Il metaverso secondo Analog Devices

Metaverso e il Sistema Salute
Il metaverso secondo Analhttps://www.analog.com/en/index.htmlog Devices è destinato a influenzare ogni aspetto della nostra vita, l’azienda ritiene che debba essere facilmente accessibile in qualsiasi momento e luogo, senza essere intrusivo per la persona che ne usufruisce

Quando si pensa al metaverso, vengono in mente diversi aspetti, dai ragazzi della Generazione Alfa che giocano con gli amici, agli NFT, a persone che indossano cuffie per la realtà virtuale, ecc.

In un mercato ancora indefinito e infinito, i potenziali casi d’uso del metaverso sono tanto vasti e variegati quanto lo è la nostra immaginazione. Un fattore che le esperienze del metaverso hanno in comune, tuttavia, è quello di basarsi tutte su una forte tecnologia complementare di base.

Il professore di matematica Edward Thorp creò il primo computer indossabile negli anni ’60, sviluppando l’idea di un dispositivo portatile in grado di prevedere i risultati della roulette.

Oggi la tecnologia indossabile è diventata onnipresente e la categoria si è estesa ben oltre gli smartwatch, arrivando alle cuffie per la realtà aumentata (AR) e la realtà virtuale (VR).

Con il metaverso è possibile ottenere screening sanitari approfonditi dalla tua amaca.

METAVERSO E B2B

Il metaverso viene descritto come la prossima evoluzione del modo in cui utilizziamo Internet.

Agli albori di questa rete, la comunicazione era unidirezionale, ovvero i contenuti venivano pubblicati su pagine statiche e non vi era modo di rispondere o interagire con essi.

Nell’evoluzione successiva, il web è diventato più sociale, gli utenti hanno potuto interagire con contenuti, aziende e fra di loro.

Successivamente sono apparsi i social media e da questa evoluzione sono nate alcune delle più grandi aziende del mondo come Amazon, Meta (Facebook) e Google.

Oggi non siamo ancora entrati nella prossima evoluzione, ma esistono tutti i presupposti per far diventare il metaverso un’esperienza più personalizzata, ovvero un Internet controllato dall’utente che si trasforma in un luogo dalle esperienze immersive.

Uno studio di JPMorgan Chase [ha stimato il metaverso come un’opportunità di mercato da oltre 1.000 miliardi di dollari, affermando che “negli anni a venire il metaverso probabilmente penetrerà in qualche modo in ogni settore”. Sebbene gran parte di queste opportunità di guadagno risieda nei settori del gioco, nella vendita al dettaglio, negli eventi e altri mercati di consumo, JPMorgan osserva che “i leader aziendali e i Consigli d’Amministrazione di tutto il mondo si stanno chiedendo quale sia la loro strategia di metaverso e cosa dovrebbero fare nel metaverso”.

IMMERSI NEL METAVERSO

Il gioco immersivo sta trainando le vendite di cuffie AR/VR; tuttavia, un’esperienza immersiva non consiste solamente nell’indossare una cuffia per vivere in un mondo virtuale.

Piuttosto può essere vissuta anche quando si esce nel mondo reale, seppur aumentato.

Per esempio, durante la pandemia, abbiamo imparato che molti disturbi per cui, solitamente, eravamo costretti a recarci dal nostro medico, potevano – e possono – essere efficacemente diagnosticati e curati comodamente a domicilio.

Il metaverso svilupperà ulteriormente questo concetto, creando uffici virtuali che alcuni definiscono “meta-sanitari”.

Provate a immaginare un mondo in cui il vostro smartwatch avvisa il vostro medico che qualcosa non va, fissandovi in autonomia un appuntamento. Immaginate anche che, in questo mondo, il vostro avatar saluta la persona alla reception, attende in una sala d’attesa virtuale senza rischiare di prendere il raffreddore da un altro paziente e si consulta con l’avatar del medico oppure con il medico in persona. Insieme, voi e/o i vostri avatar potete consultare gli stessi documenti, esaminare i risultati degli esami e discutere le eventuali cure.

Probabilmente il medico avrà coinvolto uno specialista che può aiutare a formularvi una diagnosi.

Questo specialista potrebbe vivere a grande distanza da voi, ma il metaverso lo porterebbe direttamente a casa vostra.

Il metaverso del futuro richiederà un’incredibile potenza di calcolo, valore che dovrebbe guidare determinare come approcciare un’implementazione di successo, anche nelle quattro aree chiave seguenti: potenza di calcolo del Cloud, infrastruttura di rete, energia, dispositivi all’Edge di rete.

Il metaverso del futuro richiederà un’incredibile potenza di calcolo, 1.000 volte superiore a quella attuale [3]. Se in qualche modo state pensando di sfruttarlo, questo valore dovrebbe guidarvi nel determinare come approcciare un’implementazione di successo, anche nelle quattro aree chiave seguenti.

  1. Potenza di calcolo del Cloud

I modi in cui oggi utilizziamo Internet stanno già spingendo la rapida crescita dei data center su larga scala. Quando il metaverso raggiungerà il suo pieno potenziale, secondo Intel® la potenza di calcolo richiesta aumenterà di mille volte e, di conseguenza, i data center più sofisticati cresceranno di pari passo. Per alimentare con successo il metaverso saranno necessari server ad alta densitàacceleratori di AIsistemi di archiviazione e di rete, nonché soluzioni di controllo ottico per la connettività gigabit e soluzioni di sensori per lo sviluppo dell’infrastruttura dei data center.

  1. Infrastruttura di rete

Nel metaverso, i video che vanno a rilento, i tempi lunghi di caricamento e le connessioni scadenti sono un ostacolo non da poco. Il mondo reale che ci circonda non fa “buffering” e logicamente nemmeno il metaverso dovrebbe farlo. Se pensate che la latenza, ovvero il tempo necessario ai dati per passare da un punto all’altro di una rete, sia importante nel mondo di oggi, immaginatene l’impatto sul modo in cui interagite con le persone, i prodotti e i luoghi nel metaverso. Alcuni studi hanno anche dimostrato che la latenza è una delle principali cause del “mal d’auto” indotto dalle cuffie VR.

  1. Energia

Uno studio ha dimostrato che l’impronta delle emissioni di CO2 di un modello di elaborazione linguistica dell’AI è stata stimata in oltre 284 t [4]. Per il metaverso, il consumo di energia e le emissioni sarebbero astronomiche; pertanto, è necessario affidarsi a fonti di energia verde (solare ed eolica). Immagazzinare e distribuire l’energia è la sfida più grande. Poiché in genere le batterie immagazzinano l’energia green inutilizzata allo scopo di massimizzare l’efficacia di queste fonti, è necessario un efficace sistema di gestione delle batterie stesse (BMS), per monitorare, controllare e distribuire in modo affidabile la carica e la scarica dell’intero sistema di batterie durante la sua vita utile.

  1. Dispositivi all’Edge di rete

La rivoluzione dell’edge intelligente è qui, adesso. L’edge computing si è sviluppato in risposta alla massiccia crescita della domanda di larghezza di banda da parte dei dispositivi distribuiti, soprattutto nel metaverso, dove le applicazioni in tempo reale richiedono capacità di elaborazione e archiviazione locale dei dati generati in tutto il mondo. Per offrire esperienze così coinvolgenti, il metaverso ha bisogno di diverse tecnologie integrate nei sottosistemi di visione, audio e interfaccia uomo-macchina, che necessitano tutte di una notevole potenza di elaborazione all’edge di rete. Per ottenere una latenza minima e una maggiore capacità di elaborazione, con una minore quantità di energia possibile, l’AI all’edge rappresenterà un fattore chiave. L’elaborazione più vicina al sensore riduce il consumo di energia per trasferire i dati da un dispositivo e garantisce una latenza minima, con potenza di calcolo localizzata anziché nel cloud.

CONCLUSIONI

Il metaverso è destinato a influenzare ogni aspetto della nostra vita, pertanto Analog Devices ritiene che, se deve diventare onnipresente, il metaverso deve essere facilmente accessibile in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo, senza limitare o essere intrusivo per la persona ne usufruisce.

Questi obiettivi possono essere raggiunti solo se sarà possibile costruire l’infrastruttura necessaria a supportarli. L’intelligent edge giocherà un ruolo chiave in uno sforzo congiunto, necessario per generare la potenza di calcolo necessaria, utilizzando al contempo fonti di energia efficaci e rinnovabili e migliorando l’infrastruttura di rete per supportare quantità di dati senza precedenti.

Analog Devices e la sua tecnologia sono già in grado di contribuire alla realizzazione di questa infrastruttura.

Il portfolio di soluzioni ADI per i data center spazia dalla gestione dell’alimentazione al controllo ottico per la connettività gigabit e, per finire, alle soluzioni di sensori per lo sviluppo di infrastrutture per data center. Analog Devices, inoltre, è sempre stata all’avanguardia nella pianificazione, progettazione e realizzazione di tecnologie wireless di base che rendono possibile l’attuale infrastruttura di rete 5G a bassa latenza, con prestazioni elevate senza precedenti, basso consumo, livelli di sicurezza elevati e algoritmi intelligenti. Inoltre, con le nostre soluzioni di gestione delle batterie, possiamo contribuire a trasformare in realtà la riduzione dei consumi e l’alimentazione ecologica.

Quindi, sia che stiate pensando a realizzare una struttura meta-sanitaria, un’esperienza di shopping virtuale o la prossima esperienza di gioco immersivo, la progettazione di una infrastruttura robusta deve essere al primo posto.

Industria chimica in Italia, le prospettive future

In un Paese a forte vocazione manifatturiera, come l’Italia, l’industria chimica – con un  valore della produzione di oltre 66 miliardi di euro nel 2022 – rappresenta la quinta industria (dopo alimentare, metalli, meccanica, auto e componentistica) oltre che un fornitore indispensabile per tutte le filiere produttive

Le circa 2.800 imprese sul territorio nazionale occupano oltre 112 mila addetti altamente qualificati.

Dopo aver dimostrato grande capacità di reazione e resistenza al lungo periodo della pandemia, l’industria chimica risulta essere tra i settori più penalizzati dalla crisi energetica in un contesto che, nel corso del 2023, vede anche l’indebolimento della domanda.

Il rientro dei costi dai picchi del 2022 rappresenta un sollievo per l’industria chimica, tuttavia la crisi energetica non può dirsi ancora totalmente superata.

Il prezzo del gas, che si riflette anche sull’elettricità, si mantiene su livelli superiori al pre-crisi (più che doppi nella media dei primi 9 mesi) e alle altre aree geografiche (oltre il triplo rispetto agli USA) in presenza di rischi al rialzo con l’avvicinarsi dell’inverno.

Per effetto dell’accelerazione impressa dall’Europa agli obiettivi di riduzione delle emissioni, anche il costo dei permessi per le emissioni di CO2 nell’ambito del sistema ETS è salito dai 25 euro del 2019 ad oltre 85 euro nella media del 2023 in presenza di compensazioni dei costi indiretti legati all’elettricità solo parziali in Italia a causa dell’insufficienza dei fondi disponibili (nel 2021 erogazioni pari al 24% per i settori ammessi).

Per contenere i rincari di costo, le imprese dell’industria chimica stanno utilizzando ogni leva disponibile – inclusa, ove possibile, la sostituzione del gas naturale con combustibili alternativi e la riformulazione dei prodotti – oltre ad investire con convinzione nella cogenerazione, nelle rinnovabili e nell’economia circolare.

Ma, l’integrale sostituzione dei combustibili fossili (petrolio e gas naturale) – impiegati dall’industria chimica non solo come fonti energetiche ma anche come materie prime – è allo stato attuale irrealizzabile.

Prima dello shock energetico – considerando entrambi gli impieghi – il costo dell’energia aveva un’incidenza sul valore della produzione pari al 14%, la più elevata nel panorama industriale e con punte ben più elevate per alcune produzioni.

La domanda risulta in diffuso arretramento e non evidenzia segnali di ripresa.

Tra i principali settori clienti, le costruzioni scontano una decisa frenata, dopo il boom del 2021-2022, ma i volumi di attività risultano in calo anche in ambiti meno ciclici come l’alimentare.

Mostrano andamenti più positivi solo i settori che beneficiano ancora di spazi di rimbalzo post-pandemico, quali la cosmetica e l’auto (quest’ultima più per la normalizzazione delle catene di fornitura che per effetti di domanda).

La chimica è in contrazione in tutta Europa con un andamento particolarmente penalizzante in Germania (-14% in gennaio-agosto) che rappresenta per l’Italia il primo partner commerciale (quota sull’export pari al 13%). Domanda debole e profonda incertezza – anche in un’ottica di medio termine – rendono concreti i rischi di razionalizzazione di alcune produzioni ad elevata intensità energetica.

La specializzazione italiana nella chimica delle specialità e di consumo (quota di produzione settoriale pari al 61% a fronte del 45% a livello UE) rappresenta un fattore di relativa tenuta, anche alla luce del rientro delle quotazioni del gas su livelli più gestibili, ma non sgombra il campo dalle preoccupazioni.

La filiera è strettamente interconnessa, di conseguenza l’indebolimento delle fasi a monte danneggia anche le attività a valle.

A fronte di una contrazione nei primi otto mesi (-9,6%) amplificata dal confronto con una prima parte dello scorso anno ancora su buoni livelli e dal decumulo delle scorte, si stima per l’intero 2023 un calo della produzione chimica in Italia del9% con un recupero nel 2024 modesto (+1%) e soggetto a rischi al ribasso in relazione all’evolvere dei costi energetici e del quadro economico complessivo.

Nell’anno in corso si assiste a un miglioramento ma non una normalizzazione della bilancia commerciale (riassorbita circa la metà degli oltre 6 miliardi di aggravio sperimentati nel 2022 rispetto al 2021).

La correzione dell’import (-12,3% in valore nei primi sette mesi dopo il +29,4% dello scorso anno) riflette non solo il parziale rientro dei costi energetici, ma anche l’indebolimento della domanda interna.

La quota di import dalla Cina, pressoché raddoppiata nel 2022, non vede un significativo ripiegamento.  Anche l’export italiano di chimica perde terreno (-7,0% dopo il +20,1% del 2022) risentendo di una domanda industriale debole a livello mondiale e in calo soprattutto nel mercato europeo.

L’andamento del saldo commerciale dimostra come, anche in condizioni avverse, non sia possibile fare a meno della chimica.

Un indebolimento dell’industria chimica italiana e europea comporterebbe una grave perdita dal punto di vista economico, sociale e ambientale anche perché sarebbe inevitabilmente accompagnato da un aumento dell’import, spesso con minori garanzie in termini ambientali e di sicurezza.

Al contrario, una politica industriale in grado di promuovere una transizione sostenibile potrebbe rappresentare un importante volano di sviluppo per il Paese.

Il Think Tank di IVS sul comparto valvole industriali

Al centro dell’incontro le grandi opportunità legate allo sviluppo delle tecnologie per la produzione dell’idrogeno quale fonte rinnovabile, la ripresa degli investimenti nell’Oil&Gas e la minaccia della perdita di competitività del comparto europeo legata al prezzo dell’energia e alla disponibilità delle materie prime

IVS – Industrial Valve Summit, la più importante manifestazione internazionale in Italia dedicata alle tecnologie delle valvole industriali e alle soluzioni di flow control, in collaborazione con VALVECampus, l’associazione che riunisce i produttori italiani di valvole industriali ha creato il “Think Tank” che ha analizzato il tema tanto attuale del rapporto tra la transizione e la sicurezza energetica: un argomento centrale tanto nel business quotidiano quanto in prospettiva per le aziende del comparto, che hanno discusso e condiviso le migliori strategie per affrontare il cambiamento.

Sono state analizzate le opportunità tecnologiche offerte dalla transizione energetica, soprattutto nell’ambito dell’idrogeno, ma si è pure approfondito lo stato dell’arte del mercato energetico, esaminando la direzione degli investimenti, le prospettive e le strategie del settore nel breve e medio periodo.

Tra le conseguenze economiche dei mutati rapporti geopolitici che sono effetto dell’invasione russa dell’Ucraina, è emersa la necessità di garantire un adeguato approvvigionamento energetico rinegoziando i rapporti di fornitura e differenziando le fonti. Da ciò è scaturita, all’interno del mercato energetico, l’inaugurazione di un nuovo ciclo di investimenti nelle fonti classiche dell’Oil&Gas in parallelo alle fonti rinnovabili.

Si tratta di un trend in controtendenza ma che sta offrendo interessanti opportunità alle aziende del comparto, a seguito di un decennio in cui gli investimenti si sono espressi con cautela rispetto alle fonti tradizionali. Le aspettative del settore restituiscono un quadro in cui la crescita dell’Oil&Gas proseguirà anche per i prossimi anni, anche in virtù dell’aumento della domanda energetica nel mondo.

A fianco del ciclo positivo delle fonti fossili, si aggiungono le vaste opportunità offerte dalla decarbonizzazione. Le valvole trovano infatti interessanti applicazioni nelle tecnologie CCS, ossia di cattura e di stoccaggio del carbonio, ma soprattutto nei processi di approvvigionamento, stoccaggio e distribuzione dell’idrogeno, indicato in modo trasversale come principale vettore della transizione energetica.

Oggi meno dell’1% dell’idrogeno è prodotto con processi low carbon o attraverso fonti rinnovabili. L’obiettivo sul lungo periodo, testimoniato dall’impegno sul tema da parte delle istituzioni sul piano europeo e nazionale (tanto che il PNRR ha destinato 3,6 miliardi allo sviluppo dell’idrogeno), è di arrivare a produrre la totalità della risorsa da fonti verdi.

Mentre oggi prevalgono l’idrogeno grigio, prodotto a partire da combustibili fossili, e l’idrogeno blu, sempre da combustibili fossili ma che prevede la cattura e lo stoccaggio della CO2 prodotta nel processo.

Il settore energetico lavora allo sviluppo di una rete di distribuzione dell’idrogeno sfruttando le infrastrutture già in uso per le risorse fossili e, dove non è possibile, costruirne di nuove per ricevere in prospettiva idrogeno puro anziché in blend al gas naturale. Dal contesto emerge un potenziale incremento della domanda di valvole oltre che di nuove tecnologie. Grande fermento ruota attorno ai progetti di ricerca e sviluppo, in particolare sui materiali, al fine di minimizzare la corrosività chimica dell’idrogeno e garantire equipaggiamenti efficienti e sicuri.

In parallelo, il settore è ingaggiato nel ridurre i consumi in una logica di sostenibilità che permetta di produrre consumando quantità inferiori di energia ed emettendo di meno.

Il tutto nell’ottica di potenziare e alimentare i criteri ESG delle imprese, fattori che risultano sempre più influenti nel direzionare gli investimenti e a rendersi attrattivi sul mercato.

Dal Think Tank è emerso come la trasformazione energetica non risulti strategica solo ai fini della decarbonizzazione ma, in prospettiva, anche per un tema di prezzo.

Oltre alle opportunità che i mercati stanno riservando al comparto, il Think Tank ha evidenziato le minacce che la filiera sta sperimentando, in primis a partire dal tema della perdita di competitività della supply chain europea.

I produttori europei, rispetto ai competitor dell’Estremo Oriente e degli Usa, risentono maggiormente della volatilità legata al prezzo dell’energia, oltre che della disponibilità e del prezzo delle materie prime.

I rincari si esprimono con un sovrapprezzo applicato sui prodotti che per le imprese italiane è più sensibile di quello delle aziende asiatiche e americane, che sono meno colpite dallo stress energetico.

Questa dinamica ha generato un’asimmetria tra l’offerta europea e quella americano-asiatica, allargando il gap tra i listini e determinando una perdita di competitività per il comparto locale.

La gestione dei sovrapprezzi è legata a doppio filo al tema delle indicizzazioni dei prodotti rispetto al costo delle materie prime.

Molti clienti dei valvolieri non accettano l’inserimento delle indicizzazioni nei contratti da parte dei fornitori, e la situazione diventa per le aziende delle valvole un ulteriore rischio da gestire. 

Per non perdere di competitività, è la supply chain a prendersi in carico i maggiori costi, in secondo luogo le società di ingegneria. Alla complessità del contesto, si aggiunge un tema di valuta, per via della forza che il dollaro ha manifestato negli ultimi mesi rispetto all’euro.

Dal Think Tank è emersa la necessità che la filiera produttiva e le società di ingegneria elaborino scelte condivise, e che il superamento delle criticità dipenda dalla riconfigurazione della supply chain. Un processo per cui serve negoziare nuovi modelli e abbandonare una governance statica, per affrontare una situazione nuova con soluzioni innovative.

Sono intervenuti nel punto stampa:
Luca Pandolfi, Project Manager di IVS – Industrial Valve Summit;
Francesco Apuzzo, Segretario e cofondatore di Valve Campus;
Marco Medovic, Sales Manager divisione Pipeline&Process di Tenaris
Paolo Carrera, Chief Commercial Officer di H2 Energy
Sissi Bellomo, Il Sole 24 Ore

Il comparto nazionale e locale delle valvole industriali

In occasione di IVS 2022 è stato presentato il nuovo Osservatorio IVS-Prometeia “The oil & gas valve industry in Italy”, realizzato con il contributo dell’ufficio studi di Confindustria Bergamo. Lo studio fotografa lo stato del comparto italiano, che conta 255 imprese (di cui più del 90% è Pmi), 11.400 addetti e un valore della produzione pari a 3.2 miliardi di euro.

Numeri che rendono la filiera delle valvole per l’Oil&Gas un settore ‘core’ del manifatturiero italiano, oltre che una delle eccellenze nascoste del Made in Italy. Quasi 2 valvole su 5 per l’Oil&Gas prodotte in Europa sono italiane. Il nostro Paese è in testa alla graduatoria dei maggiori produttori UE, grazie alla presenza di una filiera completa, sia in termini di prodotti finiti che di componenti e prodotti ausiliari.

In particolare, il territorio di Bergamo rappresenta il fulcro del settore italiano. Entro un raggio di 100 km dalla provincia ha sede un distretto industriale che genera oltre il 90% della produzione nazionale del comparto. Nel 2020 gli investimenti mondiali nel settore dell’Oil&Gas sono calati di circa il 30% e il recupero del 2021 si è espresso a ritmi moderati ma insufficienti a riagganciare i livelli pre-pandemia.

Di conseguenza, anche la domanda mondiale all’importazione di valvole per l’Oil&Gas ha archiviato il 2021 su livelli più contenuti (del 2% circa) rispetto a quelli del 2019. Lo shock del 2020 ha determinato una contrazione del fatturato delle imprese del settore (-11%): un ripiegamento in linea con quello dei competitor internazionali. Tra il 2020 e il 2021, le esportazioni italiane di valvole per il settore energetico sono cresciute a ritmi in linea o più elevati rispetto a quelle dei competitor in oltre il 60% dei top-100 mercati mondiali.

Dal 2015, la Fiera di Bergamo ospita IVS – Industrial Valve Summit, la fiera internazionale dedicata alle valvole industriali e alle tecnologie di flow control. La quarta edizione del Summit si è chiusa con un afflusso finale di 12.000 visitatori, provenienti da più di 60 Paesi in rappresentanza di tutti e cinque i continenti, segnando una partecipazione ancora maggiore rispetto al terzo appuntamento del Summit.

IVS ha ospitato quasi 300 aziende espositrici (+17% rispetto al 2019), provenienti da 12 Paesi: oltre all’Italia, si tratta di Germania, Gran Bretagna, Stati Uniti d’America, Francia, Corea del Sud, Spagna, Paesi Bassi, Belgio, Sudafrica, Turchia e Repubblica Ceca.

Da record anche le superfici del Summit, che nel 2022 si è sviluppato su 15 mila metri quadrati complessivi, grazie alla creazione di un terzo padiglione. Numeri che raccontano come IVS si sia affermato come un appuntamento imprescindibile per tutta la filiera globale connessa alle valvole industriali e al controllo del flusso.

VALVEcampus è un’associazione di produttori di valvole industriali e componenti per l’industria Oil&Gas e Power Generation. Nata dalla volontà di sei soci di promuovere e diffondere tra i professionisti la cultura tecnica delle valvole industriali, opera come agenzia formativa nelle aree del design, norme tecniche, metallurgia, sistemi di tenuta e componenti ausiliari per valvole industriali. Oggi conta più di 40 associati e ogni anno organizza più di 15 tra corsi di formazione e webinar.

L’Associazione rappresenta da sempre il partner scientifico di riferimento di IVS – Industrial Valve Summit, di cui cura la parte convegnistica. VALVECampus ha come obiettivo la promozione del know-how, della professionalità e del ruolo internazionale che l’Italia ricopre all’interno della filiera con le sue molteplici attività.

Il Valve Industry Think Tank incarna la missione dell’Associazione, in quanto rappresenta un’agorà dove condividere opinioni, novità e aspettative del mercato, in cui è possibile confrontarsi sulle nuove opportunità, sugli scenari e sulle strategie da condividere con tutti gli attori della filiera.

PNRR, nuove misure: Investimenti sostenibili 4.0

Si tratta di aiuti legati a investimenti sostenibili in tecnologie 4.0, economia circolare e risparmio energetico nell’ambito del DL appena approvato in ordine al PNRR

La misura, chiamata Investimenti sostenibili 4.0, ha l’obiettivo di favorire la trasformazione tecnologica e digitale delle imprese, e superare la contrazione causata dal Covid, anche riorientando la ripresa degli investimenti verso ambiti strategici per la competitività e la crescita sostenibile del sistema economico.

La dotazione finanziaria complessiva è pari a euro 677.875.519,57, di cui:

  • 250.207.123,57 euro per le Regioni del Centro-Nord a valere sulle risorse dell’iniziativa “REACT – EU” destinate all’Asse prioritario VI del Programma Operativo Nazionale (PON) “Imprese e competitività” 2014-2020
  • 427.668.396,00 euro per le Regioni del Mezzogiorno.

Una quota pari al 25% della dotazione finanziaria complessiva è destinata ai programmi proposti dalle micro e piccole imprese.

A chi si rivolge

Ecco i requisiti richiesti alle micro, piccole e medie imprese per poter beneficiare degli investimenti sostenibili.

Queste devono:

  • essere regolarmente costituite, iscritte e attive nel registro delle imprese
  • essere nel pieno e libero esercizio dei propri diritti, non essere in liquidazione volontaria e non essere sottoposte a procedure concorsuali
  • non essere già in difficoltà al 31 dicembre 2019, fatte salve le deroghe previste per le micro e piccole imprese dalla disciplina in materia di aiuti di riferimento
  • trovarsi in regime di contabilità ordinaria e disporre di almeno due bilanci approvati e depositati presso il registro delle imprese ovvero aver presentato, nel caso di imprese individuali e società di persone, almeno due dichiarazioni dei redditi
    essere in regola con le disposizioni vigenti in materia di normativa edilizia e urbanistica, del lavoro, della prevenzione degli infortuni e della salvaguardia dell’ambiente ed essere in regola in relazione agli obblighi contributivi
  • aver restituito somme dovute a seguito di provvedimenti di revoca di agevolazioni concesse dal Ministero
  • non aver effettuato, nei due anni precedenti la presentazione della domanda, una delocalizzazione verso l’unità produttiva oggetto dell’investimento
  • non trovarsi in una delle situazioni di esclusione previste dall’art. 5, comma 2, del DM 10 febbraio 2022.

Attività economiche ammesse agli investimenti sostenibili

Gli incentivi vengono riconosciuti per tutte le attività manifatturiere, ad eccezione delle attività connesse ad alcuni settori che subiscono limitazioni derivanti dalla normativa Ue:

  • siderurgia
  • estrazione del carbone
  • costruzione navale
  • fabbricazione delle fibre sintetiche
  • trasporti e relative infrastrutture
  • produzione e distribuzione di energia
  • infrastrutture

Esclusi dagli aiuti anche i programmi d’investimento che non garantiscono il rispetto del principio DNSH (Do No Significant Harm), cioè che “arrecano un danno significativo”.

Sono inoltre ammesse attività di servizi alle imprese.

Cosa finanzia

La misura prevede la concessione di agevolazioni in favore di programmi di investimento proposti da micro, piccole e medie imprese conformi ai principi di tutela ambientale e ad elevato contenuto tecnologico, coerente con il piano Transizione 4.0, con priorità per quelli in grado di offrire un particolare contributo agli obiettivi di sostenibilità definiti dall’Unione europea e per quelli volti, in particolare, a favorire la transizione dell’impresa verso il paradigma dell’economia circolare e a migliorare la sostenibilità energetica dell’impresa.

programmi di investimento devono:

  • prevedere l’utilizzo delle tecnologie abilitanti afferenti al piano Transizione 4.0 e l’ammontare delle spese deve risultare preponderante rispetto al totale dei costi ammissibili del programma
  • essere diretti all’ampliamento della capacità alla diversificazione della produzione, funzionale a ottenere prodotti mai fabbricati in precedenza o al cambiamento fondamentale del processo di produzione di un’unità produttiva esistente o alla realizzazione di una nuova unità produttiva
  • essere realizzati presso un’unità produttiva localizzata nel territorio nazionale
  • rispettare queste soglie di importo delle spese ammissibili:
    – nel caso di programmi di investimento da realizzare nelle Regioni Molise, Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sicilia e Sardegna, spese ammissibili non inferiori complessivamente a 500mila euro e non superiori a 3 milioni di euro e, comunque, all’80% del fatturato dell’ultimo bilancio approvato e depositato
    – nel caso di programmi di investimento da realizzare nelle Regioni Abruzzo, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Toscana, Trentino Alto-Adige, Umbria, Valle d’Aosta e Veneto, spese ammissibili non inferiori complessivamente a 1 milione di euro e non superiori a 3 milioni di euro e, comunque, all’80% del fatturato dell’ultimo bilancio approvato e depositato
  • essere avviati successivamente alla presentazione della domanda
  • prevedere un termine di ultimazione non successivo a 12 mesi dalla data del provvedimento di concessione delle agevolazioni.

Per i programmi caratterizzati da un particolare contenuto di sostenibilità sono previsti specifici criteri di valutazione, che consentono all’impresa proponente di conseguire un punteggio aggiuntivo nell’ambito dell’attività di valutazione dell’istanza prevista per l’accesso alle agevolazioni.

Spese ammesse

Sono ammesse alle agevolazioni le spese che riguardino:

  • macchinari, impianti e attrezzature
  • opere murarie, nei limiti del 40% del totale dei costi ammissibili
  • programmi informatici e licenze correlati all’utilizzo dei beni materiali
  • acquisizione di certificazioni ambientali
  • servizi di consulenza diretti alla definizione della diagnosi energetica, nei limiti del 3% dell’importo complessivo delle spese ammissibili e a condizione che l’effettuazione della diagnosi non costituisca un adempimento obbligatorio per l’impresa ai sensi della normativa di riferimento (solo per i progetti di investimento volti al miglioramento della sostenibilità energetica dell’impresa).

Le agevolazioni

Le agevolazioni sono concesse sotto forma di contributo in conto impianti, a copertura di una percentuale nominale massima delle spese ammissibili determinata in funzione del territorio di realizzazione dell’investimento e della dimensione delle imprese beneficiarie.

In particolare:

  • per i programmi di investimento da realizzare nei territori delle Regioni Calabria, Campania, Puglia, Sicilia, il contributo massimo è pari al 60% delle spese ammissibili per le imprese di micro e piccola dimensione e al 50% per le imprese di media dimensione
  • per i programmi di investimento da realizzare nei territori delle regioni Basilicata, Molise e Sardegna, il contributo massimo è pari al 50% delle spese ammissibili per le imprese di micro e piccola dimensione e al 40% per le imprese di media dimensione
  • per i programmi di investimento da realizzare nelle Regioni Abruzzo, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Toscana, Trentino Alto-Adige, Umbria, Valle d’Aosta e Veneto, il contributo massimo è pari al 35% per le imprese di micro e piccola dimensione e al 25% delle spese ammissibili per le imprese di media dimensione.

(a cura della Redazione)

TERRANOVA INSTRUMENTS TORNA IN PRESENZA AD ADIPEC 2021

Ospitato dall’Abu Dhabi National Oil Company (ADNOC), ADIPEC è il luogo di incontro più influente al mondo in cui le società e i professionisti del petrolio, del gas e dell’energia si riuniranno di persona

E lo faranno in modo sicuro e protetto, per coinvolgere e identificare le opportunità che sbloccheranno nuovo valore in un panorama energetico in continua evoluzione.

La mostra ADIPEC offre opportunità per acquirenti e venditori di incontrarsi, imparare, fare rete, fare affari e scoprire nuovi prodotti, soluzioni e tecnologie da oltre 2.000 aziende espositrici, che comprende oltre 51 NOC, IOC e IEC, nonché 26 padiglioni nazionali internazionali, fornendo un ambiente di livello mondiale per il commercio lungo l’intera catena del valore del settore.

I programmi della conferenza forniscono approfondimenti sia strategici che tecnici mentre più di 1.000 leader tra ministri, amministratori delegati, responsabili politici e influencer discutono e condividono le loro intuizioni sugli ultimi sviluppi che modellano il settore attraverso il programma strategico e oltre 800 esperti tecnici di tutto il mondo, forniscono 127 sessioni in 4 giorni di scambio di conoscenze business-critical.

TERRANOVA INSTRUMENTS – Stand 12333, Padiglione 12, dal 15 al 18 Novembre

Per maggiori informzioni: www.terranova-instruments.com

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TERRANOVA® GOES LIVE AGAIN AT ADIPEC 2021

Hosted by the Abu Dhabi National Oil Company (ADNOC), ADIPEC is the world’s most influential meeting place where oil, gas and energy companies and professionals will convene in-person, safely and securely, to engage and identify the opportunities that will unlock new value in an evolving energy landscape.

The exhibition provides opportunities for buyers and sellers to meet, learn, network, do business and discover new products, solutions and technologies from over 2,000 exhibiting companies, which includes over 51 NOCs, IOCs and IECs as well as 26 international country pavilions, providing a world-class environment for trade across the industry’s full value chain.

The conference programmes provide both strategic and technical insights as more than 1,000 leading Ministers, CEOs, policy makers and influencers debate and share their insights on the latest developments that shape the industry across the strategic programme and over 800 technical experts from around the world, deliver 127 sessions across 4 days of business-critical knowledge-exchange.

Come and visit at Stand 12333, Hall 12, November 15-18.

www.terranova-instruments.com

Industria italiana delle tecnologie: nuove opportunità dal Brasile

imptrese italiane tecnologie in Brasile

Il focus sulle nuove opportunità delle tecnologie in Brasile, fa parte di un più ampio percorso di promozione internazionale strutturato in attività virtuali a seguito della pandemia

Una cinquantina di Aziende hanno preso parte al Webinar di approfondimento “Brazil: business opportunities for electrical engineering & electronic companies”, organizzato da Ice Agenzia con il supporto del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, dell’Ambasciata d’Italia in Brasile e in collaborazione con Anie, la Federazione che rappresenta l’industria Elettrotecnica ed Elettronica italiana.

L’incontro ha rappresentato la prima tappa della missione virtuale rivolta al Brasile ed è stato occasione per approfondire le opportunità che il Paese offre nei settori dell’Elettrotecnica e dell’Elettronica, con particolare focus sui mercati dell’Energia e delle Energie Rinnovabili.

Il Webinar si è aperto con l’introduzione dell’Ambasciatore d’Italia in Brasile, Francesco Azzarello, e della Responsabile Relazioni Internazionali di Anie, Mariarosaria Fragasso. A seguire, moderati da Ferdinando Fiore, Direttore dell’Ufficio Ice di San Paolo, si sono tenuti i panel tecnici a cura delle associazioni locali Abinee, Absolar e Abeeolica, che hanno fornito una panoramica dei settori elettrotecnico ed elettronico con un focus specifico sul segmento fotovoltaico ed eolico.

Enel Green Power Brazil e il Gruppo Terna hanno portato ai partecipanti presentando la propria esperienza di successo sul mercato brasiliano. Il webinar si è concluso con un intervento a cura dello Studio Legale Guarnera Advogados, incentrato sugli aspetti legali e doganali che le imprese italiane devono tenere in considerazione nell’approccio al mercato.

A questo evento seguirà, nelle prossime settimane, l’organizzazione di una giornata di incontri B2B in modalità virtuale sulla piattaforma Smart 365 di ICE Agenzia; è prevista la partecipazione di 10-15 imprese italiane del settore e una delegazione di operatori brasiliani selezionati dall’Ufficio Ice di San Paolo.

Lo scenario

L’Industria Anie è composta da settori tecnologicamente avanzati e altamente specializzati, che rappresentano 84 miliardi di euro di fatturato totale e 500.000 addetti.

L’incidenza dell’export sul fatturato totale è strutturalmente superiore al 50% e le imprese esportatrici sono il 40% sul totale, il doppio rispetto alla media manifatturiera.

Negli ultimi anni, prima della crisi Covid-19, a fronte di una domanda interna più debole, le imprese Anie hanno rafforzato il presidio sui mercati esteri e hanno fortemente diversificato a livello geografico i mercati di destinazione, cogliendo opportunità di crescita al di fuori della tradizionale area europea. Oltre 200 sono i Paesi esteri raggiunti dalle esportazioni elettrotecniche ed elettroniche italiane e fra i primi trenta mercati di destinazione del settore oltre il 60% sono oggi extra UE.

Nel 2020 l’andamento dell’Elettrotecnica ed Elettronica italiane si inquadra in un contesto macroeconomico critico dove, alla forte debolezza della domanda interna, si è unita una frenata anche delle esportazioni.

Sulla base dei preconsuntivi elaborati dal Servizio Studi Anie, si stima che gli effetti negativi della pandemia abbiano portato complessivamente il fatturato aggregato dei settori Anie su livelli inferiori del 7,3% rispetto al 2019, con perdite sul mercato interno ancora più ampie.

Le stime sull’evoluzione futura del settore vedono un ritorno sui livelli pre Covid solo nel 2022, nell’ipotesi di contenimento del rischio pandemico e di una ricaduta positiva sul sistema industriale del sostegno che potrà venire dai programmi europei.

L’evoluzione del Paese

Il Brasile rappresenta il primo mercato di destinazione dell’export italiano di Elettrotecnica ed Elettronica in America latina.

L’importante processo di trasformazione energetica e gli incentivi che il Paese riserva all’innovazione aprono interessanti opportunità per le imprese italiane.

Dopo la battuta d’arresto registrata nel 2020 per effetto dell’emergenza sanitaria, nel 2021 si attende un incremento del PIL del Paese pari al 3,5%.

Questo Paese ha bisogno di importanti interventi di ammodernamento della dotazione infrastrutturale (si stima che per soddisfare questo fabbisogno dovrebbe essere dedicato annualmente il 5% del PIL).

Guardando al mercato dell’Energia, il settore si caratterizza per una rapida crescita sia nell’ambito delle fonti tradizionali, sia di quelle rinnovabili, in linea con il Piano nazionale di espansione al 2023.

Economia Circolare: un sistema economico pianificato per il riutilizzo dei materiali

economia circolare

Secondo la definizione della Ellen MacArthur Foundation economia circolare «è un termine generico per definire un’economia pensata per potersi rigenerare da sola.

<<In un’economia circolare i flussi di materiali sono di due tipi: quelli biologici, in grado di essere reintegrati nella biosfera, e quelli tecnici, destinati ad essere rivalorizzati senza entrare nella biosfera>>.

L’economia circolare è dunque un sistema economico pianificato per riutilizzare i materiali in successivi cicli produttivi, riducendo al massimo gli sprechi.

Il modello economico lineare ‘take-make-dispose’ si basa sull’accessibilità di grandi quantità di risorse ed energia ed è sempre meno adatto alla realtà in cui ci troviamo ad operare.

Le iniziative a sostegno dell’efficienza – che lavorano per la riduzione delle risorse e dell’energia fossile consumata per unità di produzione – da sole possono ritardare la crisi del modello economico, ma non sono sufficienti a risolvere i problemi dati dalla natura finita degli stock.

Si pone quindi come necessaria la transizione dal modello lineare ad un modello circolare, che nella considerazione di tutte le fasi – dalla progettazione, alla produzione, al consumo, fino alla destinazione a fine vita – sappia cogliere ogni opportunità di limitare l’apporto di materia ed energia in ingresso e di minimizzare scarti e perdite, ponendo attenzione alla prevenzione delle esternalità ambientali negative e alla realizzazione di nuovo valore sociale e territoriale.

Si tratta di un ripensamento complessivo e radicale rispetto al modello produttivo classico, basato sull’ipersfruttamento delle risorse naturali e orientato all’unico obiettivo della massimizzazione dei profitti tramite la riduzione dei costi di produzione.

Adottare un approccio circolare significa rivedere tutte le fasi della produzione e prestare attenzione all’intera filiera coinvolta nel ciclo produttivo.

Su base scientifica

L’economia circolare prende spunto dai meccanismi di retroazione non lineari che contraddistinguono i sistemi viventi e assume che i sistemi economici debbano funzionare come organismi in cui le sostanze nutrienti sono elaborate e utilizzate, per poi essere reimmesse nel ciclo sia biologico che tecnico. Da qui deriva il concetto ricorrente, nell’ambito dell’economia circolare, di “ciclo chiuso” o “rigenerativo”.

Come nozione generica trae da un certo numero di approcci più specifici, tra cui Cradle to Cradle, biomimetica, ecologia industriale e economia blu. Il concetto di economia circolare dovrebbe costituire un quadro di riferimento per il pensiero, e i suoi sostenitori sostengono che sia un modello coerentemente valido come risposta alla fine dell’era del petrolio a buon mercato e dei materiali.

Ambito di applicazione

L’espressione fa riferimento sia a una concezione della produzione e del consumo di beni e servizi alternativa rispetto al modello lineare (ad esempio attraverso l’impiego di energie rinnovabili in luogo dei combustibili fossili), sia al ruolo della diversità come caratteristica imprescindibile dei sistemi resilienti e produttivi.

Nell’economia circolare è insita la messa in discussione del ruolo del denaro e della finanza: alcuni suoi pionieri hanno proposto di modificare gli strumenti di misurazione della performance economica in modo da tenere conto di più aspetti oltre a quelli che determinano il prodotto interno lordo.

Principi fondamentali

I rifiuti sono nutrimento

I rifiuti non esistono. I componenti biologici e tecnici di un prodotto (i nutrienti, per stare alla metafora biologica) sono progettati col presupposto di adattarsi all’interno di un ciclo dei materiali, progettato per lo smontaggio e riproposizione.

I nutrienti biologici sono atossici e possono essere semplicemente compostati. I nutrienti tecnici – polimeri, leghe e altri materiali artificiali – sono progettati per essere utilizzati di nuovo con un dispendio di energia minimo.

La diversità è forza

Modularità, versatilità e adattabilità sono da privilegiare in un mondo in incerta e veloce evoluzione. Lavorando verso l’economia circolare, dovremmo concentrarci su prodotti di più lunga durata, sviluppati per l’aggiornamento, l’invecchiamento e riparazione, considerando strategie come il design sostenibile. Diversi prodotti, materiali e sistemi, con molti collegamenti e misure sono più resistenti di fronte a shock esterni, rispetto ai sistemi costruiti solo per l’efficienza.

Fine dello spreco d’uso del prodotto

Gran parte della materia trasformata in oggetti giace inutilizzata per la maggior parte della sua vita. Magazzini colmi di macchinari in attesa di essere dismessi, scatoloni in cantina pieni di vestiti con scarso valore affettivo, oggetti comprati e usati una volta l’anno. L’economia circolare guarda ai processi di condivisione di prodotti e oggetti (economia collaborativa). Ad esempio un’automobile giace inutilizzata per circa il 90% del suo tempo contro il 60% di un’auto del car-sharing.

Energia da fonti rinnovabili

Come per tutti gli esseri viventi, l’energia dovrebbe provenire dal flusso generato dalle forze naturali, prima tra tutte l’energia solare.

Filtrazione: soluzioni eccellenti da Bea Technologies

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Bea Technologies offre soluzioni per la filtrazione di liquidi e gas compressi dedicate alle specifiche necessità di diverse tipologie di industrie: meccanica, chimica, vernici, inchiostri e pitture, automotive, tessile, produzione di energia

La competenza in applicazioni tipiche quali filtrazione di reagenti, solventi e coloranti, protezione di scambiatori di calore, filtrazione del condensato ha permesso di sviluppare prodotti con caratteristiche in linea con le necessità quotidiane dell’industria e servizi di laboratorio e di assistenza tecnica altamente professionali.

La qualità fa la differenza nei momenti critici

Scegliere come fornitore un costruttore, con un’elevata competenza tecnica e un’organizzazione strutturata, fa la differenza nei momenti critici.

Significa avere prodotti di qualità certificata, controllati e in regola con le normative del settore, ma anche poter contare sulla consulenza di un partner esperto.

Elementi imprescindibili per le società abituate ad affrontare scenari futuri con un focus al “risk base thinking” che non vogliono essere impreparate di fronte alle sfide del mercato.

Rapida, efficace, competente, l’assistenza Bea Technologies si pone da sempre al servizio delle industrie con diversi servizi:

• Prove nel Laboratorio interno BEA e test in campo presso l’azienda cliente per dimensionare l’impianto e ottimizzare il processo produttivo

• Scorte ottimizzate per garantire forniture rapide

• Assistenza tecnica internazionale.

• Tempi di consegna rapidi e certi

• Customer service disponibile per ogni esigenza di carattere commerciale

Progettazione e fornitura in “Private Label”

Bea Technologies mette a disposizione dei costruttori di macchine e fornitori di servizi all’industria, linee dedicate in Private Label.

Il Servizio Commerciale e l’Ufficio Tecnico sono a disposizione del cliente per identificare le soluzioni in linea con le sue necessità.

Affidabili, efficienti, customizzate, così sono le soluzioni di filtrazione proposte da Bea Technologies per il settore Industry, ogni prodottonasce da una costante ricerca tecnologica, dall’accurata selezione dei materiali, da un processo produttivo rigoroso e viene verificato con test specifici.

Alla ricerca della soluzione giusta

Soluzioni di filtrazione dedicate per applicazioni specifiche.

Vincoli legislativi, criticità tipiche, complessità di processo: ogni applicazione ha caratteristiche specifiche, che devono essere attentamente considerate nella fase di selezione del sistema di filtrazione più adatto.

Per ciascuna industria e applicazione del settore INDUSTRY, Bea Technologies suggerisce uno o più prodotti dedicati.

Per il settore chimico Bea Technologies propone soluzioni per la purificazione di intermedi e reagenti, purificazione di solventi-resine e fluidi aggressivi, stabilizzazione microbiologiche, trattamento acqua e gestione delle utilities (vapore e gas compressi), polmonazione per serbatoi di stoccaggio.

Per il settore vernici, inchiostri e pitture, invece, offre trattamenti per vernici e smalti a base acqua, trattamenti per vernici e smalti a base solvente,  filtrazione di precisione di inchiostri per stampa digitale e ink-jet.

Per il comparto meccanico acque primarie e di raffreddamento, oli idraulici , oli minerali combustibili.

Per quello automotive, filtrazione in impianti di verniciatura

Per il tessile, trattamento aria compressa e filtrazione acque di lavaggio

Per il settore energia, infine, Bea offre protezione di impianti di osmosi inversa, filtrazione del condensato e filtrazione acque primarie e di raffreddamento.

FILTROMATIC

Per la rimozione del particolato solido, BEA Technologies ha ideato il prodotto FILTROMATIC, un filtro per acqua, autopulente a controlavaggio. Completamente automatico, questo filtro, è in grado di trattare portate d’acqua da 20 a 10.000 m3/h e, grazie alla sua piena versatilità, può essere utilizzato in settori industriali critici , che richiedono un funzionamento ininterrotto. Filtra in maniera automatica, senza parti da sostituire, fino a 50 micron.

Green economy: finanziamenti per le filiere strategiche

green economy

Investimenti di 50 miliardi l’anno fino al 2030 che contribuiranno a una crescita del PIL dello 0,5% ogni anno e ad oltre 5 milioni di posti di lavoro, nei settori della green economy 

Tutto questo in un programma di transizione energetica sulle filiere strategiche: idrogeno e rinnovabili con l’obiettivo di porre l’Italia come il soggetto trainante a livello europeo.

Sono queste le azioni e i numeri messi in campo da Ministero dello Sviluppo Economico e Confindustria che, nel corso di un incontro tra il Ministro Stefano Patuanelli e il delegato per l’Energia di Confindustria Aurelio Regina, hanno iniziato a delineare le strategie industriali del Green New Deal annunciato nei mesi scorsi dal Governo Conte.

 “Il Ministro Patuanelli – spiega una nota – ha dato il via libera alle misure per facilitare la transizione di importanti settori industriali  gasivori  ed evitarne la delocalizzazione.

Su questo punto saranno riavviate due misure, una di carattere nazionale e l’altra in corso di notifica alla Commissione UE che consentiranno di ridurre il differenziale di prezzo rispetto ai players industriali europei nel settore del gas.

Sul tema ETS, il sistema per lo scambio di quote emissione di gas a effetto serra dell’UE, sarà avviato un tavolo comune per dare attuazione delle norme emanate con la nuova Direttiva Emission Trading, i costi indiretti ETS e per una attenta valutazione delle proposte Comunitarie per la riforma della fiscalità energetica”.

Industrie pronte a investire ma servono regole chiare

Le misure annunciate dal ministero erano attese da tempo dalle imprese del comparto che chiedevano regole precise per un settore, quello delle energie rinnovabili e della green economy.

Un settore che è pronto ad investire, anche con operazioni di reshoring ma che, per farlo, necessita di un quadro normativo che deve essere chiaro e con un orizzonte temporale ben definito.

L’auspicio di Confindustria, quindi, è che questo piano possa colmare alcuni gap di competitività, come quello sul prezzo del gas naturale, rilanciare le filiere italiane, e risolvere crisi che ormai si trascinano da anni e che rischiano di cancellare interi comparti strategici, come l’acciaio.

Sinn Power: Piattaforma galleggiante modulare

Sinn Power: Piattaforma galleggiante modulare
Crea energia da onde, vento e luce solare

La prima piattaforma galleggiante che può servirsi dell’energia creata dalle onde, dal vento e dalla luce del sole, è stata creata da una start-up tedesca, Sinn Power.

Non si tratterebbe di una banale piattaforma per raccogliere l’energia offshore, sostanzialmente quella dalle onde e dalla luce del Sole ma di un progetto modulare, facile da connettere quindi da espandere per il quale, come fa intendere la stessa start-up, sono possibili combinazioni diverse a seconda delle esigenze.

Per come è strutturata, una piattaforma galleggiante del genere potrebbe fornire energia, a vari livelli, alle isole così come a intere comunità costiere.
Ogni unità galleggiante, definibile come “modulo” è fatta da quattro convertitori che creano energia elettrica dal movimento delle onde.

La stessa unità può anche vantare, a richiesta, ad esempio quelle zone in cui il mare è quasi sempre calmo, di una serie di celle fotovoltaiche da 20 kW.
Infine la stessa piattaforma galleggiante può sfruttare anche l’energia del vento in quanto può essere dotata anche di quattro turbine eoliche da 6 kWp.

Philipp Sinn, CEO di Sinn Power, fa capire che non c’è un limite alle unità che si possono attaccare l’una all’altra e quindi alla grandezza dell’intera piattaforma galleggiante e quindi all’energia che può creare e derogare.
“È super modulare. Possiamo sempre usare le stesse parti, la stessa elettronica indipendentemente dalla configurazione costruita”, spiega lo stesso Sinn in un comunicato stampa pubblicato sul sito della società. Attualmente una piattaforma galleggiante  di test è presente in maniera permanente poco al largo dell’isola di Creta, nei pressi di Heraklion.
Ora il ricercatore spera che i politici rappresentanti delle varie nazioni europee possano prendere in considerazione questa idea.