EpiGuard

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Safe transport can become a bottleneck in the fight against the coronavirus

Pandemics require much complicated patient logistics. Safe transport of contagious patients may be essential in handling the epidemic

Patients must move safely across hospitals for treatment, between different hospitals for capacity and to hospitals for caretaking, without infecting others and without putting transport out of play from disinfection procedures.

We must be able to transport COVID-19 patients to where capacity is available, only then can we utilize the full capacity of the entire health care system and ensure treatment. Healthcare workers are making an admirable effort transporting patients and at the same time putting their own heath on the line, but if we have to disinfect all helicopters, aircrafts and ambulances after each transport, the whole system may collapse, Ellen Cathrine Andersen, CEO of EpiGuard says.

At EpiGuard, doctors and engineers have worked on solutions for transporting contagious patients for 5 years and have developed the EpiShuttle. The isolation stretcher ensures the safe transport of contagious patients and the safety of health professionals. At the same time, the isolation stretcher allows critical treatment of the patient along the way.

A prerequisite for the isolation and quarantine system to work is that ambulances can effectively transport patients in need of intensive care quickly to hospitals for treatment. It is still uncertain how extensive this transport will be, but if the ambulance needs disinfection after each transport, the ambulance will be out of operation for a long period, and the system will not work, Andersen explains.

Still, it is probably within the hospitals that the consequence of infection is most severe.

Safe transport inside hospitals is incredibly important. A hospital is the one place you find the highest concentration of people at risk, where infections will have serious consequences. It is important to isolate of both very vulnerable patients and the virus. The isolation stretcher can also be used with overpressure for transport of very vulnerable patients, ensuring that these patients are not inflicted with outside infection, Andersen says.

Transport is a security gap in emergency preparedness and contingency plans. When a patient is delivered from one medical team to another, from one hospital’s contingency plan to another, it may be unclear who is responsible for safety and infection control. Therefore, it is important to eliminate the risk of exposure during these transitions.

EpiGuard is currently experiencing a surge in demand for the EpiShuttle. With the numbers of confirmed cases increasing, the need for safe transport of patients is rising. Current demand witnesses a world in crisis. Now we scale up production and apply European Innovation Council to scale up even further. The EpiShuttle is NATOs stock listed and CE-marked as a class one medical device. We are prepared and ready to deploy, Andersen says.

EpiGuard is a Norwegian company established in 2015 providing better solutions for safe transportation of contagious patients. Our team of medical experts and engineers developed the EpiShuttle based on analysis and clinical first-hand experience from previous global epidemics. Our medical background ranges from intensive care, infectious diseases, internal medicine and anesthesiology, and transport medicine. EpiShuttle improves patient safety and care, the safety for health care providers, reduce costs and increase operational efficiency. Saving one – protecting everyone.

Cura Italia, l’appello del Governo al mondo della tecnologia e della ricerca

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Con l’iniziativa “Innova per l’Italia” il Governo chiede ad aziende, università, enti e centri di ricerca di fornire un contributo, attraverso le proprie tecnologie, per realizzare dispositivi per la prevenzione, la diagnostica e il monitoraggio per il contenimento e il contrasto del diffondersi del coronavirus

Il progetto è un’iniziativa congiunta del Ministro per l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione Paola Pisano, del Ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli e del Ministro dell’Università e della Ricerca Gaetano Manfredi, insieme a Invitalia e a sostegno della struttura del Commissario straordinario per l’emergenza Coronavirus Domenico Arcuri.

La tecnologia e l’innovazione in tutte le sue forme, attraverso processi, prodotti e soluzioni, può contribuire significativamente a rispondere all’emergenza, come si legge nella pagina di presentazione dell’iniziativa.

L’innovazione tecnologica può essere la leva per rispondere velocemente a una situazione di crisi che ha un impatto drammatico sull’Italia.

L’iniziativa invita aziende, università, enti e centri di ricerca pubblici e privati, associazioni, cooperative, consorzi, fondazioni e istituti a proporre il loro contributo in tre ambiti:

  1. Il reperimento, l’innovazione o la riconversione industriale delle proprie tecnologie e processi, per accrescere la disponibilità di:
    • dispositivi di protezione individuale, in particolare mascherine chirurgiche, mascherine FFP2/N95 con e senza filtro, mascherine FFP3/N99 conforme con Dir. 93/42 CEE, direttiva europea 89/686, e EN149:2001+A1:2009 o equivalenti;
    • produzione dei sistemi complessi dei respiratori per il trattamento delle sindromi respiratorie, inclusi tutti gli elementi che compongono il sistema complesso in cui i respiratori si inseriscono (valvole, display, …).
  2. Il reperimento di kit o tecnologie innovative che facilitino la diagnosi del Covid-19 in termini di:
    • tamponi e elementi accessori;
    • strumenti per la diagnosi facilitata e veloce, nel rispetto degli standard di affidabilità richiesta.
  3. Disponibilità di tecnologie e strumenti che, nel rispetto della normativa vigente, consentano o facilitino il monitoraggio, la prevenzione e il controllo del Covid-19 e l’elaborazione di nuove politiche e misure di governance sociale, in termini di:
    • tecnologie e strumenti per il monitoraggio, la localizzazione e la gestione dell’emergenza;
    • tecnologie innovative per la prevenzione e il controllo della diffusione del Covid-19 nelle sue diverse forme.

Per alcune tipologie di proposte, potrebbe essere richiesta la certificazione di attività e produzioni da parte di Università ed Enti di Ricerca i cui nominativi saranno inclusi in un elenco che sarà successivamente condiviso per dare supporto alle aziende rispondenti.

In particolare, per i punti 1 e 2 , in relazione al prevalente impatto sulla produzione industriale, le Università, gli Enti e Centri di Ricerca, per la loro rilevante funzione sociale, scientifica, tecnologica e di supporto territoriale, potranno supportare le attività di attestazione dei requisiti dei prodotti sviluppati dalla aziende.

Come partecipare

Saranno considerati solo i servizi e interventi che rispondano ai seguenti criteri:

  • I proponenti siano aziende (startup, PMI, grandi imprese), enti e centri di ricerca pubblici e privati, associazioni (che possono interagire con associati in grado di rispondere a queste esigenze), cooperative, consorzi, fondazioni e istituti, quindi non singole persone o professionisti.
  • Siano concrete proposte realizzabili in tempi compatibili con l’emergenza, pur senza alcun impegno od obbligo.
  • Possano mettere a disposizione, autocertificandosi, una componente significativa in termini di capacità produttiva e volumi per l’impiego sul territorio nazionale o a livello regionale in tempi brevi.
  • Sia esplicitato a quale ambito si desideri aderire tra quelle rientranti nelle categorie proposte nel form.
  • La proposta sia corredata da opportune informazioni che consentano di valutare in tempi rapidi l’effettiva applicabilità.
  • Siano indicati i tempi, le modalità e le possibili quantità per la realizzazione della proposta.
  • Siano validi per tutto il territorio nazionale o per una o più regioni.
  • La descrizione dell’intervento non sia redatta in tono promozionale.
  • Preferibilmente, sia previsto un “canale” specifico dedicato all’iniziativa per l’emergenza coronavirus, che includa il top management dell’azienda o Ente.

Tutte le aziende, le associazioni, le Università, gli Enti di ricerca e gli Istituti hanno la possibilità di aderire compilando il form dedicato pubblicato sul sito del Ministero. Le proposte verranno valutate dalla struttura del Commissario Straordinario, che deciderà se attivarsi per i passi successivi mettendosi in contatto con i soggetti proponenti. Un processo da affrontare in conformità alle evidenze scientifiche e alle necessità di certificazione nel rispetto degli standard necessari e delle linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Coronavirus, DPCM 11/3/2020

Nuovo Avviso comune delle parti sociali chimiche e farmaceutiche su gestione emergenza.

A seguito delle misure urgenti ed eccezionali previste dal DPCM dell’11 marzo un nuovo Avviso comune, dopo quello sottoscritto lo scorso 2 marzo, è stato condiviso da Federchimica, Farmindustria e le Organizzazioni Sindacali dei settori chimico e farmaceutico.

L’obiettivo è agevolare una rapida ed efficace applicazione delle nuove misure funzionali a contrastare e contenere il diffondersi del virus COVID-19, limitando contestualmente l’impatto negativo su trattamenti economici e occupazione.

In assenza di condizioni per attivare gli strumenti forniti dalla legge o di necessità del loro utilizzo esclusivo, al fine di evitare impatti negativi per i lavoratori in termini di trattamenti economici e occupazionali, per la prosecuzione della normale attività lavorativa, quando non sia possibile lo smart working, si potrà ricorrere in tempi rapidi a modifiche della distribuzione dell’orario settimanale utilizzando anche ferie, permessi, riposi ed altri istituti contrattuali. 

I firmatari evidenziano l’importanza di assicurare la corretta, completa e tempestiva informazione e il coinvolgimento di tutte le figure aziendali competenti in relazione ai propri ruoli e compiti.

Le Parti, pur consapevoli degli sforzi che Imprese e lavoratori stanno affrontando, tornano a sottolineare la necessità di continuare a garantire la salute, la sicurezza dei lavoratori, la produzione e l’occupazione del settore; fermo restando l’auspicio che si realizzino quanto prima tutti gli annunciati interventi legislativi necessari per supportare imprese e lavoratori. 
(fonte: Federchimica)

Coronavirus è un prezioso esperimento di sociologia

L’epidemia del coronavirus che sta mettendo sotto assedio la vita di tante persone è una vicenda inedita in questi anni connessi e digitali e pone non solo interrogativi medico-scientifici. “E’ anche un grande e prezioso esperimento sociologico.

Ci fa capire che viviamo in un grande vicinato unico in cui le cose risuonano in modo rapido. Il modello per il futuro ha come pilastri la globalizzazione e la tecnologia“: è questo il parere di Domenico De Masi, professore emerito di sociologia del lavoro all’Università La Sapienza di Roma.

“Sotto la pressione di fatti imprevisti e di forte rilevanza – aggiunge il sociologo – scopriamo una serie di cose che avremmo potuto capire per conto nostro e con l’agio del tempo a disposizione. Penso alla dimensione globale – osserva – proprio mentre si parlava da più parte di una crisi della globalizzazione, la globalizzazione è esplosa in tutta la sua forza. Stiamo capendo che una cosa che avviene in una remota regione della Cina risuona da noi e rimbalza altrove. Ma penso anche all’importanza di lavorare da casa quando il lavoro lo consente – sottolinea De Masi – Si risparmia tempo e denaro, si può programmare la giornata e la vita e c’è meno inquinamento in città. In altri paesi il 10-15% dei lavoratori fa smart working, in Italia solo 500mila lavoratori su 23 milioni, una percentuale irrisoria dovuta ad una serie di motivi di carattere culturale”.

Oggi le tecnologie ci consentono di interagire e le vedo in maniera ottimistica per le relazioni sociali, anche tra i ragazzi, non favoriscono l’isolamento. E nel caso del coronavirus sono fondamentali – riflette De Masi – Mentre si sta in quarantena con il corpo imbrigliato in quattro mura, la mente può spaziare dovunque interagendo. Abbiamo la fortuna, nella sfortuna, che questa situazione è capitata quando c’è Internet”. Un’esperienza ansiogena e globale come quella che stiamo vivendo può modificare la nostra società?

“Quello che sta avvenendo in questi giorni è un prezioso esperimento sociologico. E’ un passaggio ulteriore in una società post-industriale che rispetto a quelle precedenti non ha un modello teorico e vive un disorientamento totale – spiega il sociologo – Di certo stiamo capendo che il modello per il futuro ha come pilastri la tecnologia e la globalizzazione e abbiamo il beneficio di capire che siamo in un grande vicinato unico in cui le cose risuonano in modo rapido. E’ stato anche interessante vedere come gli italiani, che prima sono stati drastici con i cinesi, ora si lamentano perché all’estero fanno cose analoghe con noi. Così come è stato interessante notare un eccesso di allarmismo anche in una città razionale come Milano che si è presentata come un modello assoluto di convivenza, non ci si sarebbe aspettato un infantilismo di questo genere. Questo – conclude De Masi – è anche dovuto al fatto che non si è creata una regia centrale che obbligasse le regioni a fare le regioni. In un momento di urgenza, il comando centrale spetta allo Stato che prende decisioni per tutti, senza che tutti parlino, anche di fatti medici di cui non sanno nulla”.

(fonte ANSA)

Coronavirus: la Cina sta incoraggiando l’esportazione di indumenti protettivi.

A seguito dell’aumento della domanda globale a causa dell’epidemia di coronavirus è recentissima la notizia sull’export di indumenti produttivi.

L’epidemia di COVID-19 ultimamente si è aggravata in alcuni Paesi e regioni, che si trovano anche a dover affrontare una carenza di materiali protettivi.

Cao Xuejun, un alto funzionario del ministero dell’Industria e della Tecnologia dell’Informazione, ha dichiarato in una conferenza stampa che la Cina, uno dei principali Paesi produttori di indumenti protettivi, sta incoraggiando le fabbriche nazionali ad aumentare le esportazioni, mentre continua la lotta globale contro l’epidemia.

La produzione cinese di indumenti protettivi è aumentata nell’ultimo mese e numerose fabbriche nazionali di abbigliamento stanno riadattando le proprie linee di produzione per produrre tute protettive.

Cao ha detto che attualmente, la Cina è in grado di fornire ogni giorno 250.000 tute protettive allo Hubei, la provincia colpita più duramente dall’epidemia, superando la domanda provinciale.

Anche se il numero di casi confermati continua a diminuire in Cina, la prevenzione e il controllo dell’epidemia rimangono in una fase critica.

Pertanto, secondo Cao, i produttori nazionali non devono ridurre la loro produzione di prodotti protettivi. (fonte ANSA – XINHUA)