EFA Automazione/Relatech soluzioni-end- to end

EFA Automazione in collaborazione con la propria capogruppo Relatech, parteciperà per la prima volta alla seconda edizione di Mecspe Bari, la fiera dedicata alle innovazioni per l’industria manifatturiera che si terrà presso la Nuova Fiera del Levante dal 23 al 25 novembre prossimo

Insieme al System Integrator Partner ECSA Automation & Industrial IT, EFA si propone con una gamma completa di soluzioni end-to-end, che consente di soddisfare tutte le esigenze delle aziende in ambito di digitalizzazione dei processi.

EFA Automazione SpA, azienda del gruppo Relatech che vanta trent’anni di esperienza in ambito di prodotti, soluzioni e know-how dedicati al mondo della connettività per l’integrazione di sistemi, debutta dal 23 al 25 novembre alla seconda edizione di Mecspe Bari, la fiera italiana della manifattura e dell’industria 4.0 che torna in Puglia al fine di valorizzare le eccellenze locali e mettere in evidenza il processo di innovazione in atto nel Sud e Centro Italia.

La partecipazione avverrà in collaborazione con ECSA Automation & Industrial IT, società barese che offre alle aziende soluzioni tecnologiche orientate a digitalizzare i processi di produzione industriale in ottica Smart Manufacturing.

La collaborazione tra EFA quale distributore di tecnologie innovative in ambito digital e l’expertise di ECSA Automation & Industrial IT crea una solida realtà nel panorama delle industrie del Mezzogiorno.

Sarà proprio Mecspe l’occasione per presentare al mercato del Sud Italia l’offerta di prodotti e soluzioni end-to-end, che consente di soddisfare tutte le esigenze delle aziende in ambito di digitalizzazione dei processi. Questa offerta, figlia dell’ingresso di EFA nell’ecosistema Relatech – azienda che offre servizi e soluzioni digitali innovative per supportare le imprese nel processo di digital transformation – fa leva sulle competenze e le esperienze, oltre che sulla consolidata gamma di prodotti dei prestigiosi partner di EFA Automazione, tra i quali HMS Networks (Ewon), Inductive Automation (Ignition), Kepware, Fuji Electric (Hakko) e molti altri, che con le loro soluzioni e le loro tecnologie hanno caratterizzato il mondo industriale degli ultimi decenni.

Particolare rilievo verrà dato al tema della cybersecurity in ambito manufacturing.

Presso lo stand, saranno infatti presenti anche i tecnici di Stormshield, produttore europeo di soluzioni per la cybersecurity e azienda del gruppo Airbus che ha stipulato recentemente un accordo di distribuzione con EFA Automazione e Relatech. Stormshield offre un’alternativa europea affidabile per la protezione delle infrastrutture critiche, dei dati sensibili e degli ambienti operativi. In particolare, le soluzioni offerte riguardano la protezione delle reti (Stormshield Network Security), dei dati (Stormshield Data Security) e delle workstation (Stormshield Endpoint Security). Sono tutte soluzioni di nuova generazione, certificate ai più alti livelli in Europa, in grado di assicurare la massima protezione di ogni asset informativo strategico. Tramite questa partnership, EFA Automazione si pone l’obiettivo di offrire al mercato soluzioni uniche, in grado di proteggere tutti i dispositivi installati a bordo macchina e negli impianti di produzione, al fine di evitare gli enormi danni economici e funzionali causati da un attacco informatico in ambito produttivo.

“Siamo entusiasti di essere tra i protagonisti di questa edizione di Mecspe Bari, insieme al nostro System Integrator Partner ECSA Automation & Industrial IT. Riteniamo che l’idea di portare questa fiera in un territorio diverso da quello in cui ha avuto origine e si è sviluppata, sia vincente. Il grande impegno del gruppo Relatech, che da sempre è impegnato, attraverso una cospicua presenza di uffici e personale, ha come preciso obiettivo quello di sostenere l’innovazione e lo sviluppo delle aziende che operano nel mezzogiorno, riducendo quel gap Nord-Sud, che da lungo tempo costituisce uno dei principali ostacoli alla costituzione del tanto auspicato Sistema Paese.” Ha commentato Franco Andrighetti, AD e Founder di EFA Automazione.

“Questa seconda edizione di MECSPE Bari rappresenta un’occasione importante per tutte le imprese del territorio che considerano la digitalizzazione un fattore competitivo. Con questo evento avranno la possibilità di toccare da vicino le innovazioni del settore e le tecnologie digitali che stanno rivoluzionando i processi produttivi. Noi, con il nostro partner EFA Automazione, illustreremo le tecnologie abilitanti per la fabbrica digitale e ci auguriamo che questo evento possa aiutare le imprese a comprendere quanto sia importante affrontare il percorso di digital transformation in maniera strutturata e con i giusti partner.” Commenta Giuseppe Trentadue, CEO di ECSA Automation & Industrial IT.

EFA Automazione e ECSA Automation & Industrial IT vi attendono al padiglione 19, allo stand E04.

A proposito di EFA Automazione

EFA Automazione SpA opera da 30 anni in ambito di automazione industriale con prodotti, soluzioni e know how dedicati al mondo della connettività per l’integrazione di sistemi. Precursore assoluto di alcune delle tematiche che permeano l’attuale scenario 4.0, EFA Automazione ha anticipato molti trend tecnologici, tra cui quello dell’IoT, che attualmente cavalca da protagonista offrendo soluzioni all’avanguardia nell’uso del cloud e della comunicazione wireless in tutte le sue forme architetturali.

Nel 2022 EFA Automazione entra a far parte di Relatech, la Digital Enabler Solution Know-how Company che da oltre venti anni è attiva nel settore delle tecnologie digitali di frontiera. EFA e Relatech offrono competenze trasversali in tutti i settori di mercato e attraverso una consolidata offerta end-to-end flessibile e modulare supportano i clienti nel processo di trasformazione digitale. EFA Automazione è una realtà unica nel panorama industriale nazionale, in grado di offrire un vantaggio strategico a tutti gli stakeholder dell’ecosistema di cui è parte: clienti, system integrator, partner e fornitori. La sinergia con Relatech rende EFA Automazione un polo dotato di competenze, tecnologie e assets a 360 gradi in ambito di convergenza IT/OT, attraverso il quale le aziende – sia PMI che di grandi dimensioni – possono accedere alle tecnologie digitali più avanzate per risolvere tutte le esigenze di connettività, raccolta, analisi e protezione dei dati e delle macchine al fine di aumentare la loro marginalità e competere sempre meglio sui loro mercati di sbocco.

Per maggiori informazioni su EFA Automazione: www.efa.it

A proposito di Relatech

Relatech (ticker RLT ISIN IT0005433740), Digital Enabler Solution Know-How (DESK) Company, quotata su Euronext Growth Milan di Borsa Italiana dal giugno 2019, è presente sul mercato con servizi e soluzioni digitali innovative per supportare le imprese nel processo di digital transformation. Relatech è una PMI innovativa focalizzata su clienti che ricercano le soluzioni più innovative, diventando partner strategico per la digitalizzazione e i servizi ICT. Relatech investe costantemente in Open Innovation con un’ampia attività di R&D svolta da hub di ricerca interni e numerose partnership con le principali Università italiane ed enti di Ricerca. Grazie alla piattaforma di digital cloudRePlatform, eroga servizi e sviluppa soluzioni digitali innovative nelle tecnologie di frontiera Digital Enabler, quali Cloud, Cybersecurity, Blockchain, Big Data, Machine Learning, Artificial Intelligence, Internet of Things. Per maggiori informazioni su Relatech: www.relatech.com

Rockwell Automation presenta le sue soluzioni a SPS Italia 2023

Questa edizione di SPS sarà per Rockwell Automation l’’occasione per porre l’accento su uno degli aspetti chiave della fabbrica intelligente presentando la propria innovativa offerta di soluzioni per la visualizzazione e la progettazione digitale

Un calendario di 9 workshop organizzati da Rockwell Automation nelle tre giornate di fiera, con un’alternanza di speaker , permetterà ai partecipanti di avere una panoramica completa su FactoryTalk® Design Hub™.

FactoryTalk Design Hub consente una connettività digital thread senza soluzione di continuità tra i suoi strumenti software di progettazione, visualizzazione, digital twin, archiviazione e accesso da remoto che fornisce agli sviluppatori del sistema di controllo l’accesso immediato e on-demand a tutti i progetti di automazione, indipendentemente dalla sede in cui si trovano, per aiutare queste aziende ad accelerare le loro iniziative che vanno dalla trasformazione digitale alla convergenza IT/OT”. L’attenzione si concentrerà su due delle ultime soluzioni introdotte sul mercato: FactoryTalk® Optix™ and FactoryTalk® Twin Studio™.

FactoryTalk Optix, è un HMI in cloud che abilita il lavoro collaborativo in ottica smart factory. Si tratta di una innovativa soluzione multipiattaforma, scalabile e interoperabile che, in ottica SaaS, permette di sviluppare, simulare e distribuire HMI avanzate tenendo traccia delle modifiche e del versioning in modo automatico. FactoryTalk Optix porta le funzionalità HMI a un nuovo livello, tanto che Rockwell Automation lo definisce uno strumento di “visualizzazione per visionari”.

Factory Talk Twin Studio è una soluzione end-to-end di design dell’automazione in cui gli utenti possono progettare, programmare, simulare, emulare e effettuare il virtual commisioning in un unico ambiente cloud, accessibile da qualsiasi luogo utilizzando un browser web. FactoryTalk Twin Studio permette agli utenti di sviluppare in modo migliore e più rapido il loro prossimo progetto muovendosi fluidamente tra le soluzioni di design di Rockwell Automation e collaborando con i membri del team in tempo reale.

I visitatori potranno approfondire il tema della visualizzazione durante un keynote speech, partecipando alle conferenze oltre che dalla possibilità di toccare con mano le soluzioni e di vederle in azione.

Presso lo stand di ASEM (Pad 6. Stand J012), sarà possibile esplorare a fondo le funzionalità offerte dalla piattaforma per la visualizzazione.  L’azienda italiana specializzata nella fornitura di tecnologie digitali per l’automazione è stata acquisita da Rockwell Automation nel 2020. Proprio di fronte ad ASEM, presso lo stand di Technology BSA, distributore autorizzato di Rockwell Automation, sarà possibile vedere in azione, con l’innovativo software di progettazione Emulate3D collegato a iTrak, la tecnologia di movimentazione a carrelli indipendenti di Rockwell Automation, il tutto controllato da un HMI firmato ASEM.

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Automazione industriale: sempre più performante

La collaborazione tra costruttori di sistemi meccatronici con le tecnologie dell’automazione industriale e del digitale porta a risultati molto promettenti

Digitale, robotica, intelligenza artificiale, macchine collaborative sono alcuni dei temi complementari all’automazione industriale, che riaffermano sempre più l’importanza di saper combinare e integrare le tecnologie, anche provenienti da mondi diversi.

Sono tantissime le novità che vengono proposte, soprattutto in relazione ad altri domini tecnologici.

I produttori di macchine automatiche e i fornitori di sistemi meccatronici in generale questo lo hanno ben chiaro, così come sono consapevoli di avere un ruolo di “primi abilitatori” dei nuovi modelli di business.

Ciò che è emerso da recenti studi del Politecnico di Milano, è che la collaborazione tra costruttori di sistemi meccatronici insieme alle tecnologie dell’automazione e del digitale sta portando a dei risultati promettenti. Ma, anche se in misura diversa, le tecnologie dell’automazione industriale avanzata trovano casa in tutte le dimensioni di impresa, con aumento anche delle startup che si occupano di innovazione nel manifatturiero.

Automazione industriale avanzata, robotica collaborativa, strumenti digitali per l’analisi dei dati e intelligenza artificiale, sistemi di visione rappresentano le principali tecnologie che attirano l’attenzione e gli investimenti, in settori che vanno ben oltre il tradizionale manifatturiero, riaffermando sempre di più l’importanza di saper combinare e integrare le tecnologie, anche provenienti da mondi diversi.

Tra le nuove frontiere dell’impiego della meccatronica vi sono l’Agrifood, il Life Science e il settore dell’energia e dei trasporti, che sono visti dalle aziende come lo scenario di riferimento per i prossimi anni.

FONDAMENTALI SKILLS

Le aziende sono consapevoli dei limiti presenti nell’attuazione della rivoluzione 4.0 dovuti all’assenza di skills adeguate, ma anche dovuti alla difficoltà di creare dei team di lavoro assortiti tra competenze già presenti in azienda e competenze di nuova introduzione. Il tema dell’upskilling è riconosciuto da tutti come la sfida da affiancare agli investimenti.

Non a caso, formazione, condivisione delle competenze e tecnologia sono voci riconosciute dalle aziende intervistate come un trinomio da affrontare in modo equilibrato.

Il mondo dell’automazione industriale è fondamentalmente rivolto all’introduzione di tecnologie avanzate e sente sempre di più il bisogno di lavorare sulla filiera e sulle competenze.

La prima è fondamentale, perché se non esistono fornitori 4.0 e clienti 4.0 molti degli sforzi di innovazione non trovano un ecosistema fertile e pertanto sono destinati a rimanere degli accessori di lusso, ma con poca utilità.

Le seconde sono invece fondamentali nei processi interni per gestire e progettare l’innovazione, ma anche nei fornitori e nei clienti per poter utilizzare queste tecnologie al massimo delle loro possibilità.

GLI INVESTIMENTI

In tema di investimenti in attrezzature emerge una situazione di constante attenzione da parte delle aziende. Tra tutte, le imprese molto grandi negli ultimi anni fanno da traino agli investimenti: è infatti quest’ultima tipologia di organizzazione il mercato di riferimento delle aziende che si occupano di macchinari e di servizi per l’automazione industriale.

Cresce sempre di più la spesa in ricerca e sviluppo verso l’innovazione di processo, che rappresenta la spina dorsale dell’automazione, e la parte più significativa degli investimenti avviene in questo contesto per uso interno, per i propri processi ed efficienze, piuttosto che per i propri prodotti. Mentre le richieste di prodotti intelligenti e smart sono molto alte per i prodotti destinati all’export o commissionati da grandi imprese, ma sono basse per il mercato interno. Ma tutto ciò non rallenta l’innovazione, che utilizza le nuove tecnologie per spingere prodotti e processi migliori, con un grande sforzo di sensibilizzazione da mettere in atto nei confronti dei propri clienti.

STRATEGIE 4.0

L’automazione industriale oggi rappresenta di fatto l’insieme delle tecnologie abilitanti delle lavorazioni e dei processi eccellenti, con forti contaminazioni da parte delle tecnologie digitali.

Gli utilizzatori vedono in queste tecnologie una forte opportunità per il rilancio della competitività sia per lo sviluppo di prodotti nuovi, ma soprattutto per l’implementazione di produzioni efficienti e ad alta redditività.

Particolarmente interessante è il livello d’implementazione della strategia 4.0.

Le aziende ne riconoscono pienamente i vantaggi e l’impatto sui mercati di riferimento.

In modo particolare, ci si sofferma sulla dimensione di processo; ancora molto deve essere fatto in tema d’innovazione di prodotto. Le imprese lamentano una difficoltà implementativa che molto spesso procede per tentativi, con fallimenti e insuccessi che rendono complesso percorrere questa strada, e chiedono ai fornitori d’automazione maggior supporto nell’integrazione di tecnologie, e all’intera filiera più integrazione tra fornitore, produttore e cliente.

Ciò che emerge è che l’Italia delle imprese dell’automazione industriale ha imparato molto in fatto di Industria 4.0, ma è ben conscia delle difficoltà implementative e delle azioni necessarie a livello di sistema.

Hexagon PrimeScan, scanner ottici industriali

La linea di scanner ottici 3D PrimeScan di Hexagon è un’interessante soluzione entry-level per la digitalizzazione 3D precisa di componenti industriali

Come altri modelli di scanner a luce strutturata di Hexagon, PrimeScan si basa su una tecnologia di proiezione a frange con la massima intensità luminosa e la più alta qualità di proiezione. 

Lo scanner di area vanta una struttura estremamente compatta (è grande quanto un fogli A4) e peso inferiore ai quattro chilogrammi. La compattezza è associata a una distanza di lavoro ridotta ed entrambe fanno di PrimeScan un dispositivo ideale per la scansione semplice in aree applicative speciali, come su desktop o in pezzi piccoli e di difficile accesso in ambiente industriale. Il design compatto di PrimeScan lo rende adatto anche per l’utilizzo su robot.

Il proiettore particolarmente potente di PrimeScan permette la scansione di superfici lucide e nere senza necessità di pretrattamento, mentre i puntatori laser integrati dello scanner supportano un facile posizionamento dell’oggetto da misurare. Alcuni robot e accessori consentono sia la misura automatica che la facile acquisizione dei dati in volumi estesi.

A seconda della risoluzione e precisione richieste, PrimeScan può essere configurato con risoluzioni della fotocamera e campi di misura diversi. Lo scanner a luce bianca è disponibile in otto configurazioni fisse, che permettono di selezionare lo strumento ottimale per la particolare operazione di digitalizzazione.

Scansione a distanza ravvicinata
Distanza di lavoro ridotta, ideale per le applicazioni in ambienti piccoli.

Opzioni di configurazione
Varie configurazioni fisse per operazioni di misura diverse.

Scansione intelligente
La tecnologia Smart Data Capture permette un’acquisizione veloce e una risoluzione variabile.

Misura versatile
Cambio rapido e semplice dei campi di misura e configurazione del sistema modulare e scalabile.

Alta risoluzione
Massimo grado di precisione grazie ai sensori della fotocamera ad alta risoluzione.

Multi-superficie
Scansione di superfici lucide e nere senza necessità di pretrattamento.

Opzioni di misura
Compatibile con MI.Probe per la misura di aree al di fuori del campo visivo dello scanner.

Struttura portatile
Struttura compatta, di peso ridotto, ideale per l’impiego mobile

Pronto per l’automazione
Compatibile con tavole rotanti e rotobasculanti per misure semiautomatiche.

Combinazione con la serie DPA
Combinabile con sistemi di fotogrammetria della serie DPA per una maggiore precisione e capacità di misura di grandi volumi.

Plug-in software dedicati
Gli scanner a luce strutturata di Hexagon possono essere integrati con piattaforme software di terze parti per mezzo di plug-in dedicati realizzati  con le SLS SDK. Scoprite di più qui.

Ecosistema digitale in impresa: la quarta rivoluzione industriale

quarta rivoluzione industriale

La quarta rivoluzione industriale è caratterizzata dall’avvento dell’ecosistema digitale: i concetti di Internet of Things (IoT) e Internet of Services (IoS) nella produzione e “nell’inventory management

Tutto ciò permette alle fabbriche di diventare “intelligenti”, con sistemi di produzione integrati verticalmente e orizzontalmente.

Il driver principale è la tecnologia, poiché Industria 4.0 è un termine collettivo per indicare proprio le tecnologie e i concetti di organizzazione della catena del valore.

L’ecosistema digitale e le piattaforme di produzione connesse e integrate svolgono un ruolo importante nell’affrontare le pressioni competitive e nello sviluppo di nuove applicazioni e servizi. In questo articolo analizziamo che cosa significa integrare un ecosistema digitale in impresa e qual è il ruolo dell’Internet of Things e dei “dati” di cui sentiamo sempre più parlare.

Ecosistema digitale: dal monitoraggio remoto al condition monitoring

Nelle prime fasi della digitalizzazione del settore industriale si parlava principalmente di sistemi di monitoraggio remoto delle macchine (RMMS): tipicamente prodotti software che, abbinati agli strumenti, consentivano di monitorare le attrezzature e i dispositivi in impianto.

L’avvento dell’Internet of Things nel settore industriale ha spinto l’adozione della raccolta di informazioni basata su sensori, per affrontare i problemi legati principalmente ai tempi di fermo macchina e ai ritardi nella produzione. In questo modo, il monitoraggio della macchina si evolve verso il monitoraggio delle condizioni (condition monitoring), che è la pratica di monitorare i dispositivi, solitamente con sensori esterni, al fine di raccogliere i dati necessari per la diagnosi sullo stato di salute. Per raggiungere questo obiettivo, vengono utilizzati sistemi di acquisizione dati per monitorare tutti i tipi di apparecchiature e dispositivi industriali.

Oggi, oltre al monitoraggio delle condizioni, si stanno sviluppando altri tipi di servizi per rispondere a necessità come la manutenzione preventiva, la misurazione dell’autonomia e dell’operatività dei sistemi, il monitoraggio dell’energia o delle prestazioni dell’impianto; di conseguenza, i responsabili dei processi hanno necessità di una maggior digitalizzazione per ricevere e interpretare tutti i dati necessari.

Ecosistema digitale: il ruolo dell’Internet of Things

La digitalizzazione della produzione collega, tramite il cosiddetto internet delle cose (IoT) persone, dispositivi di processo, macchinari e impianti. Come abbiamo già accennato, un ecosistema digitale consente una maggior disponibilità di dati legati alla produzione: la loro raccolta, archiviazione ed elaborazione fa sì che essi descrivano con precisione il contesto in cui il prodotto viene fabbricato, il processo di fabbricazione, lo stato di salute degli asset di produzione e l’intera rete del valore. L’ecosistema digitale svolge quindi un ruolo cruciale nel consentire una miglior visione dello scenario, finalizzata all’ottimizzazione della produzione da diverse prospettive quali efficienza, disponibilità, qualità del prodotto finale, prestazioni degli asset e così via.

È chiaro, quindi, come l’Internet of Things industriale influenzi ampie porzioni del processo di produzione, e in modo significativo.

La spinta verso un ecosistema produttivo digitale include però la necessità di modelli condivisi, accordi su interfacce e protocolli di comunicazione industriale, e interoperabilità dei dati.

Sensori di numerose tipologie sono già ampiamente utilizzati nell’ambiente di produzione, ma mentre il loro uso diventerà più diffuso, la capacità di connettere e trasmettere dati più velocemente e con una migliore integrità sarà il vero fattore abilitante dell’IIoT.

Ecosistema digitale: il ruolo dei dati e della loro trasmissione

I dati alimentano l’Industria 4.0 e gli ecosistemi digitali. L’analisi dei dati è il prerequisito base per l’implementazione delle applicazioni digitali in impresa.

Man mano che gli ecosistemi digitali si espandono, aumenta anche l’importanza di stabilire forti livelli di sicurezza, supportati da processi trasparenti e integrità dell’origine dei dati. Sistemi di gestione dati che garantiscano la loro integrità possono aiutare le aziende a evitare violazioni e a gestire meglio le interruzioni delle operazioni: questa è la prima preoccupazione legata alla sicurezza dei dati, secondo una ricerca di pwc.

I protocolli e i framework di connettività consentono ai responsabili d’impianto di raccogliere e trasferire dati in modo più rapido e accurato, dai sensori fino al cloud, per l’aggregazione e l’analisi. Gli esempi includono:

  • il protocollo IO-Link, introdotto dai fornitori di sensori;
  • il protocollo OPC UA, che supporta una maggiore interoperabilità e una trasmissione più sicura delle informazioni al cloud.

Ecosistema digitale in impresa: i driver dell’adozione

Di seguito sono riportati i fattori chiave per rendere gli ecosistemi digitali in impresa una realtà sempre più presente e strategica.

1. Connettività e tecnologia

I settori industriali possono generare enormi quantità di dati. La tecnologia per la loro acquisizione e analisi apre a nuove opportunità di ottimizzazione e monetizzazione.

2. Standardizzazione e sicurezza

L’industria ha bisogno di standard comuni per consentire a prodotti, macchine e apparecchiature intelligenti di diversi produttori di interagire senza problemi. Con l’uso industriale del cloud, la sicurezza rimane la principale preoccupazione da superare.

3. Produzione e competitività

L’adozione dell’internet delle cose a livello industriale può accelerare i tassi di produttività in fabbrica, riducendo i tempi di inattività non pianificati e aumentando la disponibilità degli impianti.

In conclusione, l’adozione dell’IoT industriale e degli ecosistemi digitali in impresa ha subito un’accelerazione con l’ingresso delle nuove tecnologie e lo sprint a cui l’emergenza sanitaria ha costretto l’intero settore produttivo.

Secondo un report di IHS Markit, entro il 2030 i dispositivi IoT installati supereranno i 125 miliardi. Gli ecosistemi digitali saranno sempre più fondamentali per l’interpretazione dei dati e un miglior sviluppo degli impianti industriali, nonché delle performance e della competitività aziendale.

Concluso ieri l’evento digitale Progetto Industria 2021 – Automazione, Processo, Digitalizzazione

evento digitale progetto industria

Si è tenuto ieri l’Evento Digitale “Progetto Industria 2021 – Automazione, Processo e Digitalizzazione, settore chimica e farmaceutica”

Siamo sempre in prima linea quando si tratta del settore chimica-farmaceutico, il portale www.progettoindustria.com infatti ha organizzato e tenuto ieri l’Evento Digitale “Progetto Industria 2021 – Automazione, Processo e Digitalizzazione, settore chimica e farmaceutica”.

Gli interventi come sempre sono stati importanti contributi, utili e significativi portati da diversi esperti del settore e soprattutto dalle aziende VEGA Italia – https://www.vega.com/it-it https://www.vega.com/it-it TERRANOVA INSTRUMENTS https://www.terranova-instruments.com/ che hanno sponsorizzato l’Evento.

Hanno poi partecipato poi il Prof. Ferruccio Trifirò, Direttore della rivista La Chimica&L’Industria, che è organo ufficiale della SCI – Società Chimica Italiana – e Professore Emerito del Dipartimento Chimica Università di Bologna.

Il suo intervento specifico, dopo una breve introduzione all’inizio dei lavori, è stato relativo ad una panoramica sull’evoluzione dell’industria 4.0 nel settore chimico e petrolchimico, con particolare riferimento alle nuove parole che la digitalizzazione oggi impone, e alla loro funzione e significato nel processo industriale chimico. Per concludere, si è poi soffermato sull’esperienza diretta di BASF https://www.basf.com/it/it.html, azienda importante del comparto.

Mentre il Prof. Fabrizio Connicella, General Manager di OpenZone SpA e Zcube srl del gruppo ZAMBON FARMACEUTICA, ha raccontato la Sua interessante esperienza nella Digitalizzazione e Automazione nel Processo del settore Farmaceutico.

VEGA ITALIA ha presentato dal vivo la tecnologia di misura di livello radar per l’industria chimica grazie all’intervento della Dr. ssa Alessia Sanfilippo – Lead Generation Specialist e del Dr.  Alessio Cannizzo – Technical Inside Sales, che hanno saputo spiegare con naturalezza e semplicità funzionalità e potenzialità, caratteristiche peculiari e vantaggi nell’utilizzo degli strumenti VEGA Italia, mostrando proprio dal vero il processo, e quasi facendo toccare “con mano” lo strumento.

Per TERRANOVA INSTRUMENTS invece, è stato il Dr. Maurizio Petri a raccontarci l’azienda, facendo una rapida introduzione e addentrandosi poi nella specifica spiegazione, molto accurata e minuziosa dei TRASMETTITORI DI LIVELLO A BARRA DI TORSIONE, tra i prodotti punta di diamante dell’Azienda.

Per maggiori informazioni e dettagli, potete scoprire su questo stesso portale www.progettoindustria.com, tutto quello che volete sulle due aziende, sulla loro storia, i prodotti, le tecniche.

A chiusura dell’Evento on line la Dr.ssa Ilaria Bonetti – Responsabile Unit Innovazione e Progetti di Innovhub SSI, della Camera di Commercio di Milano, Monza e Lodi, ha illustrato Il Punto Impresa Digitale con tutti i Servizi per l’Automazione e Digitalizzazione a disposizione delle Piccole e Medie Imprese.

A breve, on line ci sarà il video dell’Evento e dei singoli interventi, sia sul portale www.progettoindustria.com che su www.ambientesostenibile.com e sul canale YouTube industriavideochannel.

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Digitalizzazione e aziende smart per ripartire

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Le aziende cosiddette “smart” che avevano già compiuto un percorso di digitalizzazione hanno reagito bene di fronte all’imprevisto e hanno potuto, anche durante il lockdown, garantire la propria continuità produttiva e mantenere, se non in alcuni casi migliorare, il proprio posizionamento competitivo

Marco Taisch, docente ordinario del Politecnico di Milano e Presidente MADE Competence Center I4.0 e Fabrizio Scovenna Country Director Italian Region, Rockwell Automation e parlano di digitalizzazione.

La forte digitalizzazione ha permesso a molte aziende di essere veloci nel cambiamento e grazie alla loro flessibilità di essere in grado di riconvertire le proprie linee di produzione per rispondere efficacemente a un bisogno dettato dall’emergenza sanitaria.

Opportunità su tre dimensioni

Marco Taisch: “Sono quasi convinto, sempre in virtù del mio innato ottimismo, che tutto ciò ci permetterà di fare un balzo in avanti. Oggi godiamo di una certa immagine e credibilità perché abbiamo dimostrato di aver saputo gestire l’emergenza meglio di molti altri paesi. Tuttavia, ritengo che il vero ritorno di immagine lo avremo se sapremo sfruttare bene i fondi che l’Europa metterà a nostra disposizione. Per fare ciò il singolo imprenditore dovrà vedere le opportunità che si presentano su tre dimensioni.”

“La prima è quella interna delle operations e delle fabbriche stesse. Sarà necessario riorganizzarle in funzione di nuove modalità operative e di una maggiore digitalizzazione sfruttando opportunità come ad esempio il monitoraggio da remoto. Ciò può tradursi in una riorganizzazione dei turni di lavoro per andare incontro alle normative di distanziamento sociale oppure, ad esempio, nel fare job enrichment della persona formandola e assegnandogli maggiori responsabilità.”

“La seconda dimensione è quella delle supply chain. Per anni, in qualità di seguaci della lean, abbiamo perseguito modelli di catene di fornitura snelle, senza  grandi scorte perché significavano grandi costi. Questo modello ha mostrato tutta la sua fragilità nel momento nel quale un anello di questa supply chain è venuto a mancare a causa del contagio, le ripercussioni sono state sentite a livello globale. Qual è la lezione appresa? Investire in supply chain molto corte che portano a un aumento della capacità produttiva in determinate zone e quindi alla rilocalizzazione. Ciò può trasformarsi in una grande opportunità di reshoring per l’Italia e di conseguenza di generazione di posti di lavoro. Il consumatore che vuole tutto e subito può essere soddisfatto anche in un momento di emergenza, da parte sua, deve però essere disposto a pagare un costo maggiore.”

“Terzo tema i nuovi modelli di business. Non solo quello a cui accennava Fabrizio prima sulla vendita ma anche diverse modalità di erogazione dei servizi che prima non erano assolutamente accettate dal cliente. Un esempio per tutti il collaudo di un impianto realizzato da remoto grazie all’uso della realtà aumentata. Il cliente si è reso conto che non solo il metodo è estremamente efficace ma permette anche di risparmiare tempo e denaro. Questa nuova tipologia di servizio può benissimo generare nuovi modelli di business a marginalità garantita”.

L’innovazione supporta l’occupazione tramite l’acquisizione di nuove competenze

Pur avendo da molti anni iniziato a erogare servizi di assistenza da remoto anche in Rockwell Automation abbiamo registrato un incremento della domanda da parte di clienti che prima richiedevano espressamente la presenza di tecnici specializzati in loco. Le ultime messe in servizio, che per forza di cose abbiamo dovuto realizzare a distanza, hanno portato i nostri clienti a guardare con maggior interesse questa nuova modalità di collaborazione che prevede l’uso di avanzate tecnologie di realtà aumentata. Per estendere maggiormente la conoscenza e il valore di questi servizi abbiamo deciso per questi mesi di offrire la possibilità di accedere a titolo gratuito al nostro supporto online.

Marco Taisch: “Desidero finire con un pensiero che so che Fabrizio condivide pienamente. Questa nuova cultura tecnologica ha permesso di spazzar via una volta per tutte la convinzione che l’innovazione porti via posti di lavoro. Questo forse poteva essere vero un tempo quando le macchina e i robot andavano a sostituire il braccio dell’uomo.  Le tecnologie a cui facciamo riferimento oggi sono quelle del dato e dell’informazione. Parliamo di automazione cognitiva poiché una volta raccolto e analizzato il dato viene messo a disposizione di chi deve prendere decisioni. Un operatore aumentato di tecnologia wereable, come smartwatch, occhiali, esoscheletri è estremamente più produttivo e sostituirlo con una macchina è di sicuro più costoso.

L’industry 4.0 e tutte le tecnologie che stanno dietro hanno alla base il paradigma dell’informazione portata nel punto giusto, al momento giusto, alla persona giusta.

VEGA: Digitalizzazione e soluzioni su misura per i clienti

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VEGA Italia ha sfruttato il maggiore tempo a disposizione per avvicinarsi ai clienti con nuovi progetti di comunicazione e digitalizzazione e per sviluppare soluzioni tecnologiche sempre più personalizzate

I settori chimico-farmaceutico e alimentare – che rappresentano importanti campi di applicazione dei prodotti VEGA – sono stati quelli che meglio hanno resistito durante il periodo del lockdown causato dall’emergenza Covid.

Mesi di incertezza e di difficoltà contingenti che l’azienda tedesca ha deciso di affrontare in un modo che fosse il più possibile mirato alla comunicazione con i propri dipendenti e i propri clienti. Una comunicazione limpida e attenta alla salute delle persone, prima ancora che al business. Questo tipo di attenzione ha permesso a VEGA Italia di implementare la strategia web.

Daniele Romano, Marketing Manager and Business Development Manager VEGA Italia ha spiegato come possa essere stata un’esperienza positiva quella di lavorare in VEGA durante un periodo così complicato.

Durante il lockdown VEGA ha attivato nuovi modi di comunicare spingendo sui canali digitali e potenziando le forme di comunicazione, anche in termini di investimento, a partire dallo sfruttamento di nuove modalità di webinar.

Questi ultimi sono stati dedicati alla comunicazione interna per il primo periodo e si sono rivelati uno strumento ottimale per stare insieme e rivedersi, oltre che uno spazio per gli incontri di formazione: il risultato è stato più che positivo, c’è stata una forte partecipazione; successivamente abbiamo attivato lo stesso modello di comunicazione anche verso l’esterno.

In verità, a differenza di altri competitor, c’è stata maggiore cautela ad attivare i webinar, riservando del tempo per decidere quale impronta dare a questi incontri on line. Alla fine, si è optato per due tipi, entrambi con demo live. Il primo chiamato “one to one”: interessante perché con gli oggetti disponibili a casa, i tecnici di VEGA ITALIA hanno simulato al meglio le condizioni di processo (sporcizia, disturbi ecc.), una vera e propria opportunità di formazione che ha permesso all’azienda di realizzare circa 170 incontri. Il secondo tipo di webinar ha riguardato invece i “live-demo”, con dimostrazioni dal vivo che utilizzano modelli funzionanti di simulazione (per esempio la stazione di pompaggio per le acque, la presenza di gas) che accompagnavano le slides in maniera estremamente interattiva. Si tratta di strumenti digitali che VEGA ha intenzione di continuare a utilizzare.

Potenziamento degli strumenti di comunicazione on line

VEGA aveva già l’intenzione – ma era sempre mancato il tempo – per dedicarsi in maniera efficace a questo progetto. Adesso invece è stato implementato e l’azienda sta investendo molto, soprattutto nella comunicazione video. Soprattutto attrezzandosi con telecamere e strumenti per il video mix e creando una linea web dedicata.

In generale il reparto farmaceutico e quello chimico stanno vivendo un buon periodo, così come il settore alimentare che vuol dire agrifood, mangimifici e tutta la catena che parte dalla raccolta della materia prima e dalla sua trasformazione per arrivare alla distribuzione del prodotto finito. Le aziende credono che il loro mercato continuerà a crescere e non scordiamoci che l’Italia rappresenta un grande paese industriale.

L’epidemia non ha rallentato la conclusione di progetti in corso

I mesi di Maggio e Giugno sono stati mesi scarichi di progetti, tuttavia VEGA ha visto che a Luglio sono ripartiti e l’aspettativa è sempre stata lo sblocco delle commesse in sospeso.

I progetti quindi sono rimasti in stand-by, ma poi s’è avvertito un cambiamento in positivo. Il vero problema, secondo Romano, non è legato soltanto all’Italia ma al rapporto con l’estero. Come sede italiana sono molto legati all’esportazione di macchine made in Italy, ma molte aziende hanno avuto difficoltà a vendere i loro impianti oltre i confini nazionali, fatto che, di conseguenza, crea molta preoccupazione.

Anche sul fronte del ‘food’ VEGA ha una forte incidenza sul mercato estero ed extraeuropeo, speriamo quindi che questo squilibrio rientri presto e che i clienti riprendano un ritmo normale.

Com’è cambiato in questi mesi il contatto con partner e clienti?

Per il proprio business secondo VEGA è importante incontrarsi, vedere gli impianti, le macchine. Per esempio, c’era in programma un mese di tour a bordo del VEGATRUCK, un truck espositivo, con modelli funzionanti e sala training. Questa sala espositiva mobile, itinerante in tutta Europa, è l’occasione per scoprire da vicino la tecnologia di misura VEGA, incontrare i tecnici sul posto e/o organizzare dei mini training specifici.

In genere viene organizzato ogni due anni. Quest’anno ci sono stati evidentemente molti dubbi ma alla fine si è deciso di attivarlo dopo aver sondato la disponibilità delle aziende a partecipare. Così, dal 28 settembre al 20 ottobre ci siamo organizzati per girare il Nord Italia, per un numero limitato di aziende.

Ci sono altre iniziative o progetti recenti che VEGA realizzerà a breve…..

Il progetto del sensore AURA sta andando avanti. Il lancio ufficiale è partito ad ottobre, come pure la commercializzazione. In quest’ottica VEGA sta lavorando in tante direzioni perché è un progetto che non è solo industriale. Si sta lavorando in collaborazione con l’Osservatorio Smart Agrifood del Politecnico di Milano per portare avanti dei business case in grado di valutare quale sia l’impatto, in una catena alimentare che va dal mangimificio al produttore, dato dall’utilizzo di una tecnologia IoT come AURA. Vengono eseguiti i primi test di campo. Si tratta di un processo alquanto lungo, trattandosi non solo del prodotto in sé, ma anche di un modo diverso di prendere la misura da parte dei clienti. Non è un mercato nuovo ma sicuramente è un modo alternativo di approcciarsi alla misurazione.

In ambito farmaceutico VEGA è riuscita a portare avanti forniture importanti di decine di misuratori di livello in aziende del comparto. A queste si aggiungono altre attività che sono state vincenti grazie alla maggiore disponibilità di tempo. L’azienda ha dedicato molto tempo ai clienti studiando installazioni e soluzioni dedicate che si combinassero al meglio con le loro necessità. Per questo il tempo è stato fondamentale: ha permesso di dare la giusta consulenza alle aziende consentendo loro di personalizzare al meglio il sensore da abbinare alle diverse tipologie di macchinari, in applicazioni e situazioni difficili.

È interessante vedere come i settori che sembravano fermi, in realtà stiano investendo: raffinerie, aziende di prodotti chimici pesanti con impianti – e dunque necessità di manutenzione e d’aggiornamento – che vanno avanti.

Lo smartworking assicura la business continuity

SMART-WORKING

Fabrizio Scovenna, Country Director Italian Region, Rockwell Automation e Marco Taisch, docente ordinario del Politecnico di Milano e Presidente MADE Competence Center I4.0., hanno fatto il punto sulla nuova normalità post pandemia, in particolare sullo smart working

Il nostro paese si è sempre caratterizzato per una lentezza nell’adozione di innovazioni rispetto ad altri paesi con i quali siamo abituati a confrontarci, come ad esempio lo smartworking o “lavoro agile”. Ciò si deve in buona parte alla composizione del nostro substrato industriale, costituito in gran parte da piccole media imprese, nelle quali il cambiamento è naturalmente più rallentato rispetto alle grandi che hanno più budget e know-how.

Diciamo che l’emergenza sanitaria ci ha costretto a usare le tecnologie e che per utilizzarle abbiamo dovuto, anche se in modo empirico, ampliare le nostre conoscenze, superando una serie di preconcetti. Prendiamo lo smart working che prima era guardato con sospetto e che oggi ha dimostrato essere strumento di maggior produttività personale. Con risultati alla mano molte aziende stanno pensando di ridurre gli spazi fisici perché hanno constatato che la business continuity è garantita anche con il lavoro da remoto. Anzi, l’efficienza risulta incrementata grazie a un’ottimizzazione dei tempi di spostamento, con conseguente  riduzione di costi, tanto che, oggi che si potrebbe anche fare diversamente, vengono generalmente accettate se non addirittura privilegiate le riunioni virtuali rispetto a quelle fisiche. Non mi sembra un cambiamento da poco.”

“E se vogliamo dirla tutta, se prima lo smartworking era utilizzato esclusivamente per l’attività di ufficio/amministrativa oggi proprio a seguito del lockdown questa modalità di lavoro ha dimostrato di essere perfettamente efficace anche quando applicata in fabbrica.

Certamente non nella sua globalità perché se si deve caricare manualmente una macchina la presenza di un operatore in loco è indispensabile.

Tuttavia, anche a livello di linea di produzione ci sono una serie di attività che possono essere svolte a distanza, con questo si intende anche un ufficio collocato a dieci metri dalla linea dal quale è possibile monitorare e interagire con tutti gli altri operatori e tutto ciò nel rispetto delle nuove normative.

Alla luce del nostro vissuto emerge anche che la tecnologia è una condizione sine qua non per poter continuare ad operare.

Se tutti le usano e io non lo faccio resto al di fuori del mercato. Non è più solo un problema di competitività ma di esistenza stessa.”

La digitalizzazione come scelta indispensabile

Fabrizio Scovenna afferma anche quanto gli avvenimenti di quest’anno (che si stanno riproponendo), hanno cercato di mettere in luce come la tecnologia abbia rivestito un ruolo fondamentale permettendo alle aziende più innovative di far fronte a scenari imprevisti e totalmente inediti, così’ come la digitalizzazione rappresenti oggi per loro una scelta indispensabile sia per la ripartenza che per cogliere tutte le opportunità che ogni situazione disruptive porta con sé.

Le aziende si stanno infatti rendendo conto che IIoT e digitalizzazione non rappresentano più un’opzione, ma una necessità. 

Il ruolo abilitante delle tecnologie si è rivelato indispensabile nel momento in cui la  quasi totalità della produttività dell’intero Paese è stata affidata allo smartworking e le aziende si sono trovate nella necessità di dover mutare i propri processi a fronte di questa emergenza. 

Certamente dovremo muoverci sempre più verso un’organizzazione del lavoro per obiettivi, garantire le opportune tecnologie e risorse infrastrutturali, evitando il “digital divide”, passare dalla logica del controllo a quella della responsabilità.

Occorre capitalizzare quanto imparato da questo shock e prevedere un diverso tipo di leadership, più trasparente e partecipativa, il lavoro di team sarà fondamentale in una organizzazione pervasa da concetti e culture che premino e incoraggino la solidarietà, la fiducia e la responsabilità. Serviranno filiere e processi più snelli per garantire una rapidità decisionale. Premiare e sfruttare la creatività e la flessibilità. 

Una crisi presenta sempre una componente di rischio e di opportunità

Marco Taisch: “Di base io sono un ottimista e quindi voglio subito iniziare con una nota positiva, questa ripartenza offre di sicuro delle grandi opportunità.  Se guardiamo al passato vediamo che puntualmente ogni crisi profonda che attraversa la storia dell’umanità, porta nuove chance o introduce nuovi modelli di business. Pensiamo alla seconda guerra mondiale che ha certamente costituito un incredibile elemento di disruption, portando a un significativo incremento della presenza delle donne nel mondo del lavoro e assegnando loro il fondamentale ruolo di motore di un’economia che doveva continuare a girare. Oppure, senza allontanarci troppo, pensiamo a come l’epidemia SARS abbia di fatto accelerato il consolidamento dell’e-commerce con il successo della piattaforma Alibaba e quindi di Amazon”.

Ciò che è necessario fare è fermarsi a riflettere sulle lezioni che abbiamo appreso e capire come sfruttare al meglio gli asset a nostra disposizione, quali innovazione tecnologica, know-how e risorse umane oggi arricchiti della conoscenza diretta e pratica delle tecnologie, sperimentata durante la quarantena e che ci ha permesso di superare la nostra diffidenza nei confronti del nuovo e dell’ignoto. Ciò fornisce lo spunto, ad esempio, per un nuovo modello di vendita della tecnologia.

La strategia della conoscenza diretta apre la strada a nuove modalità di proposizione al cliente che, prima di acquistare, vuole capire e per capire deve letteralmente provare a utilizzare. 

La digitalizzazione per superare la crisi post Covid

Su un campione di 145 aziende italiane, il 62% prevede di ridurre il fatturato quest’anno e solo il 16% è ottimista

Uno scenario non incoraggiante quello che dipinge la ricerca “Digital Business Transformation Survey” condotta da The Innovation Group dopo la pandemia da coronavirus.

Emerge anche tutta l’importanza degli investimenti in tecnologie avanzate: Industria 4.0 e la digitalizzazione saranno infatti sempre più rilevanti nella nuova fase in cui le imprese italiane avranno il compito di rilanciare il Paese.

I risultati saranno presentati il 16 settembre durante l’evento online Smart manufacturing summit live durante il quale si confronteranno CIO, IT Manager e Manufacturing Operation Manager e i vari interlocutori coinvolti nei processi di innovazione delle aziende.

L’obiettivo è definire come predisporre politiche di incentivazione e promozione della trasformazione e digitalizzazione del settore manifatturiero del nostro Paese.

L’impatto della Digital Transformation sul settore industriale

Secondo la ricerca, il settore industriale è stato finora poco impattato dalla digitalizzazione in corso, molto meno di altri.

Alla domanda “Nel suo settore è cambiato il modello di business come conseguenza della Digital Transformation?” l’84% delle imprese manifatturiere ha risposto “Poco o Abbastanza”, quando la risposta sugli intervistati di tutti gli altri settori, raggiungeva nella quasi metà dei casi punteggi molto più alti: “Molto e Moltissimo”.

In che cosa investono le aziende italiane

Le aziende manifatturiere stanno facendo evolvere i propri modelli di business verso i nuovi ecosistemi digitali, verso concetti come la customizzazione di massa, il product-as-a-service, l’introduzione continua di innovazione in ogni fase, dal disegno alla produzione.

Per farlo, è richiesta una revisione delle attività e dei processi produttivi, un focus maggiore in direzione di una gestione proattiva dell’operatività di fabbrica, la disponibilità di competenze e processi per automatizzare, integrare, monitorare e rivalutare continuamente ogni fase.

Grazie a una nuova disponibilità di Big Data provenienti dal basso e di capacità per un’orchestrazione e un’ottimizzazione dell’esecuzione.

The Innovation Group, all’interno della propria DBT Survey di gennaio 2020, ha rivolto ai rispondenti del settore industriale alcune domande specifiche sui progetti di Smart Manufacturing in corso. È emerso che in questo momento, la situazione è ancora molto differenziata:

  • un 26% di aziende ha già più di un progetto di Smart Manufacturing avviato
  • un 21% ha al momento una sola iniziativa di questo tipo
  • un 11% sta pianificando di lanciarla
  • un 21% sta ancora ragionando su cosa fare
  • un 21% non ha alcun progetto in questo campo.

Se si confronta questo risultato con quello di analoghe survey internazionali (oggi nel mondo, dalle principali rilevazioni emerge che circa il 76% delle aziende manifatturiere ha avviato una iniziativa di Smart Manufacturing o è nella direzione di definirla a breve) si osserva un evidente ritardo delle nostre imprese.

Andando poi a indagare meglio chi sono le aziende che ancora non hanno nessun progetto Industria 4.0 in corso, si vede che si tratta soprattutto di PMI del mondo manifatturiero. Con riferimento agli ambiti dello Smart Manufacturing più diffusi, questi sono:

  • Per il 43% delle aziende (con un’ulteriore adozione del 14%): Digital / remote operator, ossia la possibilità di abilitare gli operatori di fabbrica con capacità avanzate, digitalizzazione, visualizzazione avanzata, operatività da remoto
  • Per il 43% delle aziende (con un’ulteriore adozione del 33%): Sensor / remote monitoring: monitoraggio da remoto delle macchine tramite sensori
  • Per il 38% delle aziende (con un’ulteriore adozione del 24%): MES (Manufacturing execution systems) / ERP solutions, il sistema informatico di fabbrica che governa e controlla l’intero processo produttivo, dal rilascio dell’ordine fino al prodotto finito, con l’obiettivo di raggiungere l’eccellenza produttiva.

Per altre aree dello Smart Manufacturing si osservano trend di crescita molto interessanti, ad esempio:

  • +24% per Industrial Cybersecurity: messa in sicurezza del sistema informativo e dell’Industrial IoT contro il verificarsi di attacchi di cybersecurity
  • + 29% per Preventive / Predictive maintenance: manutenzione preventiva e/o predittiva, basata su algoritmi che analizzano i Big Data raccolti da sensori e device connessi negli ambienti della fabbrica
  • +19% per Connected Factory: ampio stato di interconnessione tra dispositivi, macchine, sistemi computer-based, per abilitare comunicazioni e raccolta di dati attraverso i vari asset.