La sicurezza nel laboratorio biomedico

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In merito alla prevenzione del contagio del virus Sars-CoV-2, gli operatori sanitari e i tecnici di laboratorio biomedico sono tra i lavoratori maggiormente esposti al rischio biologico del nuovo coronavirus

In particolare, i tecnici del laboratorio biomedico sono regolati attraverso una serie di raccomandazioni pubblicate dalla Società scientifica Italiana dei tecnici di laboratorio biomedico ( S.I.T.La.B.) e dal titolo “DPI nelle linee guida ISPESL e raccomandazioni ISS e WHO per il contenimento della trasmissione di COVID-19 per il Tecnico di Laboratorio Biomedico”.

I dispositivi previsti per il tecnico di laboratorio

Il documento – curato da S.Stanziale, A.G. Bianculli, A. Magaldi e S.A. Distefano – si sofferma sulle linee guida di contenimento della diffusione del virus tra i Tecnici di laboratorio che manipolano campioni respiratori emanate dalla World Health Organization (WHO) il 27 Febbraio 2020.

In questa data la WHO ha emanato linee guida sull’utilizzo dei Dispositivi di Protezione Individuale DPI da COVID-19 per ridurre il contagio tra gli operatori della sanità.

Si indica che i DPI devono essere utilizzati “in base al rischio di esposizione (per esempio tipo di attività) e la dinamica di trasmissione del patogeno (ad es. contatto o aerosol). Bisogna considerare anche un uso eccessivo di DPI quale un grave impatto sulla carenza di approvvigionamento”.

In particolare i DPI previsti per il Tecnico di Laboratorio che manipola campioni respiratori sono:

  • Mascherina: “le mascherine di tipo N95, FFP2 o equivalenti, sono utilizzate durante le emergenze sanitarie che coinvolgono le vie respiratorie. È dimostrato che le mascherine mantengono la loro protezione se utilizzate per periodi prolungati. Tuttavia, non si dovrebbe superare il tempo massimo di 4 ore per mascherina”;
  • Camice impermeabile: per le procedure che generano aerosol gli operatori sanitari dovrebbero usare mascherine, occhiali, guanti e camice. Un sovra camice dovrebbe anche essere usato se il camice vero e proprio non è resistente ai fluidi”.
  • Guanti: è importante sottolineare che l’uso di guanti non sostituisce la necessità di un’igiene delle mani adeguata, che dovrebbe essere eseguita frequentemente con una soluzione alcolica almeno al 70%.
  • Occhiali: per la protezione degli occhi dalla manipolazione di campioni respiratori”.

Il biocontenimento e i livelli di biosicurezza

Le raccomandazioni si soffermano poi sulle Linee guida Ispesl su base WHO e si indica che il Manuale di Biosicurezza emanato dalla WHO “viene costantemente aggiornato in materia di biosicurezza e di sicurezza in generale al fine di sviluppare codici procedurali e gestionali a livello internazionale”.

 Il documento ricorda il significato di vari termini:

  • Biosicurezza “è il termine per descrivere norme, tecnologie e pratiche di contenimento che sono realizzate per prevenire esposizioni involontarie o fuoriuscite accidentali di agenti patogeni e tossine”.
  • Bioprotezione, invece, si riferisce “a misure di sicurezza istituzionali e personali elaborate per prevenire perdite, furti, usi scorretti, fuoriuscite accidentali o intenzionali di patogeni o tossine”.
  • Biocontenimento “ viene usato per descrivere metodi, procedure, attrezzature ed equipaggiamento per la manipolazione in sicurezza di materiali infettivi nell’ambiente laboratoristico, ridurre o eliminare l’esposizione ad agenti potenzialmente pericolosi degli operatori, di altre persone e dell’ambiente esterno”.

 Sempre secondo la WHO gli agenti biologici si dividono poi “in quattro gruppi di rischio a seconda del rischio di infezione” e i criteri di classificazione “si basano su:

  • infettività: capacità di un microrganismo di penetrare e moltiplicarsi nell’ospite (uomo/animale)
  • patogenicità: capacità di un microrganismo di produrre malattia in seguito all’infezione
  • trasmissibilità e spettro d’ospite: capacità di essere trasmesso da un soggetto portatore o malato ad un soggetto non infetto, presenza vettori, standards igienici
  • neutralizzabilità: disponibilità di efficaci terapie o misure profilattiche attive o passive per prevenire la malattia, misure di sanità pubblica (igiene acque, controllo serbatoi e vettori)”.

Ai vari gruppi di rischio “devono necessariamente corrispondere in laboratorio adeguati Livelli di Biosicurezza (Biosafety Level, BSL l – 4)”.

Riguardo al biocontenimento che si può fare riferimento a:

  • contenimento primario: la protezione del personale e dell’ambiente immediatamente circostante dall’esposizione ad agenti infettivi è garantita da procedure di laboratorio che prevedono: buona pratica microbiologica, appropriate attrezzature di laboratorio, dispositivi di protezione individuale DPI. La vaccinazione può contribuire ad aumentare il livello di protezione personale.
  • contenimento secondario: la protezione dell’ambiente esterno al laboratorio dall’esposizione a materiali infettivi è garantito dalla combinazione della progettazione del laboratorio e delle procedure operative (es. smaltimento rifiuti)”. 

Le caratteristiche dei laboratori e l’uso dei DPI

In relazione alle tabelle presentate nel documento riportiamo poi indicazioni sulle caratteristiche dei laboratori BLS 1-4:

  • BLS-1: Laboratorio per la lavorazione di materiale contenente agenti infettivi ben caratterizzati e di minimo rischio biologico, non associati a malattie negli immunocompetenti. Livello base di contenimento con pratiche microbiologiche standard. Utilizzo di dispositivi di protezione individuali standard: camice, guanti e protezione per gli occhi in alcuni casi. Requisiti della struttura non specifici (accesso controllato, lavandino per il lavaggio delle mani, pavimenti e superfici di lavoro resistenti impermeabili e facili da pulire e decontaminare, adeguata illuminazione).
  • BLS-2: Laboratorio per la lavorazione di materiale contenente agenti infettivi indigeni di moderato rischio biologico presenti nella comunità, associati a malattie umane di diversa gravità. Livello base di contenimento con pratiche microbiologiche standard, accesso limitato alle persone autorizzate, smaltimento dei rifiuti infettivi separato. Dispositivi di protezione individuali standard: camice e guanti e per alcune procedure maschera e occhiali. Attrezzature di biosicurezza BSC- 1/2 per procedure che possono creare aerosol/schizzi. Requisiti della struttura (porte con serratura, lavandino con hands-free operations, lavandino per lavaggio occhi, autoclave, consigliata ventilazione meccanica con flusso d’aria verso l’interno senza ricircolo.
  • BLS-3: Laboratori per la lavorazione di materiale contenente agenti infettivi GR3 indigeni o esotici con possibile trasmissione aerea, associati a malattie umane gravi. Lavorazione di materiale con elevate concentrazioni di agenti di GR2 che possono diffondersi per aerosol. Livello di contenimento elevato, pratiche microbiologiche standard e specifiche (supervisore del laboratorio che controlla l’accesso, manipolazione del materiale sotto cappa). Dispositivi di protezione individuali standard: camice di tipo urologico, copricapo, calzature apposite, copriscarpe, DPI respiratoria per alcune procedure. Tutti i DPI devono essere rimossi e decontaminati prima di lasciare il laboratorio.
  • BLS-4: Laboratori per la lavorazione di materiale contenente agenti infettivi pericolosi di GR4 e esotici con possibile trasmissione aerea, associati a malattie umane potenzialmente letali per le quali non sono disponibili vaccini o terapie. Per la manipolazione di un agente biologico del GR4, è necessaria un’autorizzazione da parte del Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali, su parare dell’lstituto Superiore di Sanità. Essa ha la durata di 5 anni ed è rinnovabile. L’accertamento del venir meno di una delle condizioni previste per l’autorizzazione ne comporta la revoca. L’unico laboratorio BLS-4 in Italia è localizzato a Roma presso l’INMI L. Spallanzani”.

Altri importanti principi generali:

  • “Oltre a utilizzare il DPI adeguato, è necessario effettuare sempre l’igiene delle mani e l’igiene respiratoria. Il DPI non riutilizzabile dopo l’uso deve essere smaltito in un contenitore per rifiuti appropriato e deve essere effettuata l’igiene delle mani prima di indossare e dopo aver rimosso i DPI.
  • Mascherine e guanti non possono essere riutilizzati e devono essere smaltiti correttamente.
  • La mascherina deve essere comunque sostituita immediatamente se danneggiata, contaminata o umida.
  • In tutti gli scenari è possibile usare un grembiule monouso in assenza di camice monouso.
  • La maschera chirurgica deve coprire bene il naso, la bocca e il mento. La maschera deve essere cambiata se diviene umida, si danneggia o si sporca”.