Industria competitiva, digitale e sostenibile.

Ecco il piano d’azione dell’Europa.

Neutralità climatica, competitività globale e transizione digitale: sono i tre assi portanti della nuova strategia per l’industria europea. Il piano d’azione lanciato dalla Commissione Europea è anche un invito a tutti gli attori del mercato europeo (dalle grandi imprese alle PMI, dalle istituzioni al mondo accademico) a fare squadra per portare il nostro continente ad essere un sistema sempre più sostenibile e competitivo nei confronti dei mercati mondiali, anche alla luce di un contesto geopolitico spesso utilizzato per destabilizzare la competizione.

Una svolta da attuare attraverso soluzioni su misura piuttosto che modelli generici, per poter guidare il cambiamento e non doversi adattare.

Proprio per questo la Commissione Europea promette un nuovo approccio, impegnandosi a collaborare con le stesse realtà imprenditoriali e le parti sociali per affrontare da un nuovo punto di vista il tema della transizione industriale

In particolare, la nuova strategia industriale europea si concentra su tre priorità.

Mantenere la competitività mondiale dell’industria europea: porre le condizioni per far crescere le aziende, aumentare dimensione, impatto e integrazione del mercato unico, implementare continuamente il sistema mondiale di scambio.

Rispettare il Green Deal, con l’obiettivo di diventare entro il 2050 il primo continente climaticamente neutro: favorire la riduzione di emissioni di carbonio attraverso soluzioni clean e nuovi modelli di business

Plasmare il futuro digitale dell’Europa, seguendo il solco tracciato dalla Strategy on Shaping Europe’s Digital Future: aumentare gli investimenti per lo sviluppo tecnologico, in aree come Intelligenza Artificiale, 5G, data e metadata analytics.

Per raggiungere questi traguardi, il piano della Commissione Europea fissa alcune azioni future su cui concentrarsi:

  • Armonizzazione delle tasse e revisione delle norme sulla concorrenza
  • Libero accesso ai mercati globali
  • Decarbonizzazione delle industrie ad alta intensità energetica
  • Un Piano d’Azione per un’industria più pulita a ridotto impatto ambientale
  • Elaborazione di politiche favorevoli all’innovazione tecnologica
  • Riqualificazione delle competenze e sblocco degli investimenti pubblici e privati nella forza lavoro.
  • Condivisione delle risorse sul modello degli Ipcei (i grandi progetti comuni di interesse europeo).

Il Consiglio Europeo per l’Innovazione, che sarà avviato nel 2021, si servirà delle elevate competenze della ricerca europea, individuando le tecnologie di prossima generazione e accelerandone l’applicazione commerciale. Per la Commissione, la collaborazione tra istituzioni regionali, PMI e consumatori nella sperimentazione di strumenti innovativi è assolutamente da incoraggiare, sfruttando le competenze dei vari territori e le specializzazioni. In questo senso i Digital Innovation Hub (istituzione a cui, nella configurazione italiana, si avvicina di più il Competence Center), veri e propri “sportelli” per l’accesso delle aziende ai test tecnologici, sono una buona piattaforma su cui costruire.

Un “patto” per le competenze tecnologiche.

Per stare al passo con le innovazioni tecnologiche che il mondo dell’industria adotterà nei prossimi anni, la formazione sarà di fondamentale importanza per usufruire di una forza lavoro qualificata. L’apprendimento dovrà essere permanente visto che, solo nei prossimi cinque anni, 120 milioni di europei dovranno migliorare o riqualificare le proprie competenze.

In particolare per i lavoratori dell’industria le novità portate da Digitalizzazione, Automazione e Intelligenza Artificiale richiederanno un cambiamento senza precedenti nelle proprie competenze.

Attualmente in Europa, nota la Commissione Europea, vi sono già un milione di posti di lavoro vacanti per gli esperti di tecnologia digitale.

Allo stesso tempo, il 70% delle aziende dichiara di ritardare gli investimenti perché non riesce a trovare le persone con le giuste competenze.

Nella strategia industriale europea è previsto un “Patto per le Competenze” tra imprese, Stati membri e parti sociali per contribuire alla riqualificazione delle competenze e per sbloccare gli investimenti pubblici e privati nella forza lavoro. Il Patto si concentrerà sui settori ad alto potenziale di crescita per l’Europa o su quelli che stanno subendo il cambiamento più significativo.

Anche la European Education sosterrà questi sforzi.

Condivisione delle risorse: il modello degli Ipcei.

Per promuovere la competitività dell’industria, ricorda la Commissione nella sua Strategia Europea, servirà sfruttare i programmi comunitari di finanziamento, fondamentali per sostenere i progetti in un periodo in cui le casse pubbliche sono sotto pressione.

In questo contesto si ricorda l’importanza di strumenti come gli Ipcei (Importanti progetti di interesse comune europeo), veri e propri catalizzatori di investimenti. Si tratta di progetti su produzioni industriali innovative che coinvolgono più di uno Stato membro, cofinanziati dagli Stati stessi e dai fondi Ue, anche fino al 100% dell’investimento. Si tratta di un ottima modalità, conferma la Commissione, per mettere in comune le risorse finanziarie e agire rapidamente. Sulla base dell’esperienza acquisita con i recenti Ipcei, l’organo di governo europeo studierà il modo di combinare gli strumenti nazionali e comunitari per incentivare gli investimenti lungo la catena del valore. Proprio per sfruttare al meglio questo strumento, nel 2021 la Commissione metterà in atto una revisione delle norme in materia di aiuti di Stato per gli Ipcei, volta a chiarire le condizioni alle quali i progetti guidati dagli Stati membri possono avanzare in modo tempestivo e concorrenziale.

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