Progetto Industria è media partner ufficiale di MOC Egypt 2024

Progetto Industria è media partner ufficiale di MOC Egypt 2024. Siamo lieti annunciare che il Gruppo Progetto industria, con i suoi 4 portali, www.progettoindustria.com, www.ambientesostenibile.com, www.chimicafarmaceutica.com e www.tecnologiefood.com è MEDIA PARTNER UFFICIALE dell’importante manifestazione MOC 2024

MOC 2024, il principale evento offshore del Ministero del petrolio e delle risorse minerarie dell’Egitto e una delle conferenze e piattaforme tecniche più importanti nel settore energetico per la regione del Mediterraneo e del Nord Africa.


Istituito nel 2000 come evento offshore ufficiale del Ministero Egiziano del Petrolio e delle Risorse Minerarie, il MOC è la piattaforma perfetta per qualsiasi azienda che opera nel settore energetico ed è l’evento ideale non solo per mostrare la propria organizzazione ma con migliaia di partecipanti, un grande luogo per rafforzare la vostra presenza nella regione del Mediterraneo.

Al MOC 2024 sarà possibile connettersi con potenziali partner a livello personale per comprenderne i requisiti commerciali, tecnici e politici. Con quasi 15.000 professionisti del settore desiderosi di business e soluzioni, MOC è un importante viatico per la crescita commerciale delle aziende italiane.

Reti strategiche
Al MOC EGYPS 2024 sarà possibile inoltre interagire con decisori influenti, tra cui leader nazionali e regionali, ministri, autorità di mercato, aziende energetiche, fornitori di servizi, importatori, servizi pubblici, investitori, EPC e altro ancora. Essere al centro di interazioni di grande impatto.

Nel cuore del progresso
Unisciti agli oltre 15.000 partecipanti ad Alessandria d’Egitto, dove convergono concorrenti, clienti e potenziali contatti. Rimani connesso, crea nuove relazioni e mostra le tue offerte per opportunità di business senza precedenti ed espansione della rete al MOC.

MOC posiziona il marchio/brand delle Aziende partecipanti come leader di mercato tra i principali influencer della regione. Amplifica la presenza sul mercato presso migliaia di partner, acquirenti, esperti tecnici e potenziali clienti in uno degli hub energetici in più rapida crescita a livello globale.


MOC, rappresenta quindi la porta d’accesso ai principali progressi tecnici nel Mediterraneo.

Materiali avanzati: Cluster Fabbrica Intelligente

Materiali avanzati: una sfida europea e nazionale, il 17 giugno alle 10 il Cluster Fabbrica Intelligente organizza l’evento pubblico al Km Rosso di Bergamo

L’evento pubblico “Materiali avanzati: una sfida europea e nazionale” si propone di condividere con i vertici dell’Unione Europea lo stato dell’arte su un tema cruciale per l’industria: i materiali avanzati.

Per partecipare attivamente alla definizione del programma EU e accrescere così la competitività industriale del nostro Paese a livello globale mettendo al centro la circolarità e la digital transition.

L’Italia intende essere tra i Paesi protagonisti della tematica Materiali Avanzati.

Per questo motivo, il Cluster Fabbrica Intelligente – organizzazione che si occupa di ricerca e innovazione per la competitività della manifattura italiana – ha voluto riunire al Kilometro Rosso di Bergamo i principali attori istituzionali e industriali (italiani ed europei) in una mattinata di studio per definire gli ambiti e le tematiche principali da proporre per il programma EU in fase di definizione e coerenti agli interessi industriali nazionali.

Per partecipare è necessario registrarsi a questo link entro il 13 Giugno: https://docs.google.com/forms/d/e/1FAIpQLSeEdzZTTcVsNUk8b64Zbdb8Uly2mAj3KaNuIN_5_s4l31emNg/viewform

Il Cluster Fabbrica Intelligente sarà rappresentato dal presidente Gianluigi Viscardi (imprenditore, fondatore e presidente onorario della Cosberg, società di automazione di Terno d’Isola, provincia di BG) e dal Presidente del Comitato Tecnico Scientifico Tullio Tolio, professore ordinario al Politecnico di Milano. Ci saranno anche: Roberto Vavassori, vice presidente di Brembo e presidente di Anfia, l’associazione di Confindustria della filiera automotive; Francesco De Santis (collegamento online) Vice Presidente di Confindustria con delega alla Ricerca e Sviluppo; Giovanna Recuperati, Presidente di Confindustria Bergamo.

Nonché autorevoli esponenti del Governo e dell’Unione Europea, elencati per esteso nell’agenda preliminare.

Durante la mattinata interverranno Maria Cristina Russo, Director for Global Approach and International Cooperation in R&I e Jurgen Tiedje, Head of Unit Industrial Transformation Unit, DG Research ad Innovation della Commissione Europea; Francesca Galli, Ufficio di Gabinetto, Segreteria Tecnica del Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR) che sta curando la partecipazione italiana alla partnership, oltre ad esponenti di primissimo piano del mondo industriale italiano; Luca De Angelis (MIMIT), Direttore Generale per le nuove tecnologie abilitanti Ministero delle Imprese e del Made in Italy.

Nel pomeriggio i lavori continueranno con i gruppi tecnico-scientifici del cluster aperti a tutti con lo scopo di mappare importanti casi aziendali e definire i bisogni del settore manifatturiero nel campo dei materiali avanzati per proporre una roadmap coerente con gli obiettivi e le peculiarità del sistema produttivo italiano.

Il CLUSTER FABBRICA INTELLIGENTE

Il Cluster Tecnologico Nazionale “Fabbrica Intelligente” è un’associazione riconosciuta che include imprese di grandi e medio-piccole dimensioni, università e centri di ricerca, associazioni imprenditoriali e altri stakeholder attivi nel settore del manufacturing avanzato.

L’associazione è riconosciuta dal MIUR come propulsore della crescita economica sostenibile dei territori dell’intero sistema economico nazionale, favorendo l’innovazione e la specializzazione dei sistemi manifatturieri nazionali.

https://www.fabbricaintelligente.it/

Litio e batterie ricaricabili

Di Roberto Romita – Industrial Key Account Manager – Industrial Division di Sparq

Litio e batterie ricaricabili: il BESS è una tecnologia oramai collaudata e sono davvero numerose le applicazioni che vedono applicati i sistemi di accumulo

Tuttavia quando si parla di energy storage bisogna tenere presente che si tratta si di batterie ma che queste possiedono davvero molti tipi di chimica, e questa chimica ha particolari peculiarità. 

Queste peculiarità permettono a ogni batteria di esprimere al meglio le proprie potenzialità ma a determinate condizioni e in un determinato tempo.

È quindi di fondamentale importanza sapere quali sono le caratteristiche e il comportamento della cella e della sua chimica al fine di determinare con precisione quale tipologia è più adatta a una certa applicazione.

I sistemi di accumulo accostati ai sistemi di generazione che sfruttano l’energia rinnovabile, non sono tutti uguali.

A seconda della richiesta e della prestazione possono differire, in riferimento alla tipologia di cella e alla composizione, anche di molto. In questo articolo andremo ad affrontare nel dettaglio le caratteristiche della chimica delle celle ricaricabili.

Molte combinazioni, prestazioni differenti

Per quanto riguarda la chimica delle celle si sente spesso parlare di Litio e delle sue varie combinazioni con il Ferro, il Manganese, il Nickel il Cobalto, ecc.

Va tenuto presente che per ogni combinazione avremo prestazioni differenti anche in relazione al carico applicato (ovvero a “quanto” chiediamo alla nostra cella) e alle condizioni esterne.

In questa parte andiamo ad analizzare e confrontare valori nominali di tensione e corrente, curve di carica e scarica in relazione a valori di tempo e temperatura.

Non meno importante è da tenere presente caratteristiche di sicurezza, poiché sono note le problematiche di infiammabilità di alcune tipologie di cella.

Inoltre, alcune celle devono rispettare i requisiti stringenti ATEX al fine di poter essere impiegate in ambienti a rischio esplosione come anche resistere alla corrosione (e alle eventuali perdite) dovuta al funzionamento in aree gravose.

Un fattore chiave per la scelta corretta del tipo di batteria è dato quindi dalla quantità di potenza costante erogabile. Vediamo di seguito le tipologie di chimica andando ad analizzare pro e contro:

Litio Ferro Fosfato – LiFePO4

Chiamato anche LFP è una tipologia di cella che utilizza come materiale catodico tale chimica.

Molto utilizzata nelle applicazioni ESS, l’LFP si contraddistingue per un livello di sicurezza alto grazie a un’abbondante composizione ferrosa e a un elevato grado di stabilità al variare della temperatura.

Se confrontato con i valori del NiMH, la densità energetica dell’LFP è mediamente 100-120 Wh per kg.

Le celle hanno una tensione nominale di 3,2 V, operano in un range termico compreso fra -20 e 60 °C e sono caratterizzate da un tasso di autoscarica estremamente basso (meno dell’1%).

Inoltre, la caratteristica di scarica consente alle LFP di mantenere pressoché costante la prestazione fino a circa l’80% della propria capacità (Fig. 1), anche se sottoposte a carichi elevati.

Questa chimica è soggetta a un invecchiamento più lento indipendentemente dai valori di temperatura rispetto alle altre combinazioni.

Ciò permette un tempo di vita superiore ai 10 anni con un ciclo di ricariche (all’80% della capacità – C = 0,8) che può superare le 2000 volte.

Queste caratteristiche spiegano chiaramente come l’LPF è molto indicata per i sistemi ESS dove stabilità e durevolezza sono requisiti essenziali per garantire prestazioni costanti. 

Litio Nickel Cobalto Manganese – LiNiMnCoO2

Saliamo di tensione nominale con 3,7 V e di densità energetica, da 150 a oltre 200 Wh per Kg, con questa cella conosciuta anche come NMC di cui si compone il catodo.

Come range di temperatura di esercizio siamo vicini all’LFP con -20 e +55 °C così come un bassissimo tasso di autoscarica (circa l’1%).

Se mettiamo a confronto le curve di scarica tipiche di NMC e LFP possiamo notare una quasi replica di comportamento, sebbene l’NMC presenti un livello di scarica più rapido nella prima porzione di capacità.

Con un ciclo di ricarica che può raggiungere le 1500 volte (con C =0,8), questo tipo di cella è maggiormente utilizzato nelle applicazioni automotive.

Pur rappresentando una soluzione più performante rispetto all’LFP, va detto che questa chimica presenta un livello di sicurezza inferiore, poiché presenta alcune criticità divenendo più instabile durante la carica ad alte temperature.

Litio Titanato – Li2TiO3

Abbreviata anche come LTO, questa cella utilizza i nanocristalli di titanato di litio sulla superficie dell’anodo, ha una capacità di carica più rapida rispetto alle altre celle, ma anche una tensione nominale più bassa, 2,4 V e, ovviamente, una densità di 50-80 Wh per Kg.

Nonostante una capacità inferiore rispetto alle LFP e NMC questa chimica consente un range operativo termico ampliato compreso fra -30 e +75 °C e può sopportare per 4-5 secondi un carico di 30 volte superiore alla propria capacità.

Dalla curva di scarica si potrebbe dire che, valore di tensione a parte, l’LTO ha ossia una prestazione più costante rispetto all’NMC e più somigliante all’LFP.

Ad ogni modo, le caratteristiche sono quasi una via di mezzo fra le precedenti due chimiche analizzate. Sebbene il tasso di autoscarica sia decisamente più elevato e che può arrivare al 10% mensile (ma siamo ben lontani da valori elevati come quelli dell’NiMH), l’LTO può sopportare un numero di cicli di carica più che triplo rispetto a tutte le altre chimiche del Litio.

Come ulteriore punto a favore vi è l’estremo livello di sicurezza che fa dell’LTO la cella più sicura poiché iper-stabile indipendentemente dalle condizioni ambientali.

Litio e cobalto – LiCoO2

Risaliamo con valori di tensione e densità con questa combinazione catodica detta anche LCO. 3,7 V e fra 150 e 200 Wh per Kg, pongono le prestazioni del Litio Cobalto più vicino all’NMC anche se va fatta una considerazione: sebbene l’LCO abbiano un picco iniziale del tutto simile al Nichel Manganese Cobalto, la curva di scarica è molto meno stabile e al 60% della capacità della cella inizia il calo più deciso delle prestazioni.

Questa cella a prestazioni relativamente alte funziona fra i -20 e +60 °C ed è adatta all’utilizzo intenso dei dispositivi elettronici portatili.

Tuttavia l’LCO è caratterizzato anche da una bassa stabilità termica che tende al surriscaldamento al più pericoloso runaway termico una volta raggiunta la carica completa.

Litio nichel cobalto alluminio – LiNiCoAlO2

Questa cella, l’NCA, possiede il più alto livello di densità energetica con valori che superano i 200 per attestarsi a 260 Wh per Kg. Con una tensione nominale di 3,6 V, questo tipo di batteria ha caratteriste simili anche se di pochissimo inferiori all’NMC e ciò lo si può rilevare dalla Fig. 1: le due curve a confronto indicano un andamento di scarica pressoché parallelo unito a una certa costanza fino a circa l’80% di capacità delle due celle.

Questa chimica, con lo stesso range termico operativo delle LCO, pur garantendo alte prestazioni, un tasso di autoscarica relativamente basso (dall’1 al 5% mensile) paga però una quantità di ricariche fra le più basse con circa 5-600 cicli.

Come per le NMC onde poter allungare la vita utile di ogni singola cella è preferibile caricare non oltre il 90% della capacità della batteria. Anche le NCA analogamente alle LCO hanno un’instabilità relativamente alta che, a seguito del runaway termico, può anche dare origine a incendi secondari.  

Litio e Manganese – LiMn2O4

Questa tipologia (LMO) ha in comune alle LCM e LCO la tensione nominale di 3,7 V, mentre presenta un valore di densità energetica più basso compreso fra i 100 e 150 Wh per Kg.

La caratteristica principale dell’LMO è quella di fornire molta energia in un tempo ristretto e lo si evince da Fig.1. dove la curva di scarica tende al calo deciso poco oltre il 40% della propria capacità. Sebbene queste celle siano in grado di sopportare carichi 10 volte superiori per pochi secondi hanno comunque prestazioni inferiori alle celle al Cobalto. Con un range operativo uguale a LCO ed NCA, l’LMO ha un buon tasso di autoscarica che non supera il 5% mensile ma presenta comunque criticità diventando instabile a temperature di carica più elevate. 

C’è una chimica perfetta?

La risposta è no. Tralasciando le mode del momento, non vi è un prodotto polivalente proprio perché non esiste una chimica ideale o “più corretta”. Come abbiamo potuto vedere è necessario valutare non solo la capacità in Ah, la tensione nominale o la velocità di scarica, bensì anche il ciclo di vita utile, il livello di sicurezza che può garantire la cella. Poiché, ad esempio, se a fronte dei requisiti di prestazione elevata sceglieremo determinate tipologie di celle, non è garantito che l’effettiva potenza disponibile può rappresentare la migliore soluzione per alimentare una certa applicazione. Anche la quantità e la frequenza di carica sono fondamentali nella scelta della chimica: sempre per fare un esempio, nel caso di NCM e LCO, ipotizzando un carico – oltre 1 volta la capacità della cella – che richiede pertanto cariche più frequenti, avremmo come risultato performance più alte ma una sensibile riduzione della durata utile e quindi una sostituzione anzitempo delle celle. Inoltre, non meno importante, è l’attenta valutazione dell’ambiente in cui andrà ad operare la cella il che anch’esso sarà determinante per la durata utile come anche l’innalzamento del livello di pericolosità dovuto ad alte temperature di esercizio oppure agli ambienti gravosi e/o esplosivi.

Intelligenza artificiale: la nuova strategia italiana

intelligenza artificiale

Intelligenza artificiale: la nuova strategia italiana in 10 punti per il biennio 2024-2026 anticipata in un documento di sintesi che qualifica le aree di attenzione e le azioni da intraprendere a supporto di ricerca scientifica, pubblica amministrazione, imprese, formazione e infrastrutture

Per il biennio 2024-2026, 13 esperti selezionati dal Governo, con il coordinamento dell’AGID, hanno prodotto un nuovo documento, anticipato in un executive summary, che qualifica in 10 punti le aree di attenzione e le azioni da intraprendere a supporto di ricerca scientifica, pubblica amministrazione, imprese, formazione e infrastrutture, oltre a disposizioni per attuazione, coordinamento e monitoraggio della strategia stessa.

Il documento strategico mira a promuovere un ecosistema nazionale dell’IA che sia al tempo stesso competitivo a livello internazionale e rispettoso dei valori e delle normative europee.

In particolare, il piano prevede azioni concrete come lo sviluppo di Large Multimodal Model italiani, l’attrazione di talenti nel campo dell’IA, il finanziamento di progetti interdisciplinari per il benessere sociale e la creazione di un ecosistema favorevole all’innovazione tecnologica nelle PMI.

Inoltre, viene sottolineata l’importanza di una formazione capillare sull’intelligenza artificiale, sia nel contesto universitario che scolastico, per preparare le future generazioni alle sfide del domani.

Per rendere efficace l’attuazione di questa strategia, gli esperti propongono la creazione di una Fondazione per l’IA, che avrà il compito di coordinare le diverse azioni, gestire i fondi dedicati e monitorare i progressi ottenuti.

Tale approccio collaborativo e multidisciplinare, che vede la partecipazione di figure di spicco nel campo dell’IA e della trasformazione digitale, rappresenta un passo significativo verso la realizzazione di un’Italia più innovativa e competitiva sullo scenario globale dell’intelligenza artificiale.

Ecco i 10 punti qualificanti proposti nell’executive summary e divisi per ambiti di interesse.

La prima è “Investire nella ricerca scientifica fondazionale sull’IA, consolidando le iniziative esistenti quali il Partenariato Esteso sull’IA; promuovere la collaborazione tra diverse competenze, finanziando progetti a natura interdisciplinare; aprire il campo all’esplorazione di progetti fortemente ambiziosi e ad ampio spettro (bluesky); sostenere un piano straordinario per trattenere e attirare i talenti, per sostenere la competitività nel contesto internazionale”.

Il secondo punto chiede di “Valorizzare la ricerca applicata dell’IA, attraverso iniziative co-progettate da partenariati pubblico-privati, anche con laboratori dedicati che coinvolgano imprese, atenei e centri di ricerca, focalizzandosi sui contesti dal maggiore valore economico e sociale per l’Italia e dal maggiore impatto sul benessere dei cittadini”.

La terza indicazione riguarda il supporto ai “processi amministrativi attraverso le tecnologie dell’IA, aumentando l’efficienza e ottimizzando la gestione delle risorse pubbliche; finanziare alcuni progetti pilota su scala nazionale; sostenere le iniziative delle singole amministrazioni, inquadrate come soggetto collettivo, capace cioè di realizzare soluzioni e applicazioni”.

Per conseguire questi tre macro-obiettivi gli esperti elencano una serie di azioni concrete, tra cui lo sviluppo di tre Large Multimodal Model italiani:

  • Consolidare l’ecosistema italiano della ricerca, nell’ottica di dare continuità al Partenariato Esteso MUR sugli aspetti fondazionali dell’Intelligenza Artificiale, delineandolo compiutamente come luogo di incontro e di scambio di competenze e conoscenze tra le università, i centri di ricerca, le imprese ICT che sviluppano sistemi di IA e quelle che nelle loro specifiche attività possono beneficiare delle innovazioni tecnologiche.
  • Trattenere e attrarre talenti, articolando un piano straordinario di assunzioni che permetta di assorbire le eccellenze tra le ricercatrici e i ricercatori formatisi grazie alle iniziative PNRR, e che consenta di promuovere iniziative specifiche di brain gain nell’IA.
  • Sviluppare LMM italiani, in particolare 3 modelli fondazionali multimodali nazionali, che rispondano pienamente ai valori e alle regolamentazioni europee, eventualmente focalizzandosi su specifici domini applicativi in cui l’Italia detiene una forte riconoscibilità internazionali e un chiaro vantaggio competitivo nella definizione dei dataset di riferimento.
  • Implementare progetti interdisciplinari per il benessere sociale, dispiegando iniziative competitive ispirate ai synergy grants ERC e pensate per centrare sulle persone e sulla società la trasformazione digitale abilitata dall’Intelligenza Artificiale.
  • Finanziare la ricerca fondazionale e blue-sky per l’IA di prossima generazione, attraverso una chiamata alla raccolta e all’implementazione di idee il cui potenziale sia in grado creare un salto generazionale a livello tecnologico-scientifico e innovazione dirompente.
  • Potenziare le collaborazioni internazionali, finanziando programmi di ricerca centrati sull’IA e promossi in partenariato con università e centri di ricerca internazionali che prevedano periodi di mobilità, e che stimolino – in particolare a livello europeo – modalità comuni per una adozione efficace dell’Intelligenza Artificiale.

Imprese

Sono due anche le raccomandazioni di interventi per le imprese. La prima è di “Intercettare i bisogni di innovazione delle imprese italiane, finanziando e supportando un ecosistema centrato sull’Intelligenza Artificiale, che sia in grado qualificare una prospettiva in cui l’eccellenza viene rafforzata da soluzioni tecnologiche orientate a valorizzarne i tratti distintivi”.

La seconda è di “Sostenere il comparto italiano dell’ICT, promuovendone il ruolo abilitante per la definizione di nuove applicazioni di Intelligenza Artificiale, anche con iniziative che rispondano a precise domande di innovazione del tessuto produttivo; accrescere le possibilità di intercettare finanziamenti per sviluppare nuove iniziative progettuali in Intelligenza Artificiale; sostenere e potenziare l’ecosistema delle start-up dell’IA, attraendo capitali pubblici e privati”.

Nel dettaglio gli esperti propongono una serie di azioni a supporto di questi obiettivi.

  • Creare un ecosistema di facilitatori per l’AI nelle PMI, che intercettino i bisogni di innovazione delle imprese, erogando servizi di innovazione basati sull’IA e abilitando soluzioni utilizzabili in chiave di interoperabilità, anche in
    contesti di filiere.
  • Sostenere lo sviluppo e l’adozione di soluzioni di IA, prevendendo un fondo finanziario dedicato a sostegno di specifiche iniziative progettuali, promosse da rete di imprese o da singole imprese, accompagnate con una pluralità di altri sistemi, quali corporate venture, private equity e voucher per l’innovazione.
  • Istituire una rete di laboratori per lo sviluppo di applicazioni IA in contesti industriali, che coinvolgano imprese in collaborazione con enti di ricerca, per condurre ricerca applicata e con un focus di mercato, abilitando nuove soluzioni e sperimentandone verticalizzazioni.
  • Sostenere lo sviluppo di start-up nell’IA, definendo uno specifico fondo che si rivolga alle nuove impese ad alto contenuto di innovazione nel settore, favorendo al contempo l’interconnessione con le imprese utilizzatrici di IA e con gli attori che già operano nei percorsi di accelerazione e incubazione, a livello accademico e in ambito privato.
  • Sostenere le aziende ICT che sviluppano tecnologie di IA, definendo misure di sostegno per gestire pratiche di compliance normativa e certificazione, e per incentivare l’accesso alle sandboxes previste nell’AI Act per la sperimentazione di soluzioni innovative.

Formazione

Per quanto riguarda la formazione, gli esperti richiamano l’attenzione sia su quella universitaria che su quella nelle scuole.

In merito all’Università, chiedono di “Promuovere una formazione universitaria capillare sull’IA, in risposta alle sempre più pressanti richieste di nuove competenze nella società e nel mondo del lavoro, in un’ottica trasversale e interdisciplinare; consolidare la formazione specialistica sull’IA nei percorsi orientati verso profili tecnici e di ricercatori, quali il Dottorato Nazionale sull’Intelligenza Artificiale”.

Quanto alle scuole, di “Realizzare percorsi educativi sull’IA nelle scuole, per preparare le nuove generazioni a un uso attento e consapevole delle nuove tecnologie; sviluppare iniziative di divulgazione mirate a sensibilizzare e coinvolgere la società italiana nella rivoluzione dell’IA; finanziare e sostenere iniziative di reskilling e upskilling in tutti i contesti produttivi”.

Infrastrutture

Per il capitolo infrastrutture si chiede di “Potenziare le infrastrutture che abilitano lo sviluppo e l’adozione di sistemi di IA; finanziare e realizzare un repository nazionale per la condivisione e il riuso di dataset e modelli acquisiti in progettualità e contesti applicativi legati a iniziative pubbliche”.

Attuazione e monitoraggio: una Fondazione per l’IA

L’ultima raccomandazione riguarda le cose da fare per rendere efficaci attuazione, coordinamento e monitoraggio della strategia stessa.

“Istituire una Fondazione per l’IA, con la responsabilità del coordinamento delle azioni strategiche, della gestione di un fondo dedicato e del monitoraggio dell’implementazione della strategia, in un’ottica di miglioramento continuo”.

Il gruppo di esperti

Il lavoro è stato portato avanti da 13 esperti nominati dal Sottosegretario di Stato alla presidenza del Consiglio con delega all’Innovazione, Alessio Butti:

  • Gianluigi Greco, professore di informatica all’Università della Calabria e presidente di AixIA, l’associazione italiana per l’intelligenza artificiale
  • Viviana Acquaviva e astrofisica e docente al Physics Department del Cuny Nyc College of Technology e al Cuny Graduate Center
  • Paolo Benanti, consigliere di papa Francesco sull’IA ed esperto di etica digitale, è professore alla Pontificia università gregoriana
  • Guido Boella,  vice Rettore vicario dell’Università di Torino
  • Marco Camisani Calzolari, divulgatore scientifico
  • Virginio Cantoni,  professore emerito presso l’Università di Pavia
  • Maria Chiara Carrozza, presidente del Cnr
  • Rita Cucchiara, docente presso il Dipartimento di Ingegneria dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia
  • Agostino La Bella, professore ordinario di Ingegneria economico-gestionale presso l’Università di Roma Tor Vergata
  • Silvestro Micera, docente presso Ecole polytechnique fédérale de Lausanne
  • Giuliano Noci, professore di Strategia e Marketing al Politecnico di Milano
  • Edoardo Carlo Raffiotta;  professore di Diritto costituzionale nell’Università di Milano Bicocca e avvocato
  • Ranieri Razzante, professore di Tecniche di gestione dei rischi di riciclaggio presso l’Università di Bologna e Docente di Tecniche e regole della cybersecurity presso l’Università di Napoli Suor Orsola Benincasa

I 13 hanno operato come “Comitato di Coordinamento” in collaborazione con rappresentanti del Dipartimento per la Trasformazione Digitale e dell’Agenzia per l’Italia Digitale, che ha svolto anche il ruolo di segreteria tecnica.

IVS VALVES SUMMIT 2024

IVS VALVES SUMMIT, continua la crescita dell’evento globale di riferimento per le valvole industriali e le soluzioni di flow control, IVS VALVES SUMMIT 2024, che tra un mese richiama a Bergamo l’intera supply chain

Si amplia il programma fieristico, che propone un’apertura privata in anteprima

Previsto un nuovo primato di espositori con oltre 310 adesioni, incrementato grazie
a un parterre di imprese estere in grande crescita, ora pari al 20% del totale

Presentata l’edizione 2024 dell’Osservatorio IVS-Prometeia.

“The Oil&Gas Valve Industry in Italy”

IVS Valves Summit, il più importante evento internazionale dedicato alle tecnologie delle valvole industriali e alle soluzioni di flow control sta per aprire i battenti, alla sua quinta edizione, a
Bergamo dal 14 al 16 maggio 2024.


I lavori avranno inizio nella mattina del 14 maggio con l’apertura anticipata dei padiglioni in
anteprima riservata agli espositori, una novità introdotta per generare una preziosa opportunità di
interlocuzione tra i protagonisti di IVS 2024.

Highlight della giornata è l’inaugurazione di IVS Valves Summit con il convegno di apertura, dove si darà ufficialmente il via all’evento e in cui interverranno istituzioni, ospiti d’onore, decisori ed esperti di alto profilo.
Nel pomeriggio prenderà il via l’ampio programma scientifico di IVS Valves Summit.

Uno spazio che negli anni si è dimostrato un’agorà dove interpretare il cambiamento e approfondire le ultime innovazioni tecnologiche, individuando e analizzando le sfide del comparto.

Per sostenere lo sviluppo del calendario scientifico, gli organizzatori del Summit hanno realizzato due nuove sale conferenze aggiuntive nel padiglione C. IVS Valves Summit 2024 prevede 52 appuntamenti tra convegni, tavole rotonde, workshop, case study e laboratori, a costituire un piano di oltre il 50% più ampio rispetto ai 34 momenti di approfondimento tecnico di IVS 2022.

Il 15 e 16 maggio la rassegna entrerà nel vivo e i padiglioni apriranno le porte a tutto il pubblico
internazionale delle valvole.

Venerdì 17, a seguito della due giorni espositiva, si offrirà un’ulteriore occasione di incontro tra le delegazioni straniere presenti in fiera e gli attori della supply chain allargata dell’Oil&Gas, grazie ad operazioni mirate di matchmaking.

In occasione dell’edizione 2024 di IVS Valves Summit, gli organizzatori hanno alimentato la crescita qualitativa, incrementato gli appuntamenti del programma fieristico e arricchito gli eventi collaterali, portando IVS Valves Summit ad estendersi da una due-giorni espositiva a una vera e propria settimana delle valvole.


La quinta edizione della manifestazione segue di due anni l’appuntamento di IVS 2022 e prosegue
nel percorso di crescita che l’ha caratterizzata sin dalla prima edizione. Gli organizzatori del
Summit preannunciano numeri record per IVS 2024, a partire dalle aziende presenti in fiera. Gli
espositori saranno oltre 310, di cui è in grande sviluppo la componente internazionale, con oltre il
20% di imprese estere. Si prevedono adesioni in crescita anche dal lato dei visitatori, che
arriveranno a Bergamo da sempre più Paesi, in rappresentanza di tutti i continenti.
In occasione di IVS 2022, nonostante le limitazioni ai viaggi in vigore in alcune aree del mondo e i
delicati scenari globali, il Summit aveva accolto 12.000 visitatori (+12% rispetto al 2019)
provenienti da più di 60 Paesi. IVS ha ospitato quasi 300 aziende espositrici (+17% sul 2019),
provenienti da 12 Paesi: Italia, Germania, Gran Bretagna, Stati Uniti d’America, Francia, Corea del
Sud, Spagna, Paesi Bassi, Belgio, Sudafrica, Turchia e Repubblica Ceca. Dati che hanno
raccontato l’affermazione di IVS nel calendario globale, eleggendolo ad appuntamento
imprescindibile per tutta la filiera connessa alle valvole industriali e al controllo del flusso.

Di grande stimolo all’incremento delle presenze internazionali di alto livello sono le sinergie con
con ICE (l’Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane),
AVR ANIMA (l’Associazione industriale di categoria che rappresenta le aziende italiane del settore
valvole e rubinetteria), Confindustria Assafrica & Mediterraneo (la Rappresentanza
internazionale di Confindustria che supporta le imprese italiane nel loro percorso crescita in Africa
e Medio Oriente) e SACE (Gruppo assicurativo-finanziario direttamente controllato dal Ministero
dell’Economia e delle Finanze, specializzato nel sostegno alle imprese e al tessuto economico
nazionale).

Le partnership porteranno in fiera delegazioni internazionali composte da rappresentanti
istituzionali, imprenditori, decisori, speakers e operatori specializzati. Gli organizzatori hanno
invitato oltre 100 buyers qualificati di end user di standing primario ed EPC internazionali.

Un parterre che potrà interfacciarsi con gli operatori dell’intero comparto energetico, dando vita a
momenti di scambio e confronto. Inoltre, attraverso la collaborazione operativa con UNIDO ITPO
Italy (l’Ufficio italiano per la Promozione Tecnologica e degli Investimenti dell’Organizzazione delle
Nazioni Unite per lo Sviluppo Industriale), IVS conferma la partecipazione di una delegazione di
imprenditori e di rappresentanti delle istituzioni dell’Iraq.

Osservatorio IVS-Prometeia “The Oil&Gas Valve Industry in Italy” 2024
Sono state inoltre presentate le anticipazioni dell’Osservatorio IVS-Prometeia “The Oil&Gas
Valve Industry in Italy” 2024, realizzato con il contributo dell’ufficio studi di Confindustria
Bergamo. Il nuovo report fotografa lo stato del comparto italiano delle valvole industriali, che si
conferma un’eccellenza nel contesto competitivo europeo.

Nel 2022, quasi 4 valvole per
l’Oil&Gas su 10 prodotte in Europa sono state realizzate in Italia, dove il settore ha sfiorato i 3,0
miliardi di valore della produzione. Il fatturato 2022 del comparto nazionale è salito del 12%
rispetto al 2021, ma non ha ancora riagganciato i livelli pre-pandemici.

L’Italia mantiene la leadership del ranking settoriale UE, con oltre 8 punti di vantaggio sulla Germania e oltre 30 sul terzo in classifica (Francia). I numeri sono realizzati all’interno di ecosistema di 139 imprese (oltre il 90% del fatturato è realizzato in un raggio di 100 Km dalla provincia di Bergamo), che occupano oltre 10.000 addetti (in crescita rispetto ai 9.300 del 2021).


Nel 2023, l’export delle valvole italiane per l’Oil&Gas è ripreso a crescere a ritmi sostenuti (+5.7%
a valore sul 2022), dimostrando un tasso di crescita superiore all’evoluzione del commercio
internazionale. Il rimbalzo delle esportazioni è stato trainato dai mercati mediorientali
(rappresentano quasi il 19% sul totale dell’export italiano) ed asiatici. Meno performanti le vendite
in Europa Occidentale e, soprattutto, Europa Orientale, frenata dagli strascichi delle sanzioni
dirette alla Russia. Sono inoltre cresciuti gli investimenti delle imprese che operano nel settore
energetico, con incrementi nel settore nell’upstream, nel downstream e nei servizi di trasporto.

Un trend positivo che, unitamente allo sviluppo degli investimenti “green”, offre effetti positivi che
potranno manifestarsi anche oltre il 2023. Alle imprese valvoliere si presentano opportunità di
crescita sia nei settori tradizionali sia in quelli rinnovabili e innovativi, come il Carbon Capture
Utilisation and Storage (CCUS) e l’idrogeno. Non mancano tuttavia elementi di incertezza, legati
sia a fattori geo-politici sia ai tempi e ai modi della transizione energetica, che rendono più
complesse le scelte strategiche (anche di breve termine) delle imprese.


Giovanna Ricuperati, Presidente di Confindustria Bergamo, ha commentato: ««Le azioni a
supporto delle filiere produttive hanno un’importanza strategica per la nostra Associazione.

In questo quadro, IVS – Industrial Valve Summit conferma anche in questa edizione il suo ruolo
trainante, esempio vincente di come sia possibile agire in sinergia per valorizzare il comparto
d’eccellenza delle valvole industriali. Si tratta di un appuntamento che, da un lato, sta ampliando il
profilo internazionale, come evidenzia anche l’aumento delle delegazioni presenti e, dall’altro,
consolida la sua valenza scientifica, con oltre 50 sessioni previste fra tavole rotonde, speech e
presentazioni aziendali. Parallelamente si punta a rafforzare i legami con il territorio, come
dimostrano anche le due iniziative rivolte ai giovani del programma IVS Young».


Giuseppe Patelli, Presidente di Promoberg, ha commentato: «IVS è il fiore all’occhiello nel
percorso di internazionalizzazione della Fiera di Bergamo, con centinaia di imprese e oltre 12mila

operatori di altissimo profilo provenienti da tutto il mondo. Siamo onorati nel fare la nostra parte a
sostegno dell’economia e della promozione di Bergamo in ambito anche turistico e culturale.

Abbiamo incrementato il numero dei giorni, saliti a tre rispetto ai tradizionali due, con la prima
giornata dedicata esclusivamente agli espositori, per confrontarsi sui temi caldi del settore e sulla
fiera che li vede protagonisti.

Oggi il polo espositivo è un grande valore aggiunto, al centro di una
delle macroregioni più importanti a livello mondiale e centro nevralgico della mobilità, grazie anche
all’aeroporto internazionale BGY che unisce Bergamo con tutta Europa, il Medio Oriente e il Nord
Africa. E per il ‘domani’ accogliamo con piacere l’annuncio della proprietà sul raddoppio del polo
fieristico, che ci consentirà di sviluppare ulteriormente la crescita del summit».


Francesco Apuzzo, Presidente di Valve Campus, ha affermato: «L’obiettivo del Comitato
Scientifico di IVS è sempre stato quello di rendere disponibili contenuti di alto livello per gli addetti
del settore e i visitatori che parteciperanno. Quest’anno, presenteremo una serie di sessioni
tematiche e workshop interattivi che copriranno le ultime tendenze e sfide del settore,
dall’efficienza energetica alle soluzioni per la decarbonizzazione, passando per i nuovi standard e
la digitalizzazione dei processi d’impresa. Tra le novità di questa edizione, ci sarà un focus
speciale sull’importanza della sostenibilità e dell’introduzione delle Intelligenze artificiali per
sostenere il futuro del settore. Il programma include speaker di prestigio internazionale, case
studies e tavole rotonde, oltre alla presentazione di più di 40 paper da parte di autori provenienti da
ogni continente».

Qatar, scelta strategica per le imprese italiane

Il Qatar offre una scelta strategica per le imprese italiane che mirano all’espansione internazionale, molte le opportunità di sviluppo commerciale e notevoli e i rapporti con il nostro Paese, sempre più stretti e facilitati

Da piccola nazione focalizzata principalmente sulla pesca delle perle, Qatar è diventato uno degli Stati più prosperi del Golfo, grazie alle abbondanti risorse di petrolio e gas.

Tuttavia, la recente storia economica del paese è caratterizzata da un audace cambiamento: da una dipendenza eccessiva dalle risorse energetiche fossili verso una diversificazione economica mirata.

Con una posizione di rilievo tra le economie del Medio Oriente, il Qatar vanta uno dei più alti redditi pro-capite a livello globale. L’economia in continua espansione, i massicci investimenti infrastrutturali e le politiche favorevoli agli investimenti esteri rendono il paese del Golfo una scelta strategica per le imprese italiane che mirano all’espansione internazionale.

Con una popolazione di circa 2,8 milioni di abitanti, il Qatar registra un notevole tasso di crescita demografica del 10% all’anno, un fenomeno attribuibile non tanto alle nascite quanto al significativo afflusso di talenti che scelgono di stabilirsi nella regione del Golfo.

L’incremento demografico, infatti, è alimentato dall’inserimento di lavoratori e professionisti stranieri altamente qualificati attirati dall’opportunità di contribuire alla realizzazione di ambiziosi progetti infrastrutturali nel Paese. In effetti, la popolazione straniera in Qatar rappresenta circa 2,4 milioni di abitanti: in altre parole, il 90% della popolazione totale del paese.

Dal punto di vista macroeconomico, il Qatar si attesta tra i paesi con il PIL pro-capite più elevato al mondo, occupando la 4ª posizione secondo le proiezioni del Fondo Monetario Internazionale per il 2023, con un valore di USD $ 89.417. A titolo di confronto, l’Italia si colloca al 38º posto in questa classifica.

Secondo le informazioni della Banca Mondiale, a ottobre 2023, si osserva una crescita del PIL qatarino del +2,4%, trainata principalmente dal settore dei servizi e delle infrastrutture, affiancato da un notevole contributo del settore degli idrocarburi. Quest’ultimo rappresenta il 55% delle entrate statali, il 90% delle esportazioni e il 45% del PIL complessivo del Qatar.

Nonostante gli idrocarburi rappresentino ancora una parte significativa dell’economia, il Qatar ha avviato un decisivo processo di riduzione della dipendenza dalle risorse energetiche fossili. In risposta alla dipendenza storica dalle entrate petrolifere, infatti, il Paese ha adottato la Qatar National Vision 2030”, un ambizioso programma di sviluppo economico che mira a promuovere la diversificazione e la crescita economica.

Tale strategia si concretizza attraverso politiche di sviluppo di ampi piani infrastrutturali, riforme settoriali, maggiori investimenti diretti, con il fine di creare opportunità in settori diversificati quali industria, infrastrutture, energia rinnovabile, turismo, sanità, agricoltura e finanza.

Tra le altre cose, il Qatar ha investito notevolmente nel settore turistico per attirare visitatori da tutto il mondo.

Un esempio emblematico di questo impegno è rappresentato dalla storica decisione di ospitare i Mondiali di calcio nel 2022, decisione che ha conferito al Qatar una visibilità senza precedenti nel panorama sportivo internazionale.

Tale iniziativa rientra nella strategia più ampia di consolidare la sua posizione come destinazione turistica di primo ordine. Per realizzare questa ambizione, il Paese ha avviato la costruzione di nuovi alberghi di lusso, centri commerciali all’avanguardia e attrazioni culturali, costituendo così un mosaico di elementi che concorrono alla promozione dello sviluppo turistico. Malgrado alcune sfide connesse ai diritti civili e ambientali, nonché la presenza di alcune criticità socioeconomiche, il Qatar continua a progredire lungo la via di un futuro economico promettente.

Il settore finanziario della capitale, Doha, si è affermato come uno dei più importanti nella regione, anche grazie alla formulazione di politiche favorevoli agli investimenti stranieri e a un sistema finanziario solido che attrae imprese da tutto il mondo.

Parallelamente, il Qatar sta emergendo come un hub tecnologico, con il governo che sostiene l’innovazione e favorisce l’apertura di nuove start-up.

Il Qatar offre, dunque, significativi vantaggi per le imprese desiderose di espandersi nel Medio Oriente, tra cui:

  • un quadro macroeconomico stabile. A tal proposito il primo ministro del Qatar, Mohammed bin Abdulrahman bin Jassim Al Thani, ha dichiarato in una recente intervista che il Qatar ha gestito in modo efficiente il tasso di inflazione rispetto al resto del mondo, registrando un tasso di circa il 5% rispetto alla media mondiale dell’8.8% secondo il Fondo Monetario Internazionale;
  • tassi di crescita notevoli ed elevata capacità di spesa;
  • opportunità derivanti dalle politiche di diversificazione, autosufficienza e sviluppo delle infrastrutture, come delineato nel Piano Nazional del Qatar (QNV 2030);
  • una nuova politica di esenzione dei visti di ingresso;
  • diffusione dell’inglese come lingua ampiamente utilizzata.

Tuttavia, è essenziale considerare alcune sfide potenziali che possono sorgere dall’entrata nel mercato qatarino, tra cui l’accesso ai finanziamenti e i rischi legati ai possibili mancati pagamenti da parte delle controparti qatarine, oltre alla necessità di gestire una forza lavoro che potrebbe richiedere ulteriori competenze e formazione.

Rapporti tra Italia e Qatar

I legami economici tra Italia e Qatar sono in crescita costante.  

Attualmente è in fase di negoziazione un accordo di libero scambio tra il Consiglio di Cooperazione del Golfo(GCC) e l’Unione Europea che potrebbe portare all’eliminazione delle tariffe comunitarie sull’importazione dei prodotti petrolchimici.

Analizzando l’interscambio commerciale tra Italia e Qatar, nei primi 10 mesi del 2023, l’Italia si è collocata al terzo posto come fornitore per il Qatar, superando la Germania e guadagnando una posizione in classifica, con una quota di mercato pari al 6%.

Secondo l’Istat, nel 2022, l’interscambio Italia-Qatar ha registrato 9,3 miliardi di euro (+130,1% rispetto al 2021).  

Nei primi 9 mesi del 2023, l’interscambio tra i due paesi ha superato i 4,2 miliardi di euro, con le esportazioni italiane verso il Qatar che hanno raggiunto 1,9 miliardi di euro.

Sempre secondo l’Istat, fino ad ottobre 2023, il Qatar rappresentava il 42° cliente e il 38° fornitore dell’Italia.

D’altro canto, secondo le dogane qatarine, a luglio 2023, l’Italia rappresentava il 7° mercato di destinazione dell’export del Qatar e il 3° fornitore del paese.

Dal punto di vista merceologico, nel periodo gennaio-settembre 2023 il 28,8% delle esportazioni italiane verso il Qatar riguardava mezzi di trasporto, seguito dalla meccanica strumentale (19,1%), e in percentuali minori semilavorati, arredamento ed edilizia, moda e accessori, e agroalimentare e bevande.

Le importazioni dall’Italia al Qatar si concentrano principalmente nel settore dei combustibili e idrocarburi.

Opportunità di investimento per le imprese italiane

Le opportunità di investimento tra Italia e Qatar nel corso del 2023 hanno evidenziato un notevole incremento delle esportazioni italiane verso il Qatar, contribuendo significativamente alle importazioni del paese. Settori trainanti in questo contesto includono il design italiano, i prodotti alimentari, i macchinari industriali e l’energia.

  • Agroalimentare. Il Qatar dipende fortemente dalle importazioni di prodotti alimentari per soddisfare le esigenze della sua popolazione: importa circa il 90% del suo approvvigionamento alimentare. Il settore alimentare italiano ha continuato a guadagnare terreno nel Paese, rispondendo alla crescente richiesta di prodotti autentici e di alta qualità. Oltre ai prodotti alimentari tradizionali, vini e prodotti biologici stanno diventando sempre più popolari tra i consumatori qatarioti. Nel 2023, l’Italia si è posizionata come il 12° paese fornitore di prodotti agroalimentari in Qatar, secondo quanto riportato dal Ministry Of Development Planning and Statistics. Al momento, non esistono limitazioni particolari all’importazione di prodotti alimentari, salvo alcune restrizioni per la carne di maiale e per le sostanze alcoliche, le quali possono essere importate solo da distributori autorizzati.
  • Macchinari Agricoli. Nel 2017, i paesi arabi vicini hanno imposto un blocco aereo, marittimo e terrestre al governo qatarino, sollevando significative preoccupazioni per la sicurezza alimentare a livello nazionale. In risposta a questa sfida, il Qatar ha adottato strategie e fonti alternative di approvvigionamento per garantire la soddisfazione della domanda alimentare interna. Il paese ha affrontato rapidamente la situazione, costruendo un’industria lattiero-casearia autosufficiente e implementando politiche agricole mirate. Questo impegno verso la sicurezza alimentare ha generato una crescente domanda di macchinari agricoli. Nel 2022 le importazioni di macchinari agricoli dall’Italia hanno raggiunto circa 345.000 Euro, conquistando una quota di mercato del 7,3%. Inoltre, nei primi otto mesi del 2023, si è registrato un aumento complessivo del 24% ed il presidio di una quota mercato pari al 9,7% a livello globale.
  • Macchinari industriali. I macchinari industriali italiani mantengono una presenza rilevante, poiché contribuiscono all’8% circa delle esportazioni totali verso il Qatar. La reputazione di affidabilità e qualità degli apparecchi industriali italiani è un vantaggio significativo in un mercato che richiede standard elevati.
  • Design e Arredamento. Il mercato qatarino dimostra un forte apprezzamento per il design e l’arredamento italiani, con una domanda significativa per mobili di lusso, prodotti di design e opere d’arte provenienti dall’Italia. Le opportunità per le imprese italiane specializzate in questo settore sono evidenziate dalle frequenti richieste per le grandi forniture, in particolare per hotel di lusso, ristoranti, aeroporti, uffici e strutture pubbliche. La presenza di una clientela facoltosa crea inoltre importanti occasioni nel settore residenziale, grazie alle numerose richieste di progetti per ville di lusso. Anche in questo contesto, l’offerta di mobili in Qatar dipende prevalentemente dalle importazioni, evidenziando l’importanza delle forniture estere. Nel corso del 2022, le importazioni di arredo italiano in Qatar hanno registrato un valore pari 222,8 milioni di Euro, consolidando l’Italia come il terzo principale fornitore mondiale dell’Emirato e una quota di mercato del 12,1%. Tra le categorie di particolare rilevanza per il settore spiccano i mobili, e i complementi di arredo quali i prodotti per l’illuminazione, articoli in ceramica e complementi d’arredo sanitario.

Dal punto di vista dell’attrazione degli investimenti esteri, il Qatar sta attuando le misure della seconda “National Development Strategy” (2017-2022), all’interno della quale la Qatar National Vision 2030 svolge un ruolo centrale.

L’obiettivo è trovare un equilibrio tra la crescita economica e le considerazioni sociali ed ambientali, concentrandosi dunque su quattro pilastri fondamentali: economico, sociale, umano ed ambientale.

Le riforme in corso mirano a potenziare il ruolo del Ministero dell’Economia e Finanze, che sarà responsabile dell’approvazione degli investimenti esteri semplificando, al contempo, le procedure burocratiche.

Contestualmente, si stanno apportando aggiornamenti al quadro regolatorio nei settori strategici per favorirne lo sviluppo, insieme a una riforma legislativa sulla protezione dei capitali e sulla sicurezza dei trasferimenti, al fine di allineare il Qatar alle migliori pratiche internazionali.

La Legge n. 1 del 2019, conosciuta come “Qatar’s Investment Law regulating the investment of foreign capital in economic activities”, rappresenta un significativo passo verso l’apertura dell’economia qatarina alla libera concorrenza straniera. Questa legge ha eliminato l’obbligo per gli stranieri di avere un socio locale al 51%, che era precedentemente richiesto dalla Legge sugli Investimenti Esteri (13/2000), ormai abrogata e sostituita.

La nuova legislazione si applica a quasi tutti i settori economici ad eccezione di banche, assicurazioni, agenzie commerciali, società operanti nel campo della sicurezza/difesa ed altri settori limitati.

In questo contesto storico, il Qatar emerge come un mercato in forte espansione, offrendo notevoli opportunità alle imprese italiane.

La visione lungimirante del paese e gli sforzi dedicati alla diversificazione economica creano un ambiente altamente favorevole agli investimenti.

I solidi rapporti diplomatici tra Italia e Qatar, combinati con politiche che sostengono gli investimenti stranieri, aprono ampie prospettive di crescita e collaborazione.

Con una strategia ben pianificata e una conoscenza approfondita del mercato, le imprese italiane possono prosperare in questo scenario di sviluppo reciproco, contribuendo al successo della Perla del Golfo Persico, nel cuore del Medio Oriente.

IO-Link device: soluzioni per l’interconnessione industriale

Relatech, per tramite della controllata EFA Automazione SpA, acquisisce la distribuzione degli innovativi moduli IO-Link Master Fastus serie UR della giapponese Optex FA, proponendo soluzioni per l’interconnessione industriale

Relatech S.p.A., Digital Enabler Solution Know-How (DESK) Company quotata sul mercato Euronext Growth Milan (Ticker: RLT), per tramite di EFA Automazione SpA, azienda attiva da oltre trent’anni in ambito di connettività, soluzioni di comunicazione e interconnessione industriale e piattaforme software per l’integrazione dei sistemi, parte del gruppo Relatech, ha siglato un accordo di collaborazione commerciale per la distribuzione in Italia dei moduli IO-Link Master Fastus prodotti dalla nipponica Optex FA Co., Ltd, efficaci soluzioni per l’interconnessione di IO-Link device.

Optex FA vanta una quarantennale esperienza maturata nel mercato dell’automazione, con particolare riferimento al mondo dell’optoelettronica – la branca dell’elettronica che studia i dispositivi elettronici che interagiscono con la luce e le loro applicazioni, facendo da interfaccia tra il dominio elettrico e quello ottico e viceversa; in questa definizione il termine luce va inteso in senso lato includendo radiazioni elettromagnetiche non percepibili all’occhio umano come raggi gammaraggi Xradiazione ultravioletta e radiazione infrarossa.

In genere l’optoelettronica è considerata una branca della fotonica

In questo ambito tecnologico che l’ha vista operare per molti anni in joint-venture con un’azienda europea leader mondiale in ambito di sensori.

Oggi, con i moduli IO-Link Master Fastus della serie UR, Optex FA continua nel solco dell’innovazione, proponendo delle soluzioni per l’interconnessione di IO-Link device che, uniche nel loro genere, ora sbarcano in Italia grazie alla rete commerciale e al supporto tecnico offerto da EFA Automazione.

Gli IO-Link Master Fastus della serie UR dispongono di caratteristiche tecniche che è possibile etichettare come uniche, a partire dal minimo tempo ciclo di soli 0,3 ms, un valore eccezionalmente performante che, rispetto agli IO-Link master standard (1-2 ms), risulta di circa 6 volte inferiore.

A differenza degli altri moduli IO-Link master disponibili sul mercato, che consentono di interconnettere fino a 8 device, i Fastus serie UR di Optex FA dispongono di un numero doppio di canali, permettendo di collegare fino a 16 dispositivi e, in tal modo, di ottimizzare costi e cablaggi. Le dimensioni compatte di soli 110 x 63 x 45 mm (praticamente la metà dei moduli IO-Link master standard) ne fanno un vero e proprio campione degli spazi, tanto da renderne possibile il montaggio finanche nei più piccoli anfratti disponibili all’interno dei quadri o delle cassette distribuite lungo l’impianto.

Nati per offrire la necessaria connettività tra IO-Link e il restante mondo della comunicazione industriale, gli IO-Link Master Fastus della serie UR consentono di interfacciarsi a tutte le

principali reti di comunicazione industriale Ethernet-based: Ethernet/IP, Profinet, CC-Link IE Field Basic, EtherCAT e Modbus TCP. Va rilevato che il protocollo Modbus TCP rimane sempre disponibile anche in contemporaneo utilizzo con gli altri fieldbus, ad eccezione di EtherCAT, che non utilizza gli stack standard TCP/IP.

Un’altra caratteristica unica degli IO-Link Master Fastus serie UR di Optex FA è la possibilità di gestire segnali di tipo misto. Oltre a connettere sensori e attuatori in IO-Link è possibile cablare I/O digitali sia PNP che NPN, il che li rende degli strumenti estremamente flessibili per collegare pressoché tutte le tipologie di device: barriere fotoelettriche, sensori di pressione, flusso, temperatura, sensori di prossimità, elettrovalvole, attuatori elettrici lineari, motori stepper, regolatori elettro-pneumatici ecc. È inoltre possibile utilizzare un ingresso per il conteggio ad alta velocità, ad esempio per il collegamento di encoder incrementali fino a 250 kHz.

Il modulo dispone di un display Oled a due righe di testo che, unitamente a un tastierino, consente di configurare IO-Link master e device scegliendo tra ben 10 lingue disponibili, tra cui l’italiano. Le operazioni di configurazione sono inoltre facilitate dalla capacità dei moduli Fastus UR di scaricare in automatico i file IODD (IO Device Description).

Quando un dispositivo IO-Link viene collegato a un master IO-Link, il master richiede il file IODD al dispositivo.

Questo processo automatico semplifica notevolmente l’integrazione dei dispositivi IO-Link nel sistema di automazione industriale, riducendo la complessità dell’intervento manuale per configurare i dispositivi.

Una comoda funzione di back-up dei parametri consente, nel caso in cui un dispositivo, ad esempio un sensore, necessiti di essere sostituito, di effettuare l’operazione in modalità “plug & play”, ovvero senza dover rifare una nuova configurazione e riducendo al minimo il downtime.

Oltre all’IO-Link Master, Optex FA offre una serie di IO-Link hub. Si tratta di dispositivi che consentono di estendere le capacità di connessione fino a 256 punti, trasformando il sistema Fastus UR in un backbone di comunicazione capace di raccogliere e inviare sulle più diffuse reti Ethernet Industriali mix di segnali analogici e digitali utilizzando moduli da 16 ingressi digitali, 16 uscite digitali, 8 ingressi e 8 uscite digitali, 4 input analogici e 4 output analogici.

È infine possibile avvalersi di JSON per integrare i dati generati dai dispositivi IO-Link in sistemi più ampi, come piattaforme IoT o applicazioni web che necessitano di disporre di dati in formati standard e interoperabili ad alto livello.

Di seguito si riassumono le caratteristiche principali dei moduli IO-Link Master Fastus UR prodotti da Optex FA e distribuiti in Italia da EFA Automazione:

– Numero di canali: 16 (il più elevato attualmente disponibile)

– Gestione contemporanea di punti IO-Link, I/O digitali (PNP e NPN) e I/O analogici

– Minimo tempo ciclo: 0,3 ms (al momento il più veloce)

– Interfacce di rete: Modbus TCP, Ethernet/IP, Profinet, EtherCAT, CC-Link Field Basic

– Dimensioni ultracompatte: 110 x 63 x 45 mm (circa la metà delle soluzioni in commercio)

– Disponibilità di un ingresso dedicato al conteggio veloce (fino a 250 kHz)

– Supporto multilingua, incluso l’italiano

– Funzione di backup/restore automatico per la sostituzione “plug&play” degli IO-Link device

– Lettura automatica dei file IODD

– Ampia disponibilità di moduli IO-Link hub (I/O digitali e analogici).

Export italiano, pharma e life science mantengono un ruolo chiave

Export italiano in crescita nel 2024

Export italiano, pharma e life science mantengono un ruolo chiave. Secondo le previsioni di Ebury Italia, quest’anno registrerà una notevole crescita, e il 2024 si profila, come un anno di opportunità per rafforzare la presenza dell’Italia sui mercati internazionali, promuovendo un modello di sviluppo sostenibile e innovativo

Secondo le previsioni di Ebury Italia, questo sarà l’anno della crescita. Il 2024 infatti si prospetta cruciale per l’Italia nel contesto del commercio internazionale.

L’export italiano oggi rappresenta circa il 40 % del nostro PIL. Dopo un 2022 caratterizzato da una crescita significativa (+9,9%), le esportazioni italiane hanno rallentato nel 2023 (+0,8%) mentre secondo le previsioni elaborate da Marta Bonati, Country Manager dell’istituto finanziario Ebury Italia, quest’anno sarà quello della crescita, sebbene moderata, del 2,3%, sotto i ritmi pre-pandemia.

L’export italiano nel 2024

Il calo nel tasso di crescita dell’export italiano di beni dell’anno appena passato è legato alla diminuzione della domanda mondiale, specialmente nei principali mercati di destinazione dei prodotti italiani, quali Germania e Stati Uniti.

Nei primi 8 mesi del 2023, l’export manifatturiero si è ridotto (-1,0% rispetto allo stesso periodo 2022, a prezzi costanti) facendo registrare poche variazioni positive.

L’export italiano di autoveicoli ha, invece, realizzato il maggior incremento (+19,1%), compensando la debole crescita del 2022.

Seguono l’occhialeria, i macchinari (primo settore per peso dell’export), gli altri mezzi di trasporto, in forte decremento rispetto al 2022, e i prodotti farmaceutici, che avevano registrato una crescita significativa nel 2022.

Quest’anno, si prevede un’ulteriore crescita dell’export di autoveicoli e occhialeria; mentre i settori farmaceutico e dei macchinari manterranno un ruolo chiave.

Nel 2024, i settori della sostenibilità, dei beni ambientale e del digitale, secondo le previsioni di Ebury Italia, si consolideranno come veri e propri acceleratori per le esportazioni italiane, soprattutto per quanto riguarda le PMI, il cuore dell’economia italiana.

Gli investimenti green prospettano per il biennio 2025-26 un’accelerazione che potrebbe superare il 14% annuo.

Mercati d’interesse

Per quanto riguarda i mercati, l’export italiano continua a privilegiare quelli consolidati, tra cui la Germania, gli Stati Uniti, la Francia e la Cina.

Nei primi 9 mesi del 2023, le esportazioni italiane hanno registrato un +10,1% per USA, +25,2% per il Giappone e +9,1% per UK.

Tuttavia, si sta assistendo a un’espansione verso alcuni mercati emergenti come i Paesi del Golfo, l’India, la Thailandia, il Vietnam, il Messico, il Brasile e la Croazia, offrendo nuove opportunità per il Made in Italy.

L’export italiano nei paesi OPEC è cresciuto del +42% nei primi 9 mesi dell’anno scorso.

Sempre secondo l’analisi di Marta Bonati, tuttavia, il conflitto russo-ucraino e quello israelo-palestinese potrebbero incrementare la frammentazione geopolitica, con effetti sull’economia globale e anche sul commercio internazionale.

Nonostante le sfide globali, l’export italiano mostra comunque importanti segni di resilienza e capacità di adattamento.

L’inflazione dovrebbe ridursi per effetto delle conseguenze delle politiche monetarie restrittive attuate dalla BCE e il Pil italiano è atteso in crescita dello 0,7%, considerando comunque le oscillazioni nei tassi di cambio, che possono influenzare significativamente la competitività dei prodotti italiani sui mercati internazionali e i margini di profitto delle aziende esportatrici.

Il 2024 si profila, quindi, secondo le previsioni, come un anno di opportunità per rafforzare la presenza dell’Italia sui mercati internazionali, riorientare la parte dei flussi, diversificare i mercati di sbocco e promuovere un modello di sviluppo sostenibile e innovativo.

Il metaverso secondo Analog Devices

Metaverso e il Sistema Salute
Il metaverso secondo Analhttps://www.analog.com/en/index.htmlog Devices è destinato a influenzare ogni aspetto della nostra vita, l’azienda ritiene che debba essere facilmente accessibile in qualsiasi momento e luogo, senza essere intrusivo per la persona che ne usufruisce

Quando si pensa al metaverso, vengono in mente diversi aspetti, dai ragazzi della Generazione Alfa che giocano con gli amici, agli NFT, a persone che indossano cuffie per la realtà virtuale, ecc.

In un mercato ancora indefinito e infinito, i potenziali casi d’uso del metaverso sono tanto vasti e variegati quanto lo è la nostra immaginazione. Un fattore che le esperienze del metaverso hanno in comune, tuttavia, è quello di basarsi tutte su una forte tecnologia complementare di base.

Il professore di matematica Edward Thorp creò il primo computer indossabile negli anni ’60, sviluppando l’idea di un dispositivo portatile in grado di prevedere i risultati della roulette.

Oggi la tecnologia indossabile è diventata onnipresente e la categoria si è estesa ben oltre gli smartwatch, arrivando alle cuffie per la realtà aumentata (AR) e la realtà virtuale (VR).

Con il metaverso è possibile ottenere screening sanitari approfonditi dalla tua amaca.

METAVERSO E B2B

Il metaverso viene descritto come la prossima evoluzione del modo in cui utilizziamo Internet.

Agli albori di questa rete, la comunicazione era unidirezionale, ovvero i contenuti venivano pubblicati su pagine statiche e non vi era modo di rispondere o interagire con essi.

Nell’evoluzione successiva, il web è diventato più sociale, gli utenti hanno potuto interagire con contenuti, aziende e fra di loro.

Successivamente sono apparsi i social media e da questa evoluzione sono nate alcune delle più grandi aziende del mondo come Amazon, Meta (Facebook) e Google.

Oggi non siamo ancora entrati nella prossima evoluzione, ma esistono tutti i presupposti per far diventare il metaverso un’esperienza più personalizzata, ovvero un Internet controllato dall’utente che si trasforma in un luogo dalle esperienze immersive.

Uno studio di JPMorgan Chase [ha stimato il metaverso come un’opportunità di mercato da oltre 1.000 miliardi di dollari, affermando che “negli anni a venire il metaverso probabilmente penetrerà in qualche modo in ogni settore”. Sebbene gran parte di queste opportunità di guadagno risieda nei settori del gioco, nella vendita al dettaglio, negli eventi e altri mercati di consumo, JPMorgan osserva che “i leader aziendali e i Consigli d’Amministrazione di tutto il mondo si stanno chiedendo quale sia la loro strategia di metaverso e cosa dovrebbero fare nel metaverso”.

IMMERSI NEL METAVERSO

Il gioco immersivo sta trainando le vendite di cuffie AR/VR; tuttavia, un’esperienza immersiva non consiste solamente nell’indossare una cuffia per vivere in un mondo virtuale.

Piuttosto può essere vissuta anche quando si esce nel mondo reale, seppur aumentato.

Per esempio, durante la pandemia, abbiamo imparato che molti disturbi per cui, solitamente, eravamo costretti a recarci dal nostro medico, potevano – e possono – essere efficacemente diagnosticati e curati comodamente a domicilio.

Il metaverso svilupperà ulteriormente questo concetto, creando uffici virtuali che alcuni definiscono “meta-sanitari”.

Provate a immaginare un mondo in cui il vostro smartwatch avvisa il vostro medico che qualcosa non va, fissandovi in autonomia un appuntamento. Immaginate anche che, in questo mondo, il vostro avatar saluta la persona alla reception, attende in una sala d’attesa virtuale senza rischiare di prendere il raffreddore da un altro paziente e si consulta con l’avatar del medico oppure con il medico in persona. Insieme, voi e/o i vostri avatar potete consultare gli stessi documenti, esaminare i risultati degli esami e discutere le eventuali cure.

Probabilmente il medico avrà coinvolto uno specialista che può aiutare a formularvi una diagnosi.

Questo specialista potrebbe vivere a grande distanza da voi, ma il metaverso lo porterebbe direttamente a casa vostra.

Il metaverso del futuro richiederà un’incredibile potenza di calcolo, valore che dovrebbe guidare determinare come approcciare un’implementazione di successo, anche nelle quattro aree chiave seguenti: potenza di calcolo del Cloud, infrastruttura di rete, energia, dispositivi all’Edge di rete.

Il metaverso del futuro richiederà un’incredibile potenza di calcolo, 1.000 volte superiore a quella attuale [3]. Se in qualche modo state pensando di sfruttarlo, questo valore dovrebbe guidarvi nel determinare come approcciare un’implementazione di successo, anche nelle quattro aree chiave seguenti.

  1. Potenza di calcolo del Cloud

I modi in cui oggi utilizziamo Internet stanno già spingendo la rapida crescita dei data center su larga scala. Quando il metaverso raggiungerà il suo pieno potenziale, secondo Intel® la potenza di calcolo richiesta aumenterà di mille volte e, di conseguenza, i data center più sofisticati cresceranno di pari passo. Per alimentare con successo il metaverso saranno necessari server ad alta densitàacceleratori di AIsistemi di archiviazione e di rete, nonché soluzioni di controllo ottico per la connettività gigabit e soluzioni di sensori per lo sviluppo dell’infrastruttura dei data center.

  1. Infrastruttura di rete

Nel metaverso, i video che vanno a rilento, i tempi lunghi di caricamento e le connessioni scadenti sono un ostacolo non da poco. Il mondo reale che ci circonda non fa “buffering” e logicamente nemmeno il metaverso dovrebbe farlo. Se pensate che la latenza, ovvero il tempo necessario ai dati per passare da un punto all’altro di una rete, sia importante nel mondo di oggi, immaginatene l’impatto sul modo in cui interagite con le persone, i prodotti e i luoghi nel metaverso. Alcuni studi hanno anche dimostrato che la latenza è una delle principali cause del “mal d’auto” indotto dalle cuffie VR.

  1. Energia

Uno studio ha dimostrato che l’impronta delle emissioni di CO2 di un modello di elaborazione linguistica dell’AI è stata stimata in oltre 284 t [4]. Per il metaverso, il consumo di energia e le emissioni sarebbero astronomiche; pertanto, è necessario affidarsi a fonti di energia verde (solare ed eolica). Immagazzinare e distribuire l’energia è la sfida più grande. Poiché in genere le batterie immagazzinano l’energia green inutilizzata allo scopo di massimizzare l’efficacia di queste fonti, è necessario un efficace sistema di gestione delle batterie stesse (BMS), per monitorare, controllare e distribuire in modo affidabile la carica e la scarica dell’intero sistema di batterie durante la sua vita utile.

  1. Dispositivi all’Edge di rete

La rivoluzione dell’edge intelligente è qui, adesso. L’edge computing si è sviluppato in risposta alla massiccia crescita della domanda di larghezza di banda da parte dei dispositivi distribuiti, soprattutto nel metaverso, dove le applicazioni in tempo reale richiedono capacità di elaborazione e archiviazione locale dei dati generati in tutto il mondo. Per offrire esperienze così coinvolgenti, il metaverso ha bisogno di diverse tecnologie integrate nei sottosistemi di visione, audio e interfaccia uomo-macchina, che necessitano tutte di una notevole potenza di elaborazione all’edge di rete. Per ottenere una latenza minima e una maggiore capacità di elaborazione, con una minore quantità di energia possibile, l’AI all’edge rappresenterà un fattore chiave. L’elaborazione più vicina al sensore riduce il consumo di energia per trasferire i dati da un dispositivo e garantisce una latenza minima, con potenza di calcolo localizzata anziché nel cloud.

CONCLUSIONI

Il metaverso è destinato a influenzare ogni aspetto della nostra vita, pertanto Analog Devices ritiene che, se deve diventare onnipresente, il metaverso deve essere facilmente accessibile in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo, senza limitare o essere intrusivo per la persona ne usufruisce.

Questi obiettivi possono essere raggiunti solo se sarà possibile costruire l’infrastruttura necessaria a supportarli. L’intelligent edge giocherà un ruolo chiave in uno sforzo congiunto, necessario per generare la potenza di calcolo necessaria, utilizzando al contempo fonti di energia efficaci e rinnovabili e migliorando l’infrastruttura di rete per supportare quantità di dati senza precedenti.

Analog Devices e la sua tecnologia sono già in grado di contribuire alla realizzazione di questa infrastruttura.

Il portfolio di soluzioni ADI per i data center spazia dalla gestione dell’alimentazione al controllo ottico per la connettività gigabit e, per finire, alle soluzioni di sensori per lo sviluppo di infrastrutture per data center. Analog Devices, inoltre, è sempre stata all’avanguardia nella pianificazione, progettazione e realizzazione di tecnologie wireless di base che rendono possibile l’attuale infrastruttura di rete 5G a bassa latenza, con prestazioni elevate senza precedenti, basso consumo, livelli di sicurezza elevati e algoritmi intelligenti. Inoltre, con le nostre soluzioni di gestione delle batterie, possiamo contribuire a trasformare in realtà la riduzione dei consumi e l’alimentazione ecologica.

Quindi, sia che stiate pensando a realizzare una struttura meta-sanitaria, un’esperienza di shopping virtuale o la prossima esperienza di gioco immersivo, la progettazione di una infrastruttura robusta deve essere al primo posto.

MAS Elettronica: colpo d’occhio sul futuro industriale

MAS ELETTRONICA TEAM

MAS Elettronica: colpo docchio sul futuro industriale. Il 2023 è da poco terminato e, tirando le somme in relazione a tutti gli avvenimenti e scenari di mercato, possiamo dire che l’anno passato, fra novità, eventi e problematiche ha rappresentato un po’ il trampolino di lancio per il mondo dell’elettronica industriale

Il 2023 è da poco terminato e, tirando le somme in relazione a tutti gli avvenimenti e scenari di mercato, possiamo dire che l’anno passato, fra novità, eventi e problematiche ha rappresentato un po’ il trampolino di lancio per il mondo dell’elettronica industriale.

Anziché approfondire nel dettaglio una fra tante tecnologie e applicazioni, in questo articolo Sandro Mascetti – CEO di MAS    Elettronica ha deciso di analizzare il contesto attuale, come ha vissuto e come sta vivendo l’azienda in relazione agli eventi, raccontando la propria visione su questo 2023 appena concluso e l’attuale situazione dei mercati, ipotizzando in base agli scenari cosa potremmo aspettarci dal nuovo anno.

Uno scenario complesso

Passano gli anni e non si può non constatare che l’intero comparto industriale si stia facendo sempre più veloce e complesso.

Inoltre, l’attuale situazione geopolitica (l’ultima volta che ne abbiamo parlato era appena iniziata la guerra in Ucraina) è decisamente peggiorata facendosi ancora più difficile rispetto a soltanto 365 giorni fa.

Oltre al caro energia, i cui effetti rispetto al 2023 stanno pian piano attenuandosi ma che rafforzano il concetto del “nulla sarà più come prima”, lo shortage di componenti e materie prime che è andato stabilizzandosi, vi è il nuovo conflitto in Medio Oriente.

Questa combinazione di fattori continua a rendere stagnanti i mercati e costringe l’intero comparto industriale a rivedere e ridisegnare, ancora una volta e nell’arco di pochi anni, le proprie vedute strategiche nonché l’intera filiera.

In modo particolare le tensioni in Medio Oriente hanno causato un calo di circa il 70% del traffico attraverso Suez, obbligando l’intera flotta marittima, che muove il prodotto da Est verso Ovest, ad allungare il percorso e dilatarne i tempi di consegna.

Quest’ultimo evento riporta in qualche modo il flusso delle merci ai livelli dell’epoca pandemica e che quindi pone l’industria in difficoltà non più per motivi di shortage ma per questioni di tempi di consegna.

Ad esempio, per la consegna di alcune merci urgenti si sta ricorrendo alla flotta aerea, che per ovvi motivi non è possibile ampliare in tempi brevi, e ciò sta creando ulteriori congestioni logistiche.

Tutto ciò naturalmente con un pesante aumento dei costi che si riversano poi lungo tutta la filiera.

Ad ogni modo, tutte le aziende che si sono prodigate per trovare un sistema concreto con cui superare lo shortage dei componenti avranno molte meno difficoltà a gestire questa situazione e i probabili scenari da qui a due anni.

Anche per MAS Elettronica il momento è abbastanza delicato, ma grazie all’esperienza maturata durante la pandemia ci siamo, per così dire, “attrezzati” per superare le eventuali crisi future.

Dal panorama odierno al futuro: i possibili sviluppi

Da quello che possiamo osservare in questo momento, il mercato dell’elettronica, e in particolare quello embedded, è partito lentamente, sotto il segno della prudenza.

Questo sentiment è logicamente dettato in parte dagli scenari attuali ma anche per altri aspetti che andiamo ad analizzare.

Senz’altro il più evidente è quello che ha visto un boom produttivo nel corso degli ultimi due anni e che ha generato un overstock: ora questa situazione, visto il calo fisiologico, richiede lo smaltimento di tutte le scorte.

Ed è per questo motivo che fra clienti, fornitori e distributori vi è una certa prudenza.

Per quanto riguarda MAS Elettronica posso dire che abbiamo messo in cantiere per il periodo 2024-25 un processo di consolidamento delle architetture esistenti che sono state messe a punto e perfezionate durante l’ultimo anno e mezzo.

Questo processo genererà beneficio verso i nuovi prodotti, poiché se è vero che il momento non è dei migliori, va anche detto che il mercato rimane molto fluido e pertanto pronto a trasformarsi e a far nascere nuovi segmenti che vanno a rispondere a nuove esigenze.

Molto semplicemente, il mondo industriale sempre più complesso e veloce richiederà in misura crescente soluzioni snelle e “responsive”.

Compatibilità, modularità, scalabilità

Tornando sui sistemi embedded, già ampiamente impiegati in diversi settori e in una vasta gamma di applicazioni, possiamo affermare con certezza che la costante e rapida evoluzione delle tecnologie, oltre alla crescente proliferazione di dispositivi spingerà ulteriormente l’adozione di questi sistemi.

Inoltre, uno degli aspetti che faranno la differenza riguardo ai prodotti futuri sarà l’intelligenza artificiale, considerato come l’ambito industriale stia iniziando a farne un largo utilizzo.

Un altro punto fondamentale è quello che riguarda la progettazione dei sistemi: realizzare un sistema senza avere la certezza se uno o più componenti siano sempre disponibili è diventato una costante, qui entra in gioco il discorso della compatibilità proprio per dare la possibilità a più tipologie di componenti di essere modificati o adattati alle esigenze.

Non meno importante è il requisito della modularità e scalabilità: il trend odierno è quello di predisporre sistemi le cui caratteristiche imprescindibili siano la scalabilità e la modularità.

Questi requisiti sono ormai sullo stesso piano dei valori prestazionali e il perché lo si evince dal fatto che un sistema, per quanto performante possa essere, se dimensionato come sistema “stand alone” richiederà maggiori costi per poter essere espanso.

Quali settori sono in espansione?

Dal punto di vista di MAS Elettronica, possiamo dire che al momento vi sono settori in fermento come quello medicale, dove vi è un deciso orientamento agli investimenti a lungo termine con l’obiettivo di sviluppare dispositivi e sistemi di ultima generazione che andranno ad essere prodotti per una decade.

Anche il settore ambientale sta vivendo una fase di crescente consolidamento: le esigenze di misurazione di precisione circa la qualità di elementi come acqua, aria, terreno, ecc. stanno generando un aumento nella richiesta di sistemi per il monitoraggio.

In questo contesto, il focus principale di MAS Elettronica rimane sempre quello di poter offrire qualità e sicurezza in ogni prodotto, nonché la caratteristica imprescindibile che è quella di essere al 100% Made in Italy.

In conclusione, il 2024 vedrà da parte nostra un particolare impegno verso più direzioni, sia per quanto riguarda la tecnologia, attraverso l’inserimento dell’intelligenza artificiale all’interno di tutta la parte hardware in modo da ampliare le possibilità di impiego del singolo prodotto, sia, come detto, attraverso l’ottimizzazione progettuale che tiene conto della compatibilità, della modularità e della scalabilità con l’obiettivo di garantire un time to market più rapido.

Non meno importante, e per MAS Elettronica è sempre stato fondamentale, l’aspetto umano della collaborazione, ai valori di stima e fiducia sia verso i clienti ma anche verso i nostri distributori.

Questo è un punto altrettanto importante poiché per rafforzare un brand è anche necessario analizzare e scegliere un efficace processo di distribuzione.