ITAL CONTOL METERS: monitoraggio delle emissioni nelle fonderie

controllo emissioni nelle fonderie

Ital Control Meters compie un passo fondamentale verso la sostenibilità industriale, in particolare, nel settore delle fonderie, dove la gestione delle emissioni è una delle sfide più importanti per assicurare il rispetto delle normative ambientali e promuovere proprio la sostenibilità

Ital Control Meters compie un passo fondamentale verso la sostenibilità industriale, in particolare nel settore delle fonderie, dove la gestione delle emissioni è una delle sfide più importanti per assicurare il rispetto delle normative ambientali e promuovere proprio la sostenibilità.

E’ qui che il monitoraggio continuo delle emissioni aiuta a ridurre significativamente l’impatto ambientale e contribuisce anche a migliorare l’efficienza operativa e a prevenire potenziali rischi per la salute e la sicurezza.

Nei contesti industriali gestire le emissioni, in particolare nelle fonderie, è un’operazione delicata che necessita di molta cura e attenzione, soprattutto in merito ad alcuni aspetti che agevolano e migliorano l’efficienza operativa della rilevazione.

  • Tecnologie avanzate: l’uso di sensori e sistemi di monitoraggio in tempo reale permette di raccogliere dati accurati sulle emissioni di polveri, gas e altri inquinanti. Questi strumenti forniscono una visione completa delle performance ambientali.
  • Ottimizzazione dei processi: il monitoraggio delle emissioni aiuta a individuare aree di miglioramento nei processi produttivi, rendendo possibile la riduzione al minimo dell’uso di risorse e delle perdite energetiche, con un impatto positivo anche sui costi.
  • Conformità alle normative: garantire che le emissioni siano sotto i limiti stabiliti dalle normative ambientali non solo evita sanzioni, ma migliora anche la reputazione dell’azienda come “green”.
  • Trasparenza e responsabilità: un buon sistema di monitoraggio permette di tracciare i progressi fatti nel tempo, fornendo informazioni che possono essere condivise con le autorità competenti, i clienti e gli stakeholder.

Tecnologie al servizio della fonderia

Anche le fonderie stanno sempre più acquisendo coscienza di quanto le tecnologie di misura possano essere utili, in particolare per l’efficientamento nella gestione, nella manutenzione e nell’ottimizzazione delle prestazioni degli impianti di aspirazione e trattamento dei fumi.

Per l’abbattimento dell’impatto ambientale, ma anche per l’efficienza operativa in se stessa, questi impianti oggi sono sempre più importanti nella gestione delle fonderie, perché portano ad una sensibile riduzione dei consumi di energia e nel contempo ad una ottimizzazione delle operazioni di manutenzione.

La maggior attenzione a questi aspetti ha portato a un’evoluzione a partire dalla progettazione fino alla gestione degli impianti di aspirazione e di abbattimento dei fumi, evoluzione che non può prescindere dall’adozione di sistemi di misura e controllo accurati, affidabili e di semplice gestione e interpretazione.

Tecnologie di misura principali, al servizio della fonderia

Misure di portata

La migliore tecnologia nei contesti di controllo delle portate nei vari punti di aspirazione dell’impianto è senza dubbio quella termica, di cui ICM è pioniere in Italia.

Gli strumenti sono prodotti dalla statunitense KURZ, che ha per prima sviluppato questa tecnica di misura a partire dagli anni ’70.

I termici misurano direttamente la portata in massa a partire da zero fino a velocità molto elevate e con dinamiche di risposta particolarmente rapide.

Non soffrono le polveri in sospensione o le condizioni particolarmente critiche di umidità o temperatura.

I termici KURZ sono installabili a inserzione mediante un semplice foro su condotte e camini di qualsiasi forma e dimensione, garantiscono precisione ed efficienza con una manutenzione virtualmente nulla per numerosi anni.

Grazie all’impiego di questi strumenti l’operatore avrà sempre sotto controllo le portate in aspirazione dai vari reparti e anche le portate in emissione ai camini.

Misure di concentrazione polveri

Circa 20 anni fa ICM ha portato in Italia la tecnica di misura della concentrazione delle polveri basata sul principio elettrodinamico, brevettato in quegli anni dall’inglese PCME.

Si tratta di una sostanziale evoluzione dei polverimetri triboelettrici che hanno delle importanti limitazioni tecnologiche.

Gli elettrodinamici non risentono dello sporcamento dell’asta di misura, così come delle variazioni di velocità dei fumi, quindi, oltre a essere ideali negli impianti a portata variabile offrono anche enormi vantaggi con la riduzione della manutenzione.

L’esperienza di ITAL CONTROL METERS

Nell’ambito del rispetto delle normative comunitarie adottate anche in Italia per il controllo delle emissioni in atmosfera dagli impianti di fusione, la Regione Lombardia ha recepito la norma UE 2016/1032 relativa alle BAT 10 (Best Available Technology), prescrivendo nell’ambito delle fonderie di metalli non ferrosi l’adozione di sistemi di monitoraggio polveri e portate secondo standard prestazionali molto restrittivi.

Ad oggi ICM ha un’ampia esperienza con oltre 280 sistemi di controllo filtri ed emissioni installati nel settore dei metalli ferrosi e non ferrosi.

Inoltre, ha progettato e fornito sistemi SME/SC/SA (versioni in funzione della tipologia e criticità dell’impianto di trattamento fumi ed emissione) curando non solo la fornitura dei componenti chiave certificati QAL1 secondo EN-15267-3, ma anche l’installazione, l’avviamento e l’impostazione della corretta gestione dell’impianto con la totale soddisfazione dei clienti che hanno deciso di lavorare con ITAL CONTROL METERS.

SPS Italia 2025: protagonista l’intelligenza artificiale

SPS ITALIA 2025: 800 espositori attesi per la fiera organizzata da Messe Frankfurt Italia in collaborazione con Anie Automazione, a Parma dal 13 al 15 maggio 2025, suddivisi su sei padiglioni espositivi

SPS Italia, la manifestazione dell’automazione e del digitale per l’industria intelligente e sostenibile, appuntamento di riferimento in Italia per scoprire le tecnologie abilitanti per la fabbrica e confrontarsi sulla trasformazione green e digitale del manifatturiero, si terrà a Parma dal 13 al 15 maggio 2025.

Nei padiglioni 3, 5 e 6 prodotti e soluzioni dei principali fornitori di componenti e sistemi per l’automazione industriale, robotica, meccatronica, digital&software, tecnologie per lo smart manufacturing e Industria 5.0.

Tra i padiglioni 4, 7 e 8 si snoda invece il Digital District, un percorso espositivo dinamico con demo funzionanti e casi applicativi di Industrial IT & AI, Start Up e Education.

Qui i fornitori di software industriale e i big player del digitale presentano le loro soluzioni tecnologicamente più avanzate. Il visitatore potrà incontrare le aziende leader specializzate in software e sistemi per l’industria, cybersecurity, condition monitoring, analisi dei big data, blockchain, intelligenza artificiale, IIoT, cloud industriale, realtà aumentata. Completa l’area lo spazio “Focus AI” per l’implementazione e l’esplorazione delle potenzialità dell’intelligenza artificiale nel settore industriale.

La nuova edizione di SPS Italia presenta tante novità, che esprimono le trasformazioni a cui stiamo assistendo” ha dichiarato Donald Wich, Amministratore Delegato di Messe Frankfurt Italia, durante la conferenza stampa di presentazione della fiera, tenutasi ieri a Milano. “Abbiamo ideato per il visitatore uno spazio per esplorare le potenzialità dell’intelligenza artificiale nei processi produttivi. Sarà all’ingresso del Digital District, percorso dinamico che negli anni ha rappresentato le principali rivoluzioni del sistema industriale. A pochi mesi dall’apertura di SPS Italia ci prepariamo ad accogliere nei sei padiglioni circa 800 espositori, registrando l’ingresso di numerose nuove aziende che andranno ad ampliare l’offerta tecnologica della manifestazione, da tredici edizioni punto di riferimento per l’innovazione del manifatturiero.”

SPS Italia On Tour
Pescara, Treviso e Salerno sono i distretti scelti per SPS Italia On Tour 2025, il percorso di avvicinamento a SPS Italia che in tre tappe incontra l’industria per parlare di automazione e digitale. Per ciascun appuntamento un focus tecnologico e applicativo definito sulle esigenze e le eccellenze della manifattura in collaborazione con il territorio.

• Pescara, giovedì 20 febbraio – Aurum, Sala D’Annunzio “Piattaforme aperte, integrate e scalabili per una manifattura future-proof sicura, resiliente e flessibile”
• Treviso, martedì 11 marzo – Camera di Commercio di Treviso-Belluno “Le tecnologie abilitanti per la fabbrica 5.0 intelligente e sostenibile”
• Salerno, mercoledì 9 aprile – Stazione Marittima di Zaha Hadid “Le condizioni per lo sviluppo della fabbrica umano-centrica”

Le tavole rotonde offrono un’opportunità unica alla rete nazionale degli Istituti tecnici: i seminari sono fruibili per tutti gli studenti tramite LIM, con la possibilità di interagire direttamente con i protagonisti dell’Industria. Un’esperienza per riprogettare la didattica e aiutare i ragazzi a comprendere le caratteristiche del manifatturiero e definire il proprio progetto di vita.

Academy e Education on Tour
SPS Italia da sempre dedica attenzione e numerose iniziative alla sfera della formazione, costituendo un vero ponte tra scuola e industria. A partire da aprile 2025 Education on Tour vuole favorire il dialogo tra gli espositori di SPS Italia e il mondo accademico, la divulgazione delle opportunità professionali in ambito industriale per le nuove generazioni e il matchmaking tra fornitori di tecnologie e ragazzi. Il primo appuntamento è il 2 aprile all’Università di Siena.

Restano inoltre le iniziative dedicate durante la manifestazione: Lezioni in fiera, che consente agli studenti di Università e Istituti Superiori di partecipare a lezioni live direttamente agli stand degli espositori e l’area Education, nel padiglione 8, che mira a fare formazione e promuovere interesse verso le professioni emergenti affrontando il mismatch delle competenze.

Position Paper
Progetto promosso da SPS Italia in collaborazione con il Comitato Scientifico della manifestazione, composto da oltre 180 membri tra realtà produttive e mondo accademico, che fornisce alle aziende italiane linee guida utili per orientarsi nel panorama delle tecnologie innovative. L’iniziativa, fino ad ora presentata in volumi disponibili online (spsitalia.it/it/position-paper), si evolve in una nuova formula con contenuti più immediati e fruibili. 

Tech ‘n go diventa così un appuntamento tematico che, per iniziare, si articolerà in quattro macro argomenti: nuove competenze per le fabbriche digitali e le skill di automazione; percorso verso la Sostenibilità col supporto delle tecnologie di automazione IT/OT; Cybersecurity e Data Protection nel Contesto Industriale; IA, Big Data e impatto sui modelli di business. Al termine dei rilasci, capitoli descrittivi più consistenti andranno a costituire il Position Paper 2025.

SPS Italia Up Challenge
La competizione per Start-up e PMI innovative che valorizza idee creative e realizzabili in ambito tecnologico e applicativo, in grado di generare un impatto positivo sulla società e di promuovere un’evoluzione dei modelli di business sostenibili. L’iniziativa offre alle aziende emergenti l’opportunità di candidarsi con i propri progetti (le selezioni sono aperte fino al 7 febbraio) per incontrare nuovi clienti e possibili partner. Le tre finaliste infatti potranno partecipare gratuitamente a SPS Italia 2025 con uno stand attrezzato nell’area Start-up della manifestazione. Tra queste, la vincitrice sarà annunciata in occasione di un evento dedicato in fiera.

SHE SPS Italia
La community che raccoglie e diffonde storie di mentorship al femminile nel campo dell’automazione industriale, mettendo in risalto le opportunità legate alle tecnologie e alle figure professionali emergenti. Un progetto educativo e divulgativo che negli ultimi anni ha creato collaborazioni con associazioni, docenti universitarie e comunità di riferimento, unite dalla volontà di promuovere il cambiamento e colmare il gender gap. L’iniziativa, partita rivolgendosi al network di SPS Italia raccontando storie, interviste, esperienze e conoscenze di donne nel mondo delle tecnologie per l’industria, si è ampliata negli anni con incontri di networking tra professioniste nelle sedi di aziende che promuovono gli stessi valori, capaci di ispirare le nuove generazioni e ripensare il futuro rispetto alla diversità di genere.

Tavoli di lavoro e incontri sono organizzati anche durante la fiera a Parma, con la partecipazione di associazioni, gruppi e imprenditrici tra i quali Steamorienta, Women in 3D Printing, Women in engineering, Steamiamoci, Women in Action, AHK, Arter Emilia Romagna. Il primo giorno di fiera torna anche l’evento “SHE SPS Italia Award” che premia le migliori 4 memorie ricevute dagli espositori (è possibile partecipare tramite il call for paper).

OMC Med Energy Conference, evento nazionale del settore oil & gas

OMC Med Energy Conference, evento nazionale del settore oil & gas, precursore dei tempi della transizione energetica, evidenzia l’importanza del distretto energetico di Ravenna, in una esplosione di tecnologia e innovazione per i leader del settore

OMC Med Energy Conference, precedentemente nota come Offshore Mediterranean Conference & Exhibition, è stata lanciata nel 1993 come evento nazionale promosso dagli operatori locali del settore oil & gas per evidenziare l’importanza del distretto energetico di Ravenna.

In 30 anni di attività, sia la conferenza che la mostra, che si svolgono parallelamente, non solo hanno raggiunto uno status internazionale, ma hanno anche registrato una crescita notevole in termini di presenze, varietà di aziende espositrici e qualità degli argomenti in agenda.

Oltre 14.000 partecipanti del settore Oltre 400 aziende espositrici 20.000 mq di spazio espositivo.

Per tre decenni, OMC si è distinta come piattaforma senza rivali che guida la transizione energetica attraverso tecnologia e innovazione all’avanguardia.

Questo evento di settore di prim’ordine è stato determinante nel spingere innumerevoli aziende verso una crescita e un successo senza precedenti, offrendo opportunità di networking senza pari, matchmaking B2B dinamico e preziosi approfondimenti sulle ultime tendenze del settore.

Nell’industria energetica odierna, caratterizzata dalla ricerca di pulizia, affidabilità e accessibilità economica, OMC offre la piattaforma perfetta per mostrare la tua massima efficienza e portare la tua presenza sul mercato a nuovi livelli.

Riunendo operatori, fornitori, decisori politici, società internazionali e start-up ambiziose sotto lo stesso tetto, OMC crea l’hub definitivo per la convergenza del settore e fruttuose collaborazioni commerciali.

A OMC si colgono le opportunità di:

Entrare in contatto con investitori e creare partnership di impatto
Espandere la tua rete e stabilire contatti preziosi
Ottenere accesso a decisori e specialisti del settore, gettando le basi per futuri accordi e contratti
Attirare i migliori talenti e reclutare le menti più brillanti del settore
Facilitare fruttuosi incontri B2B che possono far progredire la tua attività

SICK e Endress+Hauser partnership nell’automazione di processo

SICK e Endress+Hauser grazie a questa partnership nell’ automazione di processo potranno beneficiare di un portafoglio prodotti più ampio, distribuito da un’unica fonte attraverso i centri di vendita Endress+Hauser

di Elisa Burlaschi

Le due aziende uniscono le forze per supportare al meglio i propri clienti e promuovere nuove soluzioni tecnologiche per la decarbonizzazione dell’industria di processo.

La joint-venture “Endress+Hauser SICK GmbH+Co. KG” vuole rafforzare lo sviluppo e la produzione di tecnologie per analizzatori e misuratori di portata di gas, ampliando così l’offerta di soluzioni.
SICK si concentra sul suo core business, automazione di fabbrica e logistica, per rispondere e soddisfare nel miglior modo possibile la domanda globale di automazione e digitalizzazione.
Dopo la firma del contratto nell’estate del 2024 e una fase di preparazione e revisione antitrust, la partnership strategica è ora effettiva e circa 800 dipendenti SICK sono passati a Endress+Hauser.
Nei centri di vendita Endress+Hauser si commercializzeranno analizzatori e misuratori di portata di gas ai clienti di tutto il mondo, raggiungendo nuovi mercati e aprendo nuovi campi di applicazione.
Per i clienti, ciò significa che i contatti SICK a loro già noti saranno da ora disponibili presso Endress+Hauser per consulenza, vendita e l’assistenza per le soluzioni di automazione di processo.
Il portafoglio prodotti è già disponibile su www.endress.com.
Entrambi i partner ritengono che una transizione fluida abbia la massima priorità, con disponibilità continua dei prodotti e un’immutata qualità del servizio clienti.
Questa partnership prevede anche la gestione di una joint-venture, che rafforzerà e amplierà la gamma di soluzioni di processo per la decarbonizzazione.
Endress+Hauser SICK GmbH+Co. KG” svilupperà e produrrà soluzioni per le tecnologie degli analizzatori e dei misuratori di flusso di gas.
I misuratori di flusso di gas dell’azienda consentono di passare a fonti di energia a basse emissioni e non fossili, mentre gli analizzatori di processo permettono un monitoraggio affidabile delle emissioni.
Nell’ambito della partnership, le soluzioni prodotte in loco saranno da ora commercializzate da Endress+Hauser, e dal 1° marzo 2025, SICK ed Endress+Hauser deterranno ciascuna il 50% della joint venture.
“Siamo lieti che la partnership strategica nel campo dell’automazione di processo abbia inizio. Insieme, possiamo supportare meglio i clienti in tutto il mondo e guidarli verso un futuro sostenibile con soluzioni tecnologiche all’avanguardia. Siamo convinti che la trasformazione dell’industria di processo offra enormi opportunità di crescita e sviluppo, che sfrutteremo in modo ottimale” dichiara il Dr. Mats Gökstorp, Presidente del Consiglio di Amministrazione di SICK AG.
“Questa partnership è un connubio perfetto. Crea nuove opportunità di crescita e sviluppo, in particolare, nella trasformazione sostenibile dell’industria di processo. Unendo le forze, offriamo un valore aggiunto ai nostri clienti. I nostri sforzi congiunti ci renderanno più veloci e, in definitiva, più vincenti rispetto a quelli che avremmo ottenuto agendo da soli. In questo caso, uno e uno fa più di due”, afferma il Dr. Peter Selders, CEO del Gruppo Endress+Hauser.
Gli amministratori delegati di entrambe le aziende esprimono la loro gratitudine ai dipendenti i per aver reso possibile questa partnership. “Ringraziamo tutti i dipendenti che hanno reso forte il settore dell’automazione di processo con la loro esperienza e il loro impegno e che continueranno a dar seguito al successo”, afferma il Dr. Mats Gökstorp. “Non vediamo l’ora di lavorare con le persone che si uniranno a noi e alla joint venture, per costruire qualcosa di nuovo e rendere questa partnership un successo”, aggiunge il Dr. Peter Selders.
Fondata nel 1946, SICK ha da sempre focalizzato la propria attività sull’automazione industriale e logistica. Tuttavia quest’area non rientra nella partnership con Endress+Hauser. Grazie all’automazione, le aziende possono massimizzare la produttività, anche in condizioni di risorse limitate. L’intelligenza artificiale e la digitalizzazione delle catene di produzione richiedono soluzioni di sensoristica avanzate, un’area in cui SICK è leader.
“SICK è specializzata nell’automazione industriale e logistica, offrendo soluzioni innovative che migliorano la sicurezza, l’efficienza e la qualità dei processi produttivi. Grazie all’intelligenza artificiale e alle tecnologie sensoristiche all’avanguardia, come i sensori per telecamere AI, SICK aiuta le aziende a ottimizzare le proprie attività, automatizzando compiti ripetitivi e garantendo una maggiore produttività. Le soluzioni SICK sono personalizzate per soddisfare le esigenze specifiche di ogni cliente, contribuendo alla creazione di un futuro industriale più intelligente e sostenibile.”
Gli attuali portafogli di prodotti e soluzioni di SICK e Endress+Hauser sono complementari e leader nei rispettivi campi di applicazione.
Endress+Hauser infatti è leader mondiale nelle tecnologie di misura e automazione per applicazioni di processo e di laboratorio. L’azienda familiare, con sede a Reinach, in Svizzera, ha realizzato un fatturato netto di oltre 3,7 miliardi di euro nel 2023 con un organico complessivo di quasi 17.000 dipendenti. Le sue società di vendita in oltre 50 Paesi e le sue rappresentanze in altri 70 Paesi garantiscono un’assistenza competente.

KEBA: la visione su automazione e industria

KEBA: la visione su automazione e industria. Nel campo industriale e dell’automazione gli ultimi anni vedono l’ingresso delle tecnologie di ultima generazione – prima fra tutti l’IA – che, nonostante il grandissimo potenziale, vedono il loro sviluppo applicativo frenato

Nel campo industriale e dell’automazione gli ultimi anni vedono l’ingresso delle tecnologie di ultima generazione – prima fra tutti l’IA – che, nonostante il grandissimo potenziale, vedono il loro sviluppo applicativo frenato.

Date le premesse è più che logico chiedersi quali siano i fattori reali che tendono a rallentare il normale percorso verso l’industria più snella.

Aldo Bucci – General Manager di Keba ha offerto la visione dell’azienda in merito all’attuale scenario, andando ad analizzare non solo gli aspetti tecnici e pratici commerciali ma anche il sentiment del mercato.

  1. Parliamo di panorama industriale italiano: rispetto ai propositi e progetti di inizio anno, come Keba valuta l’andamento tecnologico e applicativo nelle aziende italiane? Quali sono gli aspetti che a tutt’oggi rappresentano ancora un punto debole?

Innanzitutto va fatta una considerazione importante: sicuramente il persistente alto costo del denaro e l’instabilità geopolitica stanno influenzando negativamente il settore e ciò ha ridisegnato una situazione differente rispetto alle previsioni di inizio anno. Di conseguenza, l’atmosfera di incertezza e in maggior misura la difficoltà nella pianificazione degli investimenti a lungo termine, si stanno rivelando il maggior freno ad una crescita solida e persistente.

Sebbene quanto descritto rappresenti un ostacolo, le aziende del settore manifatturiero proseguono il processo di adozione delle recenti tecnologie avanzate. Questo passo è di fondamentale importanza poiché consente di migliorare la propria produttività e competitività.

Sicuramente l’Intelligenza Artificiale (IA) è il trend tecnologico del momento. Per esempio uno degli utilizzi più comuni maggiormente applicati è l’ottimizzazione della supply chain e il miglioramento della gestione delle scorte, secondo un approccio basato sui dati. Anche nell’automazione della produzione l’IA consente di aumentare la qualità e la tracciabilità dei prodotti, riducendo gli errori e gli scarti. In particolare nell’automazione della logistica, dove la velocità di flusso delle merci è diventata un fattore indispensabile, attraverso l’utilizzo dell’IA possono essere identificati ed eliminati i colli di bottiglia presenti.

Altro aspetto estremamente rilevante, e anche uno dei più deludenti, riguarda l’andamento degli incentivi del Piano Transizione 5.0. Se possiamo affermare che il Piano Transizione 4.0 ha contribuito a creare le basi della trasformazione digitale dell’industria italiana, non possiamo dire altrettanto riguardo al Piano Transizione 5.0, il quale ha introdotto una maggiore complessità procedurale e requisiti molto più rigorosi per accedere agli incentivi. Purtroppo non possiamo fare altro che constatare come questa situazione non abbia iniziato a portare i risultati attesi.

  • Quanto è aumentata la domanda di automazione (anche spinta dalle tecnologie di ultima generazione) e qual è il grado di esperienza – parliamo di competenze vere e proprie – che le aziende sono riuscite ad acquisire? Quant’è la fiducia nelle nuove tecnologie e c’è qualche remora?

La domanda di automazione e di nuove tecnologie ha visto una crescita significativa soprattutto nel 2022 e 2023, mostrando invece segni di rallentamento nell’anno corrente.

Va anche preso in considerazione che, quando parliamo di intelligenza artificiale (IA), Internet of Things (IoT), cloud computing, c’è ancora un gap significativo per quanto riguarda le competenze digitali. Infatti sono molte le aziende – in particolar modo quelle medio-piccole – che non dispongono di figure interne specializzate e che pertanto si affidano a consulenti esterni per la transizione all’Industria 4.0 e 5.0. Senza dubbio, la fiducia nelle nuove tecnologie da parte delle aziende è sicuramente in crescita, tuttavia esistono ancora alcune remore. In questo particolare momento molte aziende sono prudenti nell’adottare tecnologie avanzate a causa della complessità e, come detto, della mancanza di personale qualificato. Inoltre, in aggiunta allo skill gap, ci troviamo di fronte all’incertezza economica e geopolitica. L’adozione delle nuove tecnologie è un percorso complesso che richiede tempo e disponibilità economiche, pertanto la situazione attuale contribuisce a creare una certa esitazione verso gli investimenti rivolti a progetti a lungo termine. 

  • Secondo Keba a che punto siamo in Italia con la formazione? Quali sono in particolare le skill mancanti? Quanto incide la mancanza di personale qualificato e in che misura si cerca di mitigare i possibili effetti ricorrendo all’automazione?

È oramai noto come la maggioranza delle PMI segnali difficoltà nel reperire personale adeguato alle proprie necessità. La mancanza di figure qualificate ha un impatto significativo sui risultati delle singole aziende e di conseguenza ciò si ripercuote sull’economia italiana. Ho letto recentemente che si stima addirittura un impatto del 2,5% sul PIL italiano.

Il mismatch delle skill riguarda principalmente il personale con competenze digitali avanzate, come ad esempio lo sviluppo software, l’analisi dei dati e la cybersecurity. Va detto che le difficoltà ci sono anche nella ricerca di personale destinato alla produzione che possieda specifiche competenze tecniche. Inoltre questo problema è aggravato dall’invecchiamento della popolazione italiana. Invertire questa tendenza è possibile attraverso un percorso di formazione, tuttavia il comparto industriale ha bisogno di una soluzione di più immediata applicazione. Di conseguenza, per mitigare queste criticità, le aziende più lungimiranti stanno investendo nell’automazione. L’adozione di tecnologie come l’intelligenza artificiale, i big data e la robotica sta crescendo, con il mercato dell’automazione industriale che ha raggiunto un valore record nel 2023, con potenzialità di crescita ulteriore negli anni a venire. Fermo restando che la presenza umana nelle aziende sarà sempre un valore aggiunto, bisogna constatare che l’automazione non solo aiuta a compensare l’attuale carenza di personale, ma migliora anche l’efficienza e la produttività delle aziende.

  • Quali novità, sviluppi e nuovi prodotti, ma anche nuovi concetti di automazione state proponendo? Novità in arrivo per il 2025?

Il principale obbiettivo di KEBA è quello di continuare a sviluppare e promuovere la propria piattaforma di automazione Kemro X, le cui caratteristiche sono perfettamente riassunte nel motto “open, modular, easy-to-use”. Questo sistema completo e flessibile combina applicazioni, pacchetti tecnologici e componenti software e hardware dell’ampio portafoglio di prodotti e servizi KEBA. Il cuore della piattaforma Kemro X è un sistema operativo Linux basato su Debian. Linux è open-source ed è facile da eseguire, analizzare, condividere e modificare. Kemro X garantisce flessibilità e scalabilità: i clienti che iniziano ad utilizzare questa piattaforma possono decidere liberamente se integrare il proprio know-how o adottare i collaudati moduli software che KEBA ha sviluppato in decenni di esperienze applicative. Grazie a interfacce standardizzate come EtherCAT, Ethernet IP e Profinet, Kemro X consente una facile integrazione di prodotti terzi. Questo ci permette di rispondere alle esigenze dei singoli clienti, ma anche di offrire soluzioni complete in grado di soddisfare le necessità di molteplici settori industriali.

Due imprese industriali su tre investono nell’ innovazione

Due imprese industriali su tre investono nell’ innovazione. Nel triennio 2020-2022 oltre una impresa su due (il 58,6%) ha svolto attività di innovazione

Particolarmente incoraggiante è il dato relativo alle PMI: il 55,8% delle imprese tra 10 e 49 addetti ha intrapreso attività innovative, quota che passa al 74,3% nelle medie imprese (50-249 addetti) e all’84,7% nelle imprese con 250 addetti e oltre.

I dati del rapporto dell’Istat, raccontano uno scenario significativo.

L’Italia si conferma un Paese di innovatori: nel triennio 2020-2022 oltre una impresa su due (il 58,6%) ha svolto attività di innovazione.

Particolarmente incoraggiante è il dato relativo alle PMI: il 55,8% delle imprese tra 10 e 49 addetti ha intrapreso attività innovative, quota che passa al 74,3% nelle medie imprese (50-249 addetti) e all’84,7% nelle imprese con 250 addetti e oltre.

È l’industria il settore con la maggiore propensione all’innovazione (65,1%), seguita dai servizi (56,1%) e dalle costruzioni (46,7%).

I comparti più innovativi sono risultati l’industria farmaceutica, l’elettronica e la fabbricazione di autoveicoli, con oltre l’80% delle imprese che svolgono attività innovative.

Importanti anche i valori registrati nell’industria chimica e nella produzione di macchinari e di articoli in gomma e materie plastiche (dove innovano tre imprese su quattro).

Il 32,8% delle imprese ha introdotto almeno un’innovazione di prodotto nel triennio 2020-2022, mentre il 53% ha investito in processi nuovi o sostanzialmente migliorati: le innovazioni di processo più frequenti sono quelle relative ai processi e metodi di produzione (30,5%), seguite dalle innovazioni nei sistemi informativi (29,8%) e dalle innovazioni nell’organizzazione del lavoro e nella gestione delle risorse umane (29,7%).

Due imprese su 10 hanno, invece, investito nelle pratiche di marketing (22,6%), in nuove pratiche di organizzazione aziendale o nuove modalità nelle relazioni con l’esterno (19,9%) e in innovazioni dei sistemi contabili e amministrativi (19,6%).

Nel 2022 la spesa per le attività innovative è stata pari a 30,6 miliardi di euro, con una media di 5.400 euro per addetto. La voce principale di questa spesa è rappresentata dalla ricerca e sviluppo (R&S), che assorbe il 63% del totale.

Il ricorso alle agevolazioni fiscali riguarda il 29,7% delle imprese con attività innovative.

Le principali beneficiarie sono le grandi imprese: 48,1% contro il 27,1% delle piccole.

A livello settoriale è l’Industria a ricorrere di più alle agevolazioni (38,2% delle imprese con attività innovative contro il 22,5% nei Servizi e il 20,2% nelle Costruzioni).

Le sfide per il futuro: carenza di risorse e sostenibilità ambientale

Tra le principali sfide che le imprese italiane devono affrontare nel loro percorso verso l’innovazione, la carenza di risorse (finanziarie, di personale ecc.) è emersa come un ostacolo significativo per il 25,9% delle imprese.

industria & innovazione

Un aspetto interessante è il ruolo della sostenibilità ambientale: il 40,1% delle imprese che hanno innovato i prodotti o processi nel triennio 2020-2022 ha dichiarato di aver intrapreso azioni a basso impatto ambientale.

Nel 36,1% delle imprese l’implementazione di innovazioni si è tradotta in effetti ambientali positivi in fase di produzione e nel 28,5% in benefici ottenuti nella fase di consumo e utilizzazione dei beni e servizi.

Gli interventi più frequenti hanno riguardato il minor consumo di energia e la riduzione delle emissioni di CO2, sia nella produzione (20,4%) che nell’utilizzo/consumo dei beni e servizi (18,8%).

Meno frequenti sono state le iniziative volte alla sostituzione di materiali tradizionali con materiali meno inquinanti o pericolosi (15,6%) e alla riduzione dell’inquinamento in fase di produzione (15,2%) e consumo (13,8%).

Frequenze simili si registrano per l’adozione di pratiche volte al riciclaggio dei materiali e dei rifiuti e al riciclo dell’acqua (15,4%) o al riciclo dei prodotti a fine vita (13,1%).

Più limitato è l’impegno nella tutela della biodiversità sia in fase di produzione che da parte degli utilizzatori finali (5% delle imprese che hanno innovato).

Micro imprese e start-up innovative: domande al via

Voucher 3I, l’incentivo per sostenere l’innovazione di micro imprese e start-up innovative: domande dal 10 dicembre

A partire dalle ore 12.00 del 10 dicembre 2024 le microimprese e le start-up innovative possono presentare domanda per accedere al Voucher 3I, agevolazione che sostiene l’innovazione incentivando l’acquisto di servizi professionali per la brevettazione delle invenzioni industriali, offerti esclusivamente da avvocati e consulenti in proprietà industriale.

Dalle ore 12.00 del 10 dicembre 2024 le micro imprese e le start-up innovative interessate potranno inviare domanda per accedere al Voucher 3I, agevolazione che sostiene l’innovazione incentivando l’acquisto di servizi professionali, resi esclusivamente da avvocati e consulenti in proprietà industriale, per la brevettazione delle invenzioni industriali.

Dopo la riconferma, ad inizio settembre 2024, del rifinanziamento della misura, il Ministro delle Imprese e del Made in Italy ha adottato il decreto che fissa i termini e le modalità di apertura per la presentazione delle domande di accesso alle agevolazioni.

Sul piatto ci sono 9 milioni di euro, di cui 8 milioni di euro per l’anno 2023 e di 1 milione di euro per l’anno 2024, al lordo dei compensi spettanti al Soggetto gestore (Invitalia), fissati nel limite dell’1,5% delle medesime risorse.

VALVITALIA NEL DUBAI HUB FOR MADE IN ITALY

Valvitalia management

VALVITALIA ENTRA A FAR PARTE DEL DUBAI HUB FOR MADE IN ITALY. NEL 2024, OLTRE 60 MILIONI DI EURO DI RACCOLTA ORDINI IN MEDIO ORIENTE

L’annuncio in occasione di ADIPEC, tra i principali eventi al mondo per il settore dell’energia in svolgimento ad Abu Dhabi, dove il Gruppo è presente con uno stand.

Il Presidente Ruggeri: “Onorati di far parte di un network che valorizza le eccellenze italiane e promuove lo scambio di professionalità e innovazione tra Italia e UAE”

L’AD Forzi: “L’ingresso ci permetterà di consolidare il supporto ai clienti locali e di presidiare ulteriormente un distretto chiave per il comparto energetico”

Valvitalia inaugura un polo strategico nel cuore di Dubai per rafforzare la propria presenza nei mercati del Medio Oriente e del Nord Africa.

La multinazionale italiana specializzata nella progettazione, produzione e distribuzione di valvole, attuatori, raccordi e sistemi gas per l’industria energetica, oltre che di soluzioni antincendio per i settori navale, ferroviario e infrastrutturale, si è unita al Dubai Hub for Made in Italy di Italiacamp, il centro per l’internazionalizzazione delle aziende italiane nei Paesi del Golfo. 

I mercati dell’area MENA, di cui gli Emirati Arabi Uniti costituiscono un importante baricentro, ricoprono un ruolo di primo piano nella presenza internazionale di Valvitalia. Nel 2024, il business diretto e indiretto generato dal Gruppo in questa macroregione è pari a circa il 30% della raccolta ordini complessiva, e ad oggi supera i 60 milioni di euro di valore. 

Salvatore Ruggeri, Presidente di Valvitalia, ha commentato: «L’ingresso di Valvitalia nel Dubai Hub for Made in Italy costituisce una tappa importante nel nostro percorso di sviluppo. Siamo onorati di entrare a far parte di un network che valorizza le eccellenze italiane nei Paesi del Golfo e promuove lo scambio di professionalità e innovazione tra l’Italia e gli Emirati. Un contesto dinamico e capace di attrarre grandi investimenti come la Penisola Arabica rappresenta per noi un’opportunità per esprimere la fase di forte ripartenza del Gruppo».

Andrea Forzi, Amministratore Delegato di Valvitalia, ha commentato: «Il Medio Oriente ospita da sempre molti dei nostri partner più strategici e le performance dell’anno in corso offrono evidenze positive per il continuo sviluppo in quest’area. Essere direttamente presenti nella Penisola Arabica ci permetterà di consolidare il nostro supporto ai clienti locali e di presidiare ulteriormente un distretto chiave per il comparto energetico, raccogliendo le sfide offerte dal mercato».

Alla guida del nuovo Dubai Branch è stato nominato Luca Ruggeri, Chief Commercial Officer di Valvitalia. Il Gruppo ha annunciato l’ingresso nel polo emiratino in occasione di ADIPEC, evento tra i più attesi e influenti al mondo per il settore dell’energia, dove Valvitalia è presente con uno stand. La rassegna, in svolgimento ad Abu Dhabi fino a giovedì 7 novembre, ha richiamato nel Golfo oltre 180mila visitatori e 2.200 aziende da tutto il mondo, riunendo i principali decision maker e operatori dell’industria per affrontare le esigenze energetiche di oggi e discutere il panorama di domani. 

Il Dubai Hub for Made in Italy è il ponte tra le aziende italiane che si espandono in Medio Oriente, Nord Africa e Sud-Est asiatico e le principali aziende e imprenditori locali. Uno spazio di circa 2.000 metri quadrati all’interno della Convention Tower nella Free Zone del Dubai World Trade Centre, con uffici, sale riunioni, sale eventi e spazi di coworking. Le imprese che fanno parte dello spazio hanno accesso a servizi di consulenza integrata ed eventi con un network privilegiato di decision maker e leader di mercato dell’area. Una formula di consulenza aziendale arricchita da servizi per la progettazione di percorsi di ricerca e formazione professionale e universitaria per il trasferimento di know-how utile allo sviluppo del Made in Italy nella regione. 

L’hub è gestito da Italiacamp EMEA FZCO, società costituita da Italiacamp srl nel 2022, organizzazione nata con l’obiettivo di creare valore sociale ed economico per il Paese e che oggi promuove l’internazionalizzazione delle imprese italiane e del loro know-how in mercati dove il Made in Italy ha ancora grandi opportunità da cogliere. 

L’Italia è tra i principali partner commerciali degli Emirati Arabi Uniti tra i Paesi dell’Unione Europea e l’interscambio tra Roma e Abu Dhabi è in continua crescita. Nel 2023, il valore dell’export italiano in UAE è ammontato a 6,7 miliardi di euro[1], incrementando del 10,9% il dato registrato nel 2022 e di oltre il 35% le performance fatte segnare nel 2021. Inoltre, il Paese del Golfo è oggi per l’Italia il primo fornitore e il primo mercato di sbocco del Medio Oriente e del Nord Africa. 

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Valvitalia è un Gruppo multinazionale italiano specializzato nella progettazione, produzione e distribuzione di valvole, attuatori, raccordi e sistemi gas per l’industria energetica, e di soluzioni antincendio per i settori navale, ferroviario e infrastrutturale. Valvitalia è stata fondata nel 2002 dal Cav. Lav. Salvatore Ruggeri, attuale presidente, ha il suo headquarter e stabilimento principale a Rivanazzano (Pavia) e rientra tra i grandi player internazionali nel mercato delle valvole. Grazie a una strategia di acquisizioni mirate, Il Gruppo ha ampliato la propria offerta di prodotti e ha consolidato la sua presenza a livello internazionale. Oggi Valvitalia opera in 8 stabilimenti, di cui 5 in Italia e 3 all’estero (Cina, UK e Canada), mentre i suoi prodotti sono distribuiti in 115 Paesi attraverso una rete diretta e indiretta di agenti. Il Gruppo conta circa 800 dipendenti, di cui 650 presso gli stabilimenti italiani. Oltre ad una struttura specializzata dedicata alla ricerca e sviluppo, Valvitalia presenta cinque diverse business unit: Fire fighting (con i marchi Eusebi e Silvani), Flow control Italy, Flow control China, Tecnoforge e Broady UK. Dal marzo del 2023, CDP Equity rappresenta l’azionista di maggioranza al 75%, mentre la Famiglia Ruggeri partecipa al 25% del Gruppo attraverso la holding Finvalv. Nel 2023, il Gruppo ha registrato ricavi pari a 181 milioni di euro, in crescita del 36% rispetto al 2022, mentre l’utile è in deciso progresso, a quota 69 milioni. Lo sviluppo dimensionale di Valvitalia è proseguito anche nel 2024: nei primi nove mesi dell’anno, i ricavi sono pari a 164 milioni di euro (+37%) e la raccolta ordini è salita a 173 milioni di euro (+22%). 

Contatti

Ufficio Stampa Valvitalia

THANAI Communication Advisors 

Thanai Bernardini, mob. 335.7245418, me@thanai.it 

Calvin Kloppenburg, mob. 393.1188058, calvin.kloppenburg@thanai.it  

Sensori di visione nelle applicazioni industriali

Migliorare le capacità dei sensori di visione: un algoritmo di aggregazione di immagini 3D per un ampliato campo visivo da Analog Devices

La crescente popolarità delle telecamere time of flight (TOF) nelle applicazioni industriali, in particolare nella robotica, è attribuita alle loro eccezionali capacità di calcolo della profondità e di elaborazione delle immagini a infrarossi (IR). Nonostante questi vantaggi, la complessità intrinseca del sistema ottico spesso limita il campo visivo, limitando le funzionalità autonome. In questo articolo viene illustrato un algoritmo di aggregazione di immagini 3D progettato per un processore host di supporto, che elimina la necessità di calcolo in cloud. Questo algoritmo combina in tempo reale e senza soluzione di continuità i dati IR e di profondità di più telecamere TOF, producendo un’immagine 3D continua e di alta qualità, con un campo visivo più ampio rispetto alle unità standalone. I dati 3D aggregati consentono l’applicazione di reti di deep learning allo stato dell’arte, particolarmente utili nelle applicazioni di robotica mobile, per rivoluzionare la visualizzazione e l’interazione con l’ambiente 3D.

Introduzione

Le telecamere time of flight (TOF) si distinguono come eccezionali sistemi di elaborazione di immagini del campo visivo, utilizzando le tecniche TOF per determinare la distanza tra una telecamera e ciascun punto di un’immagine. Ciò si ottiene misurando il tempo di andata e ritorno di un segnale di luce artificiale emesso da un laser o da un LED. Le telecamere TOF offrono informazioni precise sulla profondità, rendendole strumenti preziosi per le applicazioni in cui la misurazione accurata della distanza e la visualizzazione 3D sono fondamentali, come le applicazioni di robotica e tecnologia industriale, tra cui il rilevamento di collisione e il rilevamento di persone su un campo visivo (Field of View, FOV) di 270° per la sicurezza.

Il sensore TOF ADTF3175 può raggiungere un FOV calibrato di 75°. Tuttavia, le sfide sorgono quando il FOV di un’applicazione va oltre questa regione, richiedendo più sensori. L’integrazione dei dati provenienti dai singoli sensori per fornire un’analisi completa dell’intera vista può presentare delle difficoltà. Una soluzione potenziale prevede che i sensori eseguano un algoritmo su un FOV parziale e trasmettano l’output a un host per il confronto. Tuttavia, questo approccio deve affrontare problemi quali le zone di sovrapposizione, le zone morte e le latenze di comunicazione, che lo rendono un problema complesso da affrontare in modo efficace.

Un approccio alternativo prevede l’aggregazione dei dati acquisiti da tutti i sensori in un’unica immagine e la successiva applicazione di algoritmi di rilevamento all’immagine unita. Questo processo può essere scaricato su un processore host separato, sollevando le unità sensore dal carico computazionale e lasciando spazio ad analisi avanzate e altre opzioni di elaborazione. Tuttavia, è importante notare che gli algoritmi tradizionali di aggregazione delle immagini sono intrinsecamente complessi e possono consumare una parte significativa della potenza di calcolo del processore host. Inoltre, l’invio e l’aggregazione nel cloud non è possibile in molte applicazioni per motivi di privacy.

La soluzione algoritmica di Analog Devices è in grado di aggregare le immagini di profondità e IR provenienti dai diversi sensori, utilizzando le proiezioni delle nuvole di punti dei dati di profondità. Ciò comporta la trasformazione dei dati acquisiti utilizzando le posizioni estrinseche della telecamera e proiettandoli nuovamente nello spazio 2D, ottenendo un’unica immagine continua.

Questo approccio comporta una computazione minima, che aiuta a raggiungere velocità operative in tempo reale all’edge di rete e garantisce che la capacità di calcolo del processore host rimanga disponibile per altre analisi avanzate.

Descrizione di una Soluzione

La soluzione TOF 3D di ADI opera in quattro fasi (vedi Figura◦1):

  1. Preelaborazione dei dati IR e di profondità:
  2. Proiezione dei dati di profondità in una nuvola di punti 3D: Utilizzare i parametri intrinseci della telecamera per proiettare i dati di profondità in una nuvola di punti 3D.
  3. Trasformare e unire i punti: Trasformare i punti utilizzando le posizioni estrinseche della telecamera e unire le regioni sovrapposte.
  4. Proiezione della nuvola di punti in un’immagine 2D: Utilizzare la proiezione cilindrica per proiettare la nuvola di punti in un’immagine 2D.
algoritmo di aggregazione in profondità

Sfide e soluzioni di sistema e algoritmo

L’ host riceve fotogrammi di profondità e IR

Una macchina host è collegata a più sensori TOF tramite una connessione ad alta velocità come l’USB. Raccoglie i fotogrammi di profondità e IR e li memorizza in una coda.

Sincronizzare i dati di profondità e IR

I fotogrammi di profondità e IR di ciascun sensore ricevuti dall’host vengono acquisiti in momenti diversi. Per evitare disallineamenti temporali dovuti al movimento degli oggetti, gli ingressi di tutti i sensori devono essere sincronizzati alla stessa istanza temporale. Si utilizza un modulo di sincronizzazione temporale che abbina i fotogrammi in arrivo in base ai timestamp della coda.

Dal progetto alla nuvola di punti

La nuvola di punti viene generata sull’host utilizzando i dati di profondità sincronizzati per ciascun sensore. Ogni nuvola di punti viene quindi trasformata (tradotta e ruotata) in base alle rispettive posizioni della telecamera (vedi Figura 2) nel mondo reale. Quindi queste nuvole di punti trasformate vengono unite per formare un’unica nuvola di punti continua che copre il FOV combinato dei sensori (Figura 3).

Estrinsecazione telecamera
Nuvola di punti unita

Proiezione da 3D a 2D

La nuvola di punti combinata del FOV viene proiettata su una superficie 2D utilizzando un algoritmo di proiezione cilindrica, noto anche come proiezione della vista frontale (vedi Figura 4). In altre parole, l’algoritmo proietta ogni punto della nuvola di punti combinata su un pixel del piano 2D, ottenendo un’unica immagine panoramica continua che copre il campo visivo combinato di tutti i sensori. Si ottengono così due immagini 2D aggregate: una per le immagini IR aggregate e un’altra per le immagini di profondità aggregate proiettate su piani 2D.

Miglioramento della qualità di proiezione

La proiezione della nuvola di punti combinata 3D su un’immagine 2D non fornisce ancora immagini di buona qualità, poiché presentano distorsioni e rumore. Ciò incide sulla qualità visiva e influisce negativamente su qualsiasi algoritmo venga eseguito sulla proiezione. I tre problemi principali (vedi Figura 5) e le relative soluzioni sono documentati nelle sezioni seguenti.

Proiezione di regioni di profondità non valide

I dati di profondità dell’ADTF3175 hanno un valore di profondità non valido di 0 mm per i punti che si trovano oltre il campo operativo del sensore (8000 mm). Ciò comporta la presenza di ampie regioni vuote nell’immagine di profondità e la formazione di nuvole di punti incomplete. A tutti i punti non validi dell’immagine di profondità è stato assegnato un valore di profondità di 8000 mm (la profondità massima supportata dalla telecamera), con il quale è stata generata una nuvola di punti. In questo modo è stato possibile garantire l’assenza di spazi vuoti nella nuvola di punti.

Riempimento dei pixel non mappati

Quando si proietta la nuvola di punti 3D su un piano 2D, nell’immagine 2D ci sono regioni non mappate/non riempite. Molti pixel della nuvola di punti (3D) vengono mappati sullo stesso pixel 2D e quindi diversi pixel 2D rimangono vuoti. Ciò comporta l’effetto di stiramento mostrato nella Figura 6. Per risolvere questo problema, è stato utilizzato un filtro 3 × 3 che riempie i pixel non mappati con il valore medio di IR/profondità degli 8 pixel vicini che hanno valori validi. In questo modo si è ottenuta una formazione più completa dell’immagine in uscita e gli artefatti sono stati rimossi (vedi Figura 6).

Rumore generato da punti sovrapposti

A causa dell’algoritmo di proiezione cilindrica, molti punti della regione di sovrapposizione finiscono per ottenere le stesse coordinate di appoggio sull’uscita 2D proiettata. Questo crea rumore quando i pixel di sfondo si sovrappongono a quelli in primo piano. Per risolvere questo problema, la distanza radiale di ogni punto viene confrontata con il punto esistente, e il punto viene sostituito solo se la distanza dall’origine della telecamera è inferiore al punto esistente. In questo modo si possono mantenere solo i punti in primo piano e migliorare la qualità della proiezione (vedi Figura 7).

Conclusione

Questo algoritmo è in grado di aggregare immagini provenienti da telecamere diverse con meno di 5° di sovrapposizione, rispetto ai 20° di sovrapposizione richiesti dai tradizionali algoritmi basati sulla corrispondenza dei punti chiave. Questo approccio richiede pochissimi calcoli, il che lo rende un candidato ideale per i sistemi all’edge di rete. L’integrità dei dati di profondità viene mantenuta anche dopo l’aggregazione, poiché non si verifica alcuna distorsione dell’immagine. Questa soluzione supporta ulteriormente l’implementazione modulare dei sensori ADTF3175 per ottenere il FOV desiderato con una perdita minima.
L’espansione del FOV non si limita alla dimensione orizzontale e la stessa tecnica può essere utilizzata per espandere la vista in verticale e ottenere una vera visione sferica. La soluzione funziona su una CPU Arm® V8 a 6 core a 10 fps per quattro sensori che forniscono un FOV di 275°. Il frame rate sale a 30 fps quando si utilizzano solo due sensori.
Uno dei vantaggi principali di questo approccio è l’enorme guadagno computazionale ottenuto: un guadagno di più di 3 volte nella computazione di base (vedi Tabella 1).
Le Figure 8 e 9 mostrano alcuni risultati ottenuti con questa soluzione.

Analog Devices ti aspetta a SPS Norimberga 2024 per trasformare il futuro del settore industriale presso il Padiglione 5, Stand 110. Maggiori informazioni sulla pagina ADI dedicata.

Tabella 1. Confronto tra complessità computazionali: algoritmi tradizionali su algoritmo proposto per input di 512 × 512 QMP

AlgoritmoOperazioni in Virgola Mobile medie  
Aggregazione immagini tradizionale857 milioni
Aggregazione di profondità PCL proposta260 milioni (Riduzione di 3,29 volte)

Riferimenti

Analog Devices 3DToF ADTF31xx.” GitHub, Inc.

Analog Devices 3DToF Floor Detector.” GitHub, Inc.

Analog Devices 3DToF Image Stitching.” GitHub, Inc.

Analog Devices 3DToF Safety Bubble Detector.” GitHub, Inc.

Analog Devices 3D ToF Software Suite.” GitHub, Inc.

He, Yingshen, Ge Li, Yiting Shao, Jing Wang, Yueru Chen, and Shan Liu. “A Point Cloud Compression Framework via Spherical Projection.” 2020 IEEE International Conference on Visual Communications and Image Processing, 2020.

Industrial Vision Technology. Analog Devices, Inc.

Topiwala, Anirudh. “Spherical Projection for Point Clouds.” Towards Data Science, Marzo 2020.

AUTORI:

Rajesh Mahapatra, Senior Manager, Analog Devices

Anil Sripadarao, Principal Engineer, Analog Devices

Swastik Mahapatra, Senior Engineer, Analog Devices

Sostegno alla trasformazione digitale industriale

Con l’attivazione del Piano Transizione 5.0, che prevede il sostegno alla trasformazione digitale ed energetica delle imprese, si è nuovamente accesa l’attenzione sull’importanza strategica della formazione nel comparto produttivo e industriale italiano

Se Industria 4.0 ha avuto come punto cardine l’automazione e l’interconnessione tra le macchine, con l’avvento di 5.0 siamo vedendo il focus spostarsi sulla collaborazione uomo-robot, che va a completare e ampliare i concetti della quarta rivoluzione industriale con un approccio umano-centrico.

Il passaggio all’Industria 5.0 richiede un cambiamento sostanziale nelle competenze e nella formazione dei lavoratori per affrontare le nuove sfide e sfruttare le opportunità offerte da questa rivoluzione, in un momento tuttavia dove queste competenze scarseggiano.

Marco Marella, General Manager di FasThink, system integrator specializzato in tecnologie e soluzioni innovative per il miglioramento dei processi nella logistica e nel manufacturing, risponde ad alcune domande su questo tema e approfondisce il punto di vista di una realtà italiana fortemente incentrata sull’innovazione.

Il cosiddetto shortage di risorse umane con competenze è una realtà purtroppo consolidata. Secondo voi è una situazione destinata a peggiorare oppure è possibile fare qualcosa per attenuare/mitigare questo scenario di difficoltà?

I motivi di questa situazione sono vari e partono da lontano. Poi, nel periodo post pandemico, si sono senz’altro accentuati.

Gli indicatori di mercato, oltre a quanto vediamo nel corso della nostra attività che ci consente di operare sui diversi mercati industriali, ci fanno pensare a una stabilità della situazione ma non a un miglioramento in generale nel breve-medio periodo.

La situazione è abbastanza fluida e in prima istanza ritengo che ogni azienda dovrebbe, innanzitutto, investire nella formazione e fidelizzazione del proprio personale, consolidando il concetto di impresa attorno a una unica vision che rende ogni azienda un unicum irripetibile e un bene di cui essere orgogliosamente parte, senza distinzioni di qualifica o professione.

Vi sono pochi tecnici disponibili con seniority e competenze specialistiche e spesso questi vengono contesi fra aziende. Come si comporta un’azienda come la vostra? Meglio rilanciare ed entrare in competizione con la concorrenza per assicurarsi un professionista oppure avere una visione a lungo termine (che non è del tutto scontata nelle aziende attuali) e investire sulla formazione di giovani talenti?

La nostra esperienza ci indirizza ad investire sul nostro personale specializzato favorendo un rapporto di collaborazione diretto e flessibile che porti vantaggi reciproci e bilanciati tra dipendente e azienda.

L’investimento sui giovani per una piccola/media azienda può rivelarsi uno sforzo non sempre ripagato, in quanto in fase di formazione occorre dare molto supporto in termini di affiancamento per poi, magari, subire il fatto che quando il giovane talento è ‘maturo’ decide di fare nuove esperienze.

Ma i giovani sono il nostro futuro, fanno parte del challenge di qualsiasi impresa e dobbiamo supportarli con coraggio e tanta attenzione.

Nel nostro ambito di mercato e per il tipo di clientela di alto livello che affianchiamo, soprattutto nelle attività di sviluppo software, non abbiamo alternative se non investire su tecnici già formati. Ma impieghiamo, tecnici junior nelle attività di back office e di Ricerca e Sviluppo.

Cosa deve fare un’azienda per essere più attrattiva di un’altra a interessare figure con competenze specialistiche? Cosa si può offrire in più di realmente vantaggioso per entrambi?

Una sana e duratura fidelizzazione passa, doverosamente, attraverso un piano di incentivi formulato su obiettivi condivisi e la disponibilità da parte della azienda di incontrare, dove è possibile, le richieste del dipendente contribuendo concretamente a migliorarne la qualità della vita, per lui e la propria famiglia. Se la persona è serena a casa, è serena al lavoro e darà il meglio nella sua professione.

Secondo il vostro punto di vista, quali sono le conseguenze di avere a disposizione personale con competenze inferiori al necessario?

Nel nostro settore le conseguenze sono alquanto evidenti, si ha difficoltà nel creare team di lavoro omogenei, si perde in efficienza e qualità di processo con il risultato di non essere in grado di erogare soluzioni innovative che siano all’ altezza della domanda del mercato e conseguentemente si perde in competitività in un mercato particolarmente selettivo come quello delle soluzioni informatiche.