiegando che si poteva misurare la portata di un liquido esternamente al tubo: non ci credeva nessuno, erano infatti le prime innovative applicazioni sviluppate con la tecnologia ultrasonica clamp-on di Fuji Electric Co., Ltd.
Ancor meno persone sanno che Tecnova ha realizzato ben 40 anni fa il primo impianto produttivo completamente strumentato e interconnesso in fibra ottica quando la pneumatica la faceva ancora da padrona in campo.
Ma anche allora per queste applicazioni ai quei tempi fantascientifiche Tecnova aveva dalla sua parte un asso nella manica: la fiducia del cliente.
Perché è proprio la fiducia reciproca il motore primo che regge il complesso sistema relazionale alla base del modello di business proprio di Tecnova.
Ad esempio, i Principals dell’azienda, come VAF Instruments: ben 50 anni di matrimonio, fatto di tanto amore e di qualche piccolo litigio, che, dai primi PD meters installati negli anni ’70 è arrivato fino al record odierno di installazioni della più moderna tecnologia Shaft Power Limitation per l’Efficienza Navale esistente sul mercato.
E’ sempre la Fiducia che fa del Service Team di Tecnova un ospite benvoluto da parte degli operatori sul campo di lavoro: oltre alle dotazioni tecniche sempre di prim’ordine il suo Valore riconosciuto è la competenza che è raggiunta e sviluppata tramite un programma di Formazione continuo, come da ISO 9001, comprendente sia aspetti tecnici come procedure di manutenzione sia aspetti normativi relativi ad esempio ai sistemi CEMS per le emissioni a camino.
“Bro, adoro i lavori ben fatti…”
Perché crediamo così tanto nella Formazione? Perché sono proprio le donne e gli uomini che si impegnano ogni giorno in TECNOVA HT a rappresentare l’asset societario più importante sul quale abbiamo sempre investito per ben cinque decadi: dovete infatti sapere che ogni vostro singolo ordine o intervento nel vostro impianto è gestito da un Team affiatato che è il risultato di una sapiente miscela fra esperienze pluridecennali ed idee nuove, fresche, non convenzionali
perché le cose nuove si fanno solo con i giovani. Solo i giovani ci si buttano dentro con entusiasmo, e collaborano in armonia senza personalismi e senza gli ostacoli derivanti da una mentalità consuetudinaria – Mario Tchou, il genio di Olivetti [1]
Ora dal 2024 il gruppo di lavoro è focalizzato su nuove e sempre più difficili sfide: auspicando a migliorare l’efficienza produttiva, aumentare la sicurezza e contribuire a una reale sostenibilità dei vostri impianti grazie alla conoscenza, alla creatività e al continuo impegno dello staff di Tecnova.
Controllo up/downstream separazione cromatografica per concentrazione, conducibilità, pH e temperatura
Queste sono le radici aziendali, questo è il suo credo e questa è stata la lunga strada percorsa per arrivare all’importante traguardo raggiunto ora.
Control Techniques, società del gruppo Nidec, presenta un nuovo prodotto della gamma di azionamenti Commander e Marshal, una app rivoluzionaria
Commander S rappresenta una soluzione per le applicazioni che richiedono un controllo plug-and-play direttamente dal prodotto appena tolto dall’imballo. È facile da installare e da utilizzare, è affidabile ed economico.
Commander S è il primo azionamento provvisto di serie di un’interfaccia di una app gratuita. Marshal rivoluziona la modalità dell’utente di interfacciarsi con l’azionamento e copre funzioni quali la messa in servizio, il monitoraggio, la diagnostica e il supporto tecnico.
Marshal, che dispone della tecnologia NFC, sarà l’esperto sul campo al servizio dell’utilizzatore. Marshal consente la messa in servizio con alimentazione inserita/disinserita, persino quando l’azionamento è ancora nell’imballo; clonazione – i parametri possono essere trasferiti da un azionamento all’altro; diagnostica – Marshall fornisce una diagnostica in tempo reale anche ad azionamento spento e istruzioni passo passo per aiutare l’utilizzatore a risolvere eventuali problematiche e a rimettere in funzione l’azionamento; l’operatore può inoltre facilmente condividere schemi elettrici e configurazioni dell’azionamento in formato PDF via email o WhatsApp o altre applicazioni di messaggistica.
La robusta guida DIN per il montaggio/smontaggio “click-on” agevola l’installazione dell’azionamento da parte dell’utente finale, inoltre l’ingombro ridotto e il montaggio affiancato di Commander S consentono di risparmiare spazio nel quadro nei casi in cui esso sia limitato. Le designazioni dei terminali sono stampate a laser per una facile identificazione e la posizione angolata e sfalsata dei terminali stessi premette di raggiungerli facilmente con il cacciavite e di inserire i cavi.
Marshal rappresenta il modo più semplice e veloce di comunicare con Commander S. Disponibile per Android e iOS, consente di configurare l’azionamento in appena 60 secondi tramite la tecnologia NFC, oltre a offrire semplici routine di configurazione realizzate specificamente per varie applicazioni. Il menu FastStart, accessibile tramite Marshal, consente la messa in servizio assistita e occorrono solo quattro impostazioni tramite tasti per mettere in funzione il motore.
Commander S si avvale della più recente generazione di componenti e delle metodologie più innovative di fabbricazione.
Un processo di tropicalizzazione protegge l’azionamento da umidità, corrosione e polvere, assicurando i livelli di robustezza e affidabilità che da tempo contraddistinguono i prodotti di Control Techniques. E per rafforzare ulteriormente questo messaggio, offriamo una garanzia gratuita di 5 anni, esattamente come per tutti i nostri azionamenti general purpose.
Commander S è ottimizzato per applicazioni semplici con un’adeguata serie di funzioni. Per la riduzione dei costi complessivi sostenuti dall’utilizzatore, numerose funzioni fondamentali sono integrate nell’azionamento, come il controllo intelligente del ventilatore, la comunicazione Modbus RTU e il filtro EMC C1.
Il nuovo Commander S rispetta inoltre i requisiti di efficienza energetica definiti dalla direttiva dell’Unione Europea sulla progettazione ecocompatibile denominata Ecodesign.
Commander S è disponibile in 3 taglie con una potenza da 0,18 a 4 kW.
Anthony Pickering, Presidente di Control Techniques, mette in risalto la diffusione della tecnologia NFC nella vita quotidiana e quanto essa costituisca un’esperienza rivoluzionaria per l’utilizzatore di azionamenti general purpose.
“La NFC è presente nella vita di tutti noi, per esempio quando effettuiamo pagamenti con carta nei negozi. Sapevamo che questa era la tecnologia sulla quale puntare e perciò l’abbiamo adattata al Commander S. La NFC è davvero innovativa in questo settore e cambia radicalmente l’intera esperienza del Cliente, dall’installazione alla programmazione”, ha affermato Anthony Pickering, presidente di Control Techniques; “L’innovazione che stiamo introducendo sul mercato fa parte del costante sviluppo dei nostri prodotti e dei servizi correlati, e siamo orgogliosi del risultato raggiunto con questo nuovo azionamento.”
“Commander S assicura un’installazione e una programmazione veloci, fa il suo lavoro ed è verde! Questo colore ci riporta al nostro passato, agli inizi dell’attività di Control Techniques, quando eravamo noti come la società degli azionamenti verdi. E nell’ambito del processo costante di miglioramento, crediamo che il nostro passato sia importante; ciò che realizzeremo in futuro deriva da quanto abbiamo imparato nel tempo, quindi la scelta del colore verde ha voluto ribadire l’importanza che attribuiamo alla conoscenza e ai miglioramenti ottenuti negli anni.”
Control Techniques
Control Techniques, azienda di Nidec, storicamente produce azionamenti elettrici a velocità variabile sempre ai massimi livelli di avanguardia tecnologica.
Recentemente ha il supporto di un’importante capogruppo internazionale, Nidec e di tutti gli altri marchi che fanno capo alla stessa. Siamo un player di grande esperienza con un marchio riconosciuto dal mercato. Siamo orgogliosi del servizio che offriamo, non solo dalla sede centrale in Galles (UK), ma anche attraverso la nostre rete di 45 Drive Centre dislocati nel mondo. Siamo appassionati di drive e questa passione di guida ogni giorno nella ricerca dell’eccellenza.
L’Istat, Istituto italiano di statistica certifica che le imprese che puntano su innovazione digitale e tecnologie, hanno più capacità di reazione rispetto alle altre, una marcia e un vantaggio competitivo in più
Adesso accelerare su produttività, investimenti, ricerca e innovazione sono le principali direttrici per la ripresa
Il presidente dell’Istat, Gian Carlo Blangiardo, ha illustrato alla Camera dei Deputati il Rapporto annuale 2021. La situazione del Paese: 270 pagine fitte di percentuali e numeri, che descrivono il quadro economico, sociale e produttivo del Paese, e anche il suo livello di evoluzione tecnologica e innovazione digitale.
Il primo dato rilevante è che solo il 4% delle imprese
“digitalmente mature ha dovuto affrontare un ridimensionamento delle attività,
contro quote più che doppie di imprese nelle altre categorie”.
In generale, le imprese con maggiori capacità tecnologiche intendono
accelerare (nel 20% dei casi) – nonostante la crisi – i processi interni di
digitalizzazione, dematerializzazione della documentazione e automazione dei
processi aziendali; puntano a un modello organizzativo 4.0, fortemente
digitalizzato; sono attive nella ricerca di collaborazioni e partnership
esterne, nel segno della crescita.
Due strategie emergono come particolarmente rilevanti per le imprese
nell’immediato futuro: “una ristrutturazione, in termini di riorganizzazione
dei processi e degli spazi di lavoro, o commerciali, spesso conseguenza diretta
dell’emergenza sanitaria”, rimarca la ventinovesima edizione del Rapporto
annuale dell’Istat, insieme a “un ulteriore sforzo di innovazione, indirizzato
alla produzione di nuovi beni, all’offerta di nuovi servizi o l’adozione di
nuovi processi produttivi”. Insomma, ancora una volta è l’innovazione – di
fabbrica, prodotto, processo – il motore da cavalcare e il treno su cui salire per
trovare slancio e lasciarsi alle spalle una situazione di crisi.
Tra i
principali elementi di forza, per
rivolgersi con successo al futuro, ci devono essere “produttività,
investimenti, ricerca”, sottolinea Giampaolo Neto,
direttore centrale dell’Istat, sottolineando che le imprese più dinamiche e
reattive sono quelle che nell’ultimo anno e mezzo, ma anche prima, hanno
puntato su “una rapida evoluzione dei processi di digitalizzazione, automazione
e diffusione delle attività commerciali online”, vale a dire l’e-commerce.
Il ruolo dell’e-commerce
Proprio l’e-commerce è un elemento che ha avuto una spinta straordinaria per effetto dell’emergenza pandemica.In Italia l’e-commerce, prima della pandemia, era adottato dal 9% delle imprese con almeno 3 addetti, ma questa quota sfiorava il 20% nel caso delle grandi. “L’incremento favorito dalla crisi – anche in questo caso, come per la comunicazione aziendale, più orientato a rendere operativi strumenti esistenti che ad acquisirne di nuovi – è stato nel complesso pari al 43%, omogeneo in tutte le classi di attività”, rileva Andrea De Panizza, uno dei curatori del Rapporto Istat 2021.
Che
spiega: “anche considerando le imprese che programmano di attivare siti web di
e-commerce nel corso di quest’anno, si conferma il ruolo della componente
dimensionale: l’intenzione è espressa da quasi il 30% delle grandi imprese con
un sito di e-commerce, contro il 24% delle piccole e medie imprese, e il 16%
delle microimprese”.
La digitalizzazione “componente strategica per la competitività e la sostenibilità”
L’analisi di scenario dell’Istat rimarca: le tecnologie digitali “rappresentano
una componente strategica per la competitività dei Paesi e per l’evoluzione dei
sistemi produttivi verso una maggiore sostenibilità”. E fa notare: “nel 2020 le
professioni ICT incidono per il 4,3% sull’occupazione totale nell’Ue27 e solo
per il 3,6% in Italia. Nelle imprese con più di 10 addetti più della metà del
personale ormai usa quotidianamente computer connessi a Internet, il 56% nell’Ue27
e il 53% in Italia”.
Per portare avanti la propria evoluzione
tecnologica, l’Italia ha destinato a progetti di digitalizzazione il
27% dei 235 miliardi di risorse comprese nel proprio Programma Nazionale di
Ripresa e Resilienza (222 miliardi) e nei fondi React-Eu (13 miliardi).
L’exploit dei servizi cloud in soli 2 anni
In soli 2 anni, tra il 2018 e il 2020, la quota di imprese italiane che utilizzano servizi cloud è passata dal 23 al 60%, e dall’11 al 32% per quanto riguarda i servizi più evoluti, grazie anche agli incentivi fiscali contenuti nel piano Industria 4.0. Le politiche, e gli obblighi normativi, hanno favorito l’uso delle tecnologie digitali anche nell’automazione degli scambi di documenti attraverso l’emissione di fatture elettroniche: per questo aspetto, nel 2019 le imprese italiane risultavano in vetta alla graduatoria europea (95%).
Il sistema produttivo italiano è invece ancora in
ritardo nella diffusione del commercio elettronico e nell’uso di tecniche
di analisi di Big data; queste ultime nel 2019 sono state utilizzate dal 9% delle
imprese italiane e spagnole con almeno 10 addetti, contro il 18% di quelle
tedesche e il 22% di quelle francesi.
Il rimbalzo della manifattura italiana
Tra le imprese manifatturiere con almeno 20 addetti
(che nel 2018 spiegavano più dell’80% del fatturato della manifattura e oltre
il 90% dell’export), una su due ha subito nel 2020 riduzioni di fatturato pari
ad almeno il 10%, mentre una su quattro ha perso almeno il 25%. Solo un quarto
delle imprese è riuscito a tenere variazioni positive o nulle, grazie alla
capacità di tenuta sui mercati esteri.
Nel corso del 2020 il fatturato della manifattura italiana ha
poi anche “evidenziato segnali di ripresa che si sono irrobustiti nel primo
trimestre 2021”, certifica l’Istituto di statistica: “tra gennaio e marzo i
ricavi complessivi sono cresciuti, su base tendenziale, del 12,6%, a seguito di
un deciso aumento della domanda interna (+16%) e di una dinamica più contenuta,
ma comunque rilevante, di quella estera (+7%)”.
L’aumento dei ricavi ha interessato 15 settori manifatturieri su 23, “con variazioni
tendenziali molto eterogenee: alla brillante performance di mobili (+30%),
metallurgia (+29%), apparecchiature elettriche (+27%) e dei mezzi di trasporto
(+25%), si contrappone quella più contenuta, o stagnante, della filiera
tessile-abbigliamento-pelli (rispettivamente +5%, +0,5% e -1,6%), che nel primo
trimestre 2020 aveva subito cadute di fatturato molto forti”. Solo in 9 settori –
che incidono per oltre il 40% sull’indice totale – si è (già) tornati ai
livelli pre-crisi: legno-carta-stampa, chimica, gomma e plastica, prodotti della
lavorazione dei minerali non metalliferi, metallurgia, prodotti in metallo,
apparecchiature elettriche, autoveicoli.
Numeri e Dinamiche dell’Economia
Il Pil italiano, dopo la caduta del 2020 (-8,9%) dovuta essenzialmente al
crollo della domanda interna, è previsto in rialzo del 4,7% nel 2021. Per
l’area euro la Commissione europea prevede che il pieno recupero
dell’economia si distribuisca nel biennio 2021-22, con una
crescita media del Pil pari, rispettivamente, a 4,3% e 4,4% nei due anni.
Per rendere possibili le misure di contrasto
all’emergenza sono stati sospesi i vincoli del Patto di Stabilità e Crescita e
il deficit pubblico è salito in Italia al 9,5% del Pil (secondo i vincoli
precedenti non doveva superare il 3%).
Nel primo trimestre 2021, l’economia italiana ha
segnato un lievissimo recupero congiunturale (+0,1% il Pil), un risultato
migliore di quello registrato dalle altre grandi economie europee: si
registrano forti miglioramenti nella manifattura, nelle
costruzioni e in alcuni comparti del terziario e anche le prospettive di
brevissimo periodo sono decisamente positive, in base ai risultati
dell’indagine sui climi di fiducia di imprese e consumatori.
Sul
fronte dell’inflazione, nel 2020 la dinamica dei prezzi è
stata compressa dal crollo della domanda e delle quotazioni delle materie
prime: il tasso di inflazione è risultato in media d’anno quasi nullo (-0,1% in
termini di indice armonizzato europeo). Nei primi mesi di quest’anno la
risalita delle quotazioni del petrolio e il generale recupero dell’attività
hanno cominciato ad alimentare alcune spinte sui prezzi, che nel nostro Paese
restano più moderate che nel resto dell’area euro. A giugno l’inflazione al
consumo in Italia è stata pari a 1,3%, 6 decimi di punto in meno rispetto
all’eurozona.
Prospettive di ripresa
La crisi ha investito anche il mercato del lavoro:
il calo dell’occupazione ha riguardato all’inizio principalmente i dipendenti a
termine e gli indipendenti, poi anche i lavoratori a tempo indeterminato. A maggio
2021 gli occupati risultano in diminuzione di 735 mila unità rispetto a prima
dell’emergenza.
Le difficoltà causate dalla crisi sanitaria hanno pesato anche
sull’attività negoziale dei contratti di lavoro:
nel corso del 2020 sono stati rinnovati solo 8 contratti collettivi nazionali a
fronte dei 49 scaduti (che corrispondono all’80% del monte retributivo totale).
Ne è risultata una crescita delle retribuzioni contrattuali orarie dello 0,6%,
in rallentamento rispetto all’anno precedente.
Crollo e ripresa della produzione industriale
(rispetto al 2015)
La crisi “ha avuto anche un forte impatto sulla normale gestione operativa delle imprese, sulla regolarità dei
flussi di cassa, sulla disponibilità di liquidità e, di conseguenza, sulle
modalità di finanziamento sul mercato del credito”, rileva il rapporto Istat:
“con le misure per sostenere la gestione finanziaria e la liquidità delle
imprese sono cresciuti molto i prestiti bancari garantiti a scapito delle altre
modalità, come autofinanziamento, linee di credito ed emissioni azionarie”.
Ma ora il peggio sembra passato, anche se è ancora presto per tirare
conclusioni definitive. Si vede comunque la luce in fondo al tunnel: le prospettive di brevissimo periodo sono decisamente positive,
in particolare, gli indici del clima di fiducia delle
imprese, già in risalita nei primi mesi dell’anno, hanno registrato
a maggio e ancora di più a giugno un miglioramento molto veloce, salendo a
livelli particolarmente alti, soprattutto per le costruzioni e l’industria. Le
più recenti previsioni Istat stimano per il 2021 una robusta ripresa
dell’attività, dei consumi e degli investimenti, spinti anche dall’avvio
del PNRR: la crescita del Pil dovrebbe essere del 4,7% e proseguire, con un ritmo
di poco inferiore, l’anno prossimo.
La quarta rivoluzione industriale è caratterizzata dall’avvento dell’ecosistema digitale: i concetti di Internet of Things (IoT) e Internet of Services (IoS) nella produzione e “nell’inventory management”
Tutto
ciò permette alle fabbriche di diventare “intelligenti”, con sistemi di
produzione integrati verticalmente e orizzontalmente.
Il
driver principale è la tecnologia, poiché Industria 4.0 è un termine collettivo
per indicare proprio le tecnologie e i concetti di organizzazione della catena
del valore.
L’ecosistema digitale e le piattaforme
di produzione connesse e integrate svolgono un ruolo importante nell’affrontare
le pressioni competitive e nello sviluppo di nuove
applicazioni e servizi. In questo articolo analizziamo che cosa significa
integrare un ecosistema digitale in impresa e qual è il ruolo dell’Internet of
Things e dei “dati” di cui sentiamo sempre più parlare.
Ecosistema digitale: dal monitoraggio remoto
al condition monitoring
Nelle prime fasi della
digitalizzazione del settore industriale si parlava principalmente di
sistemi di monitoraggioremotodellemacchine
(RMMS): tipicamente prodotti software che, abbinati agli strumenti,
consentivano di monitorare le attrezzature e i dispositivi in impianto.
L’avvento dell’Internet of Things nel
settore industriale ha spinto l’adozione della raccolta di informazioni basata
su sensori, per affrontare i problemi legati
principalmente ai tempi di fermo macchina e ai ritardi nella produzione. In
questo modo, il monitoraggio della macchina si evolve verso il monitoraggio
delle condizioni (condition monitoring), che è la pratica di monitorare i
dispositivi, solitamente con sensori esterni, al fine di raccogliere i dati
necessari per la diagnosi sullo stato di salute. Per raggiungere questo
obiettivo, vengono utilizzati sistemi di acquisizione dati per monitorare tutti
i tipi di apparecchiature e dispositivi industriali.
Oggi, oltre al monitoraggio delle
condizioni, si stanno sviluppando altri tipi di servizi per rispondere a
necessità come la manutenzione preventiva, la misurazione dell’autonomia e
dell’operatività dei sistemi, il monitoraggio dell’energia o delle prestazioni
dell’impianto; di conseguenza, i responsabili dei processi hanno
necessità di una maggior digitalizzazione per ricevere e interpretare tutti i
dati necessari.
Ecosistema digitale: il ruolo dell’Internet of Things
La digitalizzazione della produzione
collega, tramite il cosiddetto internet delle cose (IoT) persone, dispositivi
di processo, macchinari e impianti. Come abbiamo già accennato, un
ecosistema digitale consente una maggior disponibilità di dati legati alla
produzione: la loro raccolta, archiviazione ed elaborazione fa sì che essi
descrivano con precisione il contesto in cui il prodotto viene fabbricato, il
processo di fabbricazione, lo stato di salute degli asset di produzione e
l’intera rete del valore. L’ecosistema digitale svolge quindi un ruolo cruciale
nel consentire una miglior visione dello scenario, finalizzata
all’ottimizzazione della produzione da diverse prospettive quali efficienza,
disponibilità, qualità del prodotto finale, prestazioni degli asset e così via.
È chiaro, quindi, come l’Internet of
Things industriale influenzi ampie porzioni del processo di produzione, e in
modo significativo.
La spinta verso un ecosistema produttivo
digitale include però la necessità di modelli condivisi, accordi su interfacce e protocolli di comunicazione industriale, e interoperabilitàdeidati.
Sensori di numerose tipologie sono già
ampiamente utilizzati nell’ambiente di produzione, ma mentre il loro uso
diventerà più diffuso, la capacità di connettere e trasmettere dati più
velocemente e con una migliore integrità sarà il vero fattore abilitante
dell’IIoT.
Ecosistema digitale: il ruolo dei dati e della loro
trasmissione
I dati alimentano l’Industria 4.0 e gli
ecosistemi digitali. L’analisi dei dati è il prerequisito base per
l’implementazione delle applicazioni digitali in impresa.
Man mano
che gli ecosistemi digitali si espandono, aumenta anche l’importanza di
stabilire forti livelli di sicurezza, supportati da processi
trasparenti e integrità dell’origine dei dati. Sistemi di gestione dati che
garantiscano la loro integrità possono aiutare le aziende a evitare violazioni
e a gestire meglio le interruzioni delle operazioni: questa è la prima
preoccupazione legata alla sicurezza dei dati, secondo una ricerca di pwc.
I protocolli e i framework di
connettività consentono ai responsabili d’impianto di raccogliere e trasferire
dati in modo più rapido e accurato, dai sensori fino al cloud, per
l’aggregazione e l’analisi. Gli esempi includono:
il protocollo IO-Link, introdotto dai
fornitori di sensori;
il protocollo OPC UA, che supporta una
maggiore interoperabilità e una trasmissione più sicura delle informazioni al
cloud.
Ecosistema digitale in impresa: i driver dell’adozione
Di seguito sono riportati i fattori
chiave per rendere gli ecosistemi digitali in impresa una realtà sempre più
presente e strategica.
1. Connettività e tecnologia
I settori industriali possono generare
enormi quantità di dati. La tecnologia per la loro acquisizione e analisi apre
a nuove opportunità di ottimizzazione e monetizzazione.
2. Standardizzazione e sicurezza
L’industria ha bisogno di standard
comuni per consentire a prodotti, macchine e apparecchiature intelligenti di
diversi produttori di interagire senza problemi. Con l’uso industriale del
cloud, la sicurezza rimane la principale preoccupazione da superare.
3. Produzione e competitività
L’adozione dell’internet delle cose a
livello industriale può accelerare i tassi di produttività in fabbrica, riducendo
i tempi di inattività non pianificati e aumentando la disponibilità degli
impianti.
In conclusione, l’adozione
dell’IoT industriale e degli ecosistemi digitali in impresa ha subito
un’accelerazione con l’ingresso delle nuove tecnologie e lo sprint a
cui l’emergenza sanitaria ha costretto l’intero settore produttivo.
Secondo
un report di IHS Markit, entro il 2030 i
dispositivi IoT installati supereranno i 125 miliardi. Gli ecosistemi digitali
saranno sempre più fondamentali per l’interpretazione dei dati e un miglior
sviluppo degli impianti industriali, nonché delle performance e della
competitività aziendale.
Con il suo
campo dinamico di 120 dB, il sensore di livello VEGAPULS 64 effettua una misura
di livello affidabile praticamente in qualsiasi tipo di liquido
Il suo ampio
spettro applicativo si estende dai
prodotti acquosi fino agli idrocarburi, e ancora, fino ai gas liquefatti,
indipendentemente dalla costante dielettrica.
Grazie all’ottima focalizzazione del segnale, il sensore di livello garantisce la massima precisione dei risultati di misura anche in caso di impiego in impianti complessi con agitatori o installazioni interne.
Grazie agli attacchi di processo di piccole dimensioni,
si presta all’impiego in serbatoi compatti. Il sensore di livello è ideale per
la misura continua di livello su liquidi nell’industria
chimica, farmaceutica e alimentare, nonché nel settore energetico e del
trattamento delle acque.
Con il suo campo dinamico di 120 dB, il sensore di livello VEGAPULS 64 effettua una misura di livello affidabile
I benefici di VEGAPULS 64
Risultati di misura precisi indipendentemente dalle condizioni di
processo
Elevata disponibilità dell’impianto, in quanto senza usura nè
manutenzione
Funzionamento senza manutenzione grazie al metodo di misura senza
contatto
Lo strumento di misura di livello radar VEGAPULS 64
fornisce valori di misura precisi e in presenza di condizioni di processo
variabili
Quando
si parla di tessuti con caratteristiche particolari, è molto probabile il
coinvolgimento della CHT Germany GmbH. Il produttore
di specialità chimiche fornisce ad esempio addensanti per colori tessili,
impiegati per la stampa di tessuti.
Nello
stabilimento di Dusslingen, vicino a Tubinga, si producono 50.000 tonnellate
all’anno di specialità chimiche per il mercato B2B.
Una
sezione composta da diversi impianti di miscelazione è destinata alla produzione
di prodotti ad alta viscosità.
Ciascuno
dei serbatoi è dotato di tre motori che, con una potenza che raggiunge i 160 kW
e i 1000 giri al minuto, assicurano una miscelazione ottimale.
Nel
corso della lavorazione, gli organi di miscelazione multilivello devono sempre
essere immersi nel liquido.
In
caso contrario, considerata la potenza dei motori, potrebbero crearsi
vibrazioni e oscillazioni di risonanza che a lungo andare danneggerebbero
l’albero o l’intero aggregato.
Ma
come è possibile avere la certezza che gli organi di miscelazione siano sempre
ricoperti dal liquido?
I
miscelatori vengono infatti impiegati in serbatoi alti fino a otto metri e
larghi due metri, in cui, oltre alle condizioni di processo, variano
quotidianamente anche le caratteristiche dei prodotti, come la densità e la viscosità.
In
passato, per evitare il danneggiamento dei miscelatori e l’insorgere di
oscillazioni di risonanza, si procedeva con molta cautela, controllando
ripetutamente il livello manualmente.
La
soluzione adottata inizialmente, ovvero l’installazione di celle di pesatura
sotto ai serbatoi di miscelazione, si è rivelata problematica per varie
ragioni: i prodotti hanno infatti diverse densità e il serbatoio è munito di un rivestimento refrigerante/termico.
Talvolta
questo è riempito solo di vapore, per cui non pesa quasi nulla. Un altro
problema era costituito dal fatto che in passato i serbatoi si trovavano su un
unico livello ed erano circondati da una zona Ex.
Nel
frattempo i serbatoi sono collocati in un altro edificio e occupano più piani.
In
caso di impiego di celle di pesatura, il serbatoio deve essere disaccoppiato
meccanicamente dalle pareti.
La
zona Ex si estenderebbe su diversi piani e pertanto l’intero edificio dovrebbe
essere adeguato alla normativa ATEX, cosa che comporterebbe costi immensi.
La
quasi totalità dei circa 6000 prodotti di CHT è realizzata su misura.
Per
garantire un rifornimento puntuale dei propri clienti e soprattutto un elevato
livello qualitativo, l’azienda necessita di processi produttivi estremamente
razionali ed efficienti.
Pertanto
si è adottata una soluzione per il controllo di processo impiegata
nell’industria manifatturiera, adattandola alle specifiche esigenze dell’industria chimica.
L’obiettivo
era integrare una misura di livello i cui risultati di misura si
ripercuotessero direttamente sulla potenza motrice dei motori dei miscelatori.
Di per sé la misura di livello non era necessaria ai fini della misura delle
scorte o per il dosaggio, poiché per questo presso CHT si impiega una pesatura
negativa delle materie prime richiesta per la protezione dell’impiantistica.
Lo strumento di misura di livello radar VEGAPULS 64
misura in maniera affidabile il livello negli impianti di produzione.
Il lancio del VEGAPULS 64 fu provvidenziale per
l’azienda.
Lo strumento di misura di livello radar esegue la misura
senza contatto e grazie alla straordinaria focalizzazione e all’elevata
dinamica fornisce valori affidabili nonostante depositi, schiuma, installazioni
interne e indipendentemente da oscillazioni della densità.
Nel
complesso la collaborazione con VEGA è stata ottima, anche se inizialmente il
servizio di assistenza di VEGA ha dovuto effettuare numerosi aggiustamenti
prima di poter disporre di una misura stabile. Nel giro di due settimane lo
strumento di misura di livello radar era installato. Nel frattempo
fornisce valori di misura precisi, anche con i miscelatori in funzione, e i
dati sono integrati nel sistema APROL.
La nostra capacità
di sfruttare e diffondere le nuove tecnologie della quarta rivoluzione
industriale ci assicurerà una ripresa dalla pandemia migliore e la prevenzione
delle crisi future
E’necessario
riuscire a impiegare in modo appropriato le nuove tecnologie nella quarta
rivoluzione industriale al fine di reinventare il nostro modo di operare
nel nuovo contesto post-pandemico e
digitalizzato, tenuto conto dell’influenza che le nuove tecnologie
esercitano su servizi governativi, educazione, sanità, imprenditorialità e
valore offerto agli utenti e clienti di imprese e servizi.
La quarta rivoluzione industriale deve essere indirizzata e
guidata per non correre il rischio che si aggravino le disuguaglianze sociali
ed economiche già esistenti.
Secondo il WEF è
necessario adottare misure proattive per fare in modo che l’adozione delle
tecnologie non comporti abusi di potere, disparità nella distribuzione delle
ricchezze, esclusione e perdita dei mezzi di sussistenza.
Bisogna mettere in
atto un approccio più agile nel governo delle tecnologie più avanzate, creare
partenariati pubblico-privati anche per la gestione dei nuovi modelli di business tecnologico.
A questo scopo il World Economic Forum (organizzazione
internazionale per la cooperazione pubblico-privata) ha promosso il 1° Summit mondiale per la governance delle
tecnologie (Global Technology Governance Summit) che si è svolto il 6 e 7
aprile scorsi.
Ospitato
dal governo giapponese ha promosso l’ulteriore implementazione della Rete per
la Quarta Rivoluzione Industriale del WEF (fondata all’inizio del 2017, opera
in cinque continenti e comprende più di 400 governi, imprese, istituzioni
accademiche e organizzazioni internazionali).
Il
vertice si è focalizzato su 4 aree principali:
· trasformazione dell’industria Tech: il mondo non può
più funzionare come ha fatto finora; i mercati dovranno rispondere ai bisogni
nuovi e in evoluzione
Per
sopravvivere, ogni azienda al mondo dovrà diventare un’azienda fortemente tecnologica
· trasformazione della Pubblica Amministrazione: i
servizi tecnologici diventeranno un’utilità pubblica essenziale paragonabile all’elettricità, all’acqua o alle strade
· governance tecnologica globale: come accennato, i
vantaggi che può generare una tecnologia e la mitigazione dei rischi richiedono
protocolli di governance globali
· tecnologie emergenti: adottare nuove tecnologie “di
frontiera” sarà essenziale per tutti i settori.
Tecnologie
come la stampa 3D possono
rivoluzionare le catene di fornitura, consentendo la personalizzazione di massa
e offrendo nuovi percorsi per aumentare la circolarità dei prodotti, o
arrestare i danni ambientali causati dai cambiamenti climatici (solo a titolo
di esempio)
Global Technology Governance Report 2021
In tutte le
sessioni del vertice “Global Technology Governance Report”, il comun
denominatore è stato il Rapporto che identifica 33 lacune di governance in 5
aree tecnologiche:
· intelligenza
artificiale
· blockchain
· droni e sistemi
aerei senza pilota
· Internet delle
cose (IoT)
· mobilità (compresi
i veicoli autonomi)
Sebbene queste
tecnologie emergenti abbiano l’estensione possibile per guidare enormi scoperte
sociali e valore economico, hanno anche il potenziale per portare a conseguenze
negative e non intenzionali. Una considerazione essenziale per governi, imprese
e la società civile è capire come possono essere sfruttate in modo appropriato
queste tecnologie per massimizzare i benefici e mitigare potenziali rischi o
usi impropri.
Buona
governance tecnologica, politiche e norme sono fondamentali ma è evidente che
le nuove tecnologie e i modelli di business della quarta rivoluzione
industriale non si inseriscono facilmente nei quadri regolatori odierni che
sono tradizionalmente utilizzati per la supervisione dei mercati.
Governance tecnologica globale, le sfide
Le sfide da
superare per arrivare ad avere una governance tecnologica globale includono la
mancanza di regolamentazione, l’uso improprio della tecnologia e la risoluzione
delle differenze transfrontaliere.
Per esempio,
la mancanza di regolamentazione delle tecnologie di riconoscimento facciale e
gli usi impropri da parte delle forze dell’ordine hanno causato una reazione
contro questa tecnologia in tutto il mondo.
Ci sono temi
comuni in ciò che rende efficace la governance tecnologica.
Molti organi
di governo, per esempio, non sono preparati per le conseguenze legali del
riconoscimento facciale e di altre tecnologie trasformative, tanto meno per le
implicazioni etiche.
Il governo di
queste nuove tecnologie richiederà nuovi principi, regole e protocolli che
promuovano l’innovazione mitigando i costi sociali.
Il modo in cui
i governi e le altre parti interessate si avvicinano alla governance delle
tecnologie giocherà un ruolo importante nel modo in cui ripristineremo la
società, l’economia e l’ambiente imprenditoriale nel mondo post Covid-19.
Oggi esistono
significative lacune di governance, comprese questioni di privacy, responsabilità e supervisione umana, discrepanze normative transfrontaliere e il potenziale uso impropriodelle tecnologie da parte di malintenzionati, come
il recente aumento degli attacchi ransomware o il rischio di abuso posto da
tecnologie come i video deepfake.
La preparazione riduce i rischi
Man mano che
le nuove tecnologie continuano a evolversi, le autorità di regolamentazione
dovrebbero capirne e valutarne gli impatti. Sebbene non sia sempre possibile
anticipare l’evoluzione della tecnologia, è però possibile prepararsi.
Alcuni Paesi,
tra cui Singapore e la Nuova Zelanda, hanno già introdotto linee guida che
incorporano la privacy, i diritti umani e le questioni etiche nella progettazione
degli algoritmi governativi.
Secondo la
rete di paesi che partecipa al Global Technology Governance Summit, organizzato
in stretta collaborazione con la rete del Centro per la
Quarta Rivoluzione Industriale (C4IR) [un hub che
comprende più di 40 governi e organizzazioni internazionali, nonché 150
società, per la cooperazione globale multi-stakeholder per accelerare i
benefici della scienza e della tecnologia con centri in 13 paesi in tutto il
mondo], ci sono alcuni temi comuni che potrebbero alimentare lo sviluppo di una
governance globale.
Ecco quali
sono:
· governance etica: molti paesi hanno sviluppato quadri
di governance etica che forniscono linee guida su come sviluppare le tecnologie
emergenti in modo responsabile. Si potrebbe partire da quelle per identificare
best practice e linee guida internazionali
· coordinamento pubblico-privato: i governi devono
proteggere il pubblico dai danni e fornire assistenza per poter beneficiare
delle nuove tecnologie senza rischi, mentre le aziende private devono assumersi
la responsabilità dei loro obblighi sociali;
· regolamentazione agile e reattiva: in genere, le
normative non sono “a prova di futuro”. Tendono ad essere di natura
prescrittiva, impiegano mesi o anni per essere emanati, richiedono la revisione
di ampi commenti pubblici e rimangono rigidi una volta creati. Al contrario, le
tecnologie della Quarta rivoluzione industriale sono spesso sviluppate in
sprint agili, beta testate su early adopter e rapidamente aggiornate. Pensare
di avere impianti regolatori proattivi è utopia, ma lavorare per una maggiore
agilità e rapidità si può
· sperimentazione – sandbox e acceleratori: a volte i
regolatori osservano semplicemente le conseguenze di una nuova tecnologia nella
sicurezza di un ambiente isolato
· condivisione / interoperabilità dei dati: poiché molte
tecnologie si basano sui dati per perfezionare le proprie operazioni, in
particolare quelle che utilizzano l’intelligenza artificiale e l’analisi dei
dati, più dati dovrebbero significare risultati migliori
· collaborazione normativa: poiché le tecnologie
emergenti permeano i confini nazionali – dando luogo anche a effetti di secondo
e terzo ordine che derivano dall’innovazione – la loro regolamentazione
richiede la collaborazione tra le agenzie all’interno di un paese così come la
collaborazione transfrontaliera
Negli impianti di estrazione di combustibili fossili, la produzione del calore necessario al processo produttivo costituisce una criticità rilevante, sia in termini dei costi generali e impatto ambientale che della stabilità della produzione, ma anche una risorsa con potenziali spazi di miglioramento in termini di efficienza di produzione e gestione efficiente del vapore
Aspetti di interesse sono l’incremento dell’efficienza di produzione,
attraverso una migliore gestione della generazione
termica e tramite un migliore
recupero energetico da opportune sorgenti di calore e/o combustibile di
recupero in ambito di processo.
Gli impianti Oil & Gas
Upstream, le raffinerie, gli impianti chimici e petrolchimici sono fra le realtà più coinvolte in questo tipo di problematiche.
ABB suggerisce un approccio globale, tramite il controllo coordinato di caldaie, turbine a vapore e a gas, considerando esplicitamente l’efficienza delle apparecchiature, la disponibilità di recuperi energetici e tenendo in considerazione, in tempo reale, i prezzi dell’energia.
L’approccio proposto prevede l’utilizzazione
della soluzione Steam & Power Optimization, che garantisce
l’ottimizzazione di vapore e potenza in tempo reale, utilizzando la
tecnologia Abb Ability Optimax.
Per la corretta gestione di una rete a
vapore complessa, con molteplici apparecchiature quali caldaie, turbine a gas e turbine vapore, che interagiscono tra loro
e che hanno diverse dinamiche, l’uso di un
software di Advanced Process
Control (Apc) risulta determinante al fine di controllare in
modo sistematico e appropriate tutte le apparecchiature facenti parte della
rete vapore.
Il vantaggio più immediato è la stabilità di processo, sia a livello di
rete vapore stessa, sia a livello di apporto termico verso le unità di
processo.
La soluzione Steam & Power Optimization implementa un algoritmo di
controllo che agisce in modo dolce, modulando opportunamente gli asset a
disposizione ai fini di ottimizzare l’efficienza
energetica ed economica, utilizzando in modo appropriato la tecnologia Apc.
Questa soluzione è alternativa alle
complesse logiche Dcs, normalmente implementate per gestire una rete vapore
articolata, logiche che peraltro difficilmente riescono a gestire in modo
ottimale la pluralità delle condizioni operative possibili.
La soluzione di Steam & Power
Optimization ha, inoltre, un ottimizzatore integrato in grado di gestire
modelli non lineari e complessi, utilizzando costi e prezzi espliciti e un
funzionale di ottimizzazione economica.
La soluzione Abb Ability Optimax
interviene su caldaie e turbine, considerando le curve di efficienza proprie
delle apparecchiature e i relativi vincoli quali, ad esempio, carico minimo e
massimo, al fine di ottimizzare il rendimento complessivo della produzione di
calore ed energia.
Agisce, inoltre, in modo attivo per ridurre le perdite energiche, ad
esempio, nel caso in cui si aprano le valvole di bypass verso livelli di
pressione più ridotti, oppure nel caso in cui si aprano le valvole di sfiato in
atmosfera.
Al verificarsi di grandi variazioni
nella rete vapore, dovute, ad esempio, a trip/fuori servizio delle
apparecchiature, la soluzione Steam
& Power Optimization utilizza tutti i componenti della rete a vapore
per migliorare il controllo e mitigare gli effetti dell’evento anomalo,
riducendo le deviazioni di pressione e temperature dai loro obiettivi ottimali.
Come ulteriore beneficio, poiché la
soluzione di Steam & Power Optimization è basata su tecnologia Apc, intrinsecamente multivariabile, tutte
le modalità di funzionamento richieste, ad esempio in termini di caldaie e
turbine in marcia o in condizioni di arresto, vengono gestite con una
singola configurazione software Apc, a fronte di complesse configurazioni
Dcs atte a gestire molti sotto casi e, peraltro, con performance non ottimali.
La configurazione delle strategie di
controllo della rete vapore, nell’insieme, risulta notevolmente semplificata in
quanto non sono necessarie configurazioni Dcs alternative o complessi
schemi di over-ride al livello di controllo di base per le modalità
“caldaia-segue”, “turbina-segue”, e gestione valvole di bypass/laminazione con
setpoint sfasati e altre modalità analoghe che tentano di gestire, cercando di
semplificarla, una realtà complessa, senza peraltro riuscire a conseguire le
performance necessarie.
Il portafoglio esteso di servizi professionali associa
conoscenza e tecnologia finalizzate a costruire partnership a lungo termine e
rispondere alle esigenze dell’intera catena del valore industriale
Rockwell Automation, per aiutare le aziende a innovare più velocemente e in
modo più sostenibile, in particolare
in contesti difficili come quelli attuali, evolve le proprie capacità di servizio e soluzioni e
lancia un nuovo marchio: LifecycleIQ Services.
Il nuovo
marchio, tramite l’estensione delle modalità di interazione dei clienti con la tecnologia Rockwell Automation e con professionisti altamente qualificati, aiuta le aziende a incrementare le proprie
prestazioni e a individuare nuovi spunti di miglioramento lungo l’intera catena
del valore industriale.
LifecycleIQ Services rappresenta per i clienti la partnership trasformativa per rispondere ai loro attuali bisogni e
alle loro aspettative.
I servizi,
combinando le tecnologie digitali con un esteso patrimonio conoscitivo, aiutano
le aziende a lavorare più velocemente, in modo più intelligente e con maggiore
agilità, in ogni fase del loro ciclo di business.
I LifecycleIQ
Services aiutano le aziende ad esprimere la potenza di una Connected Enterprise nella progettazione, nelle operation e nella
manutenzione, sia in contestigreenfield
che brownfield.
I LifecycleIQ
Services sono stati illustrati nel corso dell’evento Automation Fair At Home.
Una registrazione della loro presentazione è disponibile qui.
“LifecycleIQ Services crea un modello di
engagement più stretto con i clienti che, non solo può aiutare le aziende a
risolvere i problemi, ma anche a vedere opportunità inesplorate nell’ambito
della produzione e a trasformarle in realtà”, afferma Frank
Kulaszewicz, senior vice president, Lifecycle Services di Rockwell Automation.
“Stiamo investendo per poter offrire
un’ampia gamma di servizi olistici finalizzata ad aiutare le aziende ad essere
più produttive, sicure e protette in qualsiasi fase del ciclo di vita di un prodotto,
di un processo o di un impianto”.
Le aziende
industriali possono utilizzare LifecycleIQ Servces per raggiungere obiettivi diversi.
Estrapolare maggior valore dalle iniziative di trasformazione digitale
Talvolta, le
iniziative digitali fanno fatica a decollare perché le aziende non sanno quali
passi intraprendere o da dove iniziare. Utilizzando la conoscenza e
l’esperienza messe a disposizione dai LifecycleIQ Services, le aziende possono
pianificare, implementare e far evolvere
strategicamente le proprie iniziative digitali.
Il supporto
può iniziare dalla definizione degli obiettivi strategici, dall’identificazione
di casi d’uso e dalla quantificazione del valore aziendale.
Rockwell Automation può quindi continuare a supportare i clienti attraverso l’implementazione, la manutenzione continua
e l’innovazione senza limiti.
Riduzione del rischio grazie al supporto globale per la sicurezza
informatica
Oggi la cybersecurity è una priorità assoluta,
ma sono poche le aziende che dispongono di specialisti con conoscenze in
materia di sicurezza sia nell’ambito informatico che operativo (IT/OT).
Rockwell Automation si distingue nettamente per la propria capacità di far
fronte a complesse sfide di sicurezza negli ambienti IT/OT.
L’azienda
oltre a conoscere a fondo l’ambiente OT e le modalità del suo interfacciamento
con l’IT, è in linea con gli standard di sicurezza del settore.
I LifecycleIQ Services supportano le aziende nell’adozione di un approccio
proattivo alla sicurezza informatica
e nell’affrontare gli attacchi nel loro continuum – prima, durante e dopo un
evento.
Inoltre, in
considerazione del fatto che un numero sempre crescente di aziende connette i
propri impianti a operatori remoti e a partner come i costruttori di macchine
(OEM), Rockwell Automation si è strutturata al fine di aiutare queste realtà
nel proteggere tali connessioni tramite servizi di accesso remoto sicuro e
valutazione della vulnerabilità della sicurezza.
Migliorare il supporto della forza lavoro
Le aziende
necessitano di nuove modalità per offrire un supporto alla propria forza lavoro
poichè devono far fronte a sfide globali in materia di salute e alla carenza di
competenze causata dal pensionamento di lavoratori qualificati e
dall’introduzione di nuove tecnologie. Oltre a ciò le aziende hanno bisogno di
supportare il proprio personale per poter sfruttare al meglio le tecnologie
IIoT.
I LifecycleIQ Services possono aiutare le aziende a far fronte a tali sfide e
nel colmare le carenze della propria forza lavoro, identificando le priorità e
creando programmi ad hoc di sviluppo del personale.
Rockwell Automation sfrutta anche le capacità di supporto da remoto e le
tecnologie di realtà aumentata per aiutare le aziende ad interagire
virtualmente con i tecnici, per rafforzare le competenze attraverso la
formazione virtuale e per fornire servizi di sicurezza e protezione senza dover
inviare personale presso gli impianti.
Per migliorare la customer experience, i
LifecycleIQ Services stanno anche introducendo nuove modalità contrattuali che
inglobano più servizi in un unico accordo.
Un Integrated Service Agreement consente infatti alle aziende di selezionare un
pacchetto di offerte per semplificare le loro esigenze di supporto ed avere un
solo numero da chiamare per accedere agli esperti e per ricevere un servizio prioritario.
Le aziende
possono ottenere assistenza tecnica 24×7, servizi di riparazione, report e
analisi, servizi in loco e altro ancora.
Il tutto
previsto da un unico contratto
integrato.
L’economia è sempre più green. Si tende a puntare sui Megatrend, ossia fenomeni di lungo periodo destinati a trasformare il mondo che conosciamo, dall’Ambiente al Digitale
L’Ambiente e le risorse naturali, le energie rinnovabili, i cambiamenti sociali e demografici con l’invecchiamento della popolazione, ma anche la tecnologia e l’energia pulita, e ancora la salute, la ricerca e il benessere delle persone.
L’emergenza sanitaria causata dal Covid-19, ha cambiato profondamente le abitudini e gli interessi del mondo intero, anche in campo economico, e sui risparmi della popolazione. Questi i temi a cui è rivolta oggi più che mai l’attenzione e l’interesse. Si sta spingendo sempre più ad investimenti sostenibili, e a tutti quei “Megatrend” ovvero quelle tematiche che consentono di investire sui fenomeni di lungo periodo, destinati a trasformare il mondo in cui viviamo, lavoriamo, consumiamo.
Un investimento oculato quindi sul nostro futuro e soprattutto su quello dei nostri figli e nipoti.
I Megatrend sono alla base di numerosi fondi, attivi e passivi, di gestioni assicurative e di piani pensionistici che combinano in genere varie tematiche e puntano su molteplici aziende per ridurre il rischio. Tra le società di gestione italiane che stanno maggiormente premendo l’acceleratore sul fronte Megatrend vi sono realtà come Fineco Bank, che propone il fondo dei fondi, FAM Megatrends con cinque tematiche di base, cioè: invecchiamento della popolazione, crescente scarsità d’acqua, veicoli elettrici, cambiamenti climatici e cure oncologiche. L’Associazione ANIMA invece punta in particolare sulla cosiddetta “Silver Economy” ovvero il cambiamento dei modelli di consumo e di trasformazione digitale. Sul fronte delle formule assicurative di investimento ci sono poi alcuni interessanti prodotti come GeneraValore del gruppo Generali Italia che propone di cogliere le opportunità del Megatrend demografici, di business, e investimenti sostenibili.
Le imprese, aziende e industrie, gli investitori in tutto il mondo, chiedono sempre di più sostenibilità per i propri investimenti, e anche in Italia si punta sempre più al risparmio gestito e in generale alle aziende a cui dare fiducia e denaro. Tra i fondi a cui si guarda con interesse, per esempio, c’è ESG- ENVIRONMENTAL (rispetto per l’ambiente) SOCIAL (attenzione al sociale) GOVERNANCE (buon governo) con una gestione aziendale in linea con i principi economici ma soprattutti con quelli etici.
Anche in Italia cresce l’offerta di prodotti sostenibili. Il Gruppo Poste Italiane, ad esempio, integra i principi ESG nei processi di investimento e di assicurazione. con il Fondo Poste Investo Sostenibile socialmente responsabile, che investe in un paniere di titoli selezionato con attenzione specifica ai fattori ambinetali, sociali e di governance e con un benchmark composto da indici che sono essi stessi sostenibili.
E ancora, si chiama Diamond Eurozone Office il fondo immobiliare tutto “green” che ha ottenuto la massima valutazione internazionale Gresb.
Anche il Mediolanum Flessibile Globale è diventato Flessibile Futuro Sostenibile e al tradizionale approccio gestionale affiancherà anche un approccio ESG con l’obiettivo di contribuire alla riduzione delle emissioni di carbone.
A ottobre scorso è stato lanciato inoltre il Best Brands Global Impact da Mediolanum International Funds, soluzione di investimento azionario globale che investe in aziende in grado di generare un impatto positivo in termini sociali e ambientali.