Consulenza tecnologica: Seidor incorpora Carlyle

SEIDOR, DI CUI FA PARTE H.T. HIGH TECHNOLOGY, INCORPORA CARLYLE NEL SUO CAPITALE PER DIVENTARE UN TOP PLAYER GLOBALE


SEIDOR, la società di consulenza tecnologica, rafforza la sua crescita con particolare attenzione all’Europa e agli Stati Uniti, facendo entrare nel suo azionariato la società di investimento globale Carlyle, una delle aziende leader a livello mondiale.

Carlyle acquisisce il 60% del capitale di SEIDOR, mentre il restante 40% rimane agli attuali azionisti.

SEIDOR ha raggiunto un fatturato di 894 milioni di euro nel 2023, segnando un aumento del 19% rispetto all’anno precedente, e prevede di superare i 1.000 milioni di euro nel 2024

Josep Benito continua a guidare SEIDOR come presidente esecutivo e la società mantiene la sua sede a Vic (Barcellona).


SEIDOR, società di consulenza di servizi e soluzioni tecnologiche, ha portato Carlyle, una delle maggiori società di investimento globali, nella sua compagine azionaria con l’obiettivo di posizionare l’azienda come società di consulenza tecnologica leader a livello mondiale.

Con questa transazione, SEIDOR rafforza la sua struttura di capitale: Carlyle Europe Technology Partners (“CETP”) diventa l’azionista di maggioranza con il 60%, mentre gli attuali soci mantengono il 40%. Tra i consulenti di questa transazione figurano BCG (Boston Consulting Group), Busquet Economistas-Auditores, Cuatrecasas, JP Morgan, KPMG, Linklaters e Renta4Sigrun.

Come di consueto in questo tipo di transazioni, l’accordo è soggetto a ratifica in attesa delle necessarie approvazioni e autorizzazioni, tra cui quella della Commissione Nazionale Spagnola per i Mercati e la Concorrenza (CNMC), che si prevede avverrà entro la fine dell’anno fiscale in corso.

Josep Benito, già CEO di SEIDOR, assume il ruolo di Presidente esecutivo per continuare a guidare la crescita dell’azienda insieme all’attuale team di gestione.

Inoltre, la società di consulenza tecnologica manterrà la propria sede a Vic (Barcellona).

Fondata nel 1982 dai fratelli Santiago e Andreu Benito, SEIDOR ha sostenuto una crescita a due cifre negli ultimi quindici anni. In particolare, nel 2023 SEIDOR ha raggiunto un fatturato di 894 milioni di euro, con un aumento del 19% rispetto all’anno precedente. Inoltre, prevede di superare i 1.000 milioni di euro nel 2024.

Con questa transazione, SEIDOR acquisisce ulteriori capacità per realizzare il suo piano di crescita e consolidamento nei mercati internazionali e potenzialmente perseguire un’offerta pubblica iniziale (IPO) nel medio termine.

Consolidamento del mercato e diversificazione del portafoglio

Si tratta di una mossa strategica per accelerare il piano di crescita di SEIDOR, che si concentra sulla Spagna, l’attuale principale hub operativo, sugli Stati Uniti e sui Paesi dell’Europa occidentale come Italia, Francia, Germania, Regno Unito e Irlanda, nonché sui Paesi nordici.

D’altro canto, l’azienda continuerà a consolidare la propria posizione nei restanti 45 Paesi in cui opera attualmente, tra cui LATAM, Medio Oriente e Africa.

Inoltre, la società di consulenza tecnologica continuerà a diversificare e rafforzare le soluzioni chiave come Intelligenza Artificiale (AI), Customer Experience, Cloud, Cybersecurity ed ERP, con l’obiettivo di offrire un portafoglio completo basato su partnership strategiche con giganti del settore globale come SAP, Salesforce, Microsoft, IBM, Google e AWS, oltre a sviluppare prodotti proprietari.

Grazie allo slancio di questi mercati e prodotti, SEIDOR consolida la sua posizione di leader nella consulenza tecnologica per il settore aziendale, privato e pubblico.

Talento e sostenibilità come pilastri strategici

Un’altra priorità strategica di SEIDOR è continuare a investire nei suoi oltre 9.000 professionisti, rafforzando l’impegno nello sviluppo dei talenti interni e nell’attrazione di nuovi professionisti qualificati.

Lo sviluppo dei talenti, insieme alle iniziative volte a colmare il divario digitale tra i gruppi svantaggiati, a promuovere la diversità, a sviluppare soluzioni con un impatto umano positivo e a preservare l’ambiente, costituiscono la base dell’impegno dell’azienda per la sostenibilità, incorporato nel suo obiettivo di “umanizzare il mondo attraverso la tecnologia”.

Un punto di riferimento globale per l’innovazione e l’IT

Secondo Josep Benito, nuovo presidente esecutivo di SEIDOR, “l’investimento di Carlyle in SEIDOR sottolinea la fiducia del mercato nella nostra strategia.

Carlyle apporta non solo la capacità finanziaria per accelerare la nostra crescita, ma anche l’esperienza e le migliori pratiche di gestione aziendale che hanno portato altre grandi aziende al successo in vari mercati in cui SEIDOR mira a diventare un attore significativo nel medio termine.”

Benito sottolinea: “Questa transazione rappresenta un’enorme opportunità per l’intera azienda, per i nostri clienti, fornitori e collaboratori, nonché per lo sviluppo professionale dei nostri team”. Inoltre, afferma: “Questa mossa è un passo importante verso l’ attestazione di noi stessi come azienda tecnologica di riferimento a livello globale e come attore chiave nel posizionamento della Spagna come motore globale dell’innovazione attraverso le tecnologie dell’informazione.”

Fernando Chueca, Partner del team di consulenza di CETP, ha osservato: “Questa transazione rappresenta un’opportunità significativa per sostenere un leader spagnolo nella trasformazione digitale e per entrare a far parte di un’azienda finanziariamente solida e redditizia, altamente competitiva e ben posizionata in mercati come quello spagnolo, con forti prospettive di crescita in Nord America e nelle principali economie europee”.

Inoltre, ha aggiunto Fernando Chueca, “consideriamo questa iniziativa imprenditoriale come un importante passo avanti verso lo sviluppo di un campione tecnologico globale, che compete nei mercati di maggior valore del mondo e che offre agli azionisti attuali e potenziali un focus di investimento interessante e affidabile.

Le recenti operazioni societarie

Negli ultimi anni, SEIDOR ha portato avanti una serie di operazioni societarie per rafforzare la sua presenza internazionale e completare il suo portafoglio. In Spagna, le acquisizioni di rilievo includono Gesein, un’azienda tecnologica con sede a Madrid con una forte impronta nella digitalizzazione del settore pubblico nazionale, e Opentrends, specializzata nello sviluppo di applicazioni cloud per grandi imprese.

Inoltre, in Italia, SEIDOR ha acquisito aziende come H.T. High Technology, focalizzata sulle soluzioni SAP, GunPowder in Salesforce e ECA Consult, tra le altre. In Francia ha acquisito WorkWell e in Irlanda e Regno Unito Teamsoft.

Inoltre, negli Stati Uniti, l’azienda ha rafforzato la propria strategia potenziando il proprio team esecutivo e stringendo alleanze con i principali attori del mercato nordamericano.

Carlyle (NASDAQ: CG) è una società di investimento globale con una profonda esperienza nel settore che impiega capitali privati in tre segmenti di attività: Global Private Equity, Global Credit e Global Investment Solutions.

Con 425 miliardi di dollari di patrimonio in gestione al 31 marzo 2024, Carlyle si propone di investire con saggezza e di creare valore per conto dei suoi investitori, delle società in portafoglio e delle comunità in cui vive e investe. Carlyle impiega oltre 2.200 persone in 28 uffici in quattro continenti. Maggiori informazioni sono disponibili sul sito www.carlyle.com. Seguite Carlyle su Twitter @OneCarlyle e su LinkedIn all’indirizzo The Carlyle Group.

SEIDOR è una società di consulenza tecnologica che offre un portafoglio completo di soluzioni e servizi che spaziano tra Intelligenza Artificiale, Edge, Customer Experience, Employee Experience, ERP, Data, Application Modernization, Cloud, Connettività e Cybersecurity. Con un fatturato di 894 milioni di euro nell’anno fiscale 2023 e una forza lavoro di oltre 9.000 professionisti altamente qualificati, SEIDOR è presente direttamente in 45 Paesi in Europa, America Latina, Stati Uniti, Medio Oriente, Africa e Asia. La società di consulenza è partner dei principali leader tecnologici.

Per maggiori informazioni:
Josep Maria Vialis | +34 659 17 01 43 | josepmaria.vialis@seidor.com
SEIDOR | Communication | comunicacion@seidor.com

L’industria intelligente e green va in scena a Parma, a SPS

Si svolgerà a Parma dal 28 al 30 maggio 2024 la dodicesima edizione di SPS Italia, la manifestazione dedicata all’automazione e al digitale per l’industria intelligente e sostenibile. Tra i focus di questa edizione AI, Additive Manufacturing, Industria 5.0, green manufacturing e competenze

Tra le novità l’area dedicata all’Education e una competizione per start-up e PMI innovative. In arrivo anche il secondo Position Paper del Comitato Scientifico con focus proprio sull’AI.

A fine maggio nel quartiere espositivo di Fiere di Parma sei padiglioni presentano le soluzioni all’avanguardia per il comparto manifatturiero dell’Industria intelligente.

Nei padiglioni 3, 5 e 6 si concentrerà la proposta di tecnologie di automazione, mentre nei padiglioni 4, 7 e 8 ci sarà il District 4.0, il percorso con demo funzionanti di robotica e meccatronica, Industrial IT & AI, Additive Manufacturing, con focus anche su sostenibilità e formazione.

Al tema della Sustainable Innovation è dedicato il padiglione 4, con un’area dedicata alle soluzioni per la transizione green e l’energy efficiency dell’industria intelligente.

Nelle immediate adiacenze l’area dedicata alla stampa 3D industriale, due ambiti con ampie potenzialità nella riduzione degli sprechi e la salvaguardia del pianeta.

“Anche quest’anno l’interesse verso SPS Italia continua a crescere: ad oggi registriamo una crescita delle adesioni del 6% rispetto lo scorso anno”, commenta Greta Moretto, Marketing, Communication & Domestic Events Director.

“La crescita delle adesioni è per noi un segnale della capacità di questa manifestazione di cogliere i trend di grande trasformazione dell’industria. Quest’anno il focus sarà su interactive AI in manufacturing, new business model & servitization, green manufacturing, upskilling & reskilling, Industry 5.0 e collaborative automation”, aggiunge Daniele Lopizzo, Show Director.

I trend più importanti per le aziende saranno affrontati anche con la collaborazione dei partner, come Anie Automazione, che sarà presente con uno stand istituzionale nel District 4.0. 

A SPS Italia l’associazione presenta l’Osservatorio dell’Industria Italiana dell’Automazione 2024, il documento che illustra i dati del settore e traccia un quadro delle tendenze di mercato registrate dal 2023 fino ai primi mesi dell’anno in corso con previsioni sull’andamento complessivo del 2024. Durante la fiera sarà inoltre presentata e distribuita la nuova Guida realizzata dall’Area Interconnessione e Controllo di Anie Automazione.

Non solo prodotti, sistemi e soluzioni, ma tanto spazio anche per i contenuti al centro dei dibattiti nelle arene Industry, Tech e Next, dove si discuterà dei principali trend del sistema industriale: intelligenza artificiale, Industry 5.0, sostenibilità, per citarne alcuni.

Tanti contenuti anche sull’additive manufacturing nel seminario Discover 3D Printing, secondo il format ideato da ACAM – Aachen Center for Additive Manufacturing e Formnext.

SPS Italia prosegue il suo impegno non solo verso il miglioramento continuo del programma espositivo e convegnistico della fiera, ma anche sul fronte del miglioramento dell’esperienza per visitatori ed espositori. 

Dopo l’introduzione dei percorsi di visita guidati nell’undicesima edizione, che permettevano ai visitatori di ottenere indicazioni su come muoversi all’interno della fiera direttamente sul proprio smartphone (grazie all’app di SPS Italia), la novità di quest’anno è un chatbot che sarà a disposizione di visitatori ed espositori.

IO-Link device: soluzioni per l’interconnessione industriale

Relatech, per tramite della controllata EFA Automazione SpA, acquisisce la distribuzione degli innovativi moduli IO-Link Master Fastus serie UR della giapponese Optex FA, proponendo soluzioni per l’interconnessione industriale

Relatech S.p.A., Digital Enabler Solution Know-How (DESK) Company quotata sul mercato Euronext Growth Milan (Ticker: RLT), per tramite di EFA Automazione SpA, azienda attiva da oltre trent’anni in ambito di connettività, soluzioni di comunicazione e interconnessione industriale e piattaforme software per l’integrazione dei sistemi, parte del gruppo Relatech, ha siglato un accordo di collaborazione commerciale per la distribuzione in Italia dei moduli IO-Link Master Fastus prodotti dalla nipponica Optex FA Co., Ltd, efficaci soluzioni per l’interconnessione di IO-Link device.

Optex FA vanta una quarantennale esperienza maturata nel mercato dell’automazione, con particolare riferimento al mondo dell’optoelettronica – la branca dell’elettronica che studia i dispositivi elettronici che interagiscono con la luce e le loro applicazioni, facendo da interfaccia tra il dominio elettrico e quello ottico e viceversa; in questa definizione il termine luce va inteso in senso lato includendo radiazioni elettromagnetiche non percepibili all’occhio umano come raggi gammaraggi Xradiazione ultravioletta e radiazione infrarossa.

In genere l’optoelettronica è considerata una branca della fotonica

In questo ambito tecnologico che l’ha vista operare per molti anni in joint-venture con un’azienda europea leader mondiale in ambito di sensori.

Oggi, con i moduli IO-Link Master Fastus della serie UR, Optex FA continua nel solco dell’innovazione, proponendo delle soluzioni per l’interconnessione di IO-Link device che, uniche nel loro genere, ora sbarcano in Italia grazie alla rete commerciale e al supporto tecnico offerto da EFA Automazione.

Gli IO-Link Master Fastus della serie UR dispongono di caratteristiche tecniche che è possibile etichettare come uniche, a partire dal minimo tempo ciclo di soli 0,3 ms, un valore eccezionalmente performante che, rispetto agli IO-Link master standard (1-2 ms), risulta di circa 6 volte inferiore.

A differenza degli altri moduli IO-Link master disponibili sul mercato, che consentono di interconnettere fino a 8 device, i Fastus serie UR di Optex FA dispongono di un numero doppio di canali, permettendo di collegare fino a 16 dispositivi e, in tal modo, di ottimizzare costi e cablaggi. Le dimensioni compatte di soli 110 x 63 x 45 mm (praticamente la metà dei moduli IO-Link master standard) ne fanno un vero e proprio campione degli spazi, tanto da renderne possibile il montaggio finanche nei più piccoli anfratti disponibili all’interno dei quadri o delle cassette distribuite lungo l’impianto.

Nati per offrire la necessaria connettività tra IO-Link e il restante mondo della comunicazione industriale, gli IO-Link Master Fastus della serie UR consentono di interfacciarsi a tutte le

principali reti di comunicazione industriale Ethernet-based: Ethernet/IP, Profinet, CC-Link IE Field Basic, EtherCAT e Modbus TCP. Va rilevato che il protocollo Modbus TCP rimane sempre disponibile anche in contemporaneo utilizzo con gli altri fieldbus, ad eccezione di EtherCAT, che non utilizza gli stack standard TCP/IP.

Un’altra caratteristica unica degli IO-Link Master Fastus serie UR di Optex FA è la possibilità di gestire segnali di tipo misto. Oltre a connettere sensori e attuatori in IO-Link è possibile cablare I/O digitali sia PNP che NPN, il che li rende degli strumenti estremamente flessibili per collegare pressoché tutte le tipologie di device: barriere fotoelettriche, sensori di pressione, flusso, temperatura, sensori di prossimità, elettrovalvole, attuatori elettrici lineari, motori stepper, regolatori elettro-pneumatici ecc. È inoltre possibile utilizzare un ingresso per il conteggio ad alta velocità, ad esempio per il collegamento di encoder incrementali fino a 250 kHz.

Il modulo dispone di un display Oled a due righe di testo che, unitamente a un tastierino, consente di configurare IO-Link master e device scegliendo tra ben 10 lingue disponibili, tra cui l’italiano. Le operazioni di configurazione sono inoltre facilitate dalla capacità dei moduli Fastus UR di scaricare in automatico i file IODD (IO Device Description).

Quando un dispositivo IO-Link viene collegato a un master IO-Link, il master richiede il file IODD al dispositivo.

Questo processo automatico semplifica notevolmente l’integrazione dei dispositivi IO-Link nel sistema di automazione industriale, riducendo la complessità dell’intervento manuale per configurare i dispositivi.

Una comoda funzione di back-up dei parametri consente, nel caso in cui un dispositivo, ad esempio un sensore, necessiti di essere sostituito, di effettuare l’operazione in modalità “plug & play”, ovvero senza dover rifare una nuova configurazione e riducendo al minimo il downtime.

Oltre all’IO-Link Master, Optex FA offre una serie di IO-Link hub. Si tratta di dispositivi che consentono di estendere le capacità di connessione fino a 256 punti, trasformando il sistema Fastus UR in un backbone di comunicazione capace di raccogliere e inviare sulle più diffuse reti Ethernet Industriali mix di segnali analogici e digitali utilizzando moduli da 16 ingressi digitali, 16 uscite digitali, 8 ingressi e 8 uscite digitali, 4 input analogici e 4 output analogici.

È infine possibile avvalersi di JSON per integrare i dati generati dai dispositivi IO-Link in sistemi più ampi, come piattaforme IoT o applicazioni web che necessitano di disporre di dati in formati standard e interoperabili ad alto livello.

Di seguito si riassumono le caratteristiche principali dei moduli IO-Link Master Fastus UR prodotti da Optex FA e distribuiti in Italia da EFA Automazione:

– Numero di canali: 16 (il più elevato attualmente disponibile)

– Gestione contemporanea di punti IO-Link, I/O digitali (PNP e NPN) e I/O analogici

– Minimo tempo ciclo: 0,3 ms (al momento il più veloce)

– Interfacce di rete: Modbus TCP, Ethernet/IP, Profinet, EtherCAT, CC-Link Field Basic

– Dimensioni ultracompatte: 110 x 63 x 45 mm (circa la metà delle soluzioni in commercio)

– Disponibilità di un ingresso dedicato al conteggio veloce (fino a 250 kHz)

– Supporto multilingua, incluso l’italiano

– Funzione di backup/restore automatico per la sostituzione “plug&play” degli IO-Link device

– Lettura automatica dei file IODD

– Ampia disponibilità di moduli IO-Link hub (I/O digitali e analogici).

TECNOVA HT è una splendida cinquantenne.

Nel 1974 nasceva a Milano, in un umile seminterrato, da una felice intuizione dei fratelli Cavalli, la prima Tecnova che inizialmente forniva solamente misure di portata per il Navale e l’ Oil & Gas

Ma già da allora la visione imprenditoriale era ben delineata: Innovazione Tecnologica per ogni processo produttivo attraverso Soluzioni Elettrostrumentali mai banali e coniugate con un Servizio al Cliente sempre e comunque proattivo, costante e soprattutto di Qualità.

DPU Pressostato Differenziale originale Barton Instruments

E tanta fatica, tanto pane duro, tanto nero sotto le unghie…ma nessuno si è mai tirato indietro perché si era consapevoli di partecipare a qualcosa di grande: è la stessa Motivazione Interiore di allora che oggi fa prendere all’azienda un aereo per portare personalmente anche un solo pezzo di ricambio necessario al Cliente, pur di aiutarlo a vincere le sue sfide professionali.

Pochi si ricordano quando nei pionieristici anni ’80 le Persone di Tecnova andavano dai Clienti con un valigione, spiegando che si poteva misurare la portata di un liquido esternamente al tubo: non ci credeva nessuno, erano infatti le prime innovative applicazioni sviluppate con la tecnologia ultrasonica clamp-on di Fuji Electric Co., Ltd.

Ancor meno persone sanno che Tecnova ha realizzato ben 40 anni fa il primo impianto produttivo completamente strumentato e interconnesso in fibra ottica quando la pneumatica la faceva ancora da padrona in campo.

Ma anche allora per queste applicazioni ai quei tempi fantascientifiche Tecnova aveva dalla sua parte un asso nella manica: la fiducia del cliente.

Perché è proprio la fiducia reciproca il motore primo che regge il complesso sistema relazionale alla base del modello di business proprio di Tecnova.

Ad esempio, i Principals dell’azienda, come VAF Instruments : ben 50 anni di matrimonio, fatto di tanto amore e di qualche piccolo litigio, che, dai primi PD meters installati negli anni ’70 è arrivato fino al record odierno di installazioni della più moderna tecnologia Shaft Power Limitation per l’Efficienza Navale esistente sul mercato.

E’ sempre la Fiducia che fa del Service Team di Tecnova un ospite benvoluto da parte degli operatori sul campo di lavoro: oltre alle dotazioni tecniche sempre di prim’ordine il suo Valore riconosciuto è la competenza che è raggiunta e sviluppata tramite un programma di Formazione continuo, come da ISO 9001, comprendente sia aspetti tecnici come procedure di manutenzione sia aspetti normativi relativi ad esempio ai sistemi CEMS per le emissioni a camino.

“Bro, adoro i lavori ben fatti…”

Perché crediamo così tanto nella Formazione? Perché sono proprio le donne e gli uomini che si impegnano ogni giorno in TECNOVA HT a rappresentare l’asset societario più importante sul quale abbiamo sempre investito per ben cinque decadi: dovete infatti sapere che ogni vostro singolo ordine o intervento nel vostro impianto è gestito da un Team affiatato che è il risultato di una sapiente miscela fra esperienze pluridecennali ed idee nuove, fresche, non convenzionali

perché le cose nuove si fanno solo con i giovani. Solo i giovani ci si buttano dentro con entusiasmo, e collaborano in armonia senza personalismi e senza gli ostacoli derivanti da una mentalità consuetudinaria – Mario Tchou, il genio di Olivetti [1]

Ora dal 2024 il gruppo di lavoro è focalizzato su nuove e sempre più difficili sfide: auspicando a migliorare l’efficienza produttiva, aumentare la sicurezza e contribuire a una reale sostenibilità dei vostri impianti grazie alla conoscenza, alla creatività e al continuo impegno dello staff di Tecnova.

Controllo up/downstream separazione cromatografica per concentrazione, conducibilità, pH e temperatura

Queste sono le radici aziendali, questo è il suo credo e questa è stata la lunga strada percorsa per arrivare all’importante traguardo raggiunto ora.

Automazione industriale: sempre più performante

La collaborazione tra costruttori di sistemi meccatronici con le tecnologie dell’automazione industriale e del digitale porta a risultati molto promettenti

Digitale, robotica, intelligenza artificiale, macchine collaborative sono alcuni dei temi complementari all’automazione industriale, che riaffermano sempre più l’importanza di saper combinare e integrare le tecnologie, anche provenienti da mondi diversi.

Sono tantissime le novità che vengono proposte, soprattutto in relazione ad altri domini tecnologici.

I produttori di macchine automatiche e i fornitori di sistemi meccatronici in generale questo lo hanno ben chiaro, così come sono consapevoli di avere un ruolo di “primi abilitatori” dei nuovi modelli di business.

Ciò che è emerso da recenti studi del Politecnico di Milano, è che la collaborazione tra costruttori di sistemi meccatronici insieme alle tecnologie dell’automazione e del digitale sta portando a dei risultati promettenti. Ma, anche se in misura diversa, le tecnologie dell’automazione industriale avanzata trovano casa in tutte le dimensioni di impresa, con aumento anche delle startup che si occupano di innovazione nel manifatturiero.

Automazione industriale avanzata, robotica collaborativa, strumenti digitali per l’analisi dei dati e intelligenza artificiale, sistemi di visione rappresentano le principali tecnologie che attirano l’attenzione e gli investimenti, in settori che vanno ben oltre il tradizionale manifatturiero, riaffermando sempre di più l’importanza di saper combinare e integrare le tecnologie, anche provenienti da mondi diversi.

Tra le nuove frontiere dell’impiego della meccatronica vi sono l’Agrifood, il Life Science e il settore dell’energia e dei trasporti, che sono visti dalle aziende come lo scenario di riferimento per i prossimi anni.

FONDAMENTALI SKILLS

Le aziende sono consapevoli dei limiti presenti nell’attuazione della rivoluzione 4.0 dovuti all’assenza di skills adeguate, ma anche dovuti alla difficoltà di creare dei team di lavoro assortiti tra competenze già presenti in azienda e competenze di nuova introduzione. Il tema dell’upskilling è riconosciuto da tutti come la sfida da affiancare agli investimenti.

Non a caso, formazione, condivisione delle competenze e tecnologia sono voci riconosciute dalle aziende intervistate come un trinomio da affrontare in modo equilibrato.

Il mondo dell’automazione industriale è fondamentalmente rivolto all’introduzione di tecnologie avanzate e sente sempre di più il bisogno di lavorare sulla filiera e sulle competenze.

La prima è fondamentale, perché se non esistono fornitori 4.0 e clienti 4.0 molti degli sforzi di innovazione non trovano un ecosistema fertile e pertanto sono destinati a rimanere degli accessori di lusso, ma con poca utilità.

Le seconde sono invece fondamentali nei processi interni per gestire e progettare l’innovazione, ma anche nei fornitori e nei clienti per poter utilizzare queste tecnologie al massimo delle loro possibilità.

GLI INVESTIMENTI

In tema di investimenti in attrezzature emerge una situazione di constante attenzione da parte delle aziende. Tra tutte, le imprese molto grandi negli ultimi anni fanno da traino agli investimenti: è infatti quest’ultima tipologia di organizzazione il mercato di riferimento delle aziende che si occupano di macchinari e di servizi per l’automazione industriale.

Cresce sempre di più la spesa in ricerca e sviluppo verso l’innovazione di processo, che rappresenta la spina dorsale dell’automazione, e la parte più significativa degli investimenti avviene in questo contesto per uso interno, per i propri processi ed efficienze, piuttosto che per i propri prodotti. Mentre le richieste di prodotti intelligenti e smart sono molto alte per i prodotti destinati all’export o commissionati da grandi imprese, ma sono basse per il mercato interno. Ma tutto ciò non rallenta l’innovazione, che utilizza le nuove tecnologie per spingere prodotti e processi migliori, con un grande sforzo di sensibilizzazione da mettere in atto nei confronti dei propri clienti.

STRATEGIE 4.0

L’automazione industriale oggi rappresenta di fatto l’insieme delle tecnologie abilitanti delle lavorazioni e dei processi eccellenti, con forti contaminazioni da parte delle tecnologie digitali.

Gli utilizzatori vedono in queste tecnologie una forte opportunità per il rilancio della competitività sia per lo sviluppo di prodotti nuovi, ma soprattutto per l’implementazione di produzioni efficienti e ad alta redditività.

Particolarmente interessante è il livello d’implementazione della strategia 4.0.

Le aziende ne riconoscono pienamente i vantaggi e l’impatto sui mercati di riferimento.

In modo particolare, ci si sofferma sulla dimensione di processo; ancora molto deve essere fatto in tema d’innovazione di prodotto. Le imprese lamentano una difficoltà implementativa che molto spesso procede per tentativi, con fallimenti e insuccessi che rendono complesso percorrere questa strada, e chiedono ai fornitori d’automazione maggior supporto nell’integrazione di tecnologie, e all’intera filiera più integrazione tra fornitore, produttore e cliente.

Ciò che emerge è che l’Italia delle imprese dell’automazione industriale ha imparato molto in fatto di Industria 4.0, ma è ben conscia delle difficoltà implementative e delle azioni necessarie a livello di sistema.

Quarta rivoluzione industriale: “Global Technology Governance Summit”

quarta rivoluzione industriale

La nostra capacità di sfruttare e diffondere le nuove tecnologie della quarta rivoluzione industriale ci assicurerà una ripresa dalla pandemia migliore e la prevenzione delle crisi future

E’necessario riuscire a impiegare in modo appropriato le nuove tecnologie nella quarta rivoluzione industriale al fine di reinventare il nostro modo di operare nel nuovo contesto post-pandemico e digitalizzato, tenuto conto dell’influenza che le nuove tecnologie esercitano su servizi governativi, educazione, sanità, imprenditorialità e valore offerto agli utenti e clienti di imprese e servizi.

La quarta rivoluzione industriale deve essere indirizzata e guidata per non correre il rischio che si aggravino le disuguaglianze sociali ed economiche già esistenti.

Secondo il WEF è necessario adottare misure proattive per fare in modo che l’adozione delle tecnologie non comporti abusi di potere, disparità nella distribuzione delle ricchezze, esclusione e perdita dei mezzi di sussistenza.

Bisogna mettere in atto un approccio più agile nel governo delle tecnologie più avanzate, creare partenariati pubblico-privati anche per la gestione dei nuovi modelli di business tecnologico.

A questo scopo il World Economic Forum (organizzazione internazionale per la cooperazione pubblico-privata) ha promosso il 1° Summit mondiale per la governance delle tecnologie (Global Technology Governance Summit) che si è svolto il 6 e 7 aprile scorsi.

Ospitato dal governo giapponese ha promosso l’ulteriore implementazione della Rete per la Quarta Rivoluzione Industriale del WEF (fondata all’inizio del 2017, opera in cinque continenti e comprende più di 400 governi, imprese, istituzioni accademiche e organizzazioni internazionali).

Il vertice si è focalizzato su 4 aree principali:

·      trasformazione dell’industria Tech: il mondo non può più funzionare come ha fatto finora; i mercati dovranno rispondere ai bisogni nuovi e in evoluzione

Per sopravvivere, ogni azienda al mondo dovrà diventare un’azienda fortemente tecnologica

·      trasformazione della Pubblica Amministrazione: i servizi tecnologici diventeranno un’utilità pubblica essenziale paragonabile all’elettricità, all’acqua o alle strade

·      governance tecnologica globale: come accennato, i vantaggi che può generare una tecnologia e la mitigazione dei rischi richiedono protocolli di governance globali

·      tecnologie emergenti: adottare nuove tecnologie “di frontiera” sarà essenziale per tutti i settori.

Tecnologie come la stampa 3D possono rivoluzionare le catene di fornitura, consentendo la personalizzazione di massa e offrendo nuovi percorsi per aumentare la circolarità dei prodotti, o arrestare i danni ambientali causati dai cambiamenti climatici (solo a titolo di esempio)

Global Technology Governance Report 2021

In tutte le sessioni del vertice “Global Technology Governance Report”, il comun denominatore è stato il Rapporto che identifica 33 lacune di governance in 5 aree tecnologiche:

·      intelligenza artificiale

·      blockchain

·      droni e sistemi aerei senza pilota

·      Internet delle cose (IoT)

·      mobilità (compresi i veicoli autonomi)

Sebbene queste tecnologie emergenti abbiano l’estensione possibile per guidare enormi scoperte sociali e valore economico, hanno anche il potenziale per portare a conseguenze negative e non intenzionali. Una considerazione essenziale per governi, imprese e la società civile è capire come possono essere sfruttate in modo appropriato queste tecnologie per massimizzare i benefici e mitigare potenziali rischi o usi impropri.

Buona governance tecnologica, politiche e norme sono fondamentali ma è evidente che le nuove tecnologie e i modelli di business della quarta rivoluzione industriale non si inseriscono facilmente nei quadri regolatori odierni che sono tradizionalmente utilizzati per la supervisione dei mercati.

Governance tecnologica globale, le sfide

Le sfide da superare per arrivare ad avere una governance tecnologica globale includono la mancanza di regolamentazione, l’uso improprio della tecnologia e la risoluzione delle differenze transfrontaliere.

Per esempio, la mancanza di regolamentazione delle tecnologie di riconoscimento facciale e gli usi impropri da parte delle forze dell’ordine hanno causato una reazione contro questa tecnologia in tutto il mondo.

Ci sono temi comuni in ciò che rende efficace la governance tecnologica.

Molti organi di governo, per esempio, non sono preparati per le conseguenze legali del riconoscimento facciale e di altre tecnologie trasformative, tanto meno per le implicazioni etiche.

Il governo di queste nuove tecnologie richiederà nuovi principi, regole e protocolli che promuovano l’innovazione mitigando i costi sociali.

Il modo in cui i governi e le altre parti interessate si avvicinano alla governance delle tecnologie giocherà un ruolo importante nel modo in cui ripristineremo la società, l’economia e l’ambiente imprenditoriale nel mondo post Covid-19.

Oggi esistono significative lacune di governance, comprese questioni di privacyresponsabilità e supervisione umanadiscrepanze normative transfrontaliere e il potenziale uso improprio delle tecnologie da parte di malintenzionati, come il recente aumento degli attacchi ransomware o il rischio di abuso posto da tecnologie come i video deepfake.

La preparazione riduce i rischi

Man mano che le nuove tecnologie continuano a evolversi, le autorità di regolamentazione dovrebbero capirne e valutarne gli impatti. Sebbene non sia sempre possibile anticipare l’evoluzione della tecnologia, è però possibile prepararsi.

Alcuni Paesi, tra cui Singapore e la Nuova Zelanda, hanno già introdotto linee guida che incorporano la privacy, i diritti umani e le questioni etiche nella progettazione degli algoritmi governativi.

Secondo la rete di paesi che partecipa al Global Technology Governance Summit, organizzato in stretta collaborazione con la rete del Centro per la Quarta Rivoluzione Industriale (C4IR) [un hub che comprende più di 40 governi e organizzazioni internazionali, nonché 150 società, per la cooperazione globale multi-stakeholder per accelerare i benefici della scienza e della tecnologia con centri in 13 paesi in tutto il mondo], ci sono alcuni temi comuni che potrebbero alimentare lo sviluppo di una governance globale.

Ecco quali sono:

·      governance etica: molti paesi hanno sviluppato quadri di governance etica che forniscono linee guida su come sviluppare le tecnologie emergenti in modo responsabile. Si potrebbe partire da quelle per identificare best practice e linee guida internazionali

·      coordinamento pubblico-privato: i governi devono proteggere il pubblico dai danni e fornire assistenza per poter beneficiare delle nuove tecnologie senza rischi, mentre le aziende private devono assumersi la responsabilità dei loro obblighi sociali;

·      regolamentazione agile e reattiva: in genere, le normative non sono “a prova di futuro”. Tendono ad essere di natura prescrittiva, impiegano mesi o anni per essere emanati, richiedono la revisione di ampi commenti pubblici e rimangono rigidi una volta creati. Al contrario, le tecnologie della Quarta rivoluzione industriale sono spesso sviluppate in sprint agili, beta testate su early adopter e rapidamente aggiornate. Pensare di avere impianti regolatori proattivi è utopia, ma lavorare per una maggiore agilità e rapidità si può

·      sperimentazione – sandbox e acceleratori: a volte i regolatori osservano semplicemente le conseguenze di una nuova tecnologia nella sicurezza di un ambiente isolato

·      condivisione / interoperabilità dei dati: poiché molte tecnologie si basano sui dati per perfezionare le proprie operazioni, in particolare quelle che utilizzano l’intelligenza artificiale e l’analisi dei dati, più dati dovrebbero significare risultati migliori

·      collaborazione normativa: poiché le tecnologie emergenti permeano i confini nazionali – dando luogo anche a effetti di secondo e terzo ordine che derivano dall’innovazione – la loro regolamentazione richiede la collaborazione tra le agenzie all’interno di un paese così come la collaborazione transfrontaliera

Biomateriali per energia e salute e robotica per il benessere dei lavoratori

robotica

Regione Lombardia finanzia infrastrutture e laboratori innovativi per i progetti di produzione di biomateriali delle due Università di Pavia e Bergamo per 3,4 milioni di euro

Ci sono energia sostenibile e salute al centro dell’intesa tra Regione Lombardia e l’Università degli Studi di Pavia, per rendere l’ateneo da un lato un centro Europeo di eccellenza su nanomateriali e biomateriali, dall’altro per avviare approcci innovativi allo studio del cancro e del cervello

Robotica e benessere dei lavoratori nell’Industria 4.0 sono protagoniste di un’analoga intesa tra Palazzo Lombardia e l’Università degli Studi di Bergamo.

Si tratta di due iniziative approvate dalla Giunta regionale su proposta dell’Assessore a Istruzione, Università, Ricerca, Innovazione, Semplificazione Fabrizio Sala nell’ambito degli ‘Accordi di collaborazione per la ricerca, l’innovazione e il trasferimento tecnologico’, sottoscritti da Palazzo Lombardia con 8 università pubbliche lombarde.

“Le nostre Università – ha detto l’assessore Sala – rappresentano centri importanti per favorire le ricadute che ricerca e innovazione possono avere sul tessuto produttivo lombardo, sulla ripresa economica post pandemia ma anche sulla qualità della vita dei cittadini”.

Università di Pavia: un progetto di respiro europeo

L’Accordo con l’Università degli Studi di Pavia consiste in un progetto articolato in due direzioni principali, finanziato con quasi 1,7 milioni dai Regione e la conclusione è prevista per giugno 2023.

La prima linea di azione permetterà all’ateneo e al suo Centro Grandi Strumenti di posizionarsi tra i primi cinque istituti italiani di nanoscienza e tecnologia e inoltre di diventare un vero e proprio centro Europeo specializzato su bio-nanomateriali sostenibili.

Nel dettaglio, la prima parte del progetto ‘Bio/nano-tech @UniPV per Energia Sostenibile e Salute’ prevede lo sviluppo di una piattaforma di eccellenza per la caratterizzazione di materiali sintetici e biologici, materiali nano-strutturati e compositi.

L’Accordo consentirà anche all’ateneodi sviluppare due microscopi unici in Europa (per l’elevata risoluzione ottica, ‘light-sheet’ a campo largo) per la caratterizzazione di nanomateriali biologici e sintetici.

La seconda linea d’azione del progetto riguarda invece un avanzamento della ricerca biomedica verso la Medicina di Precisione e Personalizzata, attraverso studi interdisciplinari sulla biologia del cancro e del cervello, un cluster innovativo ad alte prestazioni per i calcoli richiesti dai moderni algoritmi di apprendimento automatico, la progettazione di nuovi farmaci.

A Bergamo tecniche e servizi della fabbrica digitale

Smart Living in Manifacturing” è il progetto dell’Università di Bergamo. Finanziato con quasi 1,7 milioni di euro (pari al 49% del costo complessivo previsto di oltre 3,4 milioni di euro), prevede due realizzazioni: quella di linee manifatturiere in scala ridotta, con unità automatiche di ultima generazione e robot in parte anche collaborativi; e quella di un ambiente sensorizzato, dove testare e sviluppare nuove tecnologie e nuovi servizi: ad esempio dispositivi per il tracciamento dei movimenti della persona ed elaborazione dati con tecniche di data security, per prevenire l’insorgere di malattie professionali ed eventuali infortuni nel rispetto della privacy del lavoratore.

In particolare, le linee manifatturiere saranno tre: una per tecnologie additive e stampa 3D, una per il packaging e una focalizzata al controllo qualità.

“Il sostegno di Regione Lombardia all’Università di Bergamo – spiega l’Assessore regionale a Infrastrutture, Trasporti e Mobilità sostenibile Claudia Maria Terzi, coordinatrice del ‘Tavolo territoriale’ di Bergamo – è tangibile e risponde alle esigenze di un ateneo che, sotto la guida del Rettore Remo Morzenti Pellegrini, prosegue sulla strada dell’innovazione, diventando sempre più attrattivo per gli studenti non solo lombardi.

Da parte nostra non mancherà mai il supporto necessario, penso per esempio ai finanziamenti messi in campo per il recupero delle Ex caserme Montelungo-Colleoni”.

AUMA: Tigron, nuovi attuatori elettrici per l’Oil & Gas

attuatori elettrici Auma Tigron

Con più di 50 anni d’esperienza nella produzione di attuatori elettrici, AUMA continua a progettare nuovi prodotti per soddisfare le esigenze dell’industria dell’oil & gas

L’azienda, tra le più affermate nel settore, ha presentato la nuova serie di attuatori Tigron, che combina massimi livelli di protezione antideflagrante, design robusto, eccezionale facilità d’uso e innovative funzioni digitali.

La versatilità di questi modelli garantisce un’automazione delle valvole sicura e affidabile in molti settori di applicazione.

Gli attuatori TIGRON sono certificati ATEX e IECEx per il gruppo di gas IIC, che include l’idrogeno, gas altamente infiammabile.

Questi attuatori sono progettati per resistere alle condizioni ambientali più difficili, coprendo un intervallo di temperatura particolarmente ampio da -65 °C a +75 °C.

Inoltre, la protezione dell’involucro IP68 e la verniciatura a polvere estremamente resistente sono in grado di proteggere efficacemente l’attuatore anche in condizioni climatiche avverse.

Elettronica d’avanguardia, sistemi di sensori innovativi e un’ampia varietà di interfacce rendono TIGRON pronto per il futuro, grazie anche alla digitalizzazione delle sue funzioni. Il caricamento dei dati su AUMA Cloud facilita la manutenzione predittiva, e il basso consumo energetico in standby riduce al tempo stesso la Carbon Footprint dell’attuatore e i suoi costi operativi.

La facilità d’utilizzo è un’altra caratteristica degli attuatori TIGRON.

In particolare, l’ampio display, il robusto Combi-Switch, azionabile facilmente anche con i guanti, la semplicità della configurazione, e l’assistente di configurazione integrato per la messa in servizio rendono gli attuatori TIGRON un prodotto user-friendly.

AUMA collabora da tempo con i costruttori di valvole e i nuovi attuatori sono in grado di funzionare con tutti i tipi di valvole: per esempio, TIGRON, nella versione multigiro è ideale per l’automazione delle valvole a saracinesca.

La serie è disponibile in sei taglie, fornendo coppie da 10 fino a 1.000 Nm. Coppie più elevate, inoltre, possono essere raggiunte in combinazione con i riduttori multigiro.

Per l’automazione di valvole a sfera, a farfalla e a globo, gli attuatori TIGRON possono essere abbinati con riduttori a quarto di giro o lineari.

Questi attuatori intelligenti sono adatti anche per le attività di automazione più impegnative, come il funzionamento ad alta precisione di valvole di controllo o regolazione.

Il nostro nuovo TIGRON è robusto e affidabile, facile da usare e perfetto per soddisfare tutte le esigenze dell’industria dell’Oil & Gas”, afferma Kai Ewald, Head of Sales Oil & Gas di AUMA. “Gli attuatori TIGRON saranno in grado di supportare gli operatori degli impianti a migliorare la loro efficienza e a rafforzare la posizione sul mercato. Con TIGRON, gli operatori saranno pronti per la moderna automazione degli impianti di oggi e domani”.

Rockwell Automation, con LifecycleIQ™ Services un nuovo valore industriale

nuovo brand LifecycleIQ Services

Il portafoglio esteso di servizi professionali associa conoscenza e tecnologia finalizzate a costruire partnership a lungo termine e rispondere alle esigenze dell’intera catena del valore industriale

Rockwell Automation, per aiutare le aziende a innovare più velocemente e in modo più sostenibile, in particolare in contesti difficili come quelli attuali, evolve le proprie capacità di servizio e soluzioni e lancia un nuovo marchio: LifecycleIQ Services.

Il nuovo marchio, tramite l’estensione delle modalità di interazione dei clienti con la tecnologia Rockwell Automation e con professionisti altamente qualificati, aiuta le aziende a incrementare le proprie prestazioni e a individuare nuovi spunti di miglioramento lungo l’intera catena del valore industriale.

LifecycleIQ Services rappresenta per i clienti la partnership trasformativa per rispondere ai loro attuali bisogni e alle loro aspettative.

I servizi, combinando le tecnologie digitali con un esteso patrimonio conoscitivo, aiutano le aziende a lavorare più velocemente, in modo più intelligente e con maggiore agilità, in ogni fase del loro ciclo di business.  

I LifecycleIQ Services aiutano le aziende ad esprimere la potenza di una Connected Enterprise nella progettazione, nelle operation e nella manutenzione, sia in contesti greenfield che brownfield.

I LifecycleIQ Services sono stati illustrati nel corso dell’evento Automation Fair At Home. Una registrazione della loro presentazione è disponibile qui.

“LifecycleIQ Services crea un modello di engagement più stretto con i clienti che, non solo può aiutare le aziende a risolvere i problemi, ma anche a vedere opportunità inesplorate nell’ambito della produzione e a trasformarle in realtà”, afferma Frank Kulaszewicz, senior vice president, Lifecycle Services di Rockwell Automation. “Stiamo investendo per poter offrire un’ampia gamma di servizi olistici finalizzata ad aiutare le aziende ad essere più produttive, sicure e protette in qualsiasi fase del ciclo di vita di un prodotto, di un processo o di un impianto”.

Le aziende industriali possono utilizzare LifecycleIQ Servces per raggiungere obiettivi diversi.

Estrapolare maggior valore dalle iniziative di trasformazione digitale

Talvolta, le iniziative digitali fanno fatica a decollare perché le aziende non sanno quali passi intraprendere o da dove iniziare. Utilizzando la conoscenza e l’esperienza messe a disposizione dai LifecycleIQ Services, le aziende possono pianificare, implementare e far evolvere strategicamente le proprie iniziative digitali.

Il supporto può iniziare dalla definizione degli obiettivi strategici, dall’identificazione di casi d’uso e dalla quantificazione del valore aziendale.

Rockwell Automation può quindi continuare a supportare i clienti attraverso l’implementazione, la manutenzione continua e l’innovazione senza limiti.

Riduzione del rischio grazie al supporto globale per la sicurezza informatica

Oggi la cybersecurity è una priorità assoluta, ma sono poche le aziende che dispongono di specialisti con conoscenze in materia di sicurezza sia nell’ambito informatico che operativo (IT/OT).

Rockwell Automation si distingue nettamente per la propria capacità di far fronte a complesse sfide di sicurezza negli ambienti IT/OT.

L’azienda oltre a conoscere a fondo l’ambiente OT e le modalità del suo interfacciamento con l’IT, è in linea con gli standard di sicurezza del settore.

I LifecycleIQ Services supportano le aziende nell’adozione di un approccio proattivo alla sicurezza informatica e nell’affrontare gli attacchi nel loro continuum – prima, durante e dopo un evento.

Inoltre, in considerazione del fatto che un numero sempre crescente di aziende connette i propri impianti a operatori remoti e a partner come i costruttori di macchine (OEM), Rockwell Automation si è strutturata al fine di aiutare queste realtà nel proteggere tali connessioni tramite servizi di accesso remoto sicuro e valutazione della vulnerabilità della sicurezza.

Migliorare il supporto della forza lavoro

Le aziende necessitano di nuove modalità per offrire un supporto alla propria forza lavoro poichè devono far fronte a sfide globali in materia di salute e alla carenza di competenze causata dal pensionamento di lavoratori qualificati e dall’introduzione di nuove tecnologie. Oltre a ciò le aziende hanno bisogno di supportare il proprio personale per poter sfruttare al meglio le tecnologie IIoT.

I LifecycleIQ Services possono aiutare le aziende a far fronte a tali sfide e nel colmare le carenze della propria forza lavoro, identificando le priorità e creando programmi ad hoc di sviluppo del personale.

Rockwell Automation sfrutta anche le capacità di supporto da remoto e le tecnologie di realtà aumentata per aiutare le aziende ad interagire virtualmente con i tecnici, per rafforzare le competenze attraverso la formazione virtuale e per fornire servizi di sicurezza e protezione senza dover inviare personale presso gli impianti.

Per migliorare la customer experience, i LifecycleIQ Services stanno anche introducendo nuove modalità contrattuali che inglobano più servizi in un unico accordo.

Un Integrated Service Agreement consente infatti alle aziende di selezionare un pacchetto di offerte per semplificare le loro esigenze di supporto ed avere un solo numero da chiamare per accedere agli esperti e per ricevere un servizio prioritario.

Le aziende possono ottenere assistenza tecnica 24×7, servizi di riparazione, report e analisi, servizi in loco e altro ancora.

Il tutto previsto da un unico contratto integrato.

La vera impresa sostenibile del futuro

La pandemia ha costretto molte aziende a ripensare a come misurare successo e risultati e reinventarsi impresa sostenibile

Nel periodo pre-Covid, la maggior parte delle imprese era concentrato soprattutto sulla gestione della redditività e della crescita. Quello che questa crisi ha rivelato è l’importanza della flessibilità, della resilienza e della sostenibilità nel suo senso più ampio. Diventare quindi sempre più impresa sostenibile.

La prossima “normalità”

Mentre le aziende si adattano alle dinamiche di mercato di quella che molti definiscono la “nuova normalità”, è anche tempo per loro di considerare il futuro che le attende in uno scenario che si sta delineando molto diverso da quello in cui viviamo oggi: un futuro che sarà la nostra “prossima normalità”.

Conosciamo tutti le enormi sfide legate al cambiamento climatico. Secondo le Nazioni Unite, siamo entrati nel “decennio dell’azione”.

Una finestra di otto-dieci anni in cui, come individui e organizzazioni, possiamo ancora apportare i cambiamenti necessari per mitigare gli effetti negativi sul cambiamento climatico.

La sostenibilità, tuttavia, va oltre le questioni ambientali. Ha a che fare anche con la creazione di luoghi sani e sicuri in cui vivere, la riduzione delle disuguaglianze e la garanzia di un’educazione accessibile a tutti, come definito dagli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (OSS/SDGs) delle Nazioni Unite.

Oggi per molte aziende, questo concetto esteso di sostenibilità ha assunto un significato più profondo. Già prima della pandemia, le imprese venivano incoraggiate a misurare la sostenibilità e il successo aziendale, in modo da collegare i classici tre ambiti: impatto economico, sociale e ambientale.

Imprese Intelligenti

Le conversazioni con molti business leader si concentrano su come le imprese possono superare l’incertezza sviluppando maggior resilienza e modelli veramente sostenibili adatti per ripartire nell’economia post-pandemia.

L’emergenza Covid-19 ha non solo accelerato in modo significativo il percorso di molte aziende verso la sostenibilità, ma le ha anche portate a comprendere i vantaggi che potrebbero ottenere. E in futuro saranno indubbiamente le imprese sostenibili ad attrarre maggiori finanziamenti, migliorare il business e conquistare l’attenzione dei consumatori.

In che modo le organizzazioni possono realizzare nuovi vantaggi in termini di sostenibilità?

Claudio Muruzabal, SAP President for Southern Europe, Middle East and Africa, afferma di aver creduto a lungo – e di averne molto discusso con clienti e partner – nel ruolo fondamentale che la tecnologia ricopre per le aziende nell’aiutarle a raggiungere i propri obiettivi e creare un valore che rimane nel tempo.

E l’unico modo per ottenerlo è semplificare i processi aziendali sfruttando le tecnologie emergenti per creare una piattaforma operativa e gestionale integrata e basata sui dati. Le aziende che raggiungono questo livello di semplificazione diventano vere imprese intelligenti.

La capacità di riconvertirsi

Durante i momenti più difficili dei numerosi lockdown che ognuno di noi ha vissuto, abbiamo visto case automobilistiche iniziare a produrre respiratori, aziende vinicole realizzare disinfettanti per le mani di alta qualità e produttori di filati convertire i loro impianti per confezionare dispositivi di protezione individuale.

Certamente non era il loro core business. Ma hanno capito che era in linea con il loro purpose, hanno compreso le aspettative dei loro clienti e come potevano agire per aiutare chi ne aveva bisogno. Sono stati in grado di reinventarsi per adattarsi alle condizioni di mercato ed esplorare nuovi modelli di business, scalando verso l’alto o il basso a seconda delle esigenze, rimanendo, al contempo, concentrati sui propri clienti e dipendenti.

Nel bel mezzo della pandemia, abbiamo visto Al Dahra, azienda agroalimentare degli Emirati Arabi Uniti, centralizzare i propri processi di approvvigionamento per garantire forniture e consegne in tempi più rapidi, e individuare nuovi fornitori per soddisfare l’aumento della domanda. Abbiamo visto il leader italiano dell’ingegneria industriale De Nora implementare da remoto in pieno lockdown il nuovo sistema gestionale nella sua consociata statunitense. E ancora, il Ministero della Sanità del Marocco ha allestito una SAP Digital Boardroom in due sole settimane per fornire il monitoraggio e il tracciamento in tempo reale del contagio da Covid-19.

Queste aziende non sono state fortunate né si sono trovate nel posto giusto al momento giusto. Sono state capaci di prendere decisioni basate su dati contestuali e in tempo reale riguardo alle loro operation e di combinarle con le richieste e le esperienze dei clienti e dei dipendenti per raggiungere grandi risultati.

Ciò che questa pandemia sta dimostrando è che le imprese intelligenti sono, per definizione, sostenibili e resilienti. Questa resilienza permette loro di affrontare le sfide in modo olistico, pur continuando ad avere un impatto positivo all’interno delle loro comunità e, più in generale, nel mondo.

Anche con l’ampliamento della definizione di sostenibilità dell’UNDP, le imprese intelligenti hanno la capacità unica di diventare organizzazioni sostenibili, perché sono in grado di prendere decisioni rapide e guidate dai dati lungo l’intera catena del valore.

La sostenibilità, tuttavia, va oltre le questioni ambientali: ha a che fare anche con la creazione di luoghi sani e sicuri in cui vivere, la riduzione delle disuguaglianze e la garanzia di un’educazione accessibile a tutti.

La vera sostenibilità

Realizzare la vera sostenibilità nello scenario post-pandemia significa sapere dove si trovano i clienti e gli stakeholder, di cosa hanno bisogno in questo momento e come servirli al meglio con prodotti e servizi per loro rilevanti. Vuol dire sapere dove si trovano le materie prime ed essere in grado di orientarsi verso nuove fonti di approvvigionamento quando una non è più disponibile. Vuol dire creare un pool di talenti all’interno dell’organizzazione che sappia affrontare situazioni di lockdown improvvise e adottare un nuovo approccio efficace e chiaro ai viaggi quando le limitazioni per gli spostamenti iniziano ad aumentare.

Soprattutto, si tratta di utilizzare la tecnologia per creare resilienza, innovazione e sviluppo. In questo modo, se dovesse arrivare una prossima crisi, la vostra azienda non solo sarà meglio preparata a superare la tempesta, ma identificherà e trarrà vantaggio dalle nuove opportunità. Questa è la “prossima normalità” con la quale tutti noi dovremo imparare a convivere.