Il prossimo 28 Aprile 2021, alle 14.30, su piattaforma Zoom, si terrà l’Evento Digitale Progetto Industria 2021 – Industria di Processo – Automazione e Digitalizzazione
Sarà molto interessante ascoltare Aziende ed Esperti del settore che raccontano il loro approccio nell‘industria di processo in ambito chimico e petrolchimico.
Le soluzioni tecnologiche per rendere i processi industriali sostenibili e migliorarne le performance energetiche e di produzione e controllo.
In linea con il Green Deal Europeo, la produzione industriale sarà sempre più circolare, sostenibile e efficiente. Quali sono le opportunità di business e quali in futuro. Questi tra i temi principali, oltre alla digitalizzazione e automatizzazione del settore chimico, farmaceutico e oil&gas.
I CONCEPT
– processing
– engineering
–
digitalizzazione del processo
– business
intelligence
–
adaptative manufaturing
– l’importanza digitale e
tecnologica in questo settore e in questo periodo
– i
nuovi modelli di business
–
le nuove competenze per l’Industria 4.0
–
il problem solving
–
l’adeguamento alle nuove misure cautelative e nuovi parametri di lavoro (smart
working)
–
novità e strumenti
Sarà molto interessante ascoltare direttamente dalle
aziende, Industrie, PMI e le loro esperienze,
ma soprattutto qual è stato e qual è anche
adesso il loro approccio alla situazione attuale lavorativa, con nuove
soluzioni, strategie, proposte, prodotti e servizi, attraverso una
presentazione mirata e la condivisione in share screening.
MODALITA’: Registrazione su Piattaforma
ZOOM e condivisione sul
portale www.progettoindustria.com, sul canaleYouTube industriavideochannel,
su Linkedin (community di oltre 3.100 contatti qualificati nei settori
coinvolti), e sugli altri profili social.
SPECIFICHE
NEL DETTAGLIO
Automazione
– Analisi e Controllo – Impianti e ingegneria di Processo – Digitalizzazione (servizi e trasformazione
nell’industria) – Bussiness Intelligence eIntelligenza Artificiale
– Industry 4.0 – Ingegneria –
Industria di Processo – Oil& Gas e Movimentazione
Fluidi (pompe e valvole) – Smart Manufacturing – Smart Working
– Software Industriale – Tecnologia & Strumenti.
COMUNICAZIONE
DIGITALE
Comunicazione dell’Evento sul portale attraverso un grande banner in home page, dal quale l’utente potrà accedere direttamente per avere maggiori dettagli sull’evento digitale e sui banner delle aziende, cliccando su ciascuna azienda potrà inoltre trovare (ed eventualmente scaricare) schede di prodotto, video, post, o altro ancora che l’azienda vorrà appunto mettere on line, programmandoci in tempo utile. Verranno inoltre inviate periodicamente delle newsletter al database di oltre 14.000 nominativi qualificati di Progettoindustria.com.
Iscrizione gratuita per partecipare all’Evento online e avere maggiori informazioni scrivendo una mail a promozione@progettoindustria.com
La condivisione del proprio know-how all’interno di
una community globale dove le skill di vari professionisti s’incontrano, si
fondono ed evolvono rappresenta il futuro dell’automazione industriale, verso
ecosistemi sempre più aperti e accessibili
E’ questa la filosofia che sta alla base della
piattaforma ctrlX Automation di Bosch Rexroth,
un ecosistema aperto per la condivisione del know-how e l’accessibilità
del dato.
Il sistema aperto ctrlX Automation
ctrlX Automation si contraddistingue per essere “two steps ahead”, perché in grado di
offrire soluzioni di automazione complete con un alto grado
di scalabilità. Si tratta di un sistema aperto che consente
l’integrazione di App, hardware e software di terze parti. Inoltre, abbiamo di
fronte un sistema in grado di garantire alte performance in termini di connettività e
compatibilità con tutte le interfacce di automazione. Tutto
questo avviene in massima libertà per quanto concerne l’ambiente di sviluppo e
del linguaggio di programmazione. La scelta in controtendenza di
utilizzare Linux come sistema operativo si è rivelata vincente
grazie alla sua stabilità e affidabilità.
Al centro dell’architettura troviamo il ctrlX
Data Layer, il quale permette un accesso real-time semplice a tutte le
variabili del sistema, garantendo fino a 8 milioni di potenziali accessi al
secondo. La piattaforma è accessibile alla community globale di developers che
sviluppano nuove funzioni usando linguaggi di programmazione scelti
direttamente da loro.
Questo è un aspetto strategico che accelera in maniera
esponenziale sia lo sviluppo di innovazioni che i miglioramenti di processi.
Grazie al concetto di App sarà possibile affrontare nuove frontiere, come per esempio quella del 5G per la quale sarà sufficiente scaricare e integrare l’applicativo 5G.
Si tratta dunque di un ecosistema aperto senza
limiti, e chiunque può scaricarlo e integrare nuovi applicativi. I clienti
diventano figure attive e possono creare le loro App personalizzate basate sul
sistema ctrlX Automation, dove il mezzo non è più un ostacolo da
superare e la piattaforma diventa sia strumento che soluzione per affrontare in
modo flessibile, veloce e innovativo le nuove sfide nel campo
dell’automazione delle macchine industriali.
Alcune partnership di successo
I
partner di Bosch Rexroth che hanno scelto di implementare
applicativi di funzioni sulla ctrlX Automation sono tanti e uno di questi
è Schunk, leader
nel settore dei sistemi di presa e della tecnologia di serraggio, nonché un
fornitore di tecnologie all’avanguardia per robot e macchinari di produzione.
ctrlX Automation ha permesso a Schunk di implementare rapidamente nuovi
concetti di presa e quindi fornire nuovi concetti di pianificazione
della presa ai propri clienti. La dimostrazione che anche i sistemi di presa
complessi possono essere facilmente integrati.
Wittenstein è un altro player che ha deciso di
farsi supportare da Bosch Rexroth. Il gruppo è simbolo di ingegno quando si
tratta della tecnologia più innovativa per le trasmissioni meccatroniche.
Sviluppa, produce e distribuisce riduttori epicicloidali ad alta precisione,
sistemi di trasmissione meccatronici completi, attuatori rotativi e lineari,
servomotori, componenti elettrici e software e molti altri prodotti.
L’App cynapse Monitor è
la dimostrazione della collaborazione vincente tra le due aziende. Wittenstein
alpha è ora infatti il primo produttore di componenti a offrire cambi
intelligenti di serie – cambi con cynapse. I riduttori con sinapsi sono dotati
di un sensore integrato per consentire la cosiddetta connettività Industry 4.0
e rappresentano il futuro del cambio intelligente. I sistemi di azionamento
meccatronici in grado di raccogliere e comunicare informazioni in modo
indipendente sono fondamentali per l’IIoT. Dunque, è il sensore integrato nel
riduttore smart che fa la vera differenza.
Turck Banner Italia, tra i principali fornitori di sensoristica, illuminatori e segnalatori industriali, sistemi bus e sicurezza, ha presentato la nuova famiglia di nuovi sensori radar compatibili con IO-Link della serie LRS
La nuova famiglia di nuovi sensori radar va a completare il portafoglio delle soluzioni per la misura dei livelli nella gamma da 0,35 a 10 m.
I nuovi dispositivi, con
protezione IP67/69K, sono particolarmente indicati per applicazioni impegnative: ad esempio, nell’automazione industriale dove i sensori ottici o a ultrasuoni non sono particolarmente idonei a
causa di vari fattori d’interferenza quali polvere, vento o luce.
I nuovi sensori radar della famiglia
LRS a radiazione libera offrono anche funzioni di analisi dettagliate che, in
passato, erano possibili solo grazie a sensori radar di alta gamma, utilizzati
spesso nell’industria di processo.
La novità targata Turck Banner
trova ideale applicazione anche in altri campi industriali quali l’ingegneria
meccanica, l’impiantistica, l’industria automobilistica e le industrie
alimentare e farmaceutica.
L’assenza di un’asta metallica di
guida favorisce l’utilizzo in aree a particolari
esigenze igieniche e semplifica la messa in servizio.
Il
touchpad della serie LRS, con pulsanti capacitivi e un cappuccio frontale
traslucido,è basato sullo stesso concetto della piattaforma del sensore Fluid
2.0 di Turck Banner e consente l’emissione di valori di distanza, livello e
volume.
I sensori LRS sono disponibili con
due uscite di commutazione o con un’uscita di commutazione e un’uscita
analogica.
Grazie alla loro interfaccia
IO-Link aggiuntiva e alla preelaborazione intelligente decentralizzata del
segnale, tutte le varianti forniscono una grande quantità di informazioni
aggiuntive per l’elaborazione nelle applicazioni di monitoraggio delle
condizioni in ambiente IIoT.
Ciò significa oltre all’intensità
del segnale, l’inclusione di valori di temperatura, ore di funzionamento o
cicli di commutazione.
Grazie al master IO-Link di Turck
Banner si può monitorare e programmare il radar attraverso il configuratore
IODD senza alcun software aggiuntivo. Lo strumento di configurazione è basato
su browser e visualizza graficamente la curva di misurazione del sensore, oltre
a offrire l’accesso in semplice testo a tutti i parametri rilevanti. Ciò
consente ad esempio di mascherare il segnale di interferenza di un agitatore o
di una griglia o di allinearsi perfettamente con il feedback in tempo reale del
sensore per massimizzare l’affidabilità della misura di livello in applicazioni
impegnative.
I nuovi Turck Banner Radar Monitor
offrono, con i master IO-Link Turck Banner e senza software aggiuntivo, un’efficace
e approfondita funzione di analisi in tempo reale. La logica operativa è
uniforme in tutta la famiglia Fluid 2.0, il campo di misura da 0,35 a 10 m, con
un angolo di apertura stretto, e l’emissione dei valori di livello o volume è
diretta.
La soluzione è particolarmente
conveniente per le applicazioni impegnative grazie alle sue funzioni di analisi
equiparabili a quelle di fascia alta. La nuova soluzione LRS510 rappresenta la
risoluzione dei problemi, quando altre tecnologie di sensori raggiungono i
propri limiti.
La messa in servizio tramite il
Turck Banner Radar Monitor è particolarmente veloce.
Lo storico interruttore di livello a ultrasuoni ASL, è stato presentato in una nuova veste interamente digitale
L’ultra-collaudato principio tecnico di misura a ultrasuoni, sul mercato ormai da oltre 20 anni con decine di migliaia di installazioni nei vari settori industriali, viene integrato a un’elettronica completamente digitale.
I vantaggi che ne derivano sono un miglioramento della flessibilità di calibrazione, una più semplice e aumentata gestione delle uscite di corrente e/o relay e una diagnostica estremamente rafforzata.
Questo nuovo sviluppo permetterà all’interruttore di livello di affacciarsi verso nuove possibili applicazioni con limiti estremi di pressione e temperatura, che vanno al di là delle consolidate applicazioni industriali.
La serie ASL si presenterà sul mercato forte delle certificazioni CE, ATEX, IEC-Ex, PED, SIL nonché Type Approvals per applicazioni navali e Offshore oltre a RINA e DNV.
Il continuo impegno nella ricerca e nello sviluppo di soluzioni innovative accompagnati da quasi 100 anni di esperienza (dei brand proprietari Spriano, Valcom & Mec-Rela fanno di Terranova il partner ideale nella fornitura di strumentazione per la misura e il controllo di livello, pressione, temperatura, portata, peso specifico e presenza di liquidi nei processi industriali.
L’azienda
TERRANOVA, gruppo che riunisce i più antichi e storici marchi italiani di strumentazione di processo: Spriano (1923), Valcom (1974) e Mec-Rela (1976), vanta un vasto portafoglio di esperienze e soluzioni per tutte le Industrie di Processo e si impegna a portare avanti la grande tradizione manifatturiera italiana attraverso un’ampia offerta di soluzioni.
Spriano® inizia la sua attività nel 1923 producendo manometri e termometri.
Nel 1936 è la prima azienda in Italia a produrre un controllore pneumatico modulante, contribuendo a un consistente miglioramento tecnico nell’Automazione e Controllo Industriale nei settori della gomma, Oil&Gas e Alimentare.
Fondata a Milano nel 1974, Valcom ha iniziato con la progettazione e produzione di strumenti di misura e controllo con competenze specifiche nel settore della cellulosa e della carta. Nei primi anni ’90 entra in modo significativo nel settore Marine con una selezione dei materiali adatti per applicazioni marine e offshore.
Infine, nel 1976, fu progettata e prodotta una linea completa di Valvole di Controllo con il nome di Mec-Rela, fornendo soluzioni efficaci ed efficienti per applicazioni industriali anche in condizioni estremamente difficili.
Oggi Terranova si presenta al mercato con una
rinnovata grafica del brand e dei marchi con l’esigenza di raccontarsi al mercato, riscoprendo valori,
storia e specificità che la contraddistinguono dal 1974.
Cloud, Intelligenza Artificiale, piattaforme Low-Code e nuove forme di comunicazione e customer care: la filiera del settore farmaceutico ricorre a tutte le tecnologie abilitanti per supportare un cambiamento irreversibile, che la pandemia ha solo accelerato
Se è vero che il settore farmaceutico in un periodo di crisi sanitaria non può temere arresti, è anche vero che proprio la crisi sanitaria sta trasformando le abitudini di milioni di persone, incidendo anche sulla salute generale e modificando le esigenze e i trend in ambito healthcare. Inseguire questi mutamenti richiede alle aziende del settore flessibilità, ma anche creatività. La dote forse più necessaria, però, è il coraggio, perché per stare al passo, bisogna adottare nuovi modelli di business, basati su tecnologie digitali altamente pervasive.
Una prima, composita, panoramica ci viene da Teresa Minero, Founder & Ceo di LifeBee-Digitalizing Life Science- e International Board of Directors, European Leadership Team, Steering Committee Pharma 4.0 di Ispe, associazione globale no-profit che riunisce i professionisti del Life Science.
Nel corso di un suo recente intervento mirato a individuare la rilevanza di tutto ciò che è Industria 4.0 nella crescita delle aziende di ogni settore e in particolare di quello farmaceutico, la Minero faceva riferimento a un’inchiesta del Politecnico di Milano, che ha messo a confronto imprese attive in ambito Industria 4.0 e imprese meno attente ai processi di trasformazione digitale. Le imprese attive per Industria 4.0 mostrano parametri di crescita, redditività e produttività del lavoro decisamente superiori, a testimonianza del fatto che l’adozione del pensiero e delle sfide Industria 4.0 costituisce un oggettivo vantaggio competitivo.
«Non che non ci siano
difficoltà nel seguire questo processo di trasformazione, come emerge da una
ricerca di Couchbase, pubblicata negli Stati Uniti a settembre 2019 che prende
in esame 450 responsabili di Trasformazione Digitale tra Stati Uniti, Regno
Unito, Francia e Germania», ha detto Teresa Minero.
«Secondo questo
studio, gli interventi non risultano sempre di successo. Le imprese riscontrano
soprattutto la complessità di implementazione delle nuove tecnologie,
la mancanza di risorse e competenze per portare a termine gli
aggiornamenti, i ritardi e a volte il fallimento degli obiettivi perché non
sempre i progetti riescono a essere veramente trasformativi o rivoluzionari.
Segnali da non sottovalutare e di cui far tesoro nella definizione del giusto
approccio da tenere rispetto al cambiamento, anche a fronte della contestuale
grande maggioranza di testimonianze di conseguimento di risultati di
miglioramenti “almeno” significativi per gli utenti finali, che comprendono un
gran numero di trasformazioni effettive o addirittura rivoluzionarie».
Venendo più specificamente al Pharma, anche l’ultima survey di Ispe sul tema 4.0 nel settore, condotta con la collaborazione della Liuc Business School, conferma che gli imprenditori del settore farmaceutico sono ormai pienamente consapevoli del fatto che le nuove tecnologie, quali ad esempio Cloud, Analytics, robotica avanzata, siano dei volani per lo sviluppo delle loro aziende.
Il punto debole, ciò
su cui bisogna ancora lavorare, è la percezione ancora solo parziale di
cosa significhi trasformazione digitale radicale e di come si possano
realmente assimilare i nuovi modelli di business.
Quale può dunque essere la strategia più appropriata per affrontare questi ostacoli? Teresa Minero non ha dubbi: è necessaria una roadmap. «LifeBee propone ai suoi clienti un percorso condiviso per lo sviluppo di una roadmap che tiene conto di tutti i fattori in gioco, un percorso che parte dall’individuazione di un obiettivo 4.0 reale, il più adatto all’impresa stessa, e passa per l’individuazione di uno scenario 4.0, basato sulla situazione, i tempi, le risorse e gli obiettivi intermedi. I punti guida sono la sostenibilità in termini di investimenti e risorse, la strategia a lungo termine, l’esecuzione per passi con quick-win, il miglioramento dei processi e, soprattutto, una compliance proattiva e non “reattiva”, ovvero non mero adempimento di norme, ma compliance by design su processi e soluzioni».
Secondo Teresa Minero, uno dei temi centrali di questa evoluzione del comparto farmaceutico, perché già a vario titolo sperimentato da molte aziende, è la serializzazione, che proprio nelle prossime settimane sarà oggetto di approfondimento all’interno di una serie di incontri promossi sempre da LifeBee.
Data Integrity, una
priorità per il farmaceutico
Un altro tema centrale
in ambito farmaceutico è quello dell’Integrità dei Dati, sia per una questione
normativa, sia perché in un clima di emergenza sanitaria aumenta nel cliente
finale il bisogno di rassicurazioni sulla sicurezza del prodotto e sulla
reputazione del marchio.
Ne abbiamo parlato
con Sébastien Girard, Global Business Development Manager Consumer
Packaged Goods di Eurotherm, parte del gruppo
Schneider Electric, che fornisce soluzioni per mantenere
l’integrità dei dati durante il loro intero ciclo di vita.
«In questo difficile
periodo per le aziende farmaceutiche è fondamentale rimanere agili e ridefinire
il flusso di convalida e controllo della qualità dei dati. Per le aziende
farmaceutiche l’aspetto più importante rimane, anche in questa nuova normalità,
mantenere la fiducia del paziente e riaffermare il concetto che “La sicurezza
del paziente viene prima di tutto».
È quindi il momento
giusto per ripensare alla governance dell’Integrità dei Dati, per reimpostare i
processi standard e il sistema di gestione della qualità, vivendo questo
passaggio come un’opportunità di mettere nero su bianco i dettagli del ciclo di
vita dei dati, evidenziando i rischi potenziali e le necessarie azioni
migliorative per risparmiare tempo e ridurre i costi legati al rilascio di
batch e per proteggere i dati da errori legati a guasti, falsificazioni e
attacchi informatici.
L’emergenza sanitaria
ha inoltre reso urgente l’abbandono di registratori a carta e di record
cartacei in generale: è semplicemente impensabile, in periodo di
Lockdown, immaginare un tecnico costretto a recarsi in un impianto per apporre
la propria firma in fondo a un foglio in modo da poter rilasciare sul mercato
un prodotto.
Da molti anni in
Europa la registrazione digitale è fortemente consigliata e
tutto induce a pensare che diventerà obbligatoria: da questo punto di vista la
crisi attuale sta accelerando i tempi. Per evitare rischi nell’implementazione
della registrazione digitale è necessario considerare l’integrità dei dati così
come affrontata dai principi Alcoa (+). Scegliere un fornitore che applica
concretamente questi concetti facilita il raggiungimento della conformità e
riduce i rischi legati ai processi di qualifica e convalida del percorso di
digitalizzazione verso lo Smart Manufacturing».
Per queste ragioni le
soluzioni Eurotherm sono in linea con le più recenti best practice a livello
globale come cGMP, Fda 21 CFR Parte 11, Ema Annex 11 e Data Integrity Alcoa
(+). Eurotherm ha recentemente presentato anche il software Data Reviewer che
ora include anche un’opzione Auditor progettata per contribuire all’Integrità
dei Dati e aiutare a semplificare il rispetto delle norme. I registratori
Eurotherm della Serie 6000, il registratore/regolatore nanodac, il Pac T2750 e
i registratori modulari Versadac insieme a Data Reviewer prevedono l’accesso
utente con password e firme elettroniche. Ciò fornisce la tracciabilità degli
eventi all’interno di audit-trail digitali a prova di manomissione,
semplificando la conformità regolatoria.
Packaging nel
farmaceutico, sempre sotto i riflettori
Il packaging
all’interno della filiera del farmaceutico occupa un ruolo fondamentale: la
confezione di un farmaco non solo deve rispettare precise norme igienico-sanitarie,
ma il suo design finisce per costituire un fattore integrante del prodotto. Ci
siamo confrontati con Valentina Marchesini di Marchesini Group, una delle aziende
italiane più note nel settore del packaging per il farmaceutico. Marchesini ha
lanciato un programma di comunicazione del tutto innovativo per il 2020, dando
prova del fatto che anche quando tutto cambia c’è sempre una strada per
costruire qualcosa di nuovo e per crescere.
«Quello farmaceutico
è un mercato anticiclico», ci ha spiegato Valentina Marchesini,
«che paradossalmente nei momenti difficili va meglio. Il Lockdown di primavera
non lo ha fermato, ma la crisi sanitaria lo sta modificando molto, e molto
velocemente. Da un lato tutta l’attenzione è stata focalizzata sulla ricerca
del vaccino, dall’altro c’è stato, ad esempio, un calo delle vendite dei
farmaci da banco, perché l’uso massiccio delle mascherine ha ridotto
drasticamente la diffusione dei malanni di stagione».
Per un’azienda che
sviluppa e fornisce tecnologia il problema principale è mantenere viva e
funzionale la relazione con il cliente sia per la parte di promozione, sia poi
per l’installazione, la formazione e gli interventi di manutenzione.
«Si è parlato tanto
di resilienza. Marchesini ha sfruttato questi mesi per crescere
in chiave di connessione con il cliente. Di solito la linea viene
consegnata a domicilio da un team specializzato che si occupa
dell’installazione, del collaudo e della formazione del personale», ha aggiunto
la manager.
«Nel momento in cui
mettere in atto questo tipo di procedure non è stato più possibile, abbiamo
riorganizzato il nostro lavoro. Siamo ricorsi a occhiali 3D, virtual room e
applicazioni per garantire al cliente assistenza da remoto, fino all’extrema
ratio dell’installazione pilotata. Dallo scorso marzo abbiamo realizzato 70
collaudi in streaming e ne prevediamo altri 40 entro la fine dell’anno».
Altra grande novità
per Marchesini sono gli XDays, ovvero “Extraordinary times need extraordinary
events”. «Per colmare il vuoto creato dalle limitazioni alla mobilità e quindi
la cancellazione di fiere, openday, workshop che erano uno dei nostri punti di
forza, perché l’accoglienza è un plus dell’imprenditoria italiana, ci siamo inventati
questi show digitali, in cui le nostre macchine sono protagoniste. Il tentativo
è quello di soddisfare il bisogno del cliente di fare un’esperienza ravvicinata
del prodotto. Per ottenere i migliori risultati possibili ci siamo avvalsi di
professionisti dell’intrattenimento per quanto riguarda le riprese, la
strumentazione e gli effetti speciali, mentre regia e scrittura sono stati
curati da risorse interne. Davanti alle telecamere ci sono i nostri tecnici che
oltre alla loro competenza portano sul palco la passione per i prodotti che
hanno visto nascere. I risultati raggiunti finora sono davvero incoraggianti».
I servizi di
assistenza in remoto X-Care di Marchesini saranno protagonisti di uno
degli XDays del prossimo anno. La seconda stagione di XDays di Marchesini è
infatti iniziata a ottobre con un focus sulla tecnologia Valida (in foto
sotto), che è una contatrice elettronica dotata di un doppio sistema di
conteggio e visione in grado di verificare forma, colore, altezza e principio
attivo della compressa, per un controllo totale del processo di counting.
Il sistema è composto
da quattro telecamere che controllano dall’alto le compresse che scorrono sui
canali, verificandone la corretta forma e colore; una telecamera che controlla
l’altezza delle compresse mediante triangolazione laser permettendo lo scarto
degli eventuali prodotti non conformi; fotocellule per il controllo
dell’avvenuto scarto della singola compressa e non del flacone.
La tecnologia Valida
può essere usata non solo come counter ma anche come pre-caricatore montato
sulla linea blister Integra 320. Prossimamente, uno degli XDays sarà dedicato
alla nuova soluzione per il riempimento e la chiusura di stickpack, nata dal
connubio tra la tecnologia Schmucker e il know-how hardware e software di
Marchesini Group. «Mentre l’acquisizione di Schmucker risale a tre anni fa e
rientra nel programma di ampliamento delle nostre competenze in un ambito come
quello degli stickpack che è sempre più di moda perché risponde alle esigenze
di vita dei nostri giorni, il sodalizio con Neri è di lunga data. Dopo anni di
proficua collaborazione Neri è stata acquisita da Marchesini come Divisione
Specializzata in soluzioni per l’etichettatura ed è pronta a
lanciare sul mercato il modello RE 402 per il labeling di prodotti in vetro,
plastica o metalli di qualunque forma e dimensione».
Infine, un altro XDays,
un’altra partnership e un’altra soluzione all’avanguardia. «Il 18 febbraio
presenteremo la linea blister integrata robotizzata, Integra 320, che è una
linea già collaudata, ma che è stata aggiornata con un sistema per il controllo
del principio attivo del prodotto sviluppato in collaborazione con Sea Vision.
Grazie alla tecnologia laser, le compresse che vengono movimentate
sulla linea a velocità considerevoli, un attimo prima di scivolare nel blister,
subiscono una scansione che permette di rilevare non solo la presenza, la
forma, la dimensione e l’integrità dell’unità, ma anche il colore e il
principio attivo». Un metodo di controllo non invasivo e affidabile che
consente di raccogliere dati fondamentali anche per la serializzazione.
Cloud computing e AI
per la supply chain del comparto farmaceutico
Nell’intraprendere un
percorso di digitalizzazione, le aziende del settore farmaceutico
puntano tra l’altro sulla supply chain. Per la previsione della
domanda, sono numerose le realtà che si affidano a ComplEtE, una soluzione
end-to-end di nuova generazione nata dall’esperienza congiunta di Porini-DGS,
un’azienda specializzata nella fornitura di servizi e soluzioni di valore
nell’ambito delle Cybersecurity Solutions, delle Digital Solutions e del
Management Consulting.
ComplEtE è un’unica
piattaforma che può gestire l’intero flusso della supply chain, dal demand
management alla pianificazione fino alla gestione del magazzino. In
particolare, la soluzione di Supply Chain Management permette di gestire gli
aspetti strategici (con i moduli Strategic Network Simulator e Demand
Management), tattici (con DRP Solution ed Enterprise Planning) e operativi,
anche grazie al supporto di algoritmi di intelligenza artificiale.
Trattandosi di una
soluzione SaaS (Software-as-a-Service) e realizzata in ambiente Cloud
Microsoft, ComplEtE non richiede un’installazione ed è immediatamente fruibile
tramite web browser. Inoltre, il fatto che ComplEtE sia integrata con tutti i
servizi offerti dalla piattaforma Microsoft Azure permette alle imprese di
utilizzare i tool per la gestione degli eventi (Power Automate), per la
condivisione delle informazioni (Teams) e per il lavoro quotidiano (Office
365).
Per quanto riguarda
l’implementazione, i progetti di norma partono da una sessione di analisi dei
processi aziendali di forecast della domanda, seguiti da una fase di
integrazione della piattaforma ComplEtE con l’Erp e con tutte le sorgenti dati
interessate ai processi in scope (Plm, Wms, Crm…). Seguono le fasi di
configurazione del prodotto e di UAT.
La soluzione però è
costruita per essere un insieme di mattoncini (brick) di soluzioni integrati e
integrabili tra di loro, permettendo quindi di sfruttare le componenti
necessarie e migliori all’ottenimento del risultato di una visione e gestione
completa del flusso informativo chiave della supply chain.
La soluzione ComplEtE
mette le aziende del comparto farmaceutico, e non solo, nella condizione
di costruire precise previsioni di vendita attraverso i più avanzati
algoritmi di intelligenza artificiale e con il contributo attivo e
collaborativo di tutta la forza commerciale coinvolta nel processo
previsionale, calcolando, ad esempio, i livelli di scorta, su ogni nodo della
rete, necessari a garantire il desiderato livello di servizio.
Ha scelto la strada
del Cloud anche una realtà come InSilicoTrials, startup
italiana che ha messo a punto una piattaforma innovativa che consente di ridurre
notevolmente, del 40-60%, i costi e i tempi di sviluppo di nuovi farmaci.
Obiettivo di
InSilicoTrials è facilitare l’accesso alle tecnologie di simulazione
già diffuse in ambito aerospaziale e automotive anche alle piccole e medie case
farmaceutiche, cosicché possano utilizzare la simulazione per
sperimentare, registrare e produrre nuovi farmaci in modo più efficiente,
sicuro e veloce.
Attraverso la
piattaforma proprietaria Cloud-based, InSilicoTrials fornisce alle aziende del
comparto farmaceutico i migliori modelli computazionali disponibili a livello
mondiale, che il suo team seleziona continuamente nelle università di tutto il
mondo e che sono già in grado di supportare la certificazione da parte degli
enti regolatori. Successivamente, un gruppo di ingegneri e sviluppatori lavora
su questi modelli per semplificarne l’interfaccia e l’utilizzo, di modo che,
una volta caricati sulla piattaforma, possano essere usati anche da ricercatori
che non hanno conoscenze in materia di simulazione digitale.
L’azienda
farmaceutica in un’ottica pay-per-use paga solo nel momento in
cui utilizza il modello, tagliando così considerevolmente i costi e consentendo
ai propri collaboratori di accedere alla tecnologia anche a distanza e ovunque
si trovino, dal momento che tutti i modelli sono utilizzabili in-Cloud nella
massima sicurezza.
Ai prodotti e alle
soluzioni pensati da InSilicoTrials per il mondo farmaceutico si aggiunge oggi
sulla piattaforma anche la Drug Safety Suite, una nuova serie di modelli che
aiutano a ridurre il rischio di cardiotossicità dei farmaci.
Ogni nuova molecola
può rivelarsi pericolosa per il cuore, provocando aritmie anche irreversibili:
affiancando ai testi in vitro i test di simulazione è possibile individuare la
pericolosità per il cuore di una molecola già nelle primissime fasi di studio
in laboratorio e, quindi, si può procedere a eliminarla subito, riducendo i
tempi e i costi della sperimentazione, e allo stesso tempo anche i test sugli
animali.
L’automazione Low-Code
per il pharma
Le criticità del
processo di trasformazione digitale sono probabilmente tra le ragioni per
cui l’automazione è attualmente utilizzata solo dal 40% delle
organizzazioni che hanno preso parte a un’altra interessante ricerca,
quella, promossa da Appian e condotta da Pharma
Intelligence.
In base a questa
ricerca, i due maggiori ostacoli alla trasformazione digitale sono la
complessità del sistema (47% degli intervistati) e la mancanza di comprensione
con il business o nei reparti IT (38%). Alla domanda sulle soluzioni
specifiche, la maggioranza (82%) di coloro che conoscono il Low-Code vedono i
vantaggi del suo utilizzo per semplificare il DevOps per la loro
organizzazione, mostrando quindi una certa consapevolezza della potenza che
l’automazione Low-Code può avere nello snellire i processi e nel rispondere
rapidamente ai cambiamenti normativi.
Appian, l’azienda
promotrice dell’indagine, fornisce una piattaforma di sviluppo Low-Code che
unisce in modo nativo tutte le funzionalità necessarie per fornire processi
end-to-end di grande impatto all’interno dell’organizzazione. L’obiettivo è
consentire alle piccole e medie aziende farmaceutiche di: automatizzare le
attività di routine in un flusso di lavoro e integrare i sistemi senza Api;
progettare e gestire i processi complessi con iBPM leader di settore;
automatizzare le attività collaborative e la gestione delle eccezioni con le
migliori funzionalità sul mercato e rendere le App più efficaci e intelligenti
con l’AI integrata di Google, AWS e Azure.
Un caso di successo:
Bormioli Pharma investe nel 4.0
In questo frangente di
crisi sanitaria globale, Bormioli Pharma, attiva nel mercato
farmaceutico e biofarmaceutico con soluzioni complete, che includono flaconi in
vetro e plastica, chiusure in plastica e alluminio e accessori, ha scelto la
via dell’innovazione e ha avviato un progetto di revamping dello
storico stabilimento di Rivanazzano (Pavia), con un
investimento complessivo di 6,5 milioni di euro.
Il progetto prevede
tra l’altro la costruzione di una nuova Clean Room (camera sterile) di livello
ISO7, l’installazione di nuove macchine per stampaggio a iniezione ad alto
tonnellaggio, l’introduzione di una nuova tecnologia produttiva e un forte
incremento del livello di automazione dei processi di movimentazione prodotti
che garantirà standard di sicurezza sempre più elevati.
Grazie a questo
progetto, avviato a poche settimane dal completamento degli interventi di
manutenzione straordinaria e potenziamento dei forni degli stabilimenti di
Bergantino (Rovigo) e San Vito al Tagliamento (Pordenone), e dall’acquisizione
di GCL Pharma, Bormioli prevede di incrementare la capacità produttiva del 35%
e di affermarsi come polo di eccellenza delle tecnologie di stampaggio
plastica per iniezione e compressione a livello internazionale.
“L’intelligenza artificiale non è solo una
tecnologia, ma fa sempre più parte della nostra vita quotidiana. La manifattura
è un motore positivo per il benessere della società, perciò nell’edizione 2020
del WM Report ci siamo chiesti come l’intelligenza artificiale possa migliorare
quel ruolo”, commenta Marco Taisch
Il
rapporto ha evidenziato l‘impatto dell’Intelligenza Artificiale
sul settore manifatturiero: il settore, si stima, investirà in questa
tecnologia 9,5 miliardi di dollari nel 2021 (sarà quindi il settore che investirà di più in IA,
secondo solo al settore bancario e dei servizi finanziari ed assicurativi) e
13,2 miliardi di dollari entro il 2025.
Le compagnie del settore, sottolinea il
rapporto, investono nell’Intelligenza
Artificiale sia perchè ne comprendono il potenziale, sia perchè vedono i
propri concorrenti investire e vogliono assicurarsi, quindi, di ritenere la
loro competitività nel mercato.
Le
tecnologie dell’Intelligenza Artificiale verranno
maggiormente adottate in un primo momento nell’automazione dei processi
produttivi, per poi venire applicate ai prodotti e ai servizi
offerti dalle imprese (ad esempio per velocizzare la fase di
design e produzione e per migliorare il marketing e la customer experience) e
nella gestione del business e delle operazioni.
Le maggiori difficoltà con cui le imprese si
scontrano nell’utilizzo di queste tecnologie riguardano la disponibilità dei dati (dati non affidabili o
difficoltà di adeguardi alle normative sui dati e sulla privacy), la mancanza delle giuste competenze nella forza
lavoro (mancanza di competenze digitali per sviluppare e/o implementare
soluzioni di IA) o l’incapacità delle aziende stesse di individuare le skill necessarie per adottare
queste nuove tecnologie.
Le raccomandazioni per adottare l’Intelligenza Artificiale in modo etico ed
affidabile
Come per le precedenti edizioni, il
report ha individuato 10 raccomandazioni relative al focus dello studio, che
hanno come obiettivo un’adozione di successo, etica e affidabile dell’IA nella
produzione industriale e sono:
Alimentare dibattito pubblico per
aumentare la comprensione e costruire la fiducia nei sistemi di IA, con azioni mirate a promuovere la conoscenza dell’Intelligenza
Artificiale e delle sue potenzialità, correggere le visioni erronee su di essa
e avviare una discussione degli impatti socio-economici dell’Intelligenza
Artificiale;
Gestire le aspettative dei produttori
sulla capacità dell’IA, attraverso la comprensione delle
potenzialità e dei limiti dell’Intelligenza Artificiale, la condivisione delle
pratiche migliori sull’utilizzo e la scelta delle soluzioni di IA adeguate alle
risorse, alle capacità e alle necessità di ciascuna azienda;
Implementare riflessioni etiche
nell’intero ciclo di vita dell’IA, con
azioni volte ad assicurare che i dati su cui si basano gli algoritmi siano
veramente rappresentativi della società e non basati su bias, ad esempio
attraverso la crazione di team interdisciplinari che lavorino a progetti di IA;
Garantire la qualità (accuratezza e
completezza), privacy e disponibilità dei dati, promuovendo metodi più responsabili per la raccolta, l’utilizzo e la
condivisione degli stessi;
Mettere gli esseri umani al centro degli
ambienti di lavoro IA, formando
i lavoratori per migliorare la loro comprensione dell’Intelligenza Artificiale,
di come questa tecnologia può esaltare le capacità dell’uomo e viceversa e
preparli all’impatto psicologico che l’utilizzo sempre maggiore
dell’Intelligenza Artificiale nella manifattura avrà sulla forza lavoro nei
prossimi anni;
Assicurare l’allineamento strategico
dell’IA in tutta l’organizzazione, per
evitare che ci sia una rottura tra il management dell’azienda e il resto
dell’organizzazione. Per fare questo, dopo che sono stati individuati dal team
manageriale gli investimenti e la strategia necessari per l’azienda, si
consiglia la discussione con il resto degli operatori dell’organizzazione;
Sostenere le PMI manifatturiere nel loro
percorso verso l’IA, aiutandole nella comprensione
dell’Intelligenza Artificiale e di come può essere applicata al loro business,
nella riconversione delle competenze necessarie per potere usufruire di questa
tecnologia e con incentivi agli investimenti;
Promuovere l’IA per supportare reti di
fornitura resilienti, sfruttando la capacità dell’Intelligenza
Artificiale di individuare e risolvere i problemi della catena di distribuzione
e di facilitare le operazioni quotidiane;
Educare e formare la forza lavoro attuale
e futura per lavorare con l’IA, focalizzandosi
sull’insegnamento (già ai primi livelli di istruzione) delle skill necessarie
per lavorare con l’Intelligenza Artificiale e sfruttando la tecnologia per
rendere l’apprendimento più efficace ed inclusivo;
Implementare standard, politiche e
regolamenti per guidare un’adozione sostenibile dell’IA, creando standard e linee guida che possano guidare una giusta
applicazione dell’Intelligenza Artificiale e promuovendo l’adozione di linee
guida e policy comuni a livello globale, anche per evitare pratiche di
concorrenza sleale.
Benanti: “C’è bisogno di un’algoretica”
Il
rapporto pone una grande attenzione alle implicazioni etiche del
coinvolgimento sempre maggiore dell’Intelligenza Artificiale nella vita
dell’uomo e della sua applicazione alla manifattura. La discussione etica (ma
non solo) che il rapporto invita tutti i skateholder coinvolti ad aprire è
necessatia soprattutto in vista delle possibili ripercussioni che
l’applicazione dell’Intelligenza Artificiale avrà nel breve periodo su alcune
occupazioni.
A questo
proposito Paolo Benanti, Francescano del
Terzo Ordine Regolare (ed esperto di etica, bioetica ed etica delle
tecnologie), ha sottolineato la necessità di scongiurare una “guerra
evolutiva” tra uomini e queste tecnologie, attraverso
l’utilizzo di regolamentazioni adeguate, che impediscano all’Intelligenza
Artificiale di andare oltre agli scopi progettati dall’uomo.
“Dobbiamo mantenere le persone al centro
di questo processo evolutivo. Dobbiamo dare risposte alla società che riducano
i rischi socio-economici che possono derivare dall’applicazione di queste
tecnologie. Possiamo farlo anche creando un’etica che sia comprensibile a
queste macchine, un’algoretica”, commenta.
La piattaforma di analytics
e intelligenza artificiale uniti con la flessibilità della tecnologia cloud
Disegnata per essere aggiornata e sempre disponibile, la nuova
release SAS®
Viya® 4, sul mercato a partire dalla fine del
2020, presenta una nuova architettura che aiuta a fornire gli analytics a tutti, ovunque.
L’innovazione che la caratterizza conferma l’impegno di Sas nel supportare le organizzazioni a
trasformare i dati in conoscenza.
<< Questa release segna un grande passo innovativo per la
piattaforma SAS e per i nostri clienti>>, afferma Oliver
Schabenberger, Coo and Cto di Sas.
<<Le organizzazioni ci chiedono di supportare la loro trasformazione digitale con agilità, velocità, automazione,
intelligenza e continuità. Queste sono le caratteristiche di SAS Viya 4:
cloud-native analytics e intelligenza artificiale per gli utenti di tutti i
livelli, trasformando la business intelligence in business “intelligente” in cloud.>>
<<Le aziende stanno apportando importanti cambiamenti
nella propria tecnologia di analisi dei
dati, guidata da architettura cloud-native>>,
afferma Dan Vesset, Group
Vice President, Analytics and Information Management di Idc. <<Sas Viya offre un modo flessibile ed
efficiente per eseguire carichi di lavoro di analisi dei dati all’interno di
architetture abilitate per container e microservizi. Le organizzazioni possono
disaccoppiare le analisi dagli ambienti per aumentare rapidamente i servizi e
soddisfare le esigenze decisionali in modo molto più agile.>>
Analytics ovunque e per tutti, che fanno la differenza
Sas sta semplificando il modo in cui l’AI e il machine learning sono integrati nel processo decisionale. Con una
nuova architettura cloud-native e la disponibilità di interfacce interattive e di
programmazione, i clienti Sas non
saranno più vincolati dal linguaggio di programmazione, dai silos di dati o da
competenze specifiche.
La preparazione automatizzata dei dati, il machine learning
(AutoML) e la distribuzione dei modelli migliorano la produttività delle
risorse in ambito data science e
portano le potenzialità di intelligenza
artificiale anche ai meno esperti.
SAS Viya 4 utilizza processi di continuous integration e continuous
delivery (CI/CD) che consentono ai clienti di scegliere gli intervalli di
release, così da avere accesso agli ultimi aggiornamenti e innovazioni nel
momento in cui sono disponibili.
Le organizzazioni analiticamente mature sanno che ogni decisione
che deriva dai loro modelli può avere un impatto significativo sui profitti.
Le tecnologie cloud si stanno evolvendo. L’architettura di SAS
Viya 4 è progettata per fare lo stesso. Consente infatti ai clienti di
sfruttare al massimo i propri investimenti in analytics attraverso software as
a service (SaaS) su cloud Sas, pubblico o privato.
Dal prossimo 1° agosto, Luca Galluzzi (52 anni) entrerà a far parte del Consiglio Direttivo di B&R e assumerà il nuovo ruolo di Chief Sales Officer
Galluzzi subentra a Peter Gucher, che andrà in pensione dopo 34 anni di carriera in azienda, carriera iniziata quando B&R era ancora una piccola start-up dell’Alta Austria con 60 dipendenti. Nel corso degli anni Gucher ha costruito una rete di vendita che oggi comprende 27 filiali e oltre 180 uffici in tutto il mondo.
Nel
suo nuovo ruolo, Galluzzi sarà responsabile di tutte le attività di vendita
globalidi B&R e della crescita della
compagnia nei nuovi mercati. Oltre alla nuova posizione nel team
direttivo, manterrà le sue attuali responsabilità di Managing Director per la Regione del Sud Europa.
“Luca
Galluzzi ha svolto un lavoro eccezionale nella regione dell’Europa
meridionale”, ha detto Hans Wimmer,
CEO di B&R,
“dimostrando grande vocazione nello sviluppo del
nostro business in questa regione. Sono molto lieto che il nostro team
esecutivo possa ora beneficiare delle sue conoscenze e della sua
esperienza”.
A
sua volta, Luca Galluzzi passa il ruolo di guida della filiale italiana a Marzio
Grattieri,che dal
1° agosto sarà quindi il nuovo direttore generale di B&R Italia, mentre Carlo Cuppini sarà
il nuovo direttore vendite nel nostro Paese.
Grattieri
ha spiegato che “anche se già nella seconda metà del 2019 si
preannunciava una certa flessione nel mercato dell’automazione, B&R ha potuto
chiudere l’anno con un +8%sul
2018. Sono stati aperti nuovi uffici a Padova e rinnovata la sede nel milanese
con il trasloco nella nuova struttura di Cesate”.
Gli
obiettivi di Grattieri per il futuro sono chiari. “Squadra che vince non
si cambia, per questo confermo il mio team come una squadra vincente. So di
aver accettato questo ruolo in un momento non certo facile, ma guardo al
futuro con ottimismo e so che abbiamo gli anticorpi adatti per
ripartire. Nonostante il lockdown, in B&R siamo
comunque andati avanti e abbiamo concluso alcuni progetti e delle nuove
trattative”.
Gli elementi vincenti di B&R si confermano, come ha spiegato Grattieri, “il portafoglio prodotti, veramente unico ed estremamente vario, che sarà senz’altro una leva per la nostra ripartenza, oltre al percorso di formazione continua interna che viene confermata, con una particolare attenzione alla creazione di talenti futuri”.
Entrambi,
Galluzzi e Grattieri, hanno concordato che restano vincenti, per affrontare al
meglio il futuro, la valorizzazione dell’asset più importante – le persone –
e il supporto tecnologico allo
sviluppo di linee di produzione adattive, sulle quali si
devono perfettamente integrare avanzati sistemi di motion, soluzioni di robotica,
sistemi di visione e software evoluti.
Noi Techpark, il distretto dell’innovazione di Bolzano, ha riaperto le porte e va ripopolandosi di ricercatori, tecnici, giovani talenti e imprenditori.
La ripresa delle attività post Covid-19
avviene anche grazie all’apertura di 19 nuovi ingressi, dieci
aziende e nove start-up, che portano così a 75 il
numero totale di imprese presenti nel parco: aziende, start-up e spin-off che
hanno scelto il polo tecnologico per connettersi a un ecosistema vitale, che proprio sull’interazione
tra ricerca e impresa basa il suo successo.
Durante la pandemia il polo tecnologico non si è
mai fermato, dimostrando con iniziative online come “Reagire alla crisi” di
saper offrire supporto alle aziende anche “da remoto” – riapre le sue porte in
totale sicurezza: 19 le nuove imprese accolte (11 insediate
nel primo trimestre dell’anno, altre 8 presentatesi e
selezionate durante il periodo di lockdown) che potranno interagire e lavorare
a stretto contatto con le altre aziende già presenti, i centri di ricerca e
l’università.
I nuovi ingressi, che portano a 75 il
numero totale delle imprese insediate, potranno usufruire dei servizi di
supporto all’innovazione forniti dal polo tecnologico Noi
Techpark e, soprattutto, dei 40 laboratori attivi in settori tecnologici di punta che li
aiuteranno a sviluppare, in stretta relazione con gli istituti di ricerca,
nuove soluzioni in grado di aumentare know-how e competitività sul mercato.
“La crisi ha colpito parti dell’economia anche in Alto Adige. Proprio per questo l’insediamento di nuove aziende e start-up a Noi Techpark è un importante segnale di fiducia nel futuro di tutto il territorio – racconta Arno Kompatscher, presidente della Provincia Autonoma di Bolzano – È un momento in cui competenza e ricerca sono fondamentali”.
Al polo tecnologico Noi Techpark, le 19 nuove imprese e start-up potranno lavorare, confrontarsi e collaborare con i ricercatori di Eurac Research, Università di Bolzano, Centro di sperimentazione Laimburg, Fraunhofer Italia e Agenzia CasaClima.
Le aziende potranno così sviluppare e
testare i propri prodotti condividendo il proprio know-how in un ambiente
composto da altri innovatori e giovani talenti.
La maggior parte delle imprese lavorano
nell’ambito del Digital e delle tecnologie Green,
due settori di punta nel prossimo futuro. Ci sono però anche nuove aziende che
lavorano nel settore dell’Automotive & Automation e del Food.
Inoltre, ci sono quattro start-up, che negli ultimi tre anni sono diventate aziende
di Noi Start-up Incubator, e si sono stabilite nel polo
tecnologico, insieme alle 19 nuove aggiunte. La missione di Noi Techpark è
proprio quella di coltivare ulteriormente questo terreno con servizi su misura
come il programma di mentoring, i
workshop e i servizi di supporto.
“ Siamo
onorati di essere parte del polo
tecnologico Noi Techpark attraverso il Würth Innovation Hub che,
tra i numerosi obiettivi, ci consente di intensificare i progetti di innovazione e di ricerca che rappresentano un pilastro
fondamentale della strategia di crescita di Würth Italia – afferma Nicola Piazza, Amministratore
Delegato di Würth Italia – Essere presenti a Noi Techpark, uno dei più dinamici parchi scientifico-tecnologici in
Europa, ci offre la possibilità di conoscere e di collaborare con numerose start-up innovative, generando un
interscambio fondamentale e determinante per sviluppare ulteriori progetti
innovativi ed entrare in contatto con il mondo del futuro”.
Nei prossimi anni vedremo sempre più l’ascesa e la collaborazione tra nuovi attori nel panorama industriale: intelligenza artificiale (AI), machine Learning (ML) ed elaborazione del linguaggio naturale (NPL) per realizzare un’automazione intelligente con un approccio più opportuno e vantaggioso
Il comparto life
science non scappa a questa regola, anzi!
Deve essere tra i primi settori sempre aggiornati, sfidare nuovi
limiti, ricercare molecole, terapie e dispositivi sempre più
all’avanguardia per poter migliorare la vita dei pazienti.
In poco più di un secolo le scoperte in ambito farmaceutico hanno letteralmente
doppiato e sommerso i progressi in ambito
industriale.
Se da un lato abbiamo un ampio ventaglio di potenziali molecole
interessanti da testare, dall’altro lato, i mezzi industriali, le tecnologie e l’automazione a disposizione non sono proprio al
passo con la ricerca.
Ricerca e
industrializzazione/automazione viaggiano su binari diversi
La ricerca è stata più libera di correre liberamente mentre
dall’altra parte le compagnie farmaceutiche hanno trovato una strada molto più
tortuosa per poter soddisfare la compliance in campo industriale. Scenari regolatori in perenne movimento,
problematiche legate ai brevetti e soluzioni tecnologiche datate.
Ancora oggi molte attività sono appesantite da processi di
compliance rigidi.
Inoltre, è sempre più visibile la frattura esistente tra la
gestione e la comprensione critica che le aziende dovrebbero utilizzare per
gestire in maniera ottimale gli aspetti di sicurezza e collaborazione del
paziente.
Le aziende dovranno necessariamente in futuro adottare soluzioni
più integrate e affidarsi sempre più all’automazione per allinearsi a tali aspetti e
risolvere le sfide più critiche in maniera efficace. L’automazione è pertanto vitale per ottenere
successo nell’industria farmaceutica.
Le compagnie stanno affrontando ogni giorno grandi flussi di cambiamenti soprattutto nella
gestione dei dati per salvaguardare
la compliance e la sicurezza dei prodotti immessi in commercio.
Numerosi dati provengono da fonti multiple, sempre più prodotti
sono distribuiti in paesi differenti che cambiano continuamente i propri
requisiti regolatori.
Per esempio, l’utilizzo di una intelligenza artificiale integrata a sistemi di farmacovigilanza consentirebbe l’ottimizzazione e l’elaborazione
simultanea dei dati da svariate fonti (email, social media, banche dati
online, files audio, video) e renderebbe i trials
clinici più consistenti, sicuri e vantaggiosi, riducendo di gran lunga le
tempistiche.
Nonostante l’automazione
sia spesso stato ingiustamente sinonimo di disoccupazione (Machines replacing Humans), in realtà anche nel pharma worldcome in altri campi,
porterà ad un restyling vero e proprio del lavoro traducendosi in nuove
posizioni lavorative, l’accento di sposterà sempre di più sull’aspetto data
science.
Il coinvolgimento umano non scomparirà ma sarà trasformato ed
integrato sempre più in un unico processo automatizzato tra AI, ML e NPL.
Ciò porterà a setacciare le voluminose quantità di dati processati
più velocemente ed efficientemente. Il risultato finale? Le aziende libereranno
più tempo e risorse che potranno essere investite in miglioramenti ed
innovazione invece che in compiti ripetitivi senza valore aggiunto. Anche i
dati stessi, hanno subito una loro “evoluzione” e continueranno ad evolversi e
ad espandersi.
L’industria dovrà necessariamente adattarsi alla loro
trasformazione per poter far fronte ad un volume
di dati in continua crescita da fonti più disparate.
Prima i dati erano abbastanza puntiformi, statici, e ricavabili da
fonti standard e tradizionali (report,
banche dati collaudate, laboratori) adesso invece possiamo ricavare dati da
dispositivi indossati direttamente dai
pazienti, questo porta ad assumere sempre più dati e in maniera più
dinamica.
Da un punto di vista tecnico si arriverà ad ottenere dati più
consistenti, un legame sempre più forte tra pazienti ed i professionisti
dell’ambito sanitario e la trasformazione
della sanità stessa nell’era digitale.
Sempre più dati a disposizione provengono da canali non
tradizionali, meno statici e più fluidi, come
social media e siti online, e sono spesso utilizzati dai pazienti per
scambiare informazioni, transitare dati e comunicare: tutto ciò porta ad un
ampio raggio d’ azione.
È
compito della tecnologia e dell’automazione dunque, riuscire a captare i dati utili nel mezzo
dello “tsunami digitale” e contestualizzarli, confrontarli anche con i vecchi
dati più “analogici” e tradizionali per poter analizzare e migliorare la
qualità di vita dei pazienti, la compliance
e la qualità del prodotto.