L’edge computing, tecnologia chiave per Stratus Technologies

Le aziende di produzione stanno implementando l’edge computing come tecnologia chiave, per soluzioni semplici, protette e autonome per accelerare la modernizzazione delle infrastrutture IT ed essere competitive e pronte per il futuro

Più il mondo industriale diventa connesso e digitalizzato, più il software acquisisce un peso nel determinare il successo a livello operativo.

Indipendentemente dal fatto che si parli di monitoraggio della produzione o di raccolta di dati per analisi approfondite, l’innovazione e l’efficienza dipendono, in larga misura, dalla combinazione di automazione e software.

Negli ambienti industriali la potenza di calcolo locale, l’edge computing, sta diventando sempre più determinante, e ciò costringe le aziende ad aggiornare l’infrastruttura per supportare le iniziative di smart manufacturing.

I nuovi tipi di infrastrutture edge e la nuova tipologia di edge computing offrono affidabilità, potenza di elaborazione e facilità di gestione in ambito produttivo (OT) oltre alla trasformazione di dati in informazioni fruibili.

L’implementazione del software e la connessione dei dati richiedono la vicinanza di risorse informatiche
adeguate all’esecuzione del software e alla raccolta, archiviazione e analisi dei dati.

Le moderne piattaforme di edge computing che soddisfano i requisiti OT offrono funzionalità fault tolerance integrate, monitoraggio proattivo dello stato di salute e facilità di manutenzione da parte del personale OT e IT, senza che ciò richieda competenze o strumenti particolari.


Tre modi in cui l’edge computing è fondamentale per la trasformazione

Molte aziende dispongono di un’infrastruttura di calcolo in fase di obsolescenza.

Tuttavia, per i team è sempre difficile finanziare un nuovo hardware, dare priorità al supporto IT e programmare downtime pianificati per effettuare gli aggiornamenti. In generale viene adottato l’approccio pragmatico che si risolve
nel trovare qualche rimedio al problema, sempre che non ci si trovi in presenza di un guasto.


Arriva, però, un momento in cui i sistemi operativi, le applicazioni e l’hardware obsoleti non vengono più
supportati e di conseguenza gli utenti rimangono intrappolati in un insostenibile ciclo alternato di guasti e
riparazioni.


La modernizzazione dell’edge computing comporta:


• Affidabilità, sicurezza- In qualsiasi ambiente industriale, la disponibilità delle macchine è fondamentale
per il successo operativo e vanno considerati anche indicatori importanti come l’OEE, (efficienza
complessiva delle apparecchiature).

Le piattaforme di edge computing possono offrire funzionalità di fault tolerance integrate per far girare le applicazioni senza rischi di downtime o perdita di dati.

Questa affidabilità a livello di operatività è fondamentale per i settori regolamentati al fine di evitare interruzioni
o perdite di prodotto. Così come è essenziale per la conformità e gli audit, dove la perdita di dati o
l’introduzione di nuovi hardware possono richiedere nuove procedure di validazione o la necessità di
dover produrre una significativa documentazione.

La fault tolerance è disponibile, pronta all’uso, trasparente alle applicazioni in esecuzione e non richiede scripting aggiuntivi. Anche la cybersecurity va tenuta in massima considerazione nell’OT, e rappresenta, forse, uno dei motivi di maggior preoccupazione per i team dell’IT quando pensano all’ambiente OT.

L’edge computing costituisce per i team IT un punto di approdo nel mondo OT a garanzia della cybersecurity e della piena visibilità delle risorse OT collegate in rete.

Modernizzare l’infrastruttura di edge computing significa anche poter disporre delle patch e aggiornamenti più recenti.

Un tipico approccio all’edge computing prevede una combinazione di sicurezza integrata, come quella di Microsoft Windows e l’esecuzione di applicazioni di fornitori come Claroty, Dragos, Xage e Palo Alto Networks.


• Riduzione dell’ingombro: le aziende hanno la necessità di implementare software industriale e
piattaforme di calcolo con la potenza e le prestazioni necessarie per gestire grandi volumi di dati in tempo
reale.

Le piattaforme di edge computing soddisfano i requisiti dell’ambiente OT: sono fisicamente e
potenzialmente protette e validate per eseguire software HMI SCADA e DCS di AVEVA, Inductive
Automation, Rockwell Automation e altri.

Le moderne piattaforme di edge computing soddisfano questi requisiti e fungono da collegamento tra i PLC e gli SCADA, così come con i sistemi di livello superiore come quelli di esecuzione della produzione (MES) e gli strumenti di asset performance management (APM) per il condition monitoring e la manutenzione predittiva. I team OT possono implementare piattaforme di edge computing, con funzionalità di fault tolerance integrate, per virtualizzare applicazioni e consolidare più server e IPC in un’unica piattaforma e, contemporaneamente, far girare applicazioni
software. In tal modo si riducono notevolmente la complessità e la gestione oltre che l’ingombro e i costi.
Per semplificarne la gestibilità le piattaforme di edge computing possono essere monitorate da remoto
e aggiornate.
• Convergenza OT/IT – I team OT e IT che lavorano a stretto contatto con i system integrator segnalano,
soprattutto negli ultimi cinque anni, un aumento di questa interazione. Tuttavia, la scarsa presenza del
personale IT e il loro accesso limitato alle sedi OT continuano a creare pressione al personale OT che si
trova a dover svolgere mansioni IT per supportare e manutenere la propria infrastruttura informatica.
È importante notare che l’implementazione di nuove piattaforme di edge computing finalizzata
all’aggiornamento dell’infrastruttura può mettere sia l’OT che l’IT su una strada che porta a obiettivi condivisi
per ciò che concerne disponibilità e sicurezza della tecnologia. Inoltre, le piattaforme di edge computing
consentono ai team OT di eseguire il software industriale di cui hanno bisogno, fornendo ai team IT un luogo
familiare in cui operare in ambiente OT.
Sebbene lo scenario generale sia quello della digital transformation, nella pratica questo percorso avviene in
modo incrementale e le iniziative di modernizzazione con l’edge computing offrono l’opportunità di costruire
solide basi per la crescita.

E’ possibile trasformare rapidamente l’infrastruttura con implementazioni che richiedono poche ore anziché giorni, utilizzando architetture edge hardware e software pre-validate per garantire prestazioni affidabili e ripetibilità.

Expanite, alternativa alla cromatura dura

Rinomati produttori dai settori automotive, tecnologia di pompaggio e trasporto così come l’industria della lavorazione alimentare, sostituiscono la cromatura dura con Expanite

Con oltre il 20% del fatturato derivante da progetti di sostituzione della cromatura dura, Expanite, il pioniere danese dell’indurimento superficiale dell’acciaio inossidabile, sta per posizionarsi come una delle alternative più utilizzate alla cromatura dura.

Soluzioni sostenibili: Diffusione contro Rivestimento

A differenza della cromatura dura, dove l’elettrolita utilizzato durante la lavorazione può contenere ioni di cromo esavalente Cr(VI), pericolosi per la salute umana e dannosi per l’ambiente, i processi Expanite utilizzano solo atomi di azoto e carbonio.

Ciò rende Expanite un processo ecologico e sostenibile.

Expanite rimuove efficacemente lo strato di ossido naturale che ricopre gli acciai inossidabili durante le fasi iniziali del processo di gasatura e senza l’aggiunta di sostanze chimiche aggressive. Ciò consente una diffusione controllata degli atomi di carbonio e di azoto nella struttura dell’acciaio inossidabile sottostante.

Expanite sostituisce la cromatura dura

“Oltre il 20% dei pezzi che lavoriamo oggi con il processo Expanite sono sostitutivi della cromatura dura”, afferma Thomas Abel Sandholdt, CEO di Expanite.

Che si tratti dei componenti di una valvola di iniezione nell’industria automobilistica, di boccole per motori marini o del rotore di una pompa di grandi dimensioni, tutti hanno sperimentato i vantaggi di un processo di diffusione senza il rischio di cricche, sfaldamenti o zone di indurimento disomogenee.

A questo si aggiunge la conformità al programma Reach dell’UE per la riduzione del Cr(VI), la scelta fondamentale per soluzioni più sostenibili.

Vantaggio competitivo: il costo

A prima vista, la tecnologia di indurimento Expanite può sembrare costosa rispetto alla cromatura dura, ma la differenza di prezzo si pareggi quando si considerano i costi totali e le prestazioni del ciclo di vita.

La prova sta nei molti clienti Expanite.

Informazioni su Expanite

Expanite è stata fondata nel 2010 da esperti di primo piano nel campo di indurimento di materiali e superficie. L’azienda ha sede a Hillerød, vicino a Copenaghen, e dispone di centri di trattamento negli Stati Uniti, in Germania, Corea e Cina.

Le soluzioni di Expanite sono applicabili a tutti i tipi di acciaio inossidabile e possono essere adattate alla linea di prodotti del cliente anche con un contratto a licenza.

TECNOVA HT è una splendida cinquantenne.

Nel 1974 nasceva a Milano, in un umile seminterrato, da una felice intuizione dei fratelli Cavalli, la prima Tecnova che inizialmente forniva solamente misure di portata per il Navale e l’ Oil & Gas

Ma già da allora la visione imprenditoriale era ben delineata: Innovazione Tecnologica per ogni processo produttivo attraverso Soluzioni Elettrostrumentali mai banali e coniugate con un Servizio al Cliente sempre e comunque proattivo, costante e soprattutto di Qualità.

DPU Pressostato Differenziale originale Barton Instruments

E tanta fatica, tanto pane duro, tanto nero sotto le unghie…ma nessuno si è mai tirato indietro perché si era consapevoli di partecipare a qualcosa di grande: è la stessa Motivazione Interiore di allora che oggi fa prendere all’azienda un aereo per portare personalmente anche un solo pezzo di ricambio necessario al Cliente, pur di aiutarlo a vincere le sue sfide professionali.

Pochi si ricordano quando nei pionieristici anni ’80 le Persone di Tecnova andavano dai Clienti con un valigione, spiegando che si poteva misurare la portata di un liquido esternamente al tubo: non ci credeva nessuno, erano infatti le prime innovative applicazioni sviluppate con la tecnologia ultrasonica clamp-on di Fuji Electric Co., Ltd.

Ancor meno persone sanno che Tecnova ha realizzato ben 40 anni fa il primo impianto produttivo completamente strumentato e interconnesso in fibra ottica quando la pneumatica la faceva ancora da padrona in campo.

Ma anche allora per queste applicazioni ai quei tempi fantascientifiche Tecnova aveva dalla sua parte un asso nella manica: la fiducia del cliente.

Perché è proprio la fiducia reciproca il motore primo che regge il complesso sistema relazionale alla base del modello di business proprio di Tecnova.

Ad esempio, i Principals dell’azienda, come VAF Instruments : ben 50 anni di matrimonio, fatto di tanto amore e di qualche piccolo litigio, che, dai primi PD meters installati negli anni ’70 è arrivato fino al record odierno di installazioni della più moderna tecnologia Shaft Power Limitation per l’Efficienza Navale esistente sul mercato.

E’ sempre la Fiducia che fa del Service Team di Tecnova un ospite benvoluto da parte degli operatori sul campo di lavoro: oltre alle dotazioni tecniche sempre di prim’ordine il suo Valore riconosciuto è la competenza che è raggiunta e sviluppata tramite un programma di Formazione continuo, come da ISO 9001, comprendente sia aspetti tecnici come procedure di manutenzione sia aspetti normativi relativi ad esempio ai sistemi CEMS per le emissioni a camino.

“Bro, adoro i lavori ben fatti…”

Perché crediamo così tanto nella Formazione? Perché sono proprio le donne e gli uomini che si impegnano ogni giorno in TECNOVA HT a rappresentare l’asset societario più importante sul quale abbiamo sempre investito per ben cinque decadi: dovete infatti sapere che ogni vostro singolo ordine o intervento nel vostro impianto è gestito da un Team affiatato che è il risultato di una sapiente miscela fra esperienze pluridecennali ed idee nuove, fresche, non convenzionali

perché le cose nuove si fanno solo con i giovani. Solo i giovani ci si buttano dentro con entusiasmo, e collaborano in armonia senza personalismi e senza gli ostacoli derivanti da una mentalità consuetudinaria – Mario Tchou, il genio di Olivetti [1]

Ora dal 2024 il gruppo di lavoro è focalizzato su nuove e sempre più difficili sfide: auspicando a migliorare l’efficienza produttiva, aumentare la sicurezza e contribuire a una reale sostenibilità dei vostri impianti grazie alla conoscenza, alla creatività e al continuo impegno dello staff di Tecnova.

Controllo up/downstream separazione cromatografica per concentrazione, conducibilità, pH e temperatura

Queste sono le radici aziendali, questo è il suo credo e questa è stata la lunga strada percorsa per arrivare all’importante traguardo raggiunto ora.

Dubai Future Forum 2023: protagoniste le tecnologie scientifiche

Il Dubai Future Forum 2023, tenutosi il 27 e 28 novembre scorsi presso il Museo del Futuro di Dubai, ha riunito oltre 2.500 partecipanti, tra cui funzionari governativi, politici del settore, amministratori delegati e più di 100 importanti organizzazioni globali provenienti da oltre 100 paesi

a cura della Redazione

L’evento è stato caratterizzato dalla presenza di oltre 150 relatori in più di 70 sessioni, affermandosi come un significativo raduno di futuristi e leader di pensiero

Progresso nella tecnologia medica
Uno dei temi cruciali discussi durante il Forum è stato il crescente progresso della tecnologia in campo medico e life sciences.

È stato evidenziato, per esempio, come, molto presto, gli ictus potrebbero essere diagnosticati in soli 10 minuti, una riduzione significativa rispetto alle attuali 10 ore, grazie al progresso tecnologico. Si prevede che questo progresso rappresenterà un punto di svolta nel trattamento di varie malattie attraverso una diagnosi super precoce. Non solo, ma anche le nuove tecnologie ridurranno il costo delle sperimentazioni mediche fino a 10 volte e le tecnologie A.I. potrebbero ridurre significativamente i costi di produzione di medicinali e dispositivi medici.
Il Dubai Future Forum 2023 ha incluso una discussione significativa sul rapido progresso della tecnologia medica, che è un tema cruciale nell’assistenza sanitaria e nella ricerca contemporanee.

Questa discussione può essere suddivisa in diversi punti chiave:
Diagnosi più rapida degli ictus: uno dei punti salienti è stato lo sviluppo della tecnologia che potrebbe potenzialmente ridurre il tempo necessario per diagnosticare gli ictus da 10 ore a soli 10 minuti. Si tratta di un progresso significativo, poiché una diagnosi più rapida può portare a trattamenti più efficaci e tempestivi, con un notevole impatto sui risultati dei pazienti.
Riduzione dei costi delle sperimentazioni mediche: un altro aspetto della discussione era incentrato su come le nuove tecnologie potrebbero rivoluzionare la struttura dei costi delle sperimentazioni mediche. È stato osservato che questi progressi tecnologici potrebbero ridurre i costi delle sperimentazioni mediche fino a 10 volte. Questa riduzione potrebbe rendere la ricerca medica più accessibile ed efficiente, consentendo uno sviluppo e un’implementazione più rapidi di nuovi trattamenti e farmaci.
Produzione di medicinali economicamente vantaggiosa: le tecnologie di intelligenza artificiale (AI) sono state evidenziate come attori chiave nella riduzione dei costi di produzione di medicinali e dispositivi medici. È stato stimato che l’intelligenza artificiale potrebbe ridurre i costi di produzione dei medicinali di circa 1 miliardo di dollari e ridurre i costi dei dispositivi medici fino a 100 milioni di dollari. Ciò potrebbe rendere l’assistenza sanitaria più conveniente e accessibile su scala globale.
Dare potere ai giovani scienziati: il forum ha inoltre sottolineato il ruolo emergente dei bambini come “scienziati cittadini”.

Con l’accesso a tecnologie avanzate come l’intelligenza artificiale e l’informatica quantistica, i bambini potrebbero potenzialmente impegnarsi in importanti attività scientifiche.

Questo concetto si basa sullo sfruttamento della naturale curiosità e della natura collaborativa dei bambini, consentendo loro di contribuire a risolvere le principali sfide globali in giovane età.

I concetti espressi nel corso del Dubai Future Forum 2023 riflettono una tendenza più ampia nel campo medico verso lo sfruttamento dei progressi tecnologici per migliorare i risultati sanitari, ridurre i costi e rendere i servizi medici più accessibili a una popolazione più ampia.

Citizen Scientist e il ruolo dei bambini nei progressi scientifici
Il forum si è concentrato anche sul ruolo dei bambini nei futuri progressi scientifici. È stato discusso il concetto di “scienziati cittadini”, sottolineando come i bambini potrebbero utilizzare l’intelligenza artificiale e l’informatica quantistica per avere un impatto significativo sul mondo. Questo cambiamento è visto come un modo per affrontare alcune delle sfide più significative del mondo, riconoscendo il potenziale contributo delle generazioni più giovani.
Questo tema ha approfondito il modo in cui il coinvolgimento dei bambini nella scienza e nella tecnologia non è solo una possibilità ma un elemento cruciale per le innovazioni future e la risoluzione dei problemi.

Ecco alcuni aspetti che ho colto nelle varie discussioni durante i panel a cui ho partecipato:
• I bambini come “cittadini scienziati”: il concetto di “cittadini scienziati” è stato un punto saliente, sottolineando come i bambini, armati di strumenti come l’intelligenza artificiale e l’informatica quantistica, potrebbero contribuire in modo significativo alla ricerca scientifica e all’innovazione. Questa prospettiva vede i bambini non solo come studenti ma come partecipanti attivi alla scoperta scientifica.
• Sfruttare i tratti naturali: la discussione ha riconosciuto la naturale curiosità, la natura collaborativa e le personalità empatiche dei bambini come risorse preziose nella ricerca scientifica. Combinando queste caratteristiche con te all’avanguardia

Automazione per Life Science by Camozzi Automation

Miniaturizzazione, fluidodinamica, monitoraggio remoto: Camozzi Automation lavora nel settore del controllo dei fluidi da oltre 10 anni. Produce dispositivi medicali e strumenti per le biotecnologie e mira a diventare leader nell’automazione per le Life Science

Un settore che cresce a doppia cifra. Il Model based design per monitorare prestazioni e componenti. Il focus sulle soluzioni custom. E sul monitoraggio dei macchinari.

Valvole proporzionali di flusso, regolatori di pressione, elettrovalvole con membrana di separazione del fluido ed elettrovalvole miniaturizzate.

È la tecnologia fluidodinamica utilizzata dai più grandi costruttori europei e mondiali per la produzione di dispositivi medicali e strumenti per le biotecnologie quella della divisione Life Science di Camozzi Automation, azienda appartenente al noto omonimo gruppo bresciano.

«Siamo nel mondo del controllo dei fluidi da oltre dieci anni. Abbiamo un team di esperti con una specifica conoscenza del settore che ci permette di progettare e sviluppare componenti e sistemi che i costruttori di dispositivi e strumenti medicali utilizzano per le più diverse soluzioni e applicazioni», afferma Daniele Giorgi, business developer manager del team Life Science di Camozzi.

Dispositivi e sistemi per la cura del paziente, come apparecchiature odontoiatriche, ventilatori e concentratori di ossigeno, macchine per anestesia. E strumenti nell’ambito analitico-diagnostico, per la cromatografia, l’ematologia e l’analisi molecolare. 

Un mercato in grande evoluzione con tassi di crescita costanti a doppia cifra.

Una dinamica che non sorprende poiché il Life Science riguarda la salute della persona, tema sul quale convergono investimenti importanti in tutte le aree del mondo. «Mentre nell’automazione si producono componenti per gestire flussi di aria compressa per automatizzare impianti o macchine industriali, nel life Science parliamo di tutti i fluidi possibili, liquidi e gassosi. In una macchina per infusione, dedicata al dosaggio dei medicinali, si devono per esempio gestire portate che vanno da pochi millilitri, fino a 200 litri al minuto, come nel caso dei respiratori polmonari», afferma Giorgi.

Tra i fattori competitivi dell’offerta Camozzi per il Life Science, l’ingegnerizzazione di nuovi prodotti e la progettazione di manifold personalizzati in cui vengono assemblati in un unico blocco tutti i componenti necessari per realizzare specifiche soluzioni, come nel caso dei ventilatori, un dispositivo medicale che può contenere fino a 20 diverse tipi di valvole.

Nello stabilimento bresciano di Polpenazze, dove è presente una parte della produzione di Camozzi Automation, i componenti vengono assemblati in camera bianca.

La sala ISO 9 è dedicata alle soluzioni per il comparto dentistico e per la produzione di componenti non invasivi, la sala ISO 7 al montaggio di prodotti e blocchi funzionali per tutte le macchine medicali e per strumenti utilizzati in biotecnologia.

Parti di valvole ed elettrovalvole on-off e proporzionali, regolatori ed accessori prima di entrare in camera bianca per l’assemblaggio ed il collaudo sono trattati da una stazione di lavoro che esegue il lavaggio per evitare qualsiasi tipo di contaminazione. «La qualità del processo di produzione è fondamentale. In un qualunque progetto la prima cosa che ci viene chiesta è se il processo è validato e conforme agli standard internazionali, se il componente è stato pulito, lavato e montato in ambienti ad atmosfera controllata», dice Giorgi.

Molte delle soluzioni sviluppate nascono da una vera e propria collaborazione progettuale.

Un esempio riguarda la progettazione di un dispositivo per l’angiografia, soluzione che è nata dalle rilevanze di uno studio di settore.

«L’idea era avere uno strumento che consentisse di insufflare in vena un fluido di contrasto alternativo allo iodio – afferma Daniele Giorgi – sostanza che viene comunemente utilizzata in angiografia ma che presenta dei problemi di potenziale tossicità».

Ecco, quindi, un iniettore predisposto per utilizzare come fluido di contrasto l’anidride carbonica, sostanza presente nel nostro organismo che ha tempi di smaltimento molto più rapidi dello iodio, circa 20 secondi rispetto a settimane o addirittura mesi.

Il prodotto è stato realizzato secondo specifica, con componenti proporzionali in grado di gestire pressione e portata compatibili con l’organismo umano.

Altro progetto innovativo, quello che ha previsto lo sviluppo di un robot per endoscopia, fatto con componenti che regolano in automatico la pressione della sonda che viene inserita nel corpo del paziente con una precisione e sensibilità superiore a quella di un operatore medico.

In sostanza, la proposta di Camozzi Automation è riassumibile in : “miniaturizzazione dei componenti, customizzazione delle soluzioni, flessibilità e capacità produttiva, future evoluzioni della sensoristica”.

Industria chimica in Italia, le prospettive future

In un Paese a forte vocazione manifatturiera, come l’Italia, l’industria chimica – con un  valore della produzione di oltre 66 miliardi di euro nel 2022 – rappresenta la quinta industria (dopo alimentare, metalli, meccanica, auto e componentistica) oltre che un fornitore indispensabile per tutte le filiere produttive

Le circa 2.800 imprese sul territorio nazionale occupano oltre 112 mila addetti altamente qualificati.

Dopo aver dimostrato grande capacità di reazione e resistenza al lungo periodo della pandemia, l’industria chimica risulta essere tra i settori più penalizzati dalla crisi energetica in un contesto che, nel corso del 2023, vede anche l’indebolimento della domanda.

Il rientro dei costi dai picchi del 2022 rappresenta un sollievo per l’industria chimica, tuttavia la crisi energetica non può dirsi ancora totalmente superata.

Il prezzo del gas, che si riflette anche sull’elettricità, si mantiene su livelli superiori al pre-crisi (più che doppi nella media dei primi 9 mesi) e alle altre aree geografiche (oltre il triplo rispetto agli USA) in presenza di rischi al rialzo con l’avvicinarsi dell’inverno.

Per effetto dell’accelerazione impressa dall’Europa agli obiettivi di riduzione delle emissioni, anche il costo dei permessi per le emissioni di CO2 nell’ambito del sistema ETS è salito dai 25 euro del 2019 ad oltre 85 euro nella media del 2023 in presenza di compensazioni dei costi indiretti legati all’elettricità solo parziali in Italia a causa dell’insufficienza dei fondi disponibili (nel 2021 erogazioni pari al 24% per i settori ammessi).

Per contenere i rincari di costo, le imprese dell’industria chimica stanno utilizzando ogni leva disponibile – inclusa, ove possibile, la sostituzione del gas naturale con combustibili alternativi e la riformulazione dei prodotti – oltre ad investire con convinzione nella cogenerazione, nelle rinnovabili e nell’economia circolare.

Ma, l’integrale sostituzione dei combustibili fossili (petrolio e gas naturale) – impiegati dall’industria chimica non solo come fonti energetiche ma anche come materie prime – è allo stato attuale irrealizzabile.

Prima dello shock energetico – considerando entrambi gli impieghi – il costo dell’energia aveva un’incidenza sul valore della produzione pari al 14%, la più elevata nel panorama industriale e con punte ben più elevate per alcune produzioni.

La domanda risulta in diffuso arretramento e non evidenzia segnali di ripresa.

Tra i principali settori clienti, le costruzioni scontano una decisa frenata, dopo il boom del 2021-2022, ma i volumi di attività risultano in calo anche in ambiti meno ciclici come l’alimentare.

Mostrano andamenti più positivi solo i settori che beneficiano ancora di spazi di rimbalzo post-pandemico, quali la cosmetica e l’auto (quest’ultima più per la normalizzazione delle catene di fornitura che per effetti di domanda).

La chimica è in contrazione in tutta Europa con un andamento particolarmente penalizzante in Germania (-14% in gennaio-agosto) che rappresenta per l’Italia il primo partner commerciale (quota sull’export pari al 13%). Domanda debole e profonda incertezza – anche in un’ottica di medio termine – rendono concreti i rischi di razionalizzazione di alcune produzioni ad elevata intensità energetica.

La specializzazione italiana nella chimica delle specialità e di consumo (quota di produzione settoriale pari al 61% a fronte del 45% a livello UE) rappresenta un fattore di relativa tenuta, anche alla luce del rientro delle quotazioni del gas su livelli più gestibili, ma non sgombra il campo dalle preoccupazioni.

La filiera è strettamente interconnessa, di conseguenza l’indebolimento delle fasi a monte danneggia anche le attività a valle.

A fronte di una contrazione nei primi otto mesi (-9,6%) amplificata dal confronto con una prima parte dello scorso anno ancora su buoni livelli e dal decumulo delle scorte, si stima per l’intero 2023 un calo della produzione chimica in Italia del9% con un recupero nel 2024 modesto (+1%) e soggetto a rischi al ribasso in relazione all’evolvere dei costi energetici e del quadro economico complessivo.

Nell’anno in corso si assiste a un miglioramento ma non una normalizzazione della bilancia commerciale (riassorbita circa la metà degli oltre 6 miliardi di aggravio sperimentati nel 2022 rispetto al 2021).

La correzione dell’import (-12,3% in valore nei primi sette mesi dopo il +29,4% dello scorso anno) riflette non solo il parziale rientro dei costi energetici, ma anche l’indebolimento della domanda interna.

La quota di import dalla Cina, pressoché raddoppiata nel 2022, non vede un significativo ripiegamento.  Anche l’export italiano di chimica perde terreno (-7,0% dopo il +20,1% del 2022) risentendo di una domanda industriale debole a livello mondiale e in calo soprattutto nel mercato europeo.

L’andamento del saldo commerciale dimostra come, anche in condizioni avverse, non sia possibile fare a meno della chimica.

Un indebolimento dell’industria chimica italiana e europea comporterebbe una grave perdita dal punto di vista economico, sociale e ambientale anche perché sarebbe inevitabilmente accompagnato da un aumento dell’import, spesso con minori garanzie in termini ambientali e di sicurezza.

Al contrario, una politica industriale in grado di promuovere una transizione sostenibile potrebbe rappresentare un importante volano di sviluppo per il Paese.

G-Gravity un nuovo spazio per lavorare a Milano

G-Gravity è un nuovo spazio per lavorare in condivisione, a Milano, ubicato tra i quartieri Dergano e Isola

Vuoi far parte di una comunità innovativa a due passi dal centro di Milano?

Che si tratti solo di te e del tuo laptop o di tutto il tuo team, in G-Gravity troverai una soluzione e uno spazio adatto alle tue esigenze.

Abbiamo diverse opzioni di spazi condivisi e uffici disponibili che includono comunque tutte le spese di gestione di cui non dovrai mai più preoccuparti (connessione, pulizie, servizi di segreteria, …).

Ti offriamo, inoltre, la possibilità di interagire con una comunità creativa e di professionisti in ambito innovazione. 

Saremo sempre felici di mostrarti la nostra sede progettata da Gio’ Ponti e rinnovata con cura, discutere quale tipo di abbonamento sarebbe più adatto a te e spiegarti a quali competenze potrai facilmente accedere attraverso i mentors ed i partner già presenti nella community.

Lo spazio, moderno e raccolto affaccia su un giardino che lo isola dalle vie del quartiere Dergano, a pochi metri dalla metropolitana.

Lo spazio G-Gravity è una realtà co-working di dimensioni contenute che privilegia la tranquillità e in cui desideriamo valorizzare le relazioni di chi ci ha scelto offrendo accesso  a servizi essenziali accurati, occasioni di mentorship per le realtà più giovani e di consulenza di qualità per le realtà aziendali presenti, senza dimenticare occasioni di svago.

Mettersi insieme è un inizio, rimanere insieme è un progresso, lavorare insieme un successo.”

(Henry Ford)

EFA Automazione/Relatech soluzioni-end- to end

EFA Automazione in collaborazione con la propria capogruppo Relatech, parteciperà per la prima volta alla seconda edizione di Mecspe Bari, la fiera dedicata alle innovazioni per l’industria manifatturiera che si terrà presso la Nuova Fiera del Levante dal 23 al 25 novembre prossimo

Insieme al System Integrator Partner ECSA Automation & Industrial IT, EFA si propone con una gamma completa di soluzioni end-to-end, che consente di soddisfare tutte le esigenze delle aziende in ambito di digitalizzazione dei processi.

EFA Automazione SpA, azienda del gruppo Relatech che vanta trent’anni di esperienza in ambito di prodotti, soluzioni e know-how dedicati al mondo della connettività per l’integrazione di sistemi, debutta dal 23 al 25 novembre alla seconda edizione di Mecspe Bari, la fiera italiana della manifattura e dell’industria 4.0 che torna in Puglia al fine di valorizzare le eccellenze locali e mettere in evidenza il processo di innovazione in atto nel Sud e Centro Italia.

La partecipazione avverrà in collaborazione con ECSA Automation & Industrial IT, società barese che offre alle aziende soluzioni tecnologiche orientate a digitalizzare i processi di produzione industriale in ottica Smart Manufacturing.

La collaborazione tra EFA quale distributore di tecnologie innovative in ambito digital e l’expertise di ECSA Automation & Industrial IT crea una solida realtà nel panorama delle industrie del Mezzogiorno.

Sarà proprio Mecspe l’occasione per presentare al mercato del Sud Italia l’offerta di prodotti e soluzioni end-to-end, che consente di soddisfare tutte le esigenze delle aziende in ambito di digitalizzazione dei processi. Questa offerta, figlia dell’ingresso di EFA nell’ecosistema Relatech – azienda che offre servizi e soluzioni digitali innovative per supportare le imprese nel processo di digital transformation – fa leva sulle competenze e le esperienze, oltre che sulla consolidata gamma di prodotti dei prestigiosi partner di EFA Automazione, tra i quali HMS Networks (Ewon), Inductive Automation (Ignition), Kepware, Fuji Electric (Hakko) e molti altri, che con le loro soluzioni e le loro tecnologie hanno caratterizzato il mondo industriale degli ultimi decenni.

Particolare rilievo verrà dato al tema della cybersecurity in ambito manufacturing.

Presso lo stand, saranno infatti presenti anche i tecnici di Stormshield, produttore europeo di soluzioni per la cybersecurity e azienda del gruppo Airbus che ha stipulato recentemente un accordo di distribuzione con EFA Automazione e Relatech. Stormshield offre un’alternativa europea affidabile per la protezione delle infrastrutture critiche, dei dati sensibili e degli ambienti operativi. In particolare, le soluzioni offerte riguardano la protezione delle reti (Stormshield Network Security), dei dati (Stormshield Data Security) e delle workstation (Stormshield Endpoint Security). Sono tutte soluzioni di nuova generazione, certificate ai più alti livelli in Europa, in grado di assicurare la massima protezione di ogni asset informativo strategico. Tramite questa partnership, EFA Automazione si pone l’obiettivo di offrire al mercato soluzioni uniche, in grado di proteggere tutti i dispositivi installati a bordo macchina e negli impianti di produzione, al fine di evitare gli enormi danni economici e funzionali causati da un attacco informatico in ambito produttivo.

“Siamo entusiasti di essere tra i protagonisti di questa edizione di Mecspe Bari, insieme al nostro System Integrator Partner ECSA Automation & Industrial IT. Riteniamo che l’idea di portare questa fiera in un territorio diverso da quello in cui ha avuto origine e si è sviluppata, sia vincente. Il grande impegno del gruppo Relatech, che da sempre è impegnato, attraverso una cospicua presenza di uffici e personale, ha come preciso obiettivo quello di sostenere l’innovazione e lo sviluppo delle aziende che operano nel mezzogiorno, riducendo quel gap Nord-Sud, che da lungo tempo costituisce uno dei principali ostacoli alla costituzione del tanto auspicato Sistema Paese.” Ha commentato Franco Andrighetti, AD e Founder di EFA Automazione.

“Questa seconda edizione di MECSPE Bari rappresenta un’occasione importante per tutte le imprese del territorio che considerano la digitalizzazione un fattore competitivo. Con questo evento avranno la possibilità di toccare da vicino le innovazioni del settore e le tecnologie digitali che stanno rivoluzionando i processi produttivi. Noi, con il nostro partner EFA Automazione, illustreremo le tecnologie abilitanti per la fabbrica digitale e ci auguriamo che questo evento possa aiutare le imprese a comprendere quanto sia importante affrontare il percorso di digital transformation in maniera strutturata e con i giusti partner.” Commenta Giuseppe Trentadue, CEO di ECSA Automation & Industrial IT.

EFA Automazione e ECSA Automation & Industrial IT vi attendono al padiglione 19, allo stand E04.

A proposito di EFA Automazione

EFA Automazione SpA opera da 30 anni in ambito di automazione industriale con prodotti, soluzioni e know how dedicati al mondo della connettività per l’integrazione di sistemi. Precursore assoluto di alcune delle tematiche che permeano l’attuale scenario 4.0, EFA Automazione ha anticipato molti trend tecnologici, tra cui quello dell’IoT, che attualmente cavalca da protagonista offrendo soluzioni all’avanguardia nell’uso del cloud e della comunicazione wireless in tutte le sue forme architetturali.

Nel 2022 EFA Automazione entra a far parte di Relatech, la Digital Enabler Solution Know-how Company che da oltre venti anni è attiva nel settore delle tecnologie digitali di frontiera. EFA e Relatech offrono competenze trasversali in tutti i settori di mercato e attraverso una consolidata offerta end-to-end flessibile e modulare supportano i clienti nel processo di trasformazione digitale. EFA Automazione è una realtà unica nel panorama industriale nazionale, in grado di offrire un vantaggio strategico a tutti gli stakeholder dell’ecosistema di cui è parte: clienti, system integrator, partner e fornitori. La sinergia con Relatech rende EFA Automazione un polo dotato di competenze, tecnologie e assets a 360 gradi in ambito di convergenza IT/OT, attraverso il quale le aziende – sia PMI che di grandi dimensioni – possono accedere alle tecnologie digitali più avanzate per risolvere tutte le esigenze di connettività, raccolta, analisi e protezione dei dati e delle macchine al fine di aumentare la loro marginalità e competere sempre meglio sui loro mercati di sbocco.

Per maggiori informazioni su EFA Automazione: www.efa.it

A proposito di Relatech

Relatech (ticker RLT ISIN IT0005433740), Digital Enabler Solution Know-How (DESK) Company, quotata su Euronext Growth Milan di Borsa Italiana dal giugno 2019, è presente sul mercato con servizi e soluzioni digitali innovative per supportare le imprese nel processo di digital transformation. Relatech è una PMI innovativa focalizzata su clienti che ricercano le soluzioni più innovative, diventando partner strategico per la digitalizzazione e i servizi ICT. Relatech investe costantemente in Open Innovation con un’ampia attività di R&D svolta da hub di ricerca interni e numerose partnership con le principali Università italiane ed enti di Ricerca. Grazie alla piattaforma di digital cloudRePlatform, eroga servizi e sviluppa soluzioni digitali innovative nelle tecnologie di frontiera Digital Enabler, quali Cloud, Cybersecurity, Blockchain, Big Data, Machine Learning, Artificial Intelligence, Internet of Things. Per maggiori informazioni su Relatech: www.relatech.com

Vortex Meter, misuratore di portata a vortici da Tecnova HT

Lo strumento Vortex Meter o Misuratore di portata a vortici presentato da TECNOVA HT è una apparecchiatura idonea a misurare la portata volumetrica di un qualsiasi fluido come gas, vapore e liquido

Grazie a sensori aggiuntivi, integrati o comunque connessi allo strumento, specifici per la misura della Temperatura e/o della Pressione, il vortex meter come misuratore di portata a vortici, restituisce anche la portata massica compensata molto comoda ad esempio per la misura del vapore prodotto o consumato.

Questo tipo di misuratore di portata non avendo parti in movimento non presenta operazioni di manutenzione da calendarizzarsi a parte settaggi e calibrazioni specifiche.

Ne esistono diverse versioni tra le quali abbiamo il modello a tronchetto flangiato, piuttosto che wafer o ancora ad inserzione.

Come funziona un vortex meter?

Questo misuratore di portata si basa sull’applicazione pratica delle Scie di von Karman : un corpo immerso in un fluido in moto genera dei vortici su entrambi i suoi lati che vengono trascinati via dal fluido in movimento dando origine appunto alla cosiddetta “scia di von Karman”, un insieme di vortici dunque che alternativamente si distaccano dal lato destro e dal sinistro come da simulazione 3D seguente

Questo fenomeno, anche senza conscerlo, lo osserviamo in modo inconsapevole quando vediamo la nostra bandiera che garrisce al vento, svolazzando a destra e sinistra, dove il corpo tozzo cilindrico è l’asta della bandiera che con il vento genera dei vortici alternativamente sui lati destro e sinistro della stoffa del tricolore.

Ma può avere anche delle conseguenze disastrose a causa delle estreme vibrazioni indotte ad esempio nelle colonne di strippaggio in raffineria o nei camini, entrambi corpi cilindrici di certa altezza, dove sono d’obbligo dei rompivortici per evitare il potenziale collasso della struttura…

Applicando invece industrialmente questa teoria ogni strumento vortex meter per la misura di portata è quindi dotato di un corpo tozzo metallico detto shedder bar che ostruisce il passaggio del fluido come da foto sottostante: ad una certa velocità cominciano a generarsi e distaccarsi questi vortici alternati fra loro di cui la Frequenza di generazione e distacco risulta essere

F =  St x V / d

dove F frequenza , St numero adimensionale di Strouhal, V velocità del flusso e d larghezza della shedder bar. Il costruttore del misuratore di portata a vortici deve quindi dimensionare accuratamente d al fine di mantenere ragionevolmente costante il Numero di Strouhal (0.2 – 0.3 tipicamente e determinato sperimentalmente) lungo un intervallo di Numeri di Reynolds Re abbastanza ampio, ad esempio da Re 2×10^4 a Re 7×10^6…

ma cosa ci serve il Numero di Reynolds? innanzitutto è definito dalla seguente formula

Re = ρ x V x D / μ

dove ρ densità del fluido, V velocità del flusso , D diametro interno e μ viscosità cinematica. Questo numero adimensionale tra le altre cose ci informa del Regime del Moto, se laminare, se turbolento oppure se in fase transitoria e nel nostro Processo aumenta di valore passando dalla portata minima alla massima all’interno del tubo oggetto di misura. Infatti essendo la Portata direttamente proporzionale alla Velocità Q = V x A ( a parità di sezione di efflusso V e Q vanno a braccetto) e come detto avendo Re direttamente proporzionale a V , all’aumentare di Q aumenta Re ( assumendo ρ , D e μ costanti ).

Avere il Numero di Strouhal costante lungo un range di Numeri di Reynolds significa quindi avere il Numero di Strouhal costante lungo le variazioni di portata misurate dal vortex meter

Pertanto essendo la frequenza di generazione e distacco dipendente solo dalla velocità del fluido perchè nella formula F =  St x V / d sia St che d sono costanti come spiegato sopra conoscere la Frequenza dei vortici significa conoscere la Velocità semplicemente applicando la formula inversa

V = F x d / St

La frequenza di distacco può essere tecnicamente misurata con diversi sensori come ad esempio, tra i più comuni,

  • sensori capacitivi che rilevano le pressioni positive e negative in alternanza fra loro generate dai vortici stessi
  • sensori piezoelettrici che oscillando da una parte all’altra a causa dei vortici generano una differenza di potenziale elettrico
  • sensori ultrasonici che si vedono deviare il treno ultrasonico dai vortici di passaggio con conseguente shift dell’onda sinusoidale a seconda della frequenza dei vortici

Una volta calcolata F si ottiene quindi V ed essendo l’Area di Passaggio un’ area circolare si determina come

A = (D/2)^2 x π

dove D è il diametro interno della tubazione sicuramente definito, si applica poi la classica formula

Q = V x A

dove V è la velocità di flusso ed A è l’area di passaggio per determinare facilmente Q come portata volumetrica “actual” cioè alle condizioni di T e P del processo. 

Il misuratore di portata a vortici può anche misurare la Portata Massica?

Certamente, ma non in modo diretto come un misuratore di portata ad effetto Coriolis o un Thermal Mass Flowmeter, la calcola in modo indiretto utilizzando dei sensori addizionali di Pressione e Temperatura che possono essere integrati direttamente nel vortex meter, definito allora “multivariabile“, oppure separati da esso e generanti un segnale che può essere raccolto direttamente dall’elettronica locale del misuratore di portata o riportati insieme alla portata volumetrica actual calcolata dal vortex ad un flow computer remoto, da campo o da quadro, in grado di calcolare la portata massica puntuale e totalizzata.

Limitazioni tecniche della misura di portata a vortici

Essenzialmente ne abbiamo di 3 tipi ma fondamentali

  1. La presenza di vibrazioni disturba la qualità della misura del vortex meter: come visto la portata viene calcolata tramite dei sensori che in modo accurato misurano i vortici, va da sè che la presenza di forti vibrazioni della tubazione implichi un deterioramento della ripetibilità della misura. In particolare si faccia attenzione al consueto sottodimensionamento del DN del corpo del misuratore, con la diminuizione della sezione di passaggio infatti a pari portata la velocità aumenta e di molto così come le vibrazioni. Si noti che diversi costruttori hanno inserito nelle elettroniche dei filtri per eliminare questo disturbo ma questo accorgimento può portare alla perdità di sensibilità dello strumento alle basse portate. 
  1. Le dimensioni del corpo flangiato sono limitate mediamente da 1/2″ a DN 12″ / 300 mm quindi non sono coperte le tubazioni medio-grandi del processo, questo per 2 motivi diversi. Il primo, squisitamente tecnico, ci ricorda che la frequenza dei vortici è basata sulla dimensione dello strumento: la frequenza dei vortici è inversamente proporzionale alla grandezza del misuratore cioè più è grande il DN dello strumento e meno frequentemente genera i vortici quindi sono generati meno impulsi per unità di volume (ed in più seguono anche una legge cubica) e la misura di portata diventa instabile. Il secondo invece è il costo rispetto ad altre tecnologie, generalmente il misuratore di portata a vortici è competitivo per costo d’investimento e prestazioni fino a DN 6″ / 150 mm.
  1. La necessità di diametri monte valle per la sua installazione infatti questa tecnologia di misura della portata a vortici ha estremo bisogno di un fluido non solo in regime di moto turbolento ma anche con un profilo di velocità senza deformazioni residue dovute alla presenza di curve, valvole o manifold. Si raccomanda di non fermarsi alla lettura superficiale del data sheet dello strumento ma di recuperare il manuale di installazione ed uso per controllare la reale esigenza dei diametri monte valle infatti a volte si trova scritto 10-15 diametri monte e 5 a valle di tubo senza disturbi ma in realtà diverse configurazioni richiedono anche 30 diametri a monte e 10 -15 a valle per garantire l’accuratezza e ripetibilità della misura.

Per ogni esigenza di misura di portata di vapore saturo e surriscaldato, gas, aria compressa, liquidi o acqua potabile il team di TECNOVA HT forte di mezzo secolo di esperienza rimane a disposizione anche per un semplice consiglio: avendo a disposizione tutti i principi di misura di portata industriale e civile può fornire un grande aiuto a scegliere lo strumento più idoneo per applicazione, prestazioni e budget.

http://www.tecnovaht.it/

ESG e innovazione, oltre la compliance

di Laura Gatti – Roberta Gilardi

Le nuove direttive per il reporting non finanziario rappresentano  una occasione per innovare anche per le PMI. La consapevolezza che l’adozione di una roadmap fondata sui criteri ESG possa rappresentare un valore importante per l’impresa è ormai largamente diffusa anche se per lungo tempo l’impegno sociale, ambientale e le buone pratiche di governance di una organizzazione hanno rappresentato una scelta libera e indipendente così come  la loro rappresentazione e relativa comunicazione

I risultati raggiunti venivano rappresentati in base al «punto di vista» di ciascuna Impresa e non potevano essere “misurate” o “paragonate” a quelle di altre aziende o essere oggetto di valutazioni “oggettive”.

Un primo passo in avanti è stato introdotto dalla comunità europea con il regolamento introdotto a partire dal 2014 sulla rendicontazione non finanziaria delle imprese (Non Financial Reporting Directive (NFRD) Direttiva UE 2014/95/EU).

Criteri ESG e valore d’impresa

L’impatto finanziario di una governance fondata su criteri ESG è stato definitivamente ‘sdoganato’ nel 2020 quando il maggior fondo di investimento mondiale BlackRock si è impegnata a mettere la sostenibilità al centro del processo di investimento dichiarando la convinzione che l’integrazione delle informazioni relative alla sostenibilità nel processo di investimento potesse aiutare i loro gestori a meglio controllare il rischio e prendere decisioni di investimento più informate.

Viene quindi assodato che intraprendere un percorso inteso a migliorare l’impatto Ambientale (o SG) significa gestire un progetto di TRANSIZIONE:

  • Si passa da un modello «consuma materia, energia, tempo e competenze a livello di risorse umane» a un modello in cui si «gestisce una relazione responsabile con la materia, con l’energia, con i valori che arrivano dalle persone»

In questo passaggio in cui si aggiungono «nuovi obiettivi» a quelli del «business» vanno considerati dei fattori di «rischio» (transition risk) legati alla trasformazione energetica, digitale, economica etc. dell’Impresa e la capacità di analizzarli e governarli viene interpretata anche come un valore per gli azionisti oltre che per tutti gli altri stakeholder.

Una transizione che riguarda sempre di più anche le PMI.

Ci sono due ragioni molto semplici per cui anche le entità medio piccole non possono ignorare questa transizione e gli obblighi e opportunità che ne derivano.

La prima è insita nella logica ESG e dimostrata da molti casi studio.

L’azienda impegnata deve poter mostrare di mappare e gestire le responsabilità ESG a monte ed a valle dell’intera filiera in cui è inserita. Caso storico l’incidente della Nike di alcuni decenni relativo all’utilizzo di manodopera infantile da parte di subfornitori a monte. Inoltre, la maggior parte delle analisi di impatto ambientale (Carbon Footprint) in senso stretto evidenziano il contributo pesante del cosiddetto ‘Scope 3’ cioè, per esempio, della catena distributiva a valle.

Da questa responsabilità ‘totale’ dei grandi gruppi che fino ad oggi sono stati maggiormente coinvolti dalla NRFD deriva che, nella pratica, tutto l’indotto dovrebbe poter reggere le stesse logiche e per questo sempre più spesso le grandi aziende coinvolgono i loro ecosistemi nelle verifiche ESG per evitare effetti ‘boomerang’ di tipo reputazionale ed economico.

Un secondo elemento che allarga l’applicazione di questi criteri sarà il passaggio alla nuova regolamentazione europea sull’argomento – CSRD- che entro il 2030 coinvolgerà qualsiasi azienda con più di 250 addetti e/o 400 mil. di fatturato e tutte le PMI quotate di qualsiasi dimensione, per un totale di 49.000 aziende rappresentanti il 75% del fatturato EU(1). Le regole si faranno più stringenti e, soprattutto, la struttura ed i KPI richiesti

Le nuove normative come attivatore di innovazione e vantaggio competitivo.

Sia che l’impresa venga direttamente investita dalla necessità di ottemperare alla nuova regolamentazione oppure che debba ripensare i suoi processi su richiesta di committenti o investitori (ormai molti fondi intraprendono ‘diligence’ ESG, oltre a quelle finanziarie) questo sforzo può essere orientato alla creazione di valore diretto per il business attraverso attività di supporto alla innovazione con metodologie mutuate dalla incubazione delle start-up.

L’approccio di G-Gravity crea un mindset capace di trasformare il vincolo regolatorio in un volano di innovazione.

G-Gravity supporta ed integra il gruppo interno che si occupa di condurre le operazioni di mappatura degli stakeholder, dei loro valori/priorità e delle materialità collegate tipico del processo ESG classico per produrre idee potenzialmente il grado di ampliare l’offerta, alleggerire i processi o individuare nuovi modelli di business e nuovi target. Lo sforzo significativo necessario a esplorare tutti gli aspetti ESG e definirne i rischi e i piani di gestione viene così orientato anche alla creazione di nuove opportunità a breve termine per l’impresa.

Laura Gatti – Roberta Gilardi