Evento Digitale: LAB& CHEMICAL WEB EDITION, 14 OTTOBRE 2020

ISCRIVETEVI GRATUITAMENTE all’Evento Digitale del 14 ottobre alle 14.30 dedicato alla chimica farmaceutica, laboratorio, analisi, biotech, life sciences, cleaning room all’indirizzo mail promozione@progettoindustria.com

Nel panorama del mercato italiano, l’industria chimica-farmaceutica (e tutto il relativo indotto) è tra quelle che meno hanno risentito del blocco forzato causato dall’emergenza Covid-19, tenendo forte la presa sui numeri di fatturato e produzione e assicurando così un’efficiente continuità operativa, essendo tra le imprese considerate essenziali.

In questo processo di “nuova normalità” l’evoluzione digitale e tecnologica riveste un ruolo di sempre maggiore importanza.

www.progettoindustria.com desidera dare risalto al settore della chimica e farmaceutica e del laboratorio di analisi/analisi di processo, in tutte le sue declinazioni e applicazioni con questo EVENTO DIGITALE.

Per questo, abbiamo deciso di organizzare

“SPECIALE LAB&CHEMICAL WEB EDITION 2020”

in programma mercoledì 14 ottobre 2020, dalle 14.30

un Evento che vuole essere incontro e confronto delle AZIENDE, per fare il punto della situazione sul settore attraverso le loro esperienze e le loro novità in tema di applicazioni, soluzioni, strategie, prodotti, servizi e tecnologie.

“SPECIALE LAB&CHEMICAL WEB EDITION 2020” si svolgerà on line attraverso la presentazione mirata e la condivisione in networking su piattaforma ZOOM, e diffusa anche tramite il canale YouTube dedicato e i profili social, in particolare Linkedin, che conta una Community qualificata di circa 3.000 contatti.

Si parlerà perciò di temi attuali e interessanti nell’ambito chimico-farmaceutico e in primo piano saranno:

Chimica – Farmaceutica

CLP – REACH

Affari Regolatori

Laboratorio

Cleaning Room

Ricerca/Life Sciences

Biotecnologie e Nanotecnologie

LIMS

Strumentazione e Tecnologie

Bioprocessing Equipment

Biosicurezza e biocontenimento

Arredi e Cappe

Prodotti e Reagenti

PRE-REGISTRAZIONE GRATUITA, INFO E PROGRAMMA ALL’INDIRIZZO MAIL

promozione@progettoindustria.com

Oppure

comunicazione@progettoindustria.com

La Notte Europea dei Ricercatori confermata il 27 novembre

notte europea dei ricercatori 2020

Quest’anno l’appuntamento con la notte Europea dei Ricercatori, spostato dal tradizionale ultimo venerdì di settembre al 27 novembre per l’emergenza Covid-19, sarà dedicato al tema della sostenibilità

L’iniziativa, che negli ultimi anni ha coinvolto milioni di visitatori in centinaia di città, si prepara ad affrontare le sfide comuni a tutti gli eventi dal vivo: pensare nuovi modi di coinvolgimento del pubblico, conservando lo spirito di curiosità e partecipazione che lo ha caratterizzato e fatto crescere in questi anni.

Il ruolo che la ricerca sta svolgendo nella crisi globale in corso è cruciale così come è e sarà nei molti settori messi in evidenza nei 17 obiettivi per la sostenibilità lanciati dall’Onu nel 2015 e inseriti nell’agenda 2030.

“Crediamo che la Notte Europea dei Ricercatori 2020 debba svolgersi poiché sarà importante mostrare al grande pubblico l’impatto positivo della ricerca scientifica su tutta la società. La Notte porta la scienza e i ricercatori vicini ai ragazzi e alle famiglie, può aiutare il dialogo con i cittadini e la condivisione di speranza”, commentano gli organizzatori.

Tra i progetti italiani approvati dalla Commissione il progetto SHARPER, coordinato dalla società di comunicazione della scienza Psiquadro e classificato tra le eccellenze con il massimo del punteggio tra i 100 progetti sottomessi da tutta Europa.  

“La Notte europea dei ricercatori è un tradizionale momento di condivisione di conoscenza che quest’anno assume un rilievo particolare: questa pandemia – dichiara la vice ministra dell’Istruzione Anna Ascani – ha dimostrato che la collaborazione tra studiosi e ricercatori, a livello nazionale e internazionale, è fondamentale per vincere le sfide che ci aspettano.

E che il mondo della ricerca può e deve entrare sempre più in contatto con i cittadini per aiutarli a comprendere ciò che succede e dare loro strumenti per orientarsi e riconoscere false credenze da informazioni scientificamente fondate.

I nostri enti di ricerca sono in prima linea in questi giorni e hanno saputo essere un punto di riferimento per le comunità scolastiche in questo periodo di sospensione delle attività didattiche, mettendo le proprie professionalità e competenze a servizio dei più giovani”.

“Apriamo le finestre sulla ricerca, eccellenza del nostro Paese, – conclude la vice ministra – e lasciamo che tutti, uomini e donne, possano guardare attraverso e trovare risposte utili per affrontare un futuro di sviluppo sostenibile».

Gli organizzatori della Notte Europea dei Ricercatori si dicono fiduciosi: “Siamo entusiasti del risultato raggiunto, che premia l’altissimo livello di collaborazione tra mondo della ricerca e mondo della comunicazione in un momento in cui questo connubio è strategico per tutti i cittadini”, aggiunge Leonardo Alfonsi, coordinatore nazionale del progetto. SHARPER affronterà il tema del rapporto tra ricercatori e le sfide dei Sustainable Development Goals, tra le quali il diritto alla salute e a una educazione di qualità per tutti, temi ancor più attuali nell’emergenza della pandemia.

SHARPER si svolgerà in 12 città italiane: 

Ancona, Cagliari, Catania, L’Aquila, Macerata, Nuoro, Palermo, Pavia, Perugia

TerniTorino e Trieste, con il coordinamento dall’impresa sociale Psiquadro, già al lavoro per immaginare nuove attività insieme al consorzio che comprende l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare – INFN, il centro della scienza Immaginario Scientifico, l’associazione Observa Science in Society e sei Università: La Politecnica della Marche, l’Università di Cagliari, l’Università di Catania, l’Università di Palermo, l’Università di Perugia e l’Università di Torino. Oltre 120 le istituzioni, i partner culturali gli enti di ricerca coinvolti.

Tra questi, CNR, INAF e INGV, pronti a reinventare le oltre 200 iniziative previste in modo da consentire la partecipazione in sicurezza a cittadini di tutte le età. 

Per conoscere il programma nel dettaglio bisognerà aspettare l’evolvere della situazione a livello nazionale e le indicazioni sullo svolgimento degli eventi dal vivo, ma l’edizione 2020 della Notte Europea dei Ricercatori intende segnare il passaggio a nuove forme di dialogo tra il mondo della ricerca e i cittadini. Dialogo che sia dal vivo e in presenza che in formati a distanza e virtuali, conserverà il carattere di immediatezza, informalità e approfondimento rigoroso che in questi anni ha caratterizzato SHARPER.

FABBRICA INTELLIGENTE: UN QUARTO DEL MANIFATTURIERO ITALIANO PASSA DALLA LOMBARDIA

digital brain

Il presidente dell’Associazione Fabbrica Intelligente Lombardia, Diego Andreis: “Soffriamo di una frammentazione dimensionale, un problema che possiamo risolvere solo unendo le forze”

Il World Manufacturing Forum ha incaricato Afil, primo cluster in Europa, di creare un Advanced Manufacturing Hub dopo quello realizzato in Michigan.

L’Associazione Fabbrica Intelligente Lombardia (Afil), socio attivo del Cluster Fabbrica Intelligente, ha tenuto il 16 luglio scorso l’Assemblea Generale.

All’evento pubblico, presieduto da Diego Andreis, hanno partecipato diversi attori dell’ecosistema manifatturiero Regionale, Nazionale e delle Istituzioni, tra cui il presidente del Cfi Luca Manuelli.

Tanti i temi discussi durante l’Assemblea dal titolo “L’Evoluzione del Manifatturiero Lombardo in chiave di Ricerca e Innovazione”: dall’additive manufacturing all’industria cosmetica avanzata, dalle macchine intelligenti al concetto di filiera.

Obiettivo: ridurre il gap dagli altri distretti d’eccellenza; costruire un ecosistema che unisca grandi e piccole aziende; puntare sui Digital Innovation Hub europei.

Diego Andreis, managing director di Fluid-o-Tech, presidente del Gruppo Meccatronici di Assolombarda e presidente di Afil haaffermato:

«Siamo un esercito di 78mila imprese, con quasi due milioni di addetti che fatturano complessivamente 250 miliardi di euro.

Rappresentiamo il 25% del manifatturiero italiano e il 28% dell’export nostrano – chiosa Andreis – ma soffriamo di una frammentazione dimensionale, con l’ammontare più elevato di piccole e piccolissime imprese in Europa, più del doppio rispetto a Francia e Germania, che non ha eguali nel continente.

Tale aspetto diventa una problematica da affrontare, che può essere parzialmente risolta mettendo a punto una griglia di collaborazioni che unisca le imprese, i centri di ricerca, i cluster e altri attori principali per aiutare queste realtà a sopravvivere e prosperare.

Afil è il soggetto di riferimento di Regione Lombardia per il manifatturiero avanzato, dobbiamo individuare le priorità sulla base delle quali enucleare i piani di sviluppo; la filiera è un concetto fondamentale per tenere vivo il tessuto manifatturiero, grandi o piccole che siano le aziende coinvolte.

Nostro compito precipuo è posizionare il manifatturiero lombardo a livello globale, creando anche le connessioni per i soci».

Il World Economic Forum ha chiesto ad Afil, come primo cluster in Europa, la creazione di un Advanced Manufacturing Hub dopo quello creato in Michigan.

Si tratta di una rete di Hub che mette insieme i più autorevoli esponenti del comparto manifatturiero avanzato.

Abbiamo davvero la possibilità di influenzare l’agenda globale e di mettere ancora di più sotto i riflettori l’industria lombarda.

Il primo dottorato in intelligenza artificiale in Italia

Con l’anno accademico 2021-2022 partirà in Italia il primo dottorato in intelligenza artificiale.

Firmata la convenzione tra il Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr), l’Università Sapienza di Roma, il Politecnico di Torino, l’Università Campus Bio-Medico di Roma, l’Università Federico II di Napoli e l’Università di Pisa.

Lo rendono noto il Ministero dell’Università e della Ricerca (Mur) e il Cnr, presso il quale il Mur ha costituito un comitato per elaborare una strategia unitaria e realizzare un coordinamento nazionale, finanziando con 4 milioni di euro il Cnr e con 3,85 milioni di euro l’Università di Pisa.

Sono già disponibili 194 borse di studio, 97 cofinanziate dal Cnr e 97 cofinanziate dal Mur attraverso l’Università di Pisa.
L’investimento complessivo, con il co-finanziamento degli atenei, supererà i 15 milioni di euro.
“Si tratta di una grande opportunità per il nostro Paese. Con il dottorato in intelligenza artificiale l’Italia sarà più competitiva sulle tecnologie avanzate”, ha affermato il titolare del Mur, Gaetano Manfredi.

Complessivamente, il mercato dell’Intelligenza artificiale in Italia è agli albori, con una spesa in tecnologie nel settore di poche centinaia di milioni di euro l’anno. Lo studio McKinsey individua le possibilità di maggior sviluppo, e ritorno economico, in settori industriali strategici per il Paese come il manifatturiero, la robotica industriale e di servizio, l’agroalimentare.

“Si gioca qui una delle grandi sfide del nostro futuro”, ha detto il rettore della Sapienza, Eugenio Gaudio, “e per questo dobbiamo investire nella formazione e nella specializzazione dei giovani a partire da quei settori, come la robotica e l’Intelligenza artificiale, che costituiscono un’eccellenza del nostro Paese.

L’avvio di un dottorato nazionale potrà rappresentare il trampolino di lancio per progetti di grande impatto scientifico”. L’Università La Sapienza, sul tema, dal 2009 offre un corso in lingua inglese.

Uno studio sui lavori scientifici nel settore dell’Ai, basato su dati Scopus di Elsevier, posiziona l’Italia al decimo posto a livello mondiale come numero di pubblicazioni. Il loro impatto scientifico, però, ci colloca al quinto posto. “Il nostro Paese può sicuramente contare su un grande punto di forza: la qualità della sua ricerca scientifica”, ha detto il presidente del Cnr, Massimo Inguscio. “Dobbiamo ripartire dalla ricerca, digitale e intelligenza artificiale sono settori cruciali”.

Tecnologie abilitanti emergenti nel panorama italiano

tecnologie abilitanti

HORIZON 2020 è stato lo strumento che ha permesso un adeguato livello di sviluppo delle Tecnologie abilitanti (KET) nei Paesi Europei, soprattutto in Italia

In riferimento al settore delle KET tecnologie abilitanti emergenti, la spinta di HORIZON 2020 ha aiutato a superare parzialmente questa criticità, generando collaborazioni pubblico-privato di particolare rilevanza.

Ciò grazie anche ad alcune iniziative nazionali che hanno appunto accolto le KET nella programmazione e allineato gli obiettivi strategici a quelli di HORIZON 2020.

Sotto la spinta complessiva di queste azioni, il Sistema italiano della Ricerca e Innovazione si è sviluppato sostanzialmente lungo tre direzioni:

1. Adeguamento del percorso educativo dei laureati e formazione permanente dei lavoratori;

2. Sviluppo della competitività del Sistema industriale. Se consideriamo ad es. l’Area dei Trasporti, gli obiettivi fondamentali possono essere raggiunti solo attraverso un’appropriata combinazione delle tecnologie abilitanti.

3. Assicurare l’impatto sociale dei risultati della R&I. Secondo l’ISTAT, su un campione di 400.000 aziende, il 52.3% può essere definito non sostenibile, il 15% leggermente sostenibile, il 15.1% mediamente sostenibile e il 17.6% altamente sostenibile

Risulta molto interessante la considerazione riguardo la produttività: in rapporto alle aziende con sostenibilità zero, prese come riferimento, si osserva un aumento della produttività all’aumentare della sostenibilità.

Questo risultato è dovuto anche alla significativa partecipazione delle organizzazioni italiane, sia pubbliche che private, ai temi di HORIZON 2020, tra i quali NMBP e Science with and for Society.

Il programma di finanziamento NMBP ha generato un cambiamento nella cultura degli attori italiani nella Ricerca e Innovazione, promuovendo sia una crescita di competenze specifiche, che una soddisfacente consapevolezza della necessità di indirizzare e integrare gli aspetti economici, ambientali e sociali dell’Innovazione.

Tale patrimonio di competenze e approcci potrà essere valorizzato e capitalizzato nell’ambito del prossimo Programma Horizon Europe e nello specifico nell’area del Pillar 2: Digital, Industry and Space.

Considerando gli orientamenti prioritari della R&I nel nuovo programma, la risposta può solo essere affermativa.

Nello specifico, due sono i temi di particolare rilevanza per l’Italia:

a) Il primo riguarda le tecnologie digitali e in particolare lo sviluppo dell’Intelligenza Artificiale, che nella visione italiana è comunque sempre approcciata con una visione antropocentrica. I principali interessi industriali riguardano i seguenti settori:
Industria Farmaceutica (Drug Discovery, Drug Delivery and Clinical Applications);
Industria Automotive (Autonomus Driving, Predective Maintanance, Cyber Car, Connected Supply Chain);
Microelettronica (Smart Driving, Smart Industry, Smart Home and Smart Things);

b) Il secondo è relativo alla buona posizione Italiana nel campo dei Materiali Avanzati. Partendo dalla considerazione che lo sviluppo di tecnologie abilitanti per le energie rinnovabili e sostenibili dipende in maniera critica dall’abilità di disegnare e realizzare materiali con proprietà ottimali, la realizzazione di materiali adatti allo scopo non può prescindere dalla connessione tra predizione, sintesi e caratterizzazione dei materiali stessi.

L’emergente transizione economica e sociale rende consapevole il sistema italiano della R&I dei vantaggi che possono derivare dal valore della sostenibilità. Per le aziende gli impegni verso questa direzione sostenibile si muovono lungo due traiettorie principali:

a) Essere consapevoli dell’impatto delle attività;

b) Fare un uso responsabile delle seguenti sei forme di Capitale:
– Il capitale NATURALE fornisce risorse alle attività produttive industriali e alimenta la disponibilità di scarti generati;
– Il capitale UMANO, con la conoscenza e le competenze degli addetti per portare a compimento le attività di business in modo efficiente e concreto;
– Il capitale INTELLETTUALE, ovvero brevetti, tecnologie, know-how, informazioni sui client, che contribuiscono alla creazione di valore per l’azienda;
– Il capitale MANIFATTURIERO, composto da asset tangibili che, assieme a quelli intangibili, contribuiscono alla creazione di valore per l’azienda;
– Il capitale SOCIALE, cioè il sistema di relazioni dell’azienda con gli stakeholders inclusi i propri dipendenti;
– Il capitale FINANZIARIO che fornisce all’azienda le risorse necessarie per i bisogni del business.

Il sistema italiano della R&I è pronto quindi a inserirsi nella prossima programmazione europea, consapevole che una partecipazione adeguata non potrà che tradursi in molte opportunità:

• Un Sistema di eco-innovazione più flessibile e dinamico
• Una migliore cooperazione pubblico-privato (ridotta frammentazione)
Trasferimento tecnologico (migliorare il trasferimento dei risultati della ricerca)
Partecipazione di PMI e Grandi Imprese e Programmi nazionali
• Migliore accesso alla finanza per la R&I
• Disponibilità di venture capital
• Infrastrutture di Ricerca e, quindi, miglior accesso a competenze e strumentazioni

Innovazione tecnologica: il polo tecnologico “Noi Techpark” riapre a Bolzano

Techpark

Noi Techpark, il distretto dell’innovazione di Bolzano, ha riaperto le porte e va ripopolandosi di ricercatori, tecnici, giovani talenti e imprenditori.

La ripresa delle attività post Covid-19 avviene anche grazie all’apertura di 19 nuovi ingressi, dieci aziende e nove start-up, che portano così a 75 il numero totale di imprese presenti nel parco: aziende, start-up e spin-off che hanno scelto il polo tecnologico per connettersi a un ecosistema vitale, che proprio sull’interazione tra ricerca e impresa basa il suo successo.

Durante la pandemia il polo tecnologico non si è mai fermato, dimostrando con iniziative online come “Reagire alla crisi” di saper offrire supporto alle aziende anche “da remoto” – riapre le sue porte in totale sicurezza: 19 le nuove imprese accolte (11 insediate nel primo trimestre dell’anno, altre 8 presentatesi e selezionate durante il periodo di lockdown) che potranno interagire e lavorare a stretto contatto con le altre aziende già presenti, i centri di ricerca e l’università.

I nuovi ingressi, che portano a 75 il numero totale delle imprese insediate, potranno usufruire dei servizi di supporto all’innovazione forniti dal polo tecnologico Noi Techpark e, soprattutto, dei 40 laboratori attivi in settori tecnologici di punta che li aiuteranno a sviluppare, in stretta relazione con gli istituti di ricerca, nuove soluzioni in grado di aumentare know-how e competitività sul mercato.

“La crisi ha colpito parti dell’economia anche in Alto Adige. Proprio per questo l’insediamento di nuove aziende e start-up a Noi Techpark è un importante segnale di fiducia nel futuro di tutto il territorio – racconta Arno Kompatscher, presidente della Provincia Autonoma di Bolzano – È un momento in cui competenza e ricerca sono fondamentali”.

Al polo tecnologico Noi Techpark, le 19 nuove imprese e start-up potranno lavorare, confrontarsi e collaborare con i ricercatori di Eurac Research, Università di Bolzano, Centro di sperimentazione Laimburg, Fraunhofer Italia e Agenzia CasaClima.

Le aziende potranno così sviluppare e testare i propri prodotti condividendo il proprio know-how in un ambiente composto da altri innovatori e giovani talenti. 

La maggior parte delle imprese lavorano nell’ambito del Digital e delle tecnologie Green, due settori di punta nel prossimo futuro. Ci sono però anche nuove aziende che lavorano nel settore dell’Automotive & Automation e del Food.

Inoltre, ci sono quattro start-up, che negli ultimi tre anni sono diventate aziende di Noi Start-up Incubator, e si sono stabilite nel polo tecnologico, insieme alle 19 nuove aggiunte. La missione di Noi Techpark è proprio quella di coltivare ulteriormente questo terreno con servizi su misura come il programma di mentoring, i workshop e i servizi di supporto. “ Siamo onorati di essere parte del polo tecnologico Noi Techpark attraverso il Würth Innovation Hub che, tra i numerosi obiettivi, ci consente di intensificare i progetti di innovazione e di ricerca che rappresentano un pilastro fondamentale della strategia di crescita di Würth Italia – afferma Nicola Piazza, Amministratore Delegato di Würth Italia – Essere presenti a Noi Techpark, uno dei più dinamici parchi scientifico-tecnologici in Europa, ci offre la possibilità di conoscere e di collaborare con numerose start-up innovative, generando un interscambio fondamentale e determinante per sviluppare ulteriori progetti innovativi ed entrare in contatto con il mondo del futuro”.

L’Italia riparte dal biotech

L’Italia riparte dal biotech
Settore in crescita alla ricerca di investimenti

Sono 696 le imprese biotech attive in Italia secondo il nuovo rapporto Assobiotec ed Enea su “Le imprese di biotecnologia in Italia. Facts&Figures” che mostra un settore in crescita, a forte intensità di ricerca e sviluppo ma che ha bisogno di rafforzarsi sotto il profilo dimensionale per migliorare la propria competitività a livello internazionale

Il settore biotech in questi primi mesi del 2020 ha mostrato tutte le sue potenzialità nella reazione all’emergenza sanitaria causata dalla diffusione del Sars-Cov2. E si sta sempre più affermando come tecnologia chiave per una ripartenza “sostenibile” del Paese

A testimoniare il ruolo che il biotech sta giocando nella battaglia globale contro la pandemia e che tipo di impatto ha avuto la diffusione del virus Sars-CoV-2 sul comparto biotech nazionale è stato un sondaggio “Biotech vs Covid19” lanciato nel mese di aprile da Assobiotec.

I risultati mostrano un importante coinvolgimento delle imprese presenti sul nostro territorio nella ricerca e nella produzione di soluzioni contro il virus (57% del campione) con particolare riferimento all’area della diagnostica (44%) e della ricerca di terapeutici (34%). Solo il 7% dichiara invece di essere impegnato nella ricerca di un vaccino.

Significativo è l’effetto che la pandemia e il lockdown stanno avendo sul comparto: sebbene il 60% del campione indichi di continuare a portare avanti il proprio business, anche se in modalità differente, il 40% si è vista costretta a ridimensionare (29%) o bloccare (11%) la propria attività.

A soffrire in particolare le realtà a capitale italiano che nel 13% dei casi hanno dovuto bloccare totalmente le attività in corso, mentre le imprese con headquarter estero sono riuscite tutte a proseguire le attività (dato imputabile al fatto che queste realtà svolgono in prevalenza attività più vicine al mercato e sono dunque meno esposte ad attività ad alto rischio di R&S).

Tante e differenti le difficoltà operative incontrate fra carenza di clienti (32%), logistica (29%) e crisi di liquidità (25%). Carenza di budget (36%), inaccessibilità dei laboratori e sospensione delle attività di arruolamento di pazienti negli studi clinici (21%), mancanza di materiali (19%) sono invece i principali fattori alla base di un rallentamento generale delle attività di R&S.

E alla domanda “Superata l’emergenza, se dovesse indicare 2 priorità sulle quali le Istituzioni dovrebbero lavorare per permettere alla sua impresa di svilupparsi e di affrontare meglio sfide future come questa?”

Quasi la metà delle imprese italiane ha risposto che è urgente individuare un piano di lungo periodo per la Ricerca e l’Innovazione (42%) così come allocare più investimenti in R&S (41%), mentre le imprese a capitale estero chiedono minore burocrazia (28%) e l’individuazione di un pacchetto di sgravi fiscali (14%).

Il fatturato totale del Biotech in Italia 

Questo dato ha registrato di aver superato i 12 miliardi di euro a fine 2019, con un incremento medio annuo tra il 2014 e il 2018 di circa il 5%. Due terzi del fatturato è generato dalle imprese a capitale estero, che sono appena l’11% delle imprese censite, e sono attive soprattutto nell’area della salute.

L’80% dell’industria biotech in Italia è costituito da imprese di piccola e micro dimensione, che hanno avuto un ruolo propulsivo nella dinamica di crescita dell’intero comparto. Fra il 2017 e il 2019 sono state registrate oltre 50 nuove start-up innovative attive nelle biotecnologie.

In tutto, sono oltre 13 mila gli addetti biotech in Italia, di cui il 34% impiegato in attività di Ricerca e sviluppo. È il quadro che emerge dal nuovo rapporto su Le imprese di biotecnologie in Italia, realizzato grazie all’ormai consolidata collaborazione tra Assobiotec ed ENEA.

Il 49% delle imprese biotech ha come settore di applicazione prevalente quello legato alla salute, che storicamente si connota come il settore che per primo ha dato impulso allo sviluppo delle tecnologie biotech. Il 39% delle imprese biotech produce e/o sviluppa prodotti e servizi sia di carattere industriale o volti alla prevenzione e mitigazione dell’impatto ambientale (30%), sia per applicazioni agricole e zootecniche (9%), rappresentando una delle principali leve innovative per i settori della bioeconomia. L’area delle applicazioni in Genomica, Proteomica e Tecnologie Abilitanti – GPTA risulta presente nel 12% delle realtà censite.

Tecnologie anti Covid-19

I tessuti antivirus
I tessuti antivirus

Il post Covid-19 porta alla luce novità non solo in campo medico ma anche tecnologico e per quanto riguarda la moda, l’abbigliamento è in atto una vera e propria rivoluzione soprattutto per quanto riguarda i materiali con cui verranno realizzati i capi, tessuti antivirus

Da Albini Group arrivano i primi tessuti  antivirus «ViroFormula», in grado di proteggerci da virus e microbi. Grazie a una tecnologia (la Viroblock della svizzera HeiQ), che impedisce alle stoffe, con comprovata efficacia, di diventare superfici ideali per la diffusione del Covid19. Contribuendo così a ridurne il rischio e la velocità di contaminazione e trasmissione.

«Stiamo vivendo un momento critico e incerto, ma noi non ci fermiamo. Siamo pronti ad affrontare la sfida, continuando a lavorare su nuove soluzioni e articoli in sintonia con le attuali esigenze del mercato – spiega Stefano Albini, Presidente di Albini- Ecco perché abbiamo sviluppato i tessuti antivirus ViroFormula».

Da oltre 144 anni la ricerca d’avanguardia è l’obiettivo di Albini Group (sette stabilimenti, di cui 4 in Italia, 1.300 dipendenti).

«Abbiamo ideato una nuova categoria di prodotti, unica nel suo genere: i più bei tessuti al mondo con la capacità di proteggerci dai virus. Per indossare un futuro migliore adesso», sottolinea Fabio Albini, direttore creativo del marchio fondato nel 1876 ad Albino (Bergamo), impresa famigliare, oggi guidata dalla quinta generazione. 

Il brand – maggior produttore europeo di tessuti per camicie – proprio perché è da sempre in prima linea nello studio di soluzioni innovative, nel 2019 ha inaugurato Albini Next, il «Think Tank» che promuove il cambiamento nel tessile,  fondato sull’evoluzione del know-how. E su partnership industriali e accademiche d’alto livello. Come ad esempio la collaborazione con l’azienda leader svizzera HeiQ, con cui sono nati i tessuti antivirus ViroFormula che, grazie a particolari trattamenti  annientano velocemente microbi e virus (tra cui, appunto, il Covid19). Alcuni particolari elementi chimico tessili sono stati utilizzati per distruggere il virus in pochi minuti attraverso la combinazione, in attesa di brevetto, di una tecnologia della vescicola grassa (liposomi), che distrugge i virus esaurendo la membrana virale nel suo contenuto di colesterolo.

Successivamente, gli stessi sono stati bloccati da un altro procedimento, a base d’argento che attiva reazioni antivirali ad alto spettro, attraendo i virus e legandosi permanentemente ai loro gruppi zolfo. 

Meccanismi complessi, invisibili sui tessuti antivirus realizzati in vari pesi, ideali per la produzione di camice, casacche, giacche e pantaloni, ma anche di mascherine e camici.

L’effetto del finissaggio sugli indumenti dura fino a 30 lavaggi. I prodotti utilizzati nel trattamento ViroFormula, testati per garantire la sicurezza delle persone, sono  dermatologicamente non irritanti, innocui per la pelle e per il corpo, oltre che sostenibili.

Credito d’imposta ricerca, sviluppo, innovazione e design

Credito di imposta

La misura del credito d’imposta si pone l’obiettivo di stimolare la spesa privata in Ricerca, Sviluppo e Innovazione tecnologica per sostenere la competitività delle imprese e per favorirne i processi di transizione digitale e nell’ambito dell’economia circolare e della sostenibilità ambientale

Quali vantaggi

Attività di ricerca fondamentale, ricerca industriale e sviluppo sperimentale in campo scientifico e tecnologico:

  • il credito d’imposta è riconosciuto in misura pari al 12% delle spese agevolabili nel limite massimo di 3 milioni di euro.

Attività di innovazione tecnologica finalizzate alla realizzazione di prodotti o processi di produzione nuovi o sostanzialmente migliorati:

  • il credito d’imposta è riconosciuto in misura pari al 6% delle spese agevolabili nel limite massimo di 1,5 milioni di euro
  • il credito d’imposta è riconosciuto in misura pari al 10% delle spese agevolabili nel limite massimo di 1,5 milioni di euro in caso di attività di innovazione tecnologica finalizzate al raggiungimento di un obiettivo di transizione ecologica o di innovazione digitale 4.0.

Attività di design e ideazione estetica per la concezione e realizzazione dei nuovi prodotti e campionari nei settori tessile e della moda, calzaturiero, dell’occhialeria, orafo, del mobile e dell’arredo e della ceramica, e altri individuati con successivo decreto ministeriale:

  • il credito d’imposta è riconosciuto in misura pari al 6% delle spese agevolabili nel limite massimo di 1,5 milioni di euro.

Il credito d’imposta è utilizzabile esclusivamente in compensazione in tre quote annuali di pari importo a decorrere dal periodo d’imposta successivo a quello di maturazione.

La base di calcolo del credito d’imposta deve essere assunta al netto delle altre sovvenzioni o dei contributi a qualunque titolo ricevuti per le stesse spese ammissibili.

Nel rispetto dei massimali indicati, e a condizione della separazione analitica dei progetti e delle spese ammissibili pertinenti alle diverse tipologie di attività, è possibile applicare il beneficio anche per più attività ammissibili nello stesso periodo d’imposta.

A chi si rivolge

Tutte le imprese residenti nel territorio dello Stato, incluse le stabili organizzazioni di soggetti non residenti, indipendentemente dalla natura giuridica, dal settore economico di appartenenza, dalla dimensione, dal regime contabile e dal sistema di determinazione del reddito ai fini fiscali.

Sono escluse le imprese in stato di liquidazione volontaria, fallimento, liquidazione coatta amministrativa, concordato preventivo senza continuità aziendale, altra procedura concorsuale. Sono inoltre escluse le imprese destinatarie di sanzioni interdittive ai sensi dell’articolo 9, comma 2, del decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231.

La fruizione del beneficio spettante è subordinata alla condizione del rispetto delle normative sulla sicurezza nei luoghi di lavoro e al corretto adempimento degli obblighi di versamento dei contributi previdenziali e assistenziali a favore dei lavoratori.

Come si accede

Il credito si applica alle spese in   sostenute nel periodo di imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2019.

Ai fini del riconoscimento del credito d’imposta, l’effettivo sostenimento delle spese ammissibili deve risultare da apposita certificazione rilasciata dal soggetto incaricato della revisione legale dei conti.

Per le imprese non obbligate per legge alla revisione legale dei conti, le spese sostenute per adempiere all’obbligo di certificazione sono riconosciute in aumento del credito d’imposta per un importo non superiore a 5.000 euro.

Le imprese, inoltre, sono tenute a redigere e conservare una relazione tecnica che illustri le finalità, i contenuti e i risultati delle attività ammissibili svolte.

Le imprese che intendono fruire dell’agevolazione sono tenute ad effettuare una comunicazione al Ministero dello sviluppo economico.

Il modello, il contenuto, le modalità e i termini di invio della comunicazione saranno stabiliti con apposito decreto direttoriale. La comunicazione è richiesta al solo fine di acquisire le informazioni necessarie per valutare l’andamento, la diffusione e l’efficacia delle misure agevolative.

Coronavirus, il maxicomputer del Cineca di Bologna al lavoro per un vaccino

marconi cineca

Buone notizie arrivano da Bologna: un maxicomputer è entrato in azione per scovare un vaccino per il Coronavirus

Si tratta del progetto a trazione italiana “Excalate4CoV”, messo in atto dal Cineca, il più importante centro di elaborazione tecnologica per la ricerca scientifica in Italia.

Il Cineca ha ottenuto, il 6 marzo scorso, un finanziamento europeo di tre milioni di euro.  La Commissaria dell’Innovazione della Ue Mariya Gabriel ha dichiarato nel comunicato stampa: “Grazie ai fondi di emergenza, i ricercatori sono in grado di attivarsi immediatamente per contrastare l’epidemia di coronavirus su varie fonti e trovarne il vaccino.

Vedere la comunità dei ricercatori attivarsi in modo così rapido ci dà nuove speranze di avvicinarci presto all’obiettivo di fermare la diffusione del virus grazie a un vaccino specifico”.

Il team che condurrà le ricerche è guidato dalla Dompé farmaceutici e incorpora 18 organizzazioni europee. Ne fanno parte anche l’Università di Milano, quella di Cagliari, la Federico II di Napoli, lo Spallanzani di Roma, l’Infn e l’associazione BigData. Il fulcro di Excalate4CoV è trovare un vaccino per il coronavirus sfruttando il programma di calcolo “più performante al mondo”, in grado di analizzare tre molecole in un solo secondo, partendo da un assortimento di 500 milioni di molecole.

Così facendo si conta di poter trattare l’infezione tra i soggetti contagiati e di riuscire a estrapolare un vaccino per debellare il coronavirus.

Le biotecnologie, unite alla sempre maggiore potenza di calcolo e all’avanzamento dell’intelligenza artificiale, potranno accelerare tutti i processi di ricerca.

La procedura in dettaglio

Il super computer sarà coadiuvato da altri sistemi intelligenti per la realizzazione e la successiva verifica degli esperimenti in laboratorio per la ricerca del vaccino contro il coronavirus.

Presupposto indispensabile è l’analisi dei geni relativi alla malattia.

A tal fine è prevista una suddivisione dei compiti: l’università di Cagliari agirà in campo biologico, la Federico II valuterà il migliore composto e lo rapporterà alle cure, lo Spallanzani si occuperà della fase di sperimentazione del possibile vaccino sugli esseri umani.

Una sorta di collaborazione sinergica per trovare una soluzione all’epidemia da Covid-19.

I costi del vaccino sono elevati

Il vaccino contro il nuovo coronavirus SarCov2 costa circa 900 milioni di dollari, secondo il Presidente di Farmindustria Massimo Scaccabarozzi che dichiara che se i costi sono alti dipende soprattutto dalla tempistica con cui si arriva a “disporre in sequenza” un virus.

“I costi derivano ovviamente dalle varie fasi di sperimentazione necessarie per la messa a punto del vaccino”, spiega il presidente e aggiunge che le varie fasi della procedura vanno dalla sperimentazione in vitro a quella sugli animali, fino ad arrivare ai test sull’essere umano. Al momento sono in corso di sperimentazione circa 30 vaccini per il nuovo coronavirus [VIDEO] a livello globale.

Link: Coronavirus; l’infezione tra i soggetti contagiati;  vaccini per il nuovo coronavirus [VIDEO]