Rockwell Automation: nuova gamma di PC industriali con tecnologia Asem

Roxkwell e Asem tecnologia IoT

l lancio di questa famiglia di prodotti è la prima conseguenza industriale dell’acquisizione di Asem SpA avvenuta lo scorso maggio, il cui obiettivo era permettere a Rockwell di ampliare considerevolmente la propria capacità di risposta al mercato in termini di PC industriali (IPC), interfacce operatore (HMI) e soluzioni di accesso remoto sicuro Industrial IoT, grazie alle strutture di Asem e in particolare al suo centro di eccellenza per R&D e produzione in ambito HMI e PC industriali.

I prodotti sono stati specificamente progettati per resistere alle condizioni difficili presenti negli ambienti industriali, ivi comprese le applicazioni di lavaggio previste nei processi food e life science.

Tra le prime novità disponibili un’estesa gamma di monitor, box PC, panel PC, thin client e dispositivi per la connettività remota.

Seguiranno, nel corso del prossimo anno, nuove varianti di prodotto e opzioni di personalizzazione che arricchiranno ulteriormente l’offerta di Rockwell Automation per l’industrial computing.

I nuovi VersaView 6300

VersaView 6300 mette i dati a disposizione di chi deve prendere le decisioni al posto e al momento giusto, su dispositivi intelligenti, su macchine e su tutto l’impianto. Integra le capacità di IIoT Computing di Rockwell Automation e aiuta a incrementare la produttività e l’efficienza in una Connected Enterprise, in particolare nel punto di visualizzazione e aggregazione dei dati.

La famiglia VersaView 6300 prevede la disponibilità immediata di panel PC altamente scalabili, VersaView 6300P, che offrono ai costruttori di macchine una maggiore flessibilità in tutto ciò che è accessibile e gestibile tramite uno schermo; thin client ThinManager Ready VersaView 6300T; e box PC altamente configurabili, VersaView 6300B, oltre a prodotti per l’accesso remoto.

Commentando questo lancio di prodotti, Susana Gonzalez Emea President di Rockwell Automation, afferma: “Trasferire le capacità di Asem nel portafoglio di Rockwell Automation è stato decisamente entusiasmante così come lanciare la famiglia VersaView 6300.

L’Europa è nota per essere una fucina delle migliori tecnologie di industrial computing.

Tale capacità potenziata di fare, in Italia, ricerca e sviluppo e produzione di tecnologia di levatura mondiale rappresenterà un vantaggio per i clienti, in particolare per i costruttori di macchine, sia della regione Emea che di tutto il mondo”.

Renzo Guerra, Presidente e Ceo di Asem, dichiara: “La famiglia di prodotti VersaView oltre a beneficiare di tecnologia avanzata si porta dietro tutto il patrimonio, la qualità e l’innovazione sviluppati da Asem negli ultimi 40 anni. Ciò rappresenta un nuovo capitolo della storia di Asem, poiché dalla nostra sede di Artegna continueremo a supportare e sviluppare la nostra tecnologia informatica all’avanguardia per l’automazione industriale, per i nostri attuali clienti così come per raggiungere nuovi mercati in tutto il mondo”.

Bart Nieuwborg, product manager visualization di Rockwell Automation Emea region, afferma: “La famiglia VersaView 6300 sarà sul mercato nei prossimi mesi, tuttavia, sono già da ora disponibili tutti i dettagli e le specifiche tecniche per consentire ai clienti di introdurre queste nuove funzionalità nei loro investimenti attuali e futuri. Siamo orgogliosi di poter offrire ai nostri clienti capacità complete di personalizzazione tramite il centro di eccellenza per le soluzioni informatiche industriali, e ci entusiasma poter continuare a sviluppare la nostra offerta nei prossimi mesi così come in futuro”.

FABBRICA INTELLIGENTE: UN QUARTO DEL MANIFATTURIERO ITALIANO PASSA DALLA LOMBARDIA

digital brain

Il presidente dell’Associazione Fabbrica Intelligente Lombardia, Diego Andreis: “Soffriamo di una frammentazione dimensionale, un problema che possiamo risolvere solo unendo le forze”

Il World Manufacturing Forum ha incaricato Afil, primo cluster in Europa, di creare un Advanced Manufacturing Hub dopo quello realizzato in Michigan.

L’Associazione Fabbrica Intelligente Lombardia (Afil), socio attivo del Cluster Fabbrica Intelligente, ha tenuto il 16 luglio scorso l’Assemblea Generale.

All’evento pubblico, presieduto da Diego Andreis, hanno partecipato diversi attori dell’ecosistema manifatturiero Regionale, Nazionale e delle Istituzioni, tra cui il presidente del Cfi Luca Manuelli.

Tanti i temi discussi durante l’Assemblea dal titolo “L’Evoluzione del Manifatturiero Lombardo in chiave di Ricerca e Innovazione”: dall’additive manufacturing all’industria cosmetica avanzata, dalle macchine intelligenti al concetto di filiera.

Obiettivo: ridurre il gap dagli altri distretti d’eccellenza; costruire un ecosistema che unisca grandi e piccole aziende; puntare sui Digital Innovation Hub europei.

Diego Andreis, managing director di Fluid-o-Tech, presidente del Gruppo Meccatronici di Assolombarda e presidente di Afil haaffermato:

«Siamo un esercito di 78mila imprese, con quasi due milioni di addetti che fatturano complessivamente 250 miliardi di euro.

Rappresentiamo il 25% del manifatturiero italiano e il 28% dell’export nostrano – chiosa Andreis – ma soffriamo di una frammentazione dimensionale, con l’ammontare più elevato di piccole e piccolissime imprese in Europa, più del doppio rispetto a Francia e Germania, che non ha eguali nel continente.

Tale aspetto diventa una problematica da affrontare, che può essere parzialmente risolta mettendo a punto una griglia di collaborazioni che unisca le imprese, i centri di ricerca, i cluster e altri attori principali per aiutare queste realtà a sopravvivere e prosperare.

Afil è il soggetto di riferimento di Regione Lombardia per il manifatturiero avanzato, dobbiamo individuare le priorità sulla base delle quali enucleare i piani di sviluppo; la filiera è un concetto fondamentale per tenere vivo il tessuto manifatturiero, grandi o piccole che siano le aziende coinvolte.

Nostro compito precipuo è posizionare il manifatturiero lombardo a livello globale, creando anche le connessioni per i soci».

Il World Economic Forum ha chiesto ad Afil, come primo cluster in Europa, la creazione di un Advanced Manufacturing Hub dopo quello creato in Michigan.

Si tratta di una rete di Hub che mette insieme i più autorevoli esponenti del comparto manifatturiero avanzato.

Abbiamo davvero la possibilità di influenzare l’agenda globale e di mettere ancora di più sotto i riflettori l’industria lombarda.

Covid, la robotica italiana in campo contro il rischio di contagi

robotica e macchine intelligenti

I-Rim lancia un questionario per capire il ruolo antivirus della tecnologia contro il Covid

Robotica per la telemedicina, macchine intelligenti per la ventilazione, l’assistenza dei pazienti e la sanificazione degli ambienti: un questionario aiuterà lavoratori e imprese a capire come la tecnologia può migliorare la convivenza con il coronavirus e ridurre il rischio di contagi. Lo ha lanciato l’Istituto di robotica e macchine intelligenti (I-Rim) italiano. A metterlo a punto, le ricercatrici dell’Istituto Italiano di Tecnologia (Iit), Alessandra Sciutti e Maria Fossati, la studiosa Fiorella Battaglia, dell’Università Ludwig-Maximilians di Monaco, Valentina Calderai, dell’Università di Pisa e Monica Pivetti, dell’Università di Bergamo.

Il questionario si propone, attraverso 50 domande, di indirizzare esperti, accademici e maker membri di I-Rim a sviluppare nuove soluzioni tecnologiche di rapida realizzazione, per diminuire i rischi di contagio.

Per Antonio Bicchi, presidente di I-RIM, “il mondo è cambiato e continuerà a cambiare per fronteggiare la pandemia.

Per affrontare questo cambiamento – aggiunge lo studioso – riteniamo sia necessario stabilire un dialogo vivace e aperto con la società, e mettere il cittadino al centro dello sviluppo delle tecnologie. L’obiettivo – chiarisce Bicchi – non è limitato a un’analisi a breve termine.

Dobbiamo essere in grado di recepire gli stimoli e creare scenari che ispirino la ricerca di base, per affrontare i problemi chiave della robotica e delle macchine intelligenti”.

Uno dei punti del questionario è scoprire come le misure di distanziamento influiscano sulla vita quotidiana delle persone.

Per Sciutti, “studiare come i robot possano collaborare al meglio con noi e diventare membri effettivi della nostra società è un passo cruciale affinché essi siano davvero al nostro fianco per aiutarci. Il nuovo questionario – conclude la studiosa – ci permetterà di conoscere le esigenze e le necessità dei cittadini emerse in questi mesi, e di capire come sia possibile migliorare le condizioni di lavoro con l’aiuto della tecnologia”.

POMPE CRIOGENICHE PER PICCOLI IMPIANTI INDUSTRIALI

pompa criogenica

Con le pompe criogeniche di Vanzetti Engineering è possibile rispondere a tutte le esigenze applicative del settore industriale su piccola scala

L’ultimo modello della serie ARTIKA di Vanzetti Engineering, l’ARTIKA 300, permette di soddisfare le esigenze di applicazioni per il trasferimento di gas naturale liquefatto in terminali di piccola e media taglia.

Nel settore industriale su piccola scala le applicazioni a valle delle pompe criogeniche che hanno registrato una crescita significativa negli ultimi anni sono quelle relative all’alimentazione di gasdotti, centrali elettriche a gas, impianti di peak shaving a gas e trasferimento di gas a terminali costieri di piccole e medie dimensioni.

Vanzetti Engineering è in grado di fornire tutte le pompe criogeniche a valle dell’impianto di liquefazione, su skid e complete di tutti gli accessori, sensori e strumenti.

Per soddisfare le esigenze di applicazioni per il trasferimento di gas naturale liquefatto in terminali di piccola e media taglia, Vanzetti Engineering ha sviluppato un modello più grande di pompa centrifuga sommersa, l’ARTIKA 300. Disponibile in configurazione a 1 o 2 stadi, questa pompa può raggiungere i 270 m3/h di portata, completando così la gamma di pompe sommerse per LNG. Le caratteristiche proprie di queste pompe includono la concezione senza guarnizione, con i cuscinetti dei motori lubrificati in permanenza dal gas naturale liquefatto, che consente il mantenimento di condizioni di freddo per operazioni di avvio e stop veloci ed efficienti, e bassissima frequenza di manutenzione.

Rigassificazione

Il gas naturale, allo stato liquido, avendo una densità circa 600 volte superiore a quella in stato gassoso e ed essendo stoccato a basse pressioni, rappresenta la forma più conveniente per il trasporto di questo combustibile in grandi quantità, indispensabile specialmente laddove non è presente una rete così capillare di gasdotti. Il gas naturale liquido viene trasportato dai Paesi in cui viene prodotto, per poi essere rigassificato in impianti chiamati terminal LNG, nei Paesi a cui il prodotto viene destinato. La rigassificazione è un processo nel quale il gas naturale liquefatto viene scaldato, tramite speciali scambiatori di calore, per farlo ritornare allo stato gassoso. In seguito, viene distribuito come gas naturale tramite i gasdotti. Il gas naturale liquefatto può essere stoccato localmente in serbatoi criogenici e impiegato successivamente per altri scopi, come il riempimento di rimorchi e stive.

Impianti satellite LNG

Gli impianti satellite LNG sono spesso impiegati per fornire gas naturale a caldaie, fornaci, centrali elettriche e altre applicazioni industriali, quando non è localmente disponibile una rete di distribuzione gas. In combinazione con i trasporti via iso-container e trailer LNG, questi impianti sono in grado di garantire una fornitura costante di combustibile pulito dai terminal LNG.

Power generation

Nei casi in cui è richiesta la produzione in loco di energia elettrica, il gas naturale liquefatto rappresenta una valida alternativa all’olio combustibile.

Le centrali elettriche garantiscono energia pulita, sicura ed economica a città, isole e aree remote utilizzando il gas naturale liquefatto al posto dei combustibili pesanti. In agricoltura e nelle serre, dove non sono disponibili gasdotti o reti elettriche, il gas naturale liquefatto rappresenta una valida alternativa per avere accesso al gas naturale.

Inoltre, i generatori diesel possono essere sostituiti con generatori a gas o trasformati in sistemi bifuel capaci di essere alimentati sia a gasolio sia a gas naturale.

Impianti Peak Shaving

Il gas naturale liquefatto può essere impiegato per gestire picchi di domanda di energia quando le normali reti di distribuzione sono in grado soltanto di soddisfare la normale domanda ma non occasionali richieste extra, dovute, ad esempio, alle variazioni stagionali. Questi impianti sono chiamati LNG Peak Shaving, perché sono in grado di gestire questi picchi transitori usando il gas naturale liquefatto come fonte di energia

Impianti industriali, oil & gas e attività minerarie

Il gas naturale liquefatto è ampiamente utilizzato in vari processi industriali, come centrali elettriche, essiccatoi, caldaie, trattamenti termici, forni rotanti e fornaci per la produzione di carta, metallo, prodotti chimici, petrolio, pietra, argilla, vetro, abbigliamento e cibo. Rappresenta un’alternativa ecologica, meno costosa e sicura, al GPL, al gasolio e agli oli, garantendo innegabili benefici economici e ambientali.

Per quanto riguarda il settore oil & gas, un tipico sito di perforazione consuma da 2.500 a 9.000 litri di gasolio al giorno: un combustibile altamente efficiente come il gas naturale liquefatto può essere una scelta intelligente.

Il gas naturale liquefatto può essere impiegato con successo anche nelle attività minerarie e nei veicoli pesanti al posto di grandi quantità di gasolio. I camion da cava e miniera spesso compiono percorsi brevi e ripetitivi e, quindi, un sistema di rifornimento in loco basato sulla tecnologia LNG rappresenta un’ottima opportunità.

Una soluzione per ogni esigenza

Per tutte le tipologie di applicazioni appena citate, Vanzetti Engineering propone diverse tipologie di pompe criogeniche.

Le pompe criogeniche sommerse della serie ARTIKA sono disponibili in configurazione monostadio o multistadio (2, 3, 4 o 6), sono progettate per lavorare sommerso in criostato o in serbatoio criogenico, sono adatte ad utilizzo continuo e discontinuo, offrono helical inducer per minimizzare il valore di NPSH, motore integrato da utilizzare con inverter/VFD, meno interventi di manutenzione grazie all’assenza di elementi soggetti a usura e alla lubrificazione continua dell’LNG, rumorosità ridotta (<80dB).

Le pompe criogeniche centrifughe per gas naturale liquefatto e gas industriali delle serie DSM e SGM dispongono di motore elettrico e presa diretta, tenuta meccanica, induttore per minimizzare la NPHS richiesta e hanno una rumorosità di emissione ridotta (< 80 dB).

Le pompe criogeniche alternative della serie VT-1 garantiscono elevata efficienza e ridotta rumorosità, compatibilità con serbatoi Cold Converter e Thermosyphon, installazione semplice grazie alle connessioni adattabili inlet e outlet, manutenzione rapida grazie ad un kit di tenuta della cartuccia.

Italgas e Politecnico di Torino: innovative tecnologie energetiche

italgas e politecnico di Torino

Sviluppare attività congiunte di ricerca, innovazione e formazione a supporto della transizione energetica, la mobilità sostenibile, l’economia circolare.

Questi gli obiettivi della partnership siglata tra Politecnico di Torino Italgas, società leader in Italia e terza in Europa nel settore della distribuzione del gas naturale, nata quasi due secoli fa nel capoluogo piemontese.

Da un lato ricerca, sviluppo e innovazione, dall’altro didattica, alta formazione e formazione permanente.

L’Ateneo e l’Azienda collaboreranno su progetti di ricerca che spazieranno da tematiche più generali – come l’innovazione digitale, la mobilità sostenibile, l’ottimizzazione dei consumi energetici, l’efficientamento delle reti e il recupero di risorse – ad azioni più specifiche volte allo sviluppo di tecnologie innovative per l’inserimento di gas rinnovabili nelle reti esistenti, allo sviluppo di sistemi “power to gas” per il recupero dei surplus di produzione energetica, fino alla realizzazione di uno smartmeter gas evoluto destinato alle reti “intelligenti”.

Una partnership per l’innovazione

Politecnico e Italgas lavoreranno inoltre su diversi fronti formativi, dove la collaborazione sarà occasione di scambio e interazione attiva fra docenti, ricercatori, studenti e azienda con progetti congiunti indirizzati allo sviluppo di master universitari, corsi per neolaureati, eventi ed attività di divulgazione attraverso network nazionali e internazionali.

Italgas metterà inoltre a disposizione di docenti e ricercatori gli spazi e le competenze della propria Digital Factory, vero motore della trasformazione digitale degli asset e dei processi dell’Azienda.

“La collaborazione con un’azienda di origine torinese come Italgas su tematiche di ampio respiro e di importanza strategica come quelle energetiche ci fa molto piacere anche per ribadire che la nostra città può contribuire in modo significativo alla crescita del Paese”, commenta il Rettore del Politecnico Guido Saracco.

“Per Italgas – ha spiegato l’Amministratore Delegato, Paolo Gallo -l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione sono una priorità assoluta e una leva di crescita.

In questo contesto, la collaborazione con un Ateneo di eccellenza come il Politecnico di Torino è una grande opportunità che si realizza.  Siamo entusiasti di poter lavorare insieme su progetti di ricerca e formazione di grande rilevanza strategica non solo per la nostra Azienda ma per tutto il Paese, che potrà giovarsi dei risultati che raggiungeremo, e al contempo contribuire alla formazione dei talenti del futuro”.

Coronavirus, prevenirlo con l’alimentazione, in attesa del vaccino

coronavirus - Covid-19

Intorno al coronavirus continuano a ruotare studi e ricerche che tentano di dare risposte ad una possibile “immunità” da contagio, in attesa di un vaccino che non dovrebbe peraltro arrivare prima del 2021


E proprio su questi temi, la Calabria, è protagonista di una piacevole sorpresa.

A conti fatti, analizzando i dati del COVID-19è stata una delle regioni meno colpite, tant’è che il sistema sanitario, nonostante il preoccupante allarme mondiale, non è stato fortunatamente messo alla prova e i reparti di terapia intensiva non sono stati presi d’assalto, a differenza di alcune regioni del nord che per gli eccessivi ricoveri hanno dovuto creare ulteriori posti, utilizzando strutture diverse da quelle sanitarie. Ma non solo del Nord. Anche al Sud, come ad esempio Campania e Puglia, la situazione è stata ben diversa.

Sembra proprio che in Calabria, come dimostra una ricerca, il coronavirus non abbia trovato terreno fertile, soprattutto grazie all’alimentazione basata su prodotti tipici locali che per le specifiche e uniche caratteristiche organolettiche fungono da farmaco naturale di prevenzione e cura del coronavirus.

Così la ricercatissima soppressata, il salame piccante, la nduja, il sanguinaccio di maiale, i funghi sott’olio, le polpette di carne e melanzane, le frittelle di fiori di zucca e le olive locali nere e verdi, paiono rappresentare il vero e unico vaccino a difesa del coronavirus, insieme all’ottimo vino rosso paesano, curato nelle private cantine.

Ad avvalorarequesta tesi è stato un team di ricerca italiano, dell’Università di Torino che ha individuato una molecola del colesterolo che da sola blocca il coronavirus.

Si tratta della 27OHC, la molecola 27- idrossicolesterolo, presente nel corpo umano per il metabolismo del colesterolo.

I ricercatori dell’Università hanno fatto questa interessante scoperta in collaborazione con la Panoxyvir, una start up innovativa e tale studio è stato pubblicato sulla celebre rivista scientifica Redox Biologycon lo studio viene dimostrato che tale molecola è in grado di bloccare la replicazione del COVID-19, nelle cellule dell’uomo.

Tale molecola riesce a bloccare i patogeni attraverso un meccanismo che non bersaglia direttamente le particelle virali, bensì modifica in modo transiente fattori della cellula ospite necessari ai virus per replicarsi.

Siemens: Nuovo Consiglio di Amministrazione dal 1 ottobre 2020

new ceo siemens

Dal 1° ottobre, Ronald Busch, CEO designato, e il Consiglio di Amministrazione rinnovato assumeranno la responsabilità per le attività di business della futura Siemens AG per l’esercizio 2021

Siemens ha dipinto il futuro team del Consiglio di Amministrazione sotto la guida del CEO designato Roland Busch, a regime dal 1° ottobre 2020.

Klaus Helmrich, membro del Consiglio di Amministrazione con responsabilità per Digital Industries (DI), andrà in pensione alla scadenza del suo contratto alla fine di marzo 2021, dopo 35 anni in azienda.

Cedrik Neike, membro del Consiglio di Amministrazione attualmente responsabile di Smart Infrastructure (SI), gli succederà a partire dal 1° ottobre 2020.

Matthias Rebellius – attualmente Chief Operating Officer (COO) di SI – è stato nominato membro del Board e assumerà la responsabilità di questa unità.

Dal 1° ottobre, Busch e l’intero Consiglio di Amministrazione assumeranno la responsabilità per le attività di business della futura Siemens AG e quindi per l’esercizio 2021.

Come previsto, Joe Kaeser trasferirà il proprio ruolo di CEO a Roland Busch in occasione dell’Assemblea Annuale degli azionisti della società, nel febbraio 2021.

“Il Consiglio di sorveglianza e il Consiglio di Amministrazione desiderano ringraziare Klaus Helmrich per i molti anni di servizio in Siemens e per aver consentito a Digital Industries di raggiungere la posizione di leader di mercato.

Klaus Helmrich adempirà al contratto come previsto e, insieme a Cedrik Neike, garantirà una transizione ottimale”, dichiara Jim Hagemann Snabe, Presidente del Consiglio di Sorveglianza di Siemens AG.

“Le ultime decisioni sono un altro passo verso il Consiglio di Amministrazione di Siemens AG del futuro”, continua Snabe.

“Con questi incarichi e la nomina precedentemente annunciata di Judith Wiese nel Consiglio di Amministrazione di Siemens come Chief Human Resources Officer, abbiamo concluso con successo il riallineamento di Siemens AG, incluso il processo di successione nel CdA, aprendo la strada per uno sviluppo continuativo dell’azienda”.

Matthias Rebellius è stato nominato per un mandato di cinque anni: come COO di SI, negli ultimi anni ha contribuito a integrare con successo le singole parti del business di Smart Infrastructure.

A seguito delle decisioni prese, il Consiglio di Amministrazione di Siemens comprenderà i seguenti membri, a partire dal 1° ottobre: Joe Kaeser (fino a quando non lascerà l’azienda nel febbraio 2021), Roland Busch, Ralf Thomas, Judith Wiese, Cedrik Neike, Matthias Rebellius e Klaus Helmrich (fino a quando non lascerà l’azienda nel marzo 2021).

“In questa fase, vorrei esprimere il mio apprezzamento molto speciale a Joe Kaeser per il suo supporto attivo nel processo di successione”, conclude Snabe.

Turck Banner: sensori efficaci e flessibili

sensori Q45 ultrasonic

I nuovi sensori Q45UAA sono wireless, compatti e particolarmente performanti. Sono denominati Q45 Ultrasonic All-in One

Turck Banner Italia, tra i principali fornitori di sensori, illuminatori e segnalatori industriali, sistemi bus e sicurezza, presenta con i nuovi sensori wireless Q45UAA Ultrasonic All-in-One, una serie di dispositivi in grado di risolvere in modo efficiente le più svariate applicazioni.

La gamma di sensori e nodi wireless All-in-One serie Q45 include da ora i nuovi sensori a ultrasuoni a corto raggio del Q45UAA. Con un raggio di rilevamento da 100 mm a 1 m, questi dispositivi compatti sono progettati per adattarsi facilmente in spazi ristretti e monitorare in modo affidabile contenitori di dimensioni molto ridotte.

Una volta installato, il Q45UAA può monitorare, ad esempio, il livello di riempimento di liquidi o solidi in un serbatoio o contenitore e comunicare i dati a un controller wireless DXM su una rete wireless.

Un solo dispositivo “cost-effective” di rapida applicazione

Il Q45UAA alloggia un sensore, un nodo wireless e la batteria in un dispositivo compatto e completamente wireless che rappresenta un risprmio se comparato con l’acquisto dei componenti singoli. Il design All-in-One elide il tempo, la manodopera e i costi di installazione di sensori e nodi separati, un vantaggio significativo per applicazioni su larga scala.

Prevenire i problemi prima della loro insorgenza

Il sensore a ultrasuoni wireless All-in-One semplifica il monitoraggio dei livelli in qualunque contenitore da qualsiasi posizione abilitata in una rete. Gli operatori hanno accesso a dati puntuali e precisi e recepiscono  potenziali problemi già durante il monitoraggio dei livelli da parte del sensore. Grazie a questo sensore gli operatori possono interrompere gli overflow e pompare la cavitazione anche prima che si attivino gli allarmi.

Versatilità per la risoluzione di qualsiasi applicazione

I sensori wireless Turck Banner Q45All-in-One semplificano il monitoraggio e la raccolta di dati da un singolo punto o più punti su risorse critiche all’interno di una struttura o impianto complesso. Gli utenti possono distribuire e ridistribuire un singolo sensore Q45 All-in-One più volte o distribuire più sensori All-in-One in una rete.

L’involucro compatto e la dimensione più piccola del sensore Q45UAA usati come aggiuntivi, rendono ancora più semplice l’implementazione in applicazioni strette e difficili da raggiungere.

La serie Turck Banner Q45 Ultrasonic All-in-One offre la possibilità di automazioni di fabbrica e soluzioni IIoT per molte applicazioni, tra le quali il monitoraggio del livello di riempimento di serbatoi, silos o contenitori anche di prodotti secchi come anche il rilevamento di presenza e assenza.

La versione del sensore di pressione All-in-One Q45PS e il nodo wireless misurano specificamente la pressione di aria, gas e fluidi di sistemi e apparecchiature, mentre la versione Q45THA All-in-One è dedicata al monitoraggio della temperatura e umidità. Con il software cloud Turck Banner Connected Data Solutions è semplicissima la creazione di una soluzione IIoT end-to-end che aiuterà nell’identificazione e risoluzione rapida dei problemi e sarà un ausilio alle decisioni tempestive basate sui dati.

Robot a quattro zampe per scansioni laser

robots

All’interno del Van Dyke Transmission Plant, Ford sperimenta l’utilizzo di due robot a quattro zampe Fluffy e Spot, sviluppati da Boston Dynamics, per scansionare al laser gli spazi dello stabilimento, aiutando gli ingegneri ad aggiornarne il design originale e riorganizzare il layout dell’impianto

Ford, dall’inizio di agosto, all’interno del Van Dyke Transmission Plant, sperimenterà, Fluffy e Spot, due robot simili a cuccioli di cani che possono sedersi, stringere la mano e persino rotolare, ma, soprattutto, eseguire scansioni a 360°, inclinarsi a 30° e salire scale per ore, senza stancarsi.

Hanno queste caratteristiche e capacità perché sono robot a quattro zampe con la mobilità simile a quella di un cane, dal peso di circa 30 kg (70 pound) e fanno parte di una sperimentazione Ford progettata per risparmiare tempo, ridurre i costi e aumentare l’efficienza nelle aree di produzione dell’Ovale Blu.

Fluffy, il nome dato dall’handler del robot Paula Wiebelhaus, è uno dei due modelli che è stato noleggiato da Boston Dynamics, un’azienda di robotica altamente specializzata, mentre l’altro androide si chiama Spot.

Entrambi di colore giallo brillante, sono dotati di cinque telecamere, possono viaggiare fino a 4.8 km/h (3 mph) e hanno una batteria della durata di quasi due ore.

Saranno utilizzati per scansionare gli spazi dell’impianto e assistere gli ingegneri Ford nell’aggiornamento del Computer Aided Design di riferimento.

Come afferma Mark Goderis, Digital Engineering Manager di Ford: “Facendo in modo che i robot eseguano la scansione della nostra struttura, possiamo vedere come appare attualmente e costruire un nuovo modello ingegneristico. Tale modello digitale viene, quindi, utilizzato quando è necessario riorganizzare l’impianto per l’introduzione di nuovi prodotti. La scansione poteva richiedere due settimane. Con l’aiuto di Fluffy, siamo in grado di farlo in metà del tempo”.

Il vecchio metodo utilizzato per la scansione, inoltre, aveva costi elevati di quasi 300.000 dollari. Il funzionamento di questo progetto pilota contribuirà a ridurre ed ottimizzare le risorse, portando il prima possibile i nuovi veicoli sul mercato.

Ora, i robot possono essere azionati fino a 50 metri di distanza, utilizzando un’app dedicata per tablet, ma nel futuro l’intenzione è quella di farli funzionare da remoto, programmandoli per le attività negli impianti e ricevendo immediatamente report da qualsiasi area del paese.

La chiave del successo di Fluffy e Spot è la loro agilità. Questi robot, attraverso un dispositivo simile a un giocattolo, sono in grado di vedere da remoto ciò che viene inquadrato dalla telecamera, e, in caso di problemi, azionare  il dispositivo tasto di arresto sicuro, per impedire un’eventuale collisione.

I robot hanno tre andature operative: modalità camminata, una per i piani inclinati e una a velocità speciale per affrontare le scale. Possono, altresì, cambiare posizione e rannicchiarsi facilmente. Sono in grado di gestire scenari difficili, dalle grate ai gradini, fino a pendenze di 30°, se cadono, possono rialzarsi da soli e mantengono una distanza sicura e stabilita dagli oggetti per evitare collisioni.

A volte, Fluffy si siede sulle sue cosce e si appoggia sul retro di un piccolo robot a guida autonoma, noto informalmente come Scouter che si muove uniformemente per i corridoi dello stabilimento, consentendo all’automa maggiore di conservare la carica della batteria fino al momento di mettersi al lavoro. Scouter può spostarsi autonomamente nelle strutture, durante la scansione e l’acquisizione di riferimenti in 3D, per generare una versione CAD della struttura. Se un’area è troppo stretta, Fluffy giunge in suo soccorso.

Realtà Aumentata e Virtuale

“Il blocco degli spostamenti e la soppressione degli eventi causata dal Covid-19 hanno spinto le aziende a cercare soluzioni alternative per avere un contatto diretto con i clienti e replicare la realtà”: la riflessione di Roberto Del Ponte, senior manager di InfinityReply pubblicata su “Genio & Impresa” di Assolombarda apre le porte a un futuro sempre più digitale e innovativo delle aziende italiane

Lo sviluppo di tecnologie di realtà aumentata e virtuale può rappresentare una svolta singolare per molte applicazioni utili alle aziende.

Secondo uno studio di Klecha& Co, banca di investimento specializzata in tecnologia, a livello mondiale nel 2023 la spesa delle aziende per sistemi di realtà aumentata (Ar) e realtà virtuale (Vr) raggiungerà i 121 miliardi di dollari. In realtà, questi strumenti digitali non sono così futuristici come si potrebbe pensare, poiché “cataloghi, virtualmakeup, app per provare vestiti o accessori e filtri fotograficisono entrate dal telefono quasi in sordina, ma sono state accettate perché su uno strumento con cui si ha confidenza”, spiega Del Ponte.

Tuttavia, ci sono diverse barriere di accesso legate principalmente al software e all’hardware delle applicazioni aziendali, dai costi di sviluppo fino alla diffusione degli strumenti per poterne beneficiare.

Come suggerito da Del Ponte: “L’ideale sarebbe creare piattaforme che consentano alle aziende di predisporre in autonomia dei contenuti, consentendo così di semplificare il processo e di permettere ai nuovi sistemi di dialogare con programmi già esistenti nelle aziende”.

L’adozione di sistemi di computer vision e machine learning offrono la possibilità di riconoscere situazioni, processi, luoghi e di restituire informazioni all’utente che indossa il visore. Conclude Del Ponte: “Per quanto riguarda l’assistenza da remoto, stiamo pensando a dei visori olografici ancora più agili e comodi che consentiranno all’operatore che li indossa di tenere le mani libere. In questo modo i visori di Ar potranno essere adottati anche durante la formazione professionale, dove poter fare operazioni guidate sul campo diventerà più immediato e utile”.