Intelligenza Artificiale per identificare tumori al cervello

tumori al cervello intel labs
Intel Labs e University of Pennsylvania utilizzano questo nuovo metodo

Intel Labs e la Perelman School of Medicine della University of Pennsylvania (Penn Medicine) stanno sviluppando insieme una tecnologia per abilitare una federazione di 29 istituti di salute e ricerca, diretti da Penn Medicine, per addestrare modelli di intelligenza artificiale (AI) in grado di identificare tumori al cervello, utilizzando una tecnica di machine learning che tutela la privacy, chiamata federated learning (apprendimento federato o apprendimento collaborativo).

Il lavoro di Penn Medicine è finanziato dall’Informatics Technology for Cancer Research (ITCR) program del National Cancer Institute (NCI) del National Institutes of Health (NIH), attraverso un grant in tre anni di 1,2 milioni di dollari riconosciuto al responsabile scientifico, Dr. Spyridon Bakas, del Center for Biomedical Image Computing and Analytics (CBICA) della University of Pennsylvania.

“L’Artificial Intelligence mostra magnifiche prospettive per l’individuazione precoce dei tumori al cervello, ma richiederà più dati di quanti un singolo centro medico possieda, affinché possa sviluppare al massimo il proprio potenziale. Utilizzando il software e l’hardware di Intel e il supporto di alcune delle brillanti menti degli Intel Labs, lavoriamo con l’Università della Pennsylvania e una federazione di 29 centri medici per far progredire l’identificazione dei tumori al cervello e proteggere al contempo i dati sensibili dei pazienti”, afferma Jason Martin, Principal Engineer di Intel Labs.

Penn Medicine e 29 istituti di salute e ricerca di Stati Uniti, Canada, Regno Unito, Germania, Paesi Bassi, Svizzera e India, utilizzeranno il federated learning, ovvero un approccio distribuito al machine learning che consente alle organizzazioni di collaborare a progetti di deep learning senza condividere i dati dei pazienti.

Secondo l’American Brain Tumor Association (ABTA), circa 80.000 persone avranno una diagnosi di tumore al cervello quest’anno, con oltre 4.600 bambini fra di loro. Per addestrare e costruire un modello che individui un tumore al cervello che possa aiutare il riconoscimento precoce e un migliore risultato, i ricercatori necessitano dell’accesso a un grande numero di dati medici rilevanti.

Allo stesso tempo, è essenziale che questi dati restino privati e protetti ed è qui che entra in gioco il federated learning con la tecnologia di Intel.

Con l’utilizzo di questo approccio, i ricercatori di tutte le organizzazioni partner potranno lavorare insieme nella costruzione e l’addestramento di algoritmi di identificazione dei tumori al cervello, mantenendo protetti i dati medici sensibili.Per conoscere i dettagli su come funziona il federated learning di Intel e Penn Medicine è disponibile il link:

http://app.plan.intel.com/e/es?s=334284386&e=6512449&elqTrackId=3aaf88278dfe4cedbfa41a2fae7d1afe&elq=6dec3beac27546cfb85a20714a76126b&elqaid=57448&elqat=1

TOPFLIGHT ITALIA: Biosensori, soluzioni nell’analisi diagnostica

biosensori tecnica diagnostica

Nella tecnica diagnostica si sta facendo strada una nuova metodologia che utilizza i biosensori, dispositivi che riescono a rilevare la presenza di batteri, virus e molecole.

Topflight Italia, è focalizzata nella produzione di biosensori, basati primariamente sulla trasduzione di segnale elettrochimico. Pertanto vengono realizzati sensori che richiedono un circuito stampato accoppiato ad un reagente specifico.

Tecnicamente il biosensore lavora con un elemento biologico, detto bioricettore, fissato su un substrato che è in grado di trasformare una reazione biologica specifica, avvenuta tra l’elemento biologico e l’elemento ricercato, in un segnale rilevabile dal trasduttore. Il trasduttore riesce ad interpretare le variazioni del substrato, riproducendo così un segnale elettrico che può essere quindi osservato e misurato.

biosensori, soprattutto quelli di tipo elettrochimico, risultano particolarmente adatti alla risoluzione di molti problemi analitici di vario tipo, riguardo le più diverse matrici, che si presentano in numero sempre maggiore nei vari settori delle Life Sciences. 

L’azienda usa un approccio sistematico per supportare i propri clienti dalla fase di propotipo fino al lancio del sensore sul mercato.

Le capacità di Topflight Italia, permettono di fornire sia sensori intermedi, costituiti solo dal substrato conduttivo, che sensori finiti, comprensivi del deposito dei reagenti e confezionati nel suo finale contenitore.

La tecnologia primaria che viene utilizzata è quella di depositare materiali conduttivi e non conduttivi su strati di materiale plastico per formare elettrodi, usando le tecniche di screen printing, laminatura, assemblaggio e tranciatura.

Topflight Italia, è in grado non solo di stampare materiali conduttivi, ma anche di depositare reagenti con una deposizione molto accurata e precisa, usando tecniche esclusive. Lo sviluppo di biosensori è ormai favorito dalla possibilità di acquisizione ed elaborazione dei segnali mediante computer e metodi di pattern recognition”.

Le Applicazioni

Le prime più estese applicazioni di questi sistemi sono state quelle rivolte al campo medico diagnostico come glicemia, acido lattico, ecc.

Più recentemente, molta attenzione è stata rivolta allo sviluppo di biosensori con possibilità d’impiego nell’analisi e nei controlli nel campo dell’industria alimentare, farmaceutica ed ambientale. Ad esempio nel campo dell’analisi chimica degli alimenti, i biosensori possono essere impiegati per i seguenti scopi:

  1. per analizzare alcuni componenti dei cibi, che debbano essere determinati con elevata sensibilità e specificità, ma anche con rapidità ed economicità. Questo tipo di determinazione incomincia ad essere impiegato anche nel caso di prodotti farmaceutici;
  2. per determinare sostanze chimiche che fungano da indicatori, ad esempio dell’inquinamento microbico presente in un alimento, o del deterioramento di quest’ultimo, ad esempio causato da processi ossidativi. I biosensori possono essere quindi impiegati per verificare lo stato di freschezza e quindi anche per valutare ragionevolmente la probabilità di buona conservazione, in determinate condizioni, per periodi di tempo più o meno lunghi, di alcuni prodotti alimentari, ma anche di prodotti farmaceutici;
  3. per rivelare la presenza di tracce di composti chimici contaminanti, di tossine, oppure di additivi, conservanti ecc.;
  4. per fungere da rivelatori di processi cromatografici.

Numerosissime anche le applicazioni in campo ambientale per la determinazione di pesticidi, idrocarburi, gas tossici e della qualità delle acque.

I biosensori sono dispositivi in crescente applicazione in ragione della loro praticità d’uso, del basso costo e dell’affidabilità scientifica dei risultati. Rispetto ai metodi di analisi classici, i biosensori offrono una serie di vantaggi. Grazie alla loro specificità e semplicità di utilizzo, si prestano ad essere realizzati in versione “monouso” da utilizzare anche a casa dall’utente meno esperto. Inoltre, normalmente rendono superfluo il pretrattamento del campione da analizzare e l’utilizzo di reagenti dalla soluzione tampone. Di conseguenza l’analisi richiede poco tempo, è più affidabile e più economica oltre a richiedere in molti casi basse concentrazioni della sostanza oggetto di test. È possibile inoltre sviluppare biosensori a risposta rapida che, rispondendo dopo 5-30 secondi, consentendo un monitoraggio quasi continuo.

Crédit Agricole Italia sostiene l’Automazione industriale

Credit Agricole Italia e Gruppo Camozzi
Crédit Agricole Italia e SACE a sostegno della crescita del Gruppo Camozzi

In quest’ultima operazione, Crédit Agricole  ha erogato un finanziamento garantito da SACE destinato a sostenere i piani di crescita in Italia e nel mondo del Gruppo Camozzi, multinazionale italiana leader nella produzione di componenti e sistemi per l’automazione industriale presente anche nei settori delle macchine utensili speciali, delle macchine per la filatura e in numerosi altri processi di lavorazione delle materie prime

Il finanziamento garantito da SACE – nell’ambito della sua tradizionale operatività a favore delle attività export delle aziende italiane – ha un valore di complessivi 40 milioni di euro una durata di 6 anni ed è finalizzato a sostenere il piano di investimenti futuri del Gruppo legati sia alla crescita in ambito nazionale che internazionale.

Il Gruppo Camozzi è fra i protagonisti mondiali della “rivoluzione 4.0” con un modello di gestione della produzione e automazione industriale, basato sulla connessione fra sistemi fisici e digitali, analisi complesse attraverso big data e conseguenti adattamenti in tempo reale e ha ingenti progetti di ricerche riguardanti la smart automation, l’efficientamento energetico e l’utilizzo di materiali innovativi.

“Crédit Agricole Italia è orgogliosa di essere al fianco di aziende d’eccellenza come Camozzi, in special modo in questo particolare momento. Vogliamo sostenere concretamente il tessuto imprenditoriale italiano, ponendoci come partner di riferimento, non solo finanziario, per individuare insieme nuove opportunità di sviluppo, come per l’automazione industriale, offrendo servizi di consulenza e soluzioni su misura”, dichiara Alessio Foletti, Responsabile della Direzione Banca d’Impresa di Crédit Agricole Italia.

“L’attenzione di Crédit Agricole e SACE nel sostenere i progetti che stanno trasformando il settore manifatturiero a livello globale e l’automazione industriale, è consolidata nel tempo e con l’operazione di oggi affiancano nuovamente il nostro Gruppo, che sta investendo con prodotti innovativi in segmenti rilevanti per il presente e il futuro della nostra società come il Life Science che, mai come nell’emergenza attuale, necessita di continui progressi”, afferma Lodovico Camozzi, Presidente e Amministratore Delegato del Gruppo Camozzi. “Attraverso questa operazione confermiamo il sostegno di SACE alle eccellenze italiane come Camozzi, che operano sui mercati internazionali e fanno dell’export uno dei propri driver di crescita”, sottolinea Simonetta Acri, Chief Mid Market Officer di SACE. “In un contesto difficile in cui SACE è stata chiamata al fianco di tutte le imprese italiane, il nostro intervento a sostegno del piano di automazione industriale di Camozzi rafforza i piani di crescita di un gruppo che vanta già un’impronta fortemente internazionale, grazie a 18 stabilimenti produttivi nel mondo e una rete distributiva in oltre 70 paesi”.

Rockwell Automation “VirtualConnect”

Rockwell Automation VirtualConnect
Formazione specializzata, conversazione con gli esperti e fiera digitale.

Per aiutare le aziende a capire come la tecnologia possa risolvere le sfide strategiche e operative, Rockwell Automation sta lanciando una serie di eventi gratuiti online chiamati “VirtualConnect”.

Il primo appuntamento, svoltosi il 12 maggio scorso, ha incluso momenti di formazione specializzata, di conversazione con gli esperti e di visita della fiera digitale.

“La trasformazione digitale continuerà a evolvere e porterà opportunità infinite per arricchire il modo in cui lavoriamo, sia in fabbrica che al di fuori. Il nostro evento VirtualConnect è un esempio di come l’industria può essere agile e può riuscire ad abbracciare esperienze digitali per mantenere attivo l’apprendimento senza il bisogno di spostarsi”, afferma Nathan Turner, Direttore del Dipartimento Integrated Architecture presso Rockwell Automation.

Dopo un discorso di apertura sulle tecnologie che trasformano l’industria, di Suzana Gonzales, Presidente EMEA di Rockwell Automation, i tecnici del Gruppo hanno tenuto delle presentazioni video interattive, incentrate su come le tecnologie intelligenti possono aiutare gli utenti a catturare i dati e prendere decisioni migliori che aumentano la produttività e ottimizzano l’efficienza delle operazioni.

L’esperienza VirtualConnect è stata organizzata in due tracce: uno “smart machine journey” e un “digital transformation journey”. I partecipanti hanno visto come la realtà aumentata, il gemello digitale e l’IoT stanno creando nuove opportunità per aumentare le performance nel settore manifatturiero, utilizzando gli smart device per espandere le operazioni attuali.

Tra i temi presenti in agenda, erano inclusi i seguenti: “Come risolvere i problemi critici della manifattura attraverso i servizi connessi”; “Gli smart sensing devices per un migliore utilizzo degli asset”; “Sicurezza nell’Industrial Internet of Things”; “Trasformare i dati in informazioni utili”.

Inoltre, i partecipanti hanno potuto visitare gli stand virtuali dei partner di Rockwell Automation in versione VirtualConnnect per esplorare i loro prodotti e le soluzioni complementari. Fra questi erano presenti Biehl+Wiedemann, Ocean Data Systems, eplan, Maplesoft, Spectrum Controls, Stratus Technologies e WIN-911. Altri eventi come questo saranno schedulati per giugno, settembre e novembre. Tutte le sessioni saranno registrate e disponibili ai partecipanti a seguito dell’evento.

Ansaldo Energia e Covid-19

Ansaldo Energia gestire fase 2
Gestire la fase 2 tra test sierologici e alta tecnologia

Il caso di Ansaldo Energia è significativo per spiegare come, in una situazione così incerta e difficile, le aziende stiano cercando di reagire per creare le condizioni più veloci per garantire continuità operativa e ritornare, nella fase 2, a un’operatività piena in tempi relativamente brevi

Un recente articolo del Wall Street Journal, oltre alla Ferrari, cita proprio l’impianto genovese di produzione delle turbine, assieme ad altre aziende italiane, come case history per spiegare il modo in cui le imprese si sono organizzate.

Aziende che, in tempi molto rapidi, hanno posto in essere la sanificazione del sito, individuando tutti gli strumenti di processo, di informazione e di protocollo tecnologico necessario per garantire la piena sicurezza delle persone che ci lavorano e la continuità operativa.

Luca Manuelli, Chief Digital Officer di Ansaldo Energia e Presidente del Cluster nazionale Fabbrica Intelligente ha rilasciato di recente alcune dichiarazioni.

Per l’azienda genovese la situazione si è rivelata particolarmente complessa: “Siamo stati sfortunati – spiega Manuelli – perché da un lato abbiamo rallentato le nostre attività operative, ma dall’altro dovevamo pur sempre  garantire il supporto e la continuità operativa ai nostri clienti che gestiscono centrali elettriche nelle zone più critiche. Purtroppo, nel momento in cui eravamo pronti per ripartire ci siamo trovati fuori dalla lista Ateco. Ci siamo rimessi in moto grazie al sistema delle autorizzazioni prefettizie, perché i nostri clienti ci chiedevano garanzie sul supporto. Quindi abbiamo lavorato verso la data del 4 maggio per una graduale continuità operativa. Entro maggio saremo a pieno regime”.

Ingressi frazionati, test sierologici e alta tecnologia, sono le parole chiave per una corretta ripartenza

ANSALDO ENERGIA, quindi, ha creato un’unità di crisi, guidata personalmente dal Ceo Giuseppe Marino, per la gestione dell’emergenza.

Per la riapertura è stato sviluppato un protocollo che ha permesso di gestire questa situazione. “Le persone lavorano su tre turni in modo, ovviamente, da diversificare anche le modalità di accesso alla fabbrica. Una delle criticità principali erano gli spogliatoi, problema che è stato risolto noleggiando prefabbricati ad hoc che hanno permesso di aumentare la capacità di 250 posti con maggiore distanziamento. C’è poi il problema dei mezzi pubblici: avendo una buona capacità di parcheggi, in questa fase è stato caldamente incoraggiato l’utilizzo delle auto private.

All’ingresso della fabbrica viene effettuato uno screening della temperatura, e poi attraverso i test sierologici, introdotti in concerto con le ASL, le strutture sanitarie regionali e i sindacati, c’è la possibilità di intervenire immediatamente in caso di positività, con un protocollo attivato con il Policlinico San Martino di Genova che è in grado di restituire i risultati di un tampone in 48 ore, e quindi dare immediatamente tutte le informazioni necessarie”.

A questo si aggiunge anche il lavoro fatto sui temi dell’alta tecnologia legata alla prevenzione e alla sicurezza sul lavoro. “Noi avevamo già selezionato Smart Track, che è una spin-off genovese che si occupa di tecnologie wearable – prosegue Manuelli – che ha sviluppato un sistema che non solo permette la verifica del distanziamento nella fabbrica ma offre anche la possibilità, nel rispetto della privacy e delle normative del lavoro, di avere tutti i dati sulla tracciabilità delle relazioni che gli operai hanno nel corso della loro attività. Abbiamo così iniziato a costruire anche degli ambiti di ulteriore adattamento dalle nuove tecnologie, che ci permettono di superare questo livello di emergenza. Questo ci permetterà di arrivare, entro il mese di maggio, tra il 70 e l’80% della continuità operativa”.

Lo Smart working, da emergenza a nuovo modello di sviluppo

 “L’altro miracolo che i miei colleghi hanno fatto – afferma il CDO di Ansaldo Energia – è stato quello di portare 2 mila persone in tutto il mondo in smart working. In questo caso si è potuto usufruire dell’infrastruttura tecnologica che era stata messa a punto all’epoca del crollo del ponte Morandi, quando eravamo riusciti a collegare in poco tempo circa 250 persone che, per motivi fisici e logistici, non riuscivano a raggiungere il posto di lavoro. Per noi è stato fondamentale maturare questa resilienza e poter utilizzare anche oggi questa tecnologia”. Un nuovo modello di lavoro, quindi, che potrà diventare strategico in tempi abbastanza brevi. “Abbiamo visto che, su certi processi, lavorare a distanza in maniera integrata genera diversi benefici – continua Manuelli – una produttività uguale, se non addirittura maggiore, un forte livello di motivazione, ma anche minori emissioni di CO2, che derivano dal minor traffico. Ansaldo Energia, quindi, farà tesoro anche di questa esperienza e, alla fine, avremo un modello ibrido nel quale accanto alle attività operative della fabbrica, perché alla fine il prodotto fisico, che siano turbine o centrali elettriche, deve essere prodotto, ce ne saranno altre che porteremo avanti da remoto”.

DISTANZIAMENTO SOCIALE

distanziamento sociale
Safety Bubble Device, il dispositivo per mantenere il distanziamento sociale

In vista della “fase 2” dell’emergenza Coronavirus e della riapertura delle attività produttive, VeSta, azienda marchigiana collegata all’incubatore milanese PoliHub, ha presentato Safety Bubble Device, un dispositivo elettronico portatile di protezione individuale che vibra o suona se non si rispetta il distanziamento sociale.

Il dispositivo – inseribile in un portabadge oppure cucito o applicato a coccarda su tute e gilet da lavoro – è capace di vibrare (o suonare) quando si trova al di sotto di una determinata distanza da un secondo device.

Se le persone non mantengono il distanziamento sociale di sicurezza previsto viene impostato il bracciale, attraverso un segnale elettrico, che rileva la situazione di rischio e avverte chi lo indossa. Il tutto per garantire una maggiore sicurezza delle persone, soprattutto nei luoghi chiusi: al lavoro, soprattutto, ma anche al supermercato e sui mezzi di trasporto.

Safety Bubble Device è anche in grado di immagazzinare le informazioni di “contatto” tra dispositivi nel pieno rispetto della privacy, senza necessità di registrare nominativi e senza tracciare i percorsi.

Nel caso un dipendente segnalasse la sua positività al Covid-19, i dati delle collisioni verrebbero trattati dall’Autorità Competente, unica in grado di risalire a tutti i contatti avuti per informare, nel rispetto dai dati sensibili, le persone interessate. Il dispositivo può essere tarato per distanze differenti da dispositivo a dispositivo e, se richiesto, può anche segnalare un innalzamento della temperatura corporea.

Spiagge alternative
Spiagge alternative

FANUC Italia per aiutare l’industria

fanuc robot collaborativi

Distanziamento tra gli operatori, messa in sicurezza degli impianti, nuove opportunità di investimento e occasioni di riconversione degli stabilimenti

La ripartenza dell’industria italiana a seguito dell’emergenza sanitaria Covid-19 si muove su binari interamente inediti, tra una rinnovata spinta a ritornare competitivi e incertezze dovute alla situazione economica internazionale.

FANUC Italia, filiale del Gruppo giapponese esperta di automazione di fabbrica, affianca la filiera manifatturiera italiana anche in questo particolare momento mettendo a disposizione delle aziende la propria potenza di fuoco tecnologica a condizioni vantaggiose.

Con il programma “Partner of the rise”, FANUC concede alle aziende l’utilizzo gratuito di 10 robot collaborativi e 5 presse ROBOSHOT per lo stampaggio a iniezione elettrico.

L’iniziativa prevede l’utilizzo gratuito delle risorse per i primi 30 giorni, unitamente alla consulenza degli Application Engineer e all’installazione e messa in servizio da parte di personale tecnico qualificato. Successivamente le aziende coinvolte avranno la possibilità di estendere per ulteriori 60 giorni l’utilizzo dei robot e delle presse ad un canone agevolato, e al termine dei 3 mesi potranno decidere se riscattare il bene o riconsegnarlo a FANUC.

Grazie a questa iniziativa, le imprese beneficiarie avranno modo di concentrarsi sul progetto imprenditoriale avvalendosi della preziosa collaborazione con un partner tecnologico come FANUC, che può contare su una solida esperienza nello sviluppo di soluzioni su misura.

I robot collaborativi della gamma FANUC CR possono lavorare fianco a fianco con gli operatori e interagire senza il bisogno di dispositivi di sicurezza esterni, aumentando velocità e qualità delle linee produttive.

Le presse ROBOSHOT abilitano lo stampaggio a iniezione elettrica ad alta precisione, e si dimostrano perfette ad ottenere superfici di qualità in particolare per il settore medico, elettrico, automobilistico ed ottico. “FANUC supporta la graduale ripresa delle attività produttive in Italia e si schiera al fianco delle imprese, con i propri macchinari e le proprie competenze”, ha dichiarato Marco Ghirardello, Managing Director di FANUC Italia. “Pensiamo sicuramente alle aziende impegnate in prima linea contro il Covid-19, che possono incrementare la produzione di strumenti essenziali al contenimento dell’epidemia, come ventilatori polmonari, materiale sanitario protettivo e kit diagnostici, ma anche alle tante altre realtà industriali che oggi necessitano di un aiuto immediato. Un contributo concreto che si inquadra nel nostro impegno quotidiano a generare un impatto positivo per il territorio e l’intera comunità di stakeholder”.

Politica per l’industria: il Golden Power

golden power
Anche le imprese della robotica protette dalle scalate

Gli articoli 15 e 16 del Decreto Legge n. 23 dell’8 aprile, noto come “Decreto liquidità”, potenziano significativamente il cosiddetto Golden Power, lo strumento che consente di salvaguardare gli assetti proprietari e l’operatività delle società italiane, pubbliche e private, estendendolo a nuovi “settori strategici” le cui imprese ora godranno della protezione dello Stato dalle cosiddette “scalate ostili”, ma non solo

Con le modifiche apportate, anche aziende che operano nella robotica, nell’intelligenza artificiale, nell’alimentare, nella sanità, nella finanza e nel settore bancario e assicurativo entrano ora di diritto nello scudo del Golden Power.

Una scelta, quella del Governo, che segue le indicazioni della Commissione Europea, che con la Raccomandazione del 26 marzo 2019 ha esortato gli Stati comunitari “ad avvalersi appieno dei meccanismi di controllo degli investimenti esteri diretti” a causa del rischio di acquisizioni “predatorie” di imprese e asset strategici europei.

Un rischio che la crisi economica connessa all’emergenza Covid-19 ha drasticamente aumentato, esponendo ad ingressi ostili nel capitale societario molte imprese del nostro Paese.

Ma il processo di potenziamento del Golden Power è iniziato già da tempo, come spiega Alessandro Aresu, consigliere scientifico di  Limes ed esperto di affari internazionali.

“Esiste da circa 3-4 anni una corsa allo scrutinio degli investimenti esteri da parte della maggior parte dei Paesi del mondo”, dice Aresu. “È un processo che nasce dagli Stati Uniti, che hanno sempre avuto poteri giganteschi di intervento sugli investimenti esteri in tantissimi settori, e che ora aumentano per difendersi dagli acquisti cinesi: dalla robotica all’analisi dei dati, fino ai materiali e ai terreni in alcuni casi.

In questo scenario, è avvenuto un adattamento delle varie normative di controllo degli investimenti nei vari Paesi europei”, continua Aresu. “In risposta alla Comunicazione della Commissione Europea del 26 marzo 2019, oltre che a sollecitazioni del Copasir (il Comitato Parlamentare per la Sicurezza della Repubblicandr), l’Italia ha esteso i propri poteri.

Si tratta di un processo già in corso prima della crisi legata al Coronavirus, che senz’altro ha incrementato la volontà degli Stati europei di proteggere i propri asset strategici”.

Si tratta di una rivoluzione che non solo allarga il perimetro dell’esercizio di questo potere, ma ne aumenta anche la portata: con l’aumento dei settori strategici su cui lo Stato potrà intervenire per proteggere le imprese italiane, aumentano anche i casi in cui sarà possibile attivare lo scudo.

I poteri del Golden Power

La nuova disciplina del Golden Power è stata introdotta nel marzo 2012, con il Decreto Legge 15 marzo 2012, n. 21, poi convertito con Legge n.56 dell’11 maggio 2012, che ha sostituito la precedente normativa, istituendo una strategia organica di salvaguardia da possibili scalate ostili degli assetti proprietari delle società che operano nei settori tradizionalmente strategici e di interesse nazionale, come la difesa, la sicurezza nazionale, l’energia, i trasporti, le comunicazioni, e più di recente il 5G.

Il potere dello Stato si manifesta attraverso una serie di strumenti. In particolare, lo Stato può:

  • Opporsi o dettare specifiche condizioni per l’acquisto di partecipazioni di società strategiche
  • Chiedere modifiche o porre il veto a determinate delibere societarie di rilievo straordinario

Fino al Decreto Liquidità, per quanto riguarda i settori strategici (che finora erano energia, trasporti e comunicazioni), il Golden Power obbliga alla notifica da parte delle società coinvolte di due tipi di azioni, definite dai commi 2 e 5 dell’art. 2 del Decreto Legge 21/2012:

  1. Tutte le delibere, atti od operazioni adottati da una società che detiene uno o più degli attivi strategici devono essere notificati alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, qualora tali atti ineriscano a modifiche della titolarità, del controllo o della disponibilità degli attivi; al cambiamento della loro destinazione, comprese le delibere dell’assemblea o degli organi di amministrazione aventi a oggetto la fusione o la scissione della società; al trasferimento all’estero della sede sociale; al mutamento dell’oggetto sociale, allo scioglimento della società, alla modifica di clausole statutarie, al trasferimento dell’azienda o di rami di essa in cui siano compresi detti attivi o l’assegnazione degli stessi a titolo di garanzia.
  2. Deve essere notificato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri anche l’acquisto a qualsiasi titolo, da parte di un soggetto esterno all’Unione Europea, di partecipazioni in società che detengono attivi strategici, di rilevanza tale da determinare l’insediamento stabile dell’acquirente in ragione dell’assunzione del controllo della società.

Come si è detto, il Governo può (entro 45 giorni lavorativi) impedire, chiedere modifiche o dettare condizioni a queste operazioni, nel caso in cui riconosca in esse una “situazione di minaccia effettiva di grave pregiudizio per gli interessi pubblici” su due fronti: la sicurezza e il funzionamento delle reti e degli impianti e la continuità degli approvvigionamenti.

I nuovi settori strategici

Dallo scorso 8 aprile si sono aggiunti numerosi settori strategici a quelli originariamente protetti dai poteri speciali dello Stato. Il Governo ha infatti incluso tutte le aree indicate dal Regolamento Ue 2019/452 che, secondo la relazione illustrativa del Decreto Liquidità, sono così identificati:

  • Settore Idrico
  • Sanità: biomedica, biosanitario, settori di approvvigionamento
  • Trattamento e archiviazione dei dati
  • Accesso e controllo delle informazioni sensibili, compresi i dati personali
  • Infrastrutture elettorali
  • Finanza, credito, assicurazioni
  • Aerospazio e nucleare: infrastrutture e tecnologie
  • Strutture sensibili
  • Investimenti in terreni e immobili per le strutture sopraelencate
  • Intelligenza Artificiale
  • Robotica, semiconduttori, cybersicurezza
  • Nanotecnologie e biotecnologie
  • Approvvigionamento di fattori produttivi critici, tra cui l’energia e le materie prime, compreso l’agroalimentare e la sicurezza alimentare
  • Infrastrutture e produzione di energia
  • Trasporti
  • Media
  • Stoccaggio dell’energia quantistica e nucleare

 

I nuovi strumenti del Golden Power

Innanzitutto, per le aziende operanti in questi settori (e quelli già inclusi nello scudo del Golden Power: energia, trasporti, comunicazioni, 5G), la protezione dall’acquisto di partecipazioni tali da assumere il controllo della società è estesa agli acquirenti provenienti dagli Stati membri dell’Unione Europea fino al prossimo 31 dicembre 2020.

Inoltre, si introduce l’obbligo di notifica alla Presidenza del Consiglio anche per i “non controlling investments” da parte di società provenienti da Stati al di fuori dell’Ue, se sono di valore pari o superiore a 1 milione di euro: nello specifico, è necessario notificare anche le acquisizioni “che attribuiscono una quota dei diritti di voto o del capitale almeno pari al 10%, tenuto conto delle azioni o quote già direttamente o indirettamente possedute”. Ma il caso dell’acquisizione è un evento che nella storia di un’impresa accade raramente. Diverso è il discorso dell’operatività aziendale. Oltre a difendere le società di questi settori da eventuali tentativi di scalate ostili, il Golden Power, come si è detto, impone alle aziende che detengono “asset strategici” in questi settori, di notificare al Governo qualunque atto implichi una modifica della titolarità, del controllo o della disponibilità o della destinazione degli asset.

FUCHS: Fluidi da taglio per lavorare nuovi materiali per l’industria aerospaziale

Fuchs lubrificant

FUCHS Lubrificanti fornisce ai maggiori player dell’aerospace fluidi di processo per le lavorazioni meccaniche su materiali vari quali alluminio, titanio, magnesio e superleghe.

Costi del carburante e necessità di contrarre le emissioni di CO2 inducono i costruttori a ridurre il peso degli aeromobili, grazie a nuovi materiali che richiedono lavorazioni difficili e lunghe: il ruolo di lubrificanti e i fluidi da taglio FUCHS è fondamentale.

FUCHS Lubrificanti S.p.A., filiale italiana del Gruppo FUCHS PETROLUB SE produce e commercializza oli lubrificanti e fluidi per il metalworking dal 1982.

E’ il più grande produttore indipendente di lubrificanti e prodotti affini nel mondo. L’azienda si distingue per l’alto grado di specializzazione e per la capacità di sviluppare soluzioni ‘tailor made’ per l’ottimizzazione dei processi produttivi su specifiche dei clienti. Il portfolio prodotti copre tutte le applicazioni industriali, compresi i segmenti di nicchia ad alta specializzazione, come spiega Giovanni Caula, Responsabile Aerospace Business FUCHS Lubrificanti S.p.A.

Nel settore aerospace l’azienda è attiva e dispone di diverse omologazioni di prodotti presso le più importanti industrie di aeromobili e loro componenti. La gamma di prodotti offerta è in grado di soddisfare qualsiasi lavorazione. In particolare l’azienda sta promuovendo nuovi fluidi a elevate prestazioni e ridotto consumo per il metalworking specifici per le lavorazioni del titanio, dell’alluminio, del magnesio e delle superleghe, materiali ampiamente utilizzati proprio nel settore aeronautico”.

Gli emulsionabili e gli oli interi FUCHS rappresentano la frontiera più avanzata oggi disponibile, frutto dell’esperienza maturata in oltre settant’anni, a stretto contatto con i clienti e i più importanti costruttori di macchine utensili e CNC.

fuchs lubrificant

LAVORAZIONI MECCANICHE ESIGENTI

A livello mondiale FUCHS Lubrificanti fornisce ai maggiori player dell’aerospace fluidi di processo per le lavorazioni meccaniche su materiali vari quali alluminio, titanio, magnesio e superleghe. In Italia FUCHS Lubrificanti opera nel comparto aeronautico fornendo le due holding nazionali del settore per la produzione di aeromobili (Leonardo) e motori per velivoli (GE Avio Aero). Leonardo (ex Finmeccanica) è costituita da varie divisioni, e Fuchs Lubrificanti lavora sia per quella aeronautica che costruisce velivoli civili e militari (ex Alenia Aermacchi), sia per quella denominata Elicotteri (ex Agusta Westland). FUCHS Lubrificanti inoltre dispone di tecnologie e prodotti per i fluidi da taglio con omologazioni dei principali costruttori aeronautici, come Boeing, Airbus, Safran, MTU, Pratt&Whitney, Rolls-Royce.

MOC, Alessandria d’Egitto.

– Mediterranean Offshore Conference

L’evento ufficiale dell’industria oil & gas celebra i 20 anni.

MOC – Mediterranean Offshore Conference, si terrà ad Alessandria d’Egitto dal 13 al 15 ottobre, presso la BACC – Bibliotheca Alexandrina Conference Centre.

Quest’anno festeggerà 20 anni di successi. Considerata la principale fiera di settore dell’industria oil&gas in Egitto, in tutti questi anni, il MOC è cresciuto anno dopo anno ed è diventato uno degli eventi di settore più importanti del bacino mediterraneo.

Con il patrocinio del Ministro del Petrolio e delle Risorse Minerali l’evento riveste una particolare importanza per il governo egiziano che riconosce l’importanza del ruolo dell’energia nel migliorare la vita dei suoi cittadini. Il governo egiziano continua a dimostrare, infatti, un forte impegno nell’abbracciare nuovi ed emergenti studi e processi fornendo all’industria petrolifera e del gas metodi innovativi che evolvono, in questo modo, i bisogni delle generazioni future.

È molto importante riconoscere il supporto continuo che la fiera riceve dai professionisti del settore e dalle aziende che stabiliscono gli standard come Eni, BP, Shell, Edison, ENPPI, Petrojet, Wintershall Dea, Halliburton, Schlumberger, Gasco, solo per citarne alcune. La loro visione di un futuro prospero per il settore in questione è fondamentale per mantenere bassi i costi e aumentare il livello di eccellenza operativa. Ora più che mai è importante muoversi verso un mondo a basse emissioni di carbonio come parte della transizione energetica e verso iniziative rivolte a questo obiettivo comune.

Riunendo i più grandi nomi dell’industria petrolifera e del gas naturale e le più grandi aziende nazionali ed estere che operano nella regione, il MOC – Mediterranean Offshore Conference celebrerà il 20 ° anniversario con un gran numero di aziende E&P e aziende specializzate nella fornitura di servizi di supporto rendendo l’evento uno tra i più completi e di successo nella regione.

Il MOC – Mediterranean Offshore Conference offrirà un’opportunità unica ai partecipanti di scambiarsi e mettere a confronto le precedenti esperienze oltre a mostrare le ultime tecnologie internazionali e analizzare i vantaggi per quanto riguarda lo studio delle possibilità di sviluppo, soprattutto nel settore dell’esplorazione. Con la speranza di vedere una grande partecipazione di leader aziendali e professionisti, il MOC – Mediterranean Offshore Conference apre la strada verso il futuro divenendo una parte attiva di questo processo di transizione del settore energetico.