NASCE DA UNA STARTUP ITALIANA LA SANIFICAZIONE 4.0

SANIXAIR sanificazione 4.0

Si chiama Sanixair la startup italiana ad alta innovazione tecnologica – creata da un pool di imprenditori con esperienza ventennale nei settori delle energie rinnovabili, tecnologie ambientali ed efficientamento energetico – che ha messo a punto un sistema ingegnerizzato di sanificazione in continuo dell’aria, attivo h24.

Il sistema sfrutta di base la tecnologia della fotocatalisi, la stessa utilizzata dalla NASA per la sanificazione degli ambienti destinati alle missioni aerospaziali, aggiornata e implementata dal reparto R&D di Sanixair, combinandola con altre tecnologie, come la ionizzazione ed i rivestimenti murari fotocatalitici, per creare soluzioni integrate e flessibili, progettate su misura in funzione del contesto in cui si rende necessario l’intervento.

Si tratta dunque di una soluzione personalizzabile, in grado di generare all’interno di qualsiasi edificio costantemente un ambiente caratterizzato da aria microbiologicamente sicura, il cui corretto funzionamento e mantenimento è controllato da remoto con un sistema IoT sviluppato in collaborazione con Microsoft. Grazie alla costante raccolta ed elaborazione dei dati, il sistema di sanificazione ambientale.

SANIXAIR esempio di fotocatalizzatore
SANIXAIR esempio di fotocatalizzatore

Sanixair è in grado di lanciare alert in tempo reale in caso di eventuali anomalie e di affrontare con un approccio predittivo la delicata questione della qualità dell’aria negli ambienti chiusi, in cui la maggior parte delle persone trascorre l’85% del tempo.

Il risultato è una soluzione sempre operativa e pienamente efficace, grazie all’alto contenuto di innovazione tecnologica, rivoluzionaria rispetto ad un mercato che si basa prevalentemente su soluzioni shock di igienizzazione chimica periodica, che spesso per essere attuate impongono l’interruzione delle attività per diversi giorni.

Il sistema Sanixair, una volta installato, funziona in continuo e non necessita di interventi straordinari o invasivi.

Rispetto al mercato, che si basa ancora su un sistema tradizionale di vendita del servizio, la startup italiana ha introdotto inoltre una formula di noleggio del servizio, che permette una migliore accessibilità e sostenibilità economica da parte delle attività.

SANIXAIR sistema principio fotocatalisi
SANIXAIR sistema principio fotocatalisi

Per agevolare una ripresa serena delle attività nei luoghi di aggregazione sociale (centri commerciali, musei, cinema, discoteche, teatri, palestre, hotel, resort, centri congressi e SPA) dopo l’interruzione imposta dall’emergenza Covid-19, attraverso la campagna “Riparti Italia”, Sanixair rimborserà i primi 2 mesi di canone alle grandi strutture che nei mesi di aprile e maggio chiederanno l’installazione del sistema di sanificazione.

LINK: Sanixair; sanificazione in continuo dell’aria; Riparti Italia

Yamaha lancia due robot Scara

Robot con payload da 10 kg

I due nuovi modelli sono disponibili a partire dal 16 aprile (in Italia il distributore è Atti srl)

Yamaha Motor Europe lancia due nuovi modelli che si aggiungono alla famiglia di robot Scara YK-XE. Si tratta del modello YK610XE-10, con un braccio di lunghezza 610 mm, e YK710XE-10 con una lunghezza del braccio di 710 mm, che vanno a estendere la disponibilità di soluzioni ad alta velocità ed alta efficienza.

I due nuovi modelli sono disponibili a partire dal 16 aprile (in Italia il distributore è Atti srl).

Contando anche il modello robot YX400XE-4, disponibile lo scorso anno, che presenta una lunghezza del braccio di 400 mm, la famiglia YK-XE ora include tre modelli. Grazie a questa disponibilità è possibile coprire un maggior numero di casi d’uso: non solo assemblaggio, trasporto e smistamento di piccoli componenti (come quelli presenti in smartphone e PC) ma anche quello di componenti più grandi come quelli presenti in elettrodomestici e automobili.

I due nuovi modelli di robot offrono prestazioni elevate, con un carico utile massimo di 10 kg ed un tempo di ciclo standard di soli 0,39 secondi per il modello YX610XE-10 e di soli 0,42 secondi per il modello YK710XE-10, permettendo così di migliorare la produttività. Agli utenti, grazie al prezzo contenuto, viene permesso di migliorare le prestazioni di produzione e i margini operativi.

SDProget : Nasce Web Training

SDProget formazione on-line

Il programma Web Training di SDProget offre un ciclo di corsi di formazione online e webinar gratuiti, dedicati all’approfondimento dei temi più importanti della progettazione elettrica

Fondata nella metà degli anni ‘80 come attività di progettazione di impianti automatici e macchine speciali nel settore industriale, nel 1988 SDProget Industrial Software srl si specializza nello sviluppo di Software di Progettazione per l’Automazione CAD.

Attualmente, SDProget Industrial Software è leader nello sviluppo di software CAD per la progettazione nei settori dell’automazione industriale, dell’impiantistica civile, industriale e terziario e per il settore del cablaggio elettrico, con oltre 12.000 clienti con oltre 35.000 installazioni in Italia.

L’azienda impiega oggi uno staff di 30 persone nella sede aziendale di Almese e gestisce una rete commerciale di rivenditori qualificati sul territorio nazionale, oltre ad una proficua collaborazione con gli operatori della grande distribuzione elettrica.

SDProget mette a disposizione una nuova opportunità di crescita professionale grazie a Web Training, un ciclo di corsi di formazione e webinar gratuiti dedicati all’approfondimento di diversi argomenti inerenti la progettazione elettrica.

Il programma Web Training è estremamente utile e comodo, perché i corsi sono proposti in forma di webinar live e possono essere seguiti comodamente da qualsiasi luogo, senza impegni e costi di spostamento.

I corsi di formazione proposti riguardano approfondimenti tecnici su diversi aspetti della progettazione elettrica, mentre i webinar offrono brevi presentazioni di alcuni argomenti specifici, ad esempio come effettuare la posa dei cavi sullo schema e relativi output grafici con il CAD elettrico SPAC Automazione, o come realizzare una configurazione PLC con SPAC Automazione. E’ possibile visualizzare il programma dei corsi, in continuo aggiornamento, e iscriversi a quelli di proprio interesse sul sito di SDProget al seguente link:

https://www.sdproget.it/calendari/?crs

Vanzetti Engineering: unici produttori italiani di pompe criogeniche

Vanzetti Engineering Sede

Qualità, ricerca, innovazione e crescita. Sono questi i quattro punti cardinali che dal 1984 guidano l’attività di Vanzetti Engineering, unica azienda italiana attiva nella progettazione e realizzazione di pompe criogeniche per Gas Naturale Liquefatto (GNL) e gas industriali criogenici quali Ossigeno, Azoto e Argon

Le pompe criogeniche sono necessarie in qualsiasi fase di trasferimento di gas liquefatto e sono fondamentali per garantire la ripetitività e riproducibilità del processo.

Unica azienda italiana attiva nella progettazione e realizzazione di pompe criogeniche per GasNaturale Liquefatto (GNL) e GAS INDUSTRIALI (LIN,LOX,LAR, med-LOX), con la propria gamma di prodotti Vanzetti Engineering è in grado di coprire le applicazioni a valle della filiera GNL.

Inaugurato nel 2015 a Cavallerleone, in provincia di Cuneo, il nuovo stabilimento di oltre 10.000 m2 di Vanzetti Engineering ospita i reparti di produzione delle pompe criogeniche centrifughe, sommerse, alternative e relativi skid.

Vanzetti pompa criogenica sommersa
Pompa Criogenica Sommersa

Le attuali politiche energetiche puntano sull’ascesa del GNL e Vanzetti Engineering, con la sua decennale specializzazione tecnica nel settore, è uno dei principali protagonisti in grado di sostenere lo sviluppo verso la riduzione dei prodotti petroliferi a favore del gas naturale.

Sono infatti sempre più numerose le iniziative legate all’utilizzo del GNL nel trasporto pubblico e privato, con una crescita significativa dei distributori GNL/L-GNC e dei mezzi di trasporto via mare e via terra alimentati a metano liquido.

Il GNL è considerato il carburante del futuro: in questo contesto l’accurata ricerca dei materiali, la flessibilità e la semplicità di installazione delle pompe criogeniche di Vanzetti Engineering offrono soluzioni idonee alle diverse esigenze di mercato.

Una gamma completa per GNL e Gas dell’Aria per applicazioni industriali, navali e autotrazione

Grazie alle proprie competenze acquisite negli anni, Vanzetti Engineering ha sviluppato una gamma completa di pompe e componenti criogenici per i suoi principali settori di business: Navale, Autotrazione e Industriale.

Le soluzioni di Vanzetti Engineering vengono utilizzate in numerose tipologie di applicazioni, tra cui:

  • sistemi di alimentazione per motori marini e di rifornimento navi.
  • Stazioni di rifornimento GNL / L-CNG.
  • Sistemi di travaso da rimorchi stradali e serbatoi fissi.
  • Stazioni satellite con alimentazione e supporto alla rete di gasdotti, inclusi impianti di generazione energia elettrica.
  • Riempimento di bombole di gas dell’aria (azoto, argon, ossigeno) in media e alta per applicazioni industriali, alimentari e medicali.

L’azienda piemontese è tra i pionieri nelle stazioni di rifornimento GNL in Europa e negli ultimi dieci anni le pompe criogeniche Vanzetti Engineering sono state installate in molti Paesi nel mondo. Oggi sono più di 50 le stazioni di rifornimento in Europa e circa 40 in Italia.

In ambito navale, in pochi anni, Vanzetti Engineering ha fornito le proprie pompe sommerse e alternative per oltre 50 navi, con progetti che annoverano alcuni tra i più noti costruttori di navi da crociera e trasporto merci del mondo.

PAROLA CHIAVE: pompe criogeniche

RIASSUNTO:

Soluzioni Innovative I4.0

BANDO SI-4.0
Il bando per le PMI lombarde da oltre un milione di euro

E’ stato approvato il bando per lo Sviluppo di Soluzioni Innovative I4.0, attivato dalla Regione Lombardia e dal sistema delle camere di commercio lombarde. Le domande potranno essere fatte a partire dal 20 aprile fino al 30 giugno 2020

L’obiettivo è quello di promuovere la realizzazione di progetti per la sperimentazione, prototipazione e messa sul mercato di soluzioni, applicazioni, prodotti e servizi innovativi Impresa 4.0, stimolando la domanda a lungo termine di tali soluzioni e incentivando la collaborazione delle imprese con i soggetti qualificati nel campo dell’utilizzo delle tecnologie I4.0.

1.100.000,00 euro è la dotazione finanziaria del bando, di cui 1 milione a carico di Regione Lombardia e 100 mila euro a carico delle Camere di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura della Lombardia.

L’intensità dell’agevolazione è pari al 50% dei costi ammissibili, a fronte di un investimento minimo di 40 mila euro, per un contributo massimo di 50 mila euro.

I beneficiari

I soggetti beneficiari sono le micro, piccole e medie imprese, che abbiano al loro interno competenze nello sviluppo di tecnologie digitali e presentino un progetto che riguarda almeno una delle tecnologie di innovazione digitale 4.0 riportate più avanti, nel paragrafo relativo agli interventi agevolabili.

Le imprese che siano in rapporto di collegamento, controllo e/o con assetti proprietari sostanzialmente coincidenti possono essere ammesse a finanziamento solo per una domanda. In caso di presentazione di più domande, è presa in considerazione e ammessa alla valutazione di merito soltanto la prima domanda presentata in ordine cronologico. Le altre verranno considerate irricevibili.

Requisiti dei beneficiari

Le micro, piccole e medie imprese devono essere in possesso dei seguenti requisiti:

a) Essere micro, piccola o media impresa con riferimento all’Allegato I del Regolamento UE 651/2014, del 17 giugno 2014;

b) Avere una sede operativa in Lombardia almeno al momento dell’erogazione del contributo;

c) Avere la sede operativa iscritta e attiva al Registro Imprese delle Camere di Commercio della Lombardia al momento dell’erogazione del contributo;

d) Essere in regola con il pagamento del diritto camerale annuale;

e) Non rientrare nel campo di esclusione di cui all’art.1 del Reg. (CE) 1407/2013 (de minimis);

f) Le imprese beneficiarie non devono trovarsi in uno stato previsto dal “Codice della crisi di impresa e dell’insolvenza” o in liquidazione volontaria;

g) Avere legali rappresentanti, amministratori (con o senza poteri di rappresentanza), soci e tutti i soggetti per i quali non sussistano cause di divieto, di decadenza, di sospensione previste dall’art. 67 del medesimo D. Lgs.06/09/2011, n. 159 (c.d. Codice delle leggi antimafia). Tale requisito sarà oggetto di verifica della documentazione antimafia tramite interrogazione della Banca Dati Nazionale Antimafia;

h) Essere in regola con i versamenti contributivi, la verifica sarà effettuata a mezzo DURC;

i) Non avere forniture in essere con una delle Camere di Commercio lombarde, ai sensi dell’art. 4, comma 6, del D.L. 95 del 6 luglio 2012, convertito nella L. 7 agosto 2012, n. 135.

In relazione ai requisiti relativi alle lettere b) e c), nel caso delle imprese che non abbiano sede operativa nella circoscrizione territoriale della Camera al momento della domanda, è sufficiente che le stesse si impegnino ad ottenere tale condizione prima della liquidazione del contributo.

Mentre i requisiti relativi alle lettere d), e), f), g), h) e i) devono essere posseduti dal momento della domanda fino a quello dell’erogazione del contributo. Infine il requisito relativo alla lettera a) deve essere posseduto alla data di presentazione della domanda.

Dotazione finanziaria

Le risorse complessivamente stanziate per l’iniziativa ammontano a1.100.000,00 euro di cui:

  • 1.000.000,00 euro a carico di Regione Lombardia, Direzione Generale Sviluppo Economico;
  •  100.000,00 euro a carico delle Camere di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura della I soggetti beneficiari sono finanziati in ordine di punteggio e in funzione della disponibilità territoriale delle risorse. Ogni contributo è finanziato per il 50% con fondi regionali e per il restante 50% con fondi della rispettiva Camera di commercio.

A seguito della prossima adozione del Decreto Ministeriale di approvazione dei progetti a valere sull’incremento del 20% del diritto annuale, le Camere di commercio lombarde intendono aumentare la dotazione finanziaria del Bando a un totale di € 2.000.000.

Caratteristiche dell’agevolazione

L’intensità dell’agevolazione è pari al 50% dei costi ammissibili. A fronte dell’esaurimento delle risorse disponibili e in coerenza con la natura delle stesse, l’entità del contributo potrà essere inferiore al 50% delle spese considerate ammissibili al netto di IVA.

In tal caso il beneficiario dovrà accettare con comunicazione PEC un contributo inferiore. Si ricorda che l’agevolazione concessa è al lordo della ritenuta di legge del 4% e che l’erogazione avverrà a saldo, previa verifica della rendicontazione presentata, al netto della ritenuta.

Le agevolazioni previste saranno stabilite e concesse alle imprese beneficiarie nei limiti previsti dal Regolamento (UE) n. 1407 del 18 dicembre 2013 relativo all’applicazione degli articoli 107 e 108 del trattato sugli aiuti de minimis, con particolare riferimento agli articoli 1 (campo di applicazione), 2 (definizioni, con riferimento in particolare alla nozione di “impresa unica”), 3 (aiuti “de minimis”) e 6 (controllo), salvo diverso successivo inquadramento da adottare con provvedimento regionale.

In fase di istruttoria, Unioncamere Lombardia si riserva di effettuare maggiori controlli relativamente al rispetto dei limiti previsti dal Regolamento UE n. 1407/2013 per le imprese con esercizi finanziari non coincidenti con l’anno solare.

Ulteriori informazioni su https://www.puntoimpresadigitale.camcom.it/paginainterna/digital-assessment-scopri-quanto-sei-digitale,.

Flir: nuove termocamere

Flir A400-A700 skin temp screening with thermal LOW
Per misurare la temperatura a distanza

Flir Systems ha presentato le termocamere fisse Flir A400/A700 Thermal Smart Sensor e Thermal Image Streaming, per il monitoraggio di apparecchiature, linee di produzione, infrastrutture critiche e per lo screening di temperature cutanee elevate

Le nuove termocamere Flir

Queste termocamere intelligenti e altamente configurabili sono utilizzabili per il monitoraggio di temperatura accurato e senza contatto in un’ampia gamma di applicazioni: controllo di processi produttivi, sviluppo prodotti, monitoraggio delle emissioni, gestione dei rifiuti, manutenzione di impianti e miglioramento delle politiche per l’ambiente, la salute e la sicurezza (EHS).

Inizialmente, per la soluzione Flir A400/A700 Thermal Smart Sensor verrà data priorità alle organizzazioni impegnate sul fronte Covid-19.

Le capacità di streaming multi-immagine, edge computing e connettività Wi-Fi offerte da questa serie contribuiscono a velocizzare il flusso dei dati e a prendere decisioni più rapidamente, migliorando la produttività e la sicurezza dei professionisti in qualsiasi applicazione.

Attualmente Flir è in fase di beta testing di una soluzione software per lo screening di temperature cutanee elevate completamente integrata con le sue termocamere certificate dalla Food and Drug Administration degli Stati Uniti.

La soluzione per queste termocamere è stata progettata per aumentare rapidamente l’accuratezza, la facilità d’uso e la velocità delle procedure di screening esistenti. Flir annuncerà la sua soluzione nel secondo trimestre del 2020.

Gli obiettivi

Flir ha progettato le termocamere A400/A700 in due configurazioni, per soddisfare al meglio le esigenze specifiche delle singole applicazioni. La configurazione Thermal Smart Sensor, consigliata per la misurazione di temperature cutanee elevate, incorpora strumenti di misurazione avanzati e allarmi con algoritmi di calcolo a bordo (edge computing), per supportare ed accelerare il processo decisionale in situazioni critiche.

La configurazione Thermal Image Streaming fornisce molteplici funzionalità di streaming termico per ottimizzare i controlli di processo, migliorare la garanzia di qualità e identificare potenziali guasti che potrebbero comportare il fermo di una linea di produzione.

La progettazione del proprio sistema su misura inizia con la selezione della configurazione tra Thermal Smart Sensor o Thermal Imaging Streaming, prosegue con la scelta del corpo macchina A400 o A700 in base alle risoluzioni richieste, e si completa con l’aggiunta dell’ottica e di una serie di funzioni opzionali specifiche per l’applicazione.

“Da oltre 40 anni, FLIR fornisce ai professionisti le tecnologie termografiche per migliorare non solo le capacità, ma anche la sicurezza sul lavoro -, afferma Jim Cannon, Presidente e CEO di Flir -.

In questo periodo in cui il mondo intero sta lottando per sconfiggere la pandemia globale Covid-19, a fronte della necessità di disporre di queste tecnologie per contribuire al contenimento del virus, Flir darà priorità alle consegne iniziali delle nuove termocamere A-Series ai professionisti che la impiegano per lo screening di temperature cutanee elevate a complemento di altri strumenti di screening di temperature corporee elevate”. Le termocamere Flir A400/A700 Thermal Smart Sensor e Thermal Image Streaming sono disponibili per l’acquisto in tutto il mondo presso i partner di distribuzione Flir.

COVID-19 e INQUINAMENTO ATMOSFERICO

coronavirus e inquinamento

Perché la Lombardia ha registrato così tanti morti e un’ondata epidemica così violenta? E perché in queste ultime due settimane i malati che vengono ricoverati sembrano soffrire di forme meno severe di Covid-19 e meno pazienti devono ricorrere alle terapie intensive?

Le variabili

Si tratta di due domande difficilissime per la scienza, soprattutto perché le variabili da considerare sono moltissime. Solo una volta che saranno disponibili i dati precisi sulla mortalità per tutte le cause (vedi i recenti riscontri Istat che documentano un aumento di mortalità del 20% in tutta Italia nel marzo 2020 rispetto allo stesso periodo negli anni 2015-19, con punte di 300-400% in alcune aree come Bergamo e Brescia, e più 49% a Milano) si potrà dire se la Lombardia ha avuto più morti di altre regioni italiane e europee a causa del Covid-19.

Lo studio di Harvard

Nella analisi delle possibili cause contano moltissimi fattori: la densità di popolazione, gli scambi internazionali, le attività industriali e molte altre valutazioni, ma una oggi è fortemente sotto accusa, l’inquinamento atmosferico. Può aver avuto un ruolo nel favorire la pandemia del Covid-19? 

Uno studio recente sviluppato da ricercatori dell’università di Harvard, diffuso in via preliminare e senza che sia ancora stato sottoposto a tutti i seri processi di valutazione delle pubblicazioni scientifiche, sostiene che esiste un legame fortissimo fra Pm2,5 e Covid-19, addirittura che per ogni aumento di 1 mcg/m3 si registrerebbe un incremento della mortalità del 15%, cosa che se fosse vera sarebbe davvero terribile e sorprendente.

I dubbi

Ma la metodologia utilizzata dagli autori presenta importanti lacune sul piano metodologico e epidemiologico e prima che questa ipotesi venga confermata deve essere passata al vaglio molto accuratamente. Che il particolato renda il sistema respiratorio più suscettibile alle infezioni e alle loro complicanze è un dato scientificamente noto, ma che questo sia vero per il Sars-CoV-2 non è provato così come non è accertata la eventuale dimensione del fenomeno.

Le risposte

Sempre da verificare è se la riduzione importante di certi inquinanti (ad esempio delle concentrazioni di NO2 che si sono abbassate del 40% a Milano) influisca anche sulla minor gravità dei malati che stiamo registrando in queste ultime settimane.

Un recentissimo studio italiano ha poi segnalato una correlazione tra concentrazioni di Pm10 e casi di Covid-19, ma anche qui i problemi metodologici della ricerca sono importanti e sono stati fortemente criticati da molti esperti nazionali e internazionali. Infine, a complicare le cose, va nella direzione opposta il rilievo di pochi casi di Covid-19 nella popolazione pediatrica mentre proprio questa è forse quella più suscettibile agli effetti dell’ inquinamento. Siamo quindi molto lontani dall’ avere risposte certe, se le future valutazioni scientifiche provassero una relazione solida tra inquinamento e Covid-19 allora forse avremmo un tassello delle tante risposte mancanti, ma al momento si tratta soltanto di nulla di più che un sospetto da approfondire con seri studi scientifici.

FONTE: Prof. Sergio Harari – Primario Divisione Pneumologia Ospedale San Giuseppe – Multimedica – Milano

LINK: Studio recente sviluppato da ricercatori dell’università di Harvard

(Corriere della Sera)

Coronavirus, il maxicomputer del Cineca di Bologna al lavoro per un vaccino

marconi cineca

Buone notizie arrivano da Bologna: un maxicomputer è entrato in azione per scovare un vaccino per il Coronavirus

Si tratta del progetto a trazione italiana “Excalate4CoV”, messo in atto dal Cineca, il più importante centro di elaborazione tecnologica per la ricerca scientifica in Italia.

Il Cineca ha ottenuto, il 6 marzo scorso, un finanziamento europeo di tre milioni di euro.  La Commissaria dell’Innovazione della Ue Mariya Gabriel ha dichiarato nel comunicato stampa: “Grazie ai fondi di emergenza, i ricercatori sono in grado di attivarsi immediatamente per contrastare l’epidemia di coronavirus su varie fonti e trovarne il vaccino.

Vedere la comunità dei ricercatori attivarsi in modo così rapido ci dà nuove speranze di avvicinarci presto all’obiettivo di fermare la diffusione del virus grazie a un vaccino specifico”.

Il team che condurrà le ricerche è guidato dalla Dompé farmaceutici e incorpora 18 organizzazioni europee. Ne fanno parte anche l’Università di Milano, quella di Cagliari, la Federico II di Napoli, lo Spallanzani di Roma, l’Infn e l’associazione BigData. Il fulcro di Excalate4CoV è trovare un vaccino per il coronavirus sfruttando il programma di calcolo “più performante al mondo”, in grado di analizzare tre molecole in un solo secondo, partendo da un assortimento di 500 milioni di molecole.

Così facendo si conta di poter trattare l’infezione tra i soggetti contagiati e di riuscire a estrapolare un vaccino per debellare il coronavirus.

Le biotecnologie, unite alla sempre maggiore potenza di calcolo e all’avanzamento dell’intelligenza artificiale, potranno accelerare tutti i processi di ricerca.

La procedura in dettaglio

Il super computer sarà coadiuvato da altri sistemi intelligenti per la realizzazione e la successiva verifica degli esperimenti in laboratorio per la ricerca del vaccino contro il coronavirus.

Presupposto indispensabile è l’analisi dei geni relativi alla malattia.

A tal fine è prevista una suddivisione dei compiti: l’università di Cagliari agirà in campo biologico, la Federico II valuterà il migliore composto e lo rapporterà alle cure, lo Spallanzani si occuperà della fase di sperimentazione del possibile vaccino sugli esseri umani.

Una sorta di collaborazione sinergica per trovare una soluzione all’epidemia da Covid-19.

I costi del vaccino sono elevati

Il vaccino contro il nuovo coronavirus SarCov2 costa circa 900 milioni di dollari, secondo il Presidente di Farmindustria Massimo Scaccabarozzi che dichiara che se i costi sono alti dipende soprattutto dalla tempistica con cui si arriva a “disporre in sequenza” un virus.

“I costi derivano ovviamente dalle varie fasi di sperimentazione necessarie per la messa a punto del vaccino”, spiega il presidente e aggiunge che le varie fasi della procedura vanno dalla sperimentazione in vitro a quella sugli animali, fino ad arrivare ai test sull’essere umano. Al momento sono in corso di sperimentazione circa 30 vaccini per il nuovo coronavirus [VIDEO] a livello globale.

Link: Coronavirus; l’infezione tra i soggetti contagiati;  vaccini per il nuovo coronavirus [VIDEO]

Confindustria: Carlo Bonomi è stato designato nuovo presidente

Carlo Bonomi Presidente Confindustria

È Carlo Bonomi il presidente designato al vertice di Confindustria per il mandato 2020-2024, votato online, a causa della pandemia da coronavirus, dal Consiglio Generale.

Il prossimo 20 maggio si terrà l’assemblea privata degli industriali, in cui avverrà l’elezione definitiva.

Già da tempo Carlo Bonomi era stato dato per favorito, quando la Commissione di designazione di Confindustria aveva certificato il suo vantaggio sia in consiglio generale che in assemblea.

CHI È CARLO BONOMI

Dal giugno 2017, Carlo Bonomi è presidente di Assolombarda, l’Associazione delle imprese che operano nella Città Metropolitana di Milano e nelle province di Lodi, Monza e Brianza.

Nato a Crema il 2 agosto del 1966 è imprenditore nel settore bio-medicale, presidente della Synopo e delle aziende manifatturiere controllate, Sidam e BTC Medical Europe.

In ambito associativo ha ricoperto diversi ruoli: in Assolombarda è stato vice presidente con la delega al credito, fisco, finanza, organizzazione.

In precedenza era stato vice presidente del Gruppo Giovani sia di Assolombarda che di Confindustria Lombardia. È alla guida del Gruppo tecnico per il fisco nella squadra di Vincenzo Boccia. Da luglio 2019 è anche presidente della Fondazione Assolombarda.

L’elezione di Carlo Bonomi alla guida di Assolombarda fu una scelta in continuità con il passato, visto il suo ruolo al fianco di Gianfelice Rocca, suo predecessore.

In Assolombarda a guida Rocca fu prima Consigliere Incaricato per Ricerca, Innovazione e Agenda Digitale e poi vicepresidente dello stesso Rocca con delega a Credito e Finanza, Fisco, Organizzazione e Sviluppo.

La sua campagna elettorale fece leva sul clima “anti-Roma”, sentimento diffuso tra gli industriali lombardi, e il suo mandato non se ne è discostato, non mancando occasione di criticare i governi Conte I e II.

“Non si esce da anni di crescita e produttività stagnanti, se le istituzioni della Repubblica, per prime, non comprendono che occorre un grande impegno comune, pubblico e privato”, diceva nel suo discorso all’assemblea generale lombarda, nel 2019, “non dimentichiamo quello che abbiamo visto e sentito nei 14 mesi precedenti.

Non possiamo dimenticare che quel governo ci ha promesso di cancellare la povertà, invece ci ha restituito alla stagnazione”, era la critica rivolta a Giuseppe Conte poco dopo l’esordio del secondo esecutivo, prima di una sfilza di puntualizzazioni nel dettaglio delle varie misure.

Con Carlo Bonomi, l’asse di Confindustria si sposta dal Sud – Vincenzo Boccia è di Salerno – al Nord, quel Nord lombardo oggi simbolo dell’epidemia coronavirus, sia dal punto di vista sanitario che economico. A lui, la sfida di dialogare con il governo e riunire gli industriali italiani in uno dei momenti più drammatici per il Paese.

Digital Innovation Hub e i Competence Center

digital innovation competence center
Nasce il network italiano dell’innovazione 4.0

I Digital Innovation Hub di Confindustria e gli otto Competence Center selezionati dal Ministero dello Sviluppo Economico, hanno siglato un’intesa che segna la nascita del “network italiano dell’innovazione 4.0”

L’accordo di collaborazione operativa tra questi soggetti si propone l’obiettivo di creare “sinergie per accelerare l’adozione di tecnologie digitali 4.0 nei processi produttivi, soprattutto in questa delicata fase di ripartenza del sistema produttivo”.

Con questa intesa la rete dei Competence Center e il network dei Digital Innovation Hub si impegnano a supportare le imprese nella trasformazione digitale dei prodotti, dei processi e delle filiere attraverso una collaborazione volta a valorizzare i rispettivi ruoli e competenze: la prossimità territoriale dei Digital Innovation Hub e la loro appartenenza a un network e le competenze, le specializzazioni tecnologiche e la ricchezza dei partenariati dei Competence Center.

Da un lato c’è l’esperienza maturata nel corso di questi ultimi anni dai Digital Innovation Hub che, con la loro diffusione capillare sul territorio, hanno incontrato 15.000 imprese in centinaia di incontri sul territorio e hanno svolto oltre 1.000 assessment per valutare la maturità digitale delle imprese

Dall’altro, gli otto Competence Center finanziati con oltre 80 milioni di euro dal Ministero dello Sviluppo Economico: Cim 4.0 di Torino, Made di Milano, Smact del Triveneto, Start 4.0 di Genova, Bi-Rex di Bologna, Artes 4.0 di Pisa, Cyber 4.0 di Roma, Meditech di Napoli.

Sono dei partenariati pubblico-privato intorno a cui ruotano le principali università e centri di ricerca del Paese, che si occupano di orientamento, formazione e sviluppo di progetti innovativi insieme alle imprese, soprattutto PMI.

DIH-competence
I punti dell’accordo

L’accordo definisce quindi i ruoli di tutti i soggetti nelle diverse aree di competenza e stabilisce anche che Competence Center e Digital Innovation Hub proporranno al governo una serie di “aggregazioni” che potranno poi essere presentate in Europa ai fini della partecipazione al Digital Europe Programme.

1) Chi fa cosa

Il primo punto disciplina chi fa cosa, soprattutto sull’area di sovrapposizione dei servizi di orientamento su cui sono competenti sia i Digital Innovation Hub che i Competence Center. L’accordo prevede che i Digital Innovation Hub si occupino dell’orientamento generale delle imprese sulle tecnologie abilitanti, mentre i Competence Center si occuperanno più in dettaglio dell’orientamento in relazione ai progetti di innovazione.

In dettaglio, si stabilisce che i Digital Innovation Hub “possono svolgere per i Competence Center sia attività di livello generale volte a sensibilizzare le imprese e a fornire una formazione di base sulle tecnologie 4.0 sia attività specifiche volte a individuare le imprese potenzialmente interessate a incontrare e avvalersi delle competenze dei CC”.

Dal canto loro i CC, avendo competenze tecnologiche elevate e disponendo di luoghi fisici dove approfondire la conoscenza e sperimentare le tecnologie, metteranno a disposizione delle imprese accompagnate dai Digital Innovation Hub:

  • Dimostrazioni e attività di orientamento anche attraverso la realizzazione e la gestione di laboratori e dimostratori per i vari ambiti di interesse delle imprese
  • Attività di Proof of Concept (PoC).
  • Scouting tecnologico a supporto dei progetti di interesse delle aziende
  • Progetti di implementazione di Ricerca Industriale, sviluppo sperimentale, prototipazione e testing.
  • Formazione
  • Servizi di consulenza e con verifica di progetti di implementazione e supporto alla scelta di tecnologie.
  • Affiancamento periodico e continuativo alle imprese per l’analisi di fabbisogni, opportunità e opzioni tecnologiche
 2) Collaborazione sul territorio

Quanto al secondo punto, si sancisce il coinvolgimento di tutti i Digital Innovation Hub di Confindustria nelle attività dei Competence Center su base regionale e il ruolo dei Competence Center su tutto il territorio nazionale, stabilendo che “potranno essere realizzati accordi e convenzioni sia tra singoli Competence Center e singoli Digital Innovation Hub sia tra singoli Competence Center e “aggregazioni” di Digital Innovation Hub accumunati dall’interesse per specifici ambiti tecnologici”.

3) Partecipazione al Digital Europe Programme

Il terzo punto su cui verte l’accordo è il tema degli European Digital Innovation Hub. Il Ministero dello Sviluppo Economico è chiamato a segnalare all’Europa i soggetti italiani titolati a partecipare, come European Digital Innovation Hub, ai bandi previsti dal Digital Europe Programme per il periodo 2021-2028. Questi bandi saranno lo strumento con cui la Commissione Europea distribuirà risorse (diversi miliardi di euro) finalizzate a promuovere l’innovazione digitale delle imprese.LINK: https://it.finance.yahoo.com/notizie/confindustria-operativo-il-network-italiano-dellinnovazione-4-0-