ECOMONDO 2020: Bioeconomia Industriale

bioenergia e bioeconomia industriale

Il focus su biobased industry e bioeconomia, promuove e valorizza il nuovo modello economico e culturale della economia circolare

Si propone di ottimizzare il business di tutte le realtà industriali impegnate nella produzione di risorse biologiche rinnovabili e la loro conversione, tramite tecnologie innovative ed efficienti di biotecnologia industriale, in prodotti a base biologica e da bioenergia, compresi alimenti e mangimi, denominati “chemicals”.

La filiera vede protagoniste le aziende che sviluppano biopolimeri, bioplastiche, produttori di trasformatori della materia proveniente da scarto organico, in sostanza tutte le piccole-grandi bioraffinerie (Novamont, in primis e altri attori della chimica tradizionale mondiale, ma anche i produttori di impianti per compostaggio, digestione anaerobica e filiera agroindustriale, engineering d’eccellenza.

Target Espositori: biotecnolgie industriali, alghe, biomasse, bioraffinerie, biopolimeri, bioenergia, biocarburanti, prodotti chimici biobased, biolubrificanti, tensioattivi biobased, materiali biobased, inclusi i materiali da costruzione.

Il target visitatori

Acquirenti in cerca di applicazioni da aziende biochimiche, impiantistica, feedstock, fornitori, consultants, analisti e gli investitori R & D, professionisti, ricercatori di istituti accademici, policymakers, regolatori, ONG.

Bioenergie e Bioeconomia

Ecomondo 2020 si conferma ad oggi uno degli appuntamenti di riferimento di questo settore strategico, “cerniera” tra il sistema elettrico e quello del gas.

Questo grazie alla collaborazione di questi anni con CIB – Consorzio Italiano Biogas (logo) ed alla recente regolamentazione introdotta nel decreto Biometano da parte del MISE, decisiva per lo sviluppo di questo settore e in grado di aggiungere flessibilità al sistema energetico nazionale.

Alcune fra le novità essenziali è il ritiro a prezzo prefissato, da parte del GSE, del biometano avanzato e dei CIC, che garantirà la bancabilità degli investimenti nel settore, e la riconversione degli impianti esistenti. 

Si stima che il potenziamento della produzione di biometano potrebbe evitare emissioni di CO2 per 197 mln di tonnellate (scenario al 2050), dai dati registrati ad oggi. (Fonte Althesis).

Lo sviluppo della filiera consentirebbe, inoltre, già entro il 2030, di creare oltre 21mila posti di lavoro e di generare un gettito tributario di 16 mld di euro tra imposte sulle imprese e fiscalità di salari e stipendi.

Molti risvolti positivi per la bioeconomia

  • Saranno salvaguardati anche gli impianti di produzione di energia elettrica da biogas esistenti, il cui incentivo sull’energia prodotta verrà affiancato parallelamente da quello sul biometano.
    – L’immissione di biometano nella rete del gas naturale o nei distributori stradali, potrebbe fornire servizi di riserva e bilanciamento al sistema elettrico, costituendo una svolta per le imprese.
    – Infine l’ulteriore prospettiva auspicabile della realizzazione di impianti di co-produzione flessibile di elettricità (+calore) e biometano, grazie alla quale si otterrebbe una generazione elettrica ampiamente e rapidamente modulabile.

L’obiettivo è mettere in luce le numerose biotecnologie e sistemi esistenti per la produzione di gas rinnovabile da fonti biogeniche e di idrogeno da rinnovabili, inserendolo nella bioeconomia circolare e accompagnando lo sviluppo delle altre fonti rinnovabili intermittenti (sole e vento) e assegnando un nuovo valore alle infrastrutture del gas.