Ital Control Meters: misuratori di concentrazione polveri in emissione

Misuratori di concentrazione polveri in emissioni


TECNOLOGIA:
Il misuratore di concentrazione polveri elettrodinamico è un sistema innovativo in grado di misurare la concentrazione delle polveri mediante la rilevazione senza contatto della carica elettrostatica naturale delle particelle. PCME ha ottenuto il prestigioso premio “The Queen’s awards” per innovazione tecnologica.

VANTAGGI: Questi analizzatori sono particolarmente apprezzati per la semplicità costruttiva: facili da installare che non richiedono opere importanti da eseguire sui camini e che meglio si adattano ad installazioni spesso critiche riducendo al minimo le opere di manutenzione.
L’elettrodinamico minimizza gli effetti negativi riscontrabili in altri sistemi ad elettrificazione come ad esempio i triboelettrici, soprattutto problemi legati alle variazioni di velocità dei fumi, allo sporcamento delle sonde.

APPLICAZIONI:
– Inceneritori, Coinceneritori, impianti di produzione energia a Biomassa
– Grossi impianti di combustione, (Forni di cottura cemento, Centrali a carbone…)
– Controllo rottura filtri a maniche, efficienza filtri

ItalControl Meters: misuratori di portata massica

Misuratori di portata massica


TECNOLOGIA:
si basa sul controllo del raffreddamento di un termoelemento “caldo” riferito ad uno “freddo”. Si mantiene costante il deltaT modulando l’energia di riscaldamento, la quale sarà proporzionale alla portata di massa del fluido in transito.

VANTAGGI: Il Thermal Mass Flowmeter KURZ trova largo impiego in numerose applicazioni ed è l’unico misuratore di portata termico in grado di funzionare in modo affidabile e accurato nei biogas e nei gas umidi in generale, incluse le installazioni in camini con emissioni al di sotto del punto di rugiada.

APPLICAZIONI:
– Misura e regolazione dell’aria comburente negli impianti di combustione.
– Impianti di digestione per la misura di portata del biogas, anche umido o bagnato.
– Misure di portata gas di torcia.
– Controllo portate aria compressa ed azoto per ottimizzarne i consumi.
– Controllo erogazione gas tecnici da impianti di frazionamento.
– Misura e regolazione tiraggio delle cappe e su camini in emissione.
– Misura portata gas naturale in rete o per controllo bonifiche emissione in ambiente.
– Misura della portata fumi in emissione (QAL 1)

ItalControl Meters: misuratori di portata ad ultrasuoni clamp-on (non intrusivi)

MISURATORI DI PORTATA AD ULTRASUONI CLAMP-ON (NON INTRUSIVI)


TECNOLOGIA: Una o più coppie di trasduttori sono posizionate sulla tubazione, la misura della velocità di transito del fluido è proporzionale alla differenza nei tempi di percorrenza di un segnale ultrasonico inviato da un trasduttore all’altro e viceversa.

VANTAGGI:
i misuratori Flexim consentono di effettuare misure precise ed affidabili senza contatto con il fluido, quindi senza problemi di usura, deriva e manutenzione. Tutte le parti sono progettate per garantire robustezza e longevità anche in condizioni di utilizzo gravose.

APPLICAZIONI:
Chimico e Farmaceutico su acidi, solventi, fluidi pericolosi
– Utilities di stabilimento: acqua fredda, acqua calda, olio diatermico, aria, azoto per controllo consumi e misure di energia termica per ottenimento certificati bianchi
– Distribuzione e stoccaggio gas: misura portata gas naturale
– Centrali: acque acide nelle centrali a carbone, grosse condotte per l’idroelettrico, acque di raffreddamento
– Centrali termo solari per misura sali fusi fino a 600°C
– Acquedotti o trattamento acque su tubazioni di qualsiasi diametro
– Alimentare

ITAL CONTROL METERS: MONITORAGGIO POLVERI IN AMBIENTI DI LAVORO

Come monitorare in modo accurato e continuo le
particelle respirabili sospese nell’aria? Negli ambienti industriali sono presenti particelle di carbone,
polvere di silice e polveri da costruzione anche in presenza di carichi
pesanti, polveri di legno, tutte molto dannose per la salute dell’uomo,
ecco perché il monitoraggio polveri in ambiente di lavoro è basilare

Polveri dal
diametro di 10 micron sono inalabili
, si depositano lungo
le vie respiratorie, quelle di diametro
2,5 micron sono addirittura respirabili
, quindi possono penetrare nei
polmoni fino ad accumularsi nel sangue e raggiungere varie parti del nostro
organismo, è quindi necessario un monitoraggio
polveri
efficace e accurato per poter prevenire conseguenze sulla salute umana
assai dannose.

In questo modo oltre a problemi di tipo respiratorio
possono verificarsi problemi anche in altri tessuti del corpo umano.

Oltre alle problematiche più urgenti legate alla
salute e alla sicurezza dei lavoratori,
si aggiungono i danni che l’accumulo di
polveri
può causare al funzionamento delle
apparecchiature e delle macchine presenti in ambienti industriali,
provocando surriscaldamento, attriti, intasamento, depositi.

I campionamenti
manuali sporadici non bastano. 

La tecnologia oggi ci consente di misurare la quantità di polveri presenti in un ambiente e dare immediata segnalazione qualora tale quantità superi quella consentita. Monitoraggio polveri in ambienti di lavoro.

AIR-XD è una
centralina compatta di nuova generazione che consente di ottenere informazioni
affidabili, continuative ed in tempo reale relative alla concentrazione totale
(TSP) delle polveri sottili nell’ambiente ed anche alla loro classificazione
dimensionale (PM).

AIR-XD è un contatore ottico di
particelle ad elevate prestazioni
basato sulla tecnica rifrattometrica: è in grado di garantire un’accuratezza del
+/- 5%, raggiungibile solo in laboratorio, ma soprattutto è un sistema autonomo
con un’esigenza minima di manutenzione, dove ad esempio sono stati eliminati
componenti quali filtri e pompa (sostituiti da un sistema di convezione
naturale a portata autoregolata).

Display e tastiera a
bordo ne semplificano la programmazione
; il sistema
funzionalmente autonomo fornisce la visualizzazione locale della concentrazione
e della tipologia delle polveri con uscite analogiche e digitali; inoltre un data-logger memorizza analisi, eventi e diagnostica scaricabili su PC per
archiviazione o analisi di dettaglio a posteriori.

AIR-XD trova
applicazioni ideali nell’industria dei
metalli, in quella dei minerali e comunque ovunque ci siano polveri sottili
nell’aria ambiente dovute a trasporto, movimentazione o lavorazione.

emissioni, monitoraggio ambienti di lavoro, polverimetro, sicurezza

Links utili:

https://www.italcontrol.it/prodotti/concentrazione-polveri/trolex-air-xd/

https://www.italcontrol.it/media/1732/trolex_air-xd_feb19.pdf

https://www.trolex.com/dust-monitoring

Turck Banner: nuovi sensori radar IO-Link

sensore radar

Turck Banner Italia, tra i principali fornitori di sensoristica, illuminatori e segnalatori industriali, sistemi bus e sicurezza, ha presentato la nuova famiglia di nuovi sensori radar compatibili con IO-Link della serie LRS

La nuova famiglia di nuovi sensori radar va a completare il portafoglio delle soluzioni per la misura dei livelli nella gamma da 0,35 a 10 m.

I nuovi dispositivi, con protezione IP67/69K, sono particolarmente indicati per applicazioni impegnative: ad esempio, nell’automazione industriale dove i sensori ottici o a ultrasuoni non sono particolarmente idonei a causa di vari fattori d’interferenza quali polvere, vento o luce.

I nuovi sensori radar della famiglia LRS a radiazione libera offrono anche funzioni di analisi dettagliate che, in passato, erano possibili solo grazie a sensori radar di alta gamma, utilizzati spesso nell’industria di processo.

La novità targata Turck Banner trova ideale applicazione anche in altri campi industriali quali l’ingegneria meccanica, l’impiantistica, l’industria automobilistica e le industrie alimentare e farmaceutica.

L’assenza di un’asta metallica di guida favorisce l’utilizzo in aree a particolari esigenze igieniche e semplifica la messa in servizio.

Il touchpad della serie LRS, con pulsanti capacitivi e un cappuccio frontale traslucido,è basato sullo stesso concetto della piattaforma del sensore Fluid 2.0 di Turck Banner e consente l’emissione di valori di distanza, livello e volume.

I sensori LRS sono disponibili con due uscite di commutazione o con un’uscita di commutazione e un’uscita analogica.

Grazie alla loro interfaccia IO-Link aggiuntiva e alla preelaborazione intelligente decentralizzata del segnale, tutte le varianti forniscono una grande quantità di informazioni aggiuntive per l’elaborazione nelle applicazioni di monitoraggio delle condizioni in ambiente IIoT.

Ciò significa oltre all’intensità del segnale, l’inclusione di valori di temperatura, ore di funzionamento o cicli di commutazione.

Grazie al master IO-Link di Turck Banner si può monitorare e programmare il radar attraverso il configuratore IODD senza alcun software aggiuntivo. Lo strumento di configurazione è basato su browser e visualizza graficamente la curva di misurazione del sensore, oltre a offrire l’accesso in semplice testo a tutti i parametri rilevanti. Ciò consente ad esempio di mascherare il segnale di interferenza di un agitatore o di una griglia o di allinearsi perfettamente con il feedback in tempo reale del sensore per massimizzare l’affidabilità della misura di livello in applicazioni impegnative.

I nuovi Turck Banner Radar Monitor offrono, con i master IO-Link Turck Banner e senza software aggiuntivo, un’efficace e approfondita funzione di analisi in tempo reale. La logica operativa è uniforme in tutta la famiglia Fluid 2.0, il campo di misura da 0,35 a 10 m, con un angolo di apertura stretto, e l’emissione dei valori di livello o volume è diretta.

La soluzione è particolarmente conveniente per le applicazioni impegnative grazie alle sue funzioni di analisi equiparabili a quelle di fascia alta. La nuova soluzione LRS510 rappresenta la risoluzione dei problemi, quando altre tecnologie di sensori raggiungono i propri limiti.

La messa in servizio tramite il Turck Banner Radar Monitor è particolarmente veloce.

FLIR Systems una nuova telecamera acustica

FLIR telecamera acustica

Con 124 microfoni e una potenza di elaborazione avanzata, la telecamera acustica FLIR Si124 offre la migliore sensibilità di rilevazione del settore, un’eccellente risoluzione dell’immagine acustica e un’eccellente portata di rilevazione

Perdite di aria compressa, perdite del sistema per la produzione di vuoto, parziali scariche elettriche: sono tutti problemi costosi nei sistemi che causano sprechi di energia e costringono le aziende ad affrontare costi imprevisti e potenziali problemi di produzione e continuità operativa.

L’imaging a ultrasuoni con una telecamera acustica è un metodo efficace per rilevare questi problemi nelle apparecchiature a completamento delle procedure di gestione delle risorse.  Questa tecnologia facile da usare in genere permette agli addetti di completare le ispezioni 10 volte più rapidamente rispetto ai metodi tradizionali.

A fronte di queste considerazioni, quali sono le caratteristiche da ricercare in una telecamera acustica?

Ecco, secondo FLIR Systems, le sei caratteristiche da valutare per orientarvi verso una scelta accorta:

GAMMA DI FREQUENZE EFFICACE

Una delle prime caratteristiche da considerare è la gamma di frequenze della telecamera. Si potrebbe supporre che per captare la più ampia gamma di suoni sia necessaria una gamma di frequenze più ampia possibile.

Tuttavia, in realtà, la gamma di frequenze più efficace per rilevare una perdita di aria compressa è compresa tra 20 e 30 kHz.

Infatti, limitando la gamma tra 20 e 30 kHz, è più facile distinguere le perdite di aria compressa dal rumore di fondo in una fabbrica.

L’ampiezza del rumore dei macchinari solitamente presenta il suo picco massimo sotto i 10 kHz e tende a zero a 60 kHz, mentre le perdite d’aria raggiungono il picco tra 20 e 30 kHz. Data la maggiore differenza tra il rumore della perdita d’aria e il rumore di fondo tra 20 e 30 khz, rispetto a frequenze più alte, è più facile rilevare la perdita d’aria in questa gamma di frequenza.

Sia il rumore dell’aria compressa che quello dei macchinari seguono la stessa tendenza di ampiezza decrescente nella gamma di frequenze da 30 a 60 kHz, rendendo più difficile discriminare i rispettivi suoni.

Pertanto, una telecamera acustica che opera nella gamma tra 20 e 30 kHz è più efficace.

Nella ricerca di scariche parziali a distanza di sicurezza, la gamma da 10 a 30 kHz è ottimale, in quanto le frequenze più alte percorrono distanze più brevi. Per rilevare le scariche parziali di apparecchiature ad alta tensione in esterni, la telecamera deve essere regolata su suoni a frequenza più bassa e che percorrono distanze maggiori.

NUMERO OTTIMALE DI MICROFONI

Per catturare i suoni più lievi, è vantaggioso averne un numero maggiore. Tipicamente, le telecamere acustiche impiegano decine di microfoni MEMS (sistemi microelettromeccanici) per acquisire e caratterizzare i suoni. Sebbene di piccole dimensioni, i microfoni MEMS hanno un basso consumo energetico e sono molto stabili.

Ma essi stessi generano rumore che interferisce con la capacità di un singolo microfono di captare suoni molto tenui.

Per ovviare a questo inconveniente, la soluzione è aumentare il numero di microfoni in uso; il miglioramento dovuto semplicemente al raddoppio del numero di microfoni elimina tre decibel di suoni indesiderati. In alcuni casi, il rumore interno di un solo microfono, o self-noise, potrebbe impedire al sistema di captare una perdita di aria compressa caratterizzata da un segnale di 16,5 kHz.

Una telecamera acustica con 32 microfoni sarebbe in grado di rilevare la perdita, ma il rapporto segnale-rumore non sarebbe ancora sufficiente per rilevare suoni più lievi. Al contrario, una telecamera acustica con 124 microfoni può captare una perdita sia a 16,5 kHz, sia a 18,5 kHz,  per rilevare, individuare e quantificare facilmente anche le piccole perdite.

PORTATA DI RILEVAZIONE SONORA

Integrare il giusto numero di microfoni in una telecamera acustica può anche migliorare le possibilità di captare rumori molto silenziosi a grande distanza. Questa capacità è particolarmente importante nelle ispezioni di sistemi ad alta tensione, che impongono di operare a distanza di sicurezza dai componenti sotto tensione. La forza di un segnale sonoro diminuisce significativamente all’aumentare della distanza dalla sua fonte. Per contrastare questo fenomeno, la soluzione è aumentare il numero di microfoni: quadruplicando il numero di microfoni si raddoppia la portata di rilevazione sonora.

POSIZIONAMENTO DEI MICROFONI

Il posizionamento dei microfoni su una telecamera acustica è un fattore determinante nella rilevazione della direzione e l’origine del suono. La telecamera acquisisce i dati da ogni microfono, misura le differenze di temporizzazione e di fase dei segnali e infine calcola la posizione della fonte. Questi microfoni devono essere raggruppati a stretto contatto per garantire l’acquisizione di dati sulle onde sonore sufficienti a stabilirne correttamente l’origine.

PRESTAZIONI DEI MICROFONI

Proprio come avviene per la frequenza, anche il numero di microfoni in una telecamera acustica è un fattore di delicato equilibrio. L’uso di un numero eccessivo di microfoni può risultare svantaggioso perché ogni microfono richiede una potenza di elaborazione per convertire i segnali di dati audio in immagini, quindi aggiungerne troppi degrada le prestazioni.

Alcuni produttori bilanciano la maggiore richiesta di potenza di elaborazione riducendo la risoluzione dei pixel dell’immagine acustica, ossia i pixel “sonori”, ma questa soluzione impatta le prestazioni generali della telecamera.

È importante disporre di un numero sufficiente di pixel sonori per rilevare in modo affidabile le scariche parziali e gli effetti corona a distanza e localizzarne l’esatta origine.

Con 124 microfoni e una potenza di elaborazione avanzata, la telecamera acustica FLIR Si124 offre la migliore sensibilità di rilevazione del settore, un’eccellente risoluzione dell’immagine acustica e un’eccellente portata di rilevazione.

ANALISI INTELLIGENTE

Le caratteristiche finali da considerare sono la potenza di calcolo e l’analisi fornita dalla telecamera acustica, oltre all’eventuale software a corredo.

Ad esempio, la telecamera FLIR Si124 è dotata di analisi a bordo, report di facile comprensione e analisi predittiva tramite uno strumento web di intelligenza artificiale che consente di classificare la gravità della perdita, eseguire l’analisi dei costi e l’analisi del modello di scarica parziale in tempo reale durante l’ispezione. Attivando il collegamento alla rete Wi-Fi a fine ispezione, le immagini vengono automaticamente caricate su FLIR Acoustic Camera Viewer, per eseguire ulteriori analisi in cloud, compreso il calcolo della spesa energetica annuale stimata dovuta a perdite dell’impianto di aria compressa o del vuoto, e oltre alla possibilità di stabilire se una scarica parziale richieda un intervento di manutenzione o una sostituzione.

Il Viewer può anche essere usato per creare report da condividere con la squadra di manutentori o il cliente.

Per saperne di più:

https://www.flir.it/discover/industrial/6-things-to-look-for-in-an-acoustic-imager/

www.flir.com/products/si124

Industria italiana delle tecnologie: nuove opportunità dal Brasile

imptrese italiane tecnologie in Brasile

Il focus sulle nuove opportunità delle tecnologie in Brasile, fa parte di un più ampio percorso di promozione internazionale strutturato in attività virtuali a seguito della pandemia

Una cinquantina di Aziende hanno preso parte al Webinar di approfondimento “Brazil: business opportunities for electrical engineering & electronic companies”, organizzato da Ice Agenzia con il supporto del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, dell’Ambasciata d’Italia in Brasile e in collaborazione con Anie, la Federazione che rappresenta l’industria Elettrotecnica ed Elettronica italiana.

L’incontro ha rappresentato la prima tappa della missione virtuale rivolta al Brasile ed è stato occasione per approfondire le opportunità che il Paese offre nei settori dell’Elettrotecnica e dell’Elettronica, con particolare focus sui mercati dell’Energia e delle Energie Rinnovabili.

Il Webinar si è aperto con l’introduzione dell’Ambasciatore d’Italia in Brasile, Francesco Azzarello, e della Responsabile Relazioni Internazionali di Anie, Mariarosaria Fragasso. A seguire, moderati da Ferdinando Fiore, Direttore dell’Ufficio Ice di San Paolo, si sono tenuti i panel tecnici a cura delle associazioni locali Abinee, Absolar e Abeeolica, che hanno fornito una panoramica dei settori elettrotecnico ed elettronico con un focus specifico sul segmento fotovoltaico ed eolico.

Enel Green Power Brazil e il Gruppo Terna hanno portato ai partecipanti presentando la propria esperienza di successo sul mercato brasiliano. Il webinar si è concluso con un intervento a cura dello Studio Legale Guarnera Advogados, incentrato sugli aspetti legali e doganali che le imprese italiane devono tenere in considerazione nell’approccio al mercato.

A questo evento seguirà, nelle prossime settimane, l’organizzazione di una giornata di incontri B2B in modalità virtuale sulla piattaforma Smart 365 di ICE Agenzia; è prevista la partecipazione di 10-15 imprese italiane del settore e una delegazione di operatori brasiliani selezionati dall’Ufficio Ice di San Paolo.

Lo scenario

L’Industria Anie è composta da settori tecnologicamente avanzati e altamente specializzati, che rappresentano 84 miliardi di euro di fatturato totale e 500.000 addetti.

L’incidenza dell’export sul fatturato totale è strutturalmente superiore al 50% e le imprese esportatrici sono il 40% sul totale, il doppio rispetto alla media manifatturiera.

Negli ultimi anni, prima della crisi Covid-19, a fronte di una domanda interna più debole, le imprese Anie hanno rafforzato il presidio sui mercati esteri e hanno fortemente diversificato a livello geografico i mercati di destinazione, cogliendo opportunità di crescita al di fuori della tradizionale area europea. Oltre 200 sono i Paesi esteri raggiunti dalle esportazioni elettrotecniche ed elettroniche italiane e fra i primi trenta mercati di destinazione del settore oltre il 60% sono oggi extra UE.

Nel 2020 l’andamento dell’Elettrotecnica ed Elettronica italiane si inquadra in un contesto macroeconomico critico dove, alla forte debolezza della domanda interna, si è unita una frenata anche delle esportazioni.

Sulla base dei preconsuntivi elaborati dal Servizio Studi Anie, si stima che gli effetti negativi della pandemia abbiano portato complessivamente il fatturato aggregato dei settori Anie su livelli inferiori del 7,3% rispetto al 2019, con perdite sul mercato interno ancora più ampie.

Le stime sull’evoluzione futura del settore vedono un ritorno sui livelli pre Covid solo nel 2022, nell’ipotesi di contenimento del rischio pandemico e di una ricaduta positiva sul sistema industriale del sostegno che potrà venire dai programmi europei.

L’evoluzione del Paese

Il Brasile rappresenta il primo mercato di destinazione dell’export italiano di Elettrotecnica ed Elettronica in America latina.

L’importante processo di trasformazione energetica e gli incentivi che il Paese riserva all’innovazione aprono interessanti opportunità per le imprese italiane.

Dopo la battuta d’arresto registrata nel 2020 per effetto dell’emergenza sanitaria, nel 2021 si attende un incremento del PIL del Paese pari al 3,5%.

Questo Paese ha bisogno di importanti interventi di ammodernamento della dotazione infrastrutturale (si stima che per soddisfare questo fabbisogno dovrebbe essere dedicato annualmente il 5% del PIL).

Guardando al mercato dell’Energia, il settore si caratterizza per una rapida crescita sia nell’ambito delle fonti tradizionali, sia di quelle rinnovabili, in linea con il Piano nazionale di espansione al 2023.

Rockwell Automation e Alewijnse Marine, controllo virtuale

dragaggio piattaforma di controllo

Alewijnse Marine ha sviluppato, in collaborazione con Rockwell Automation e una delle maggiori società mondiali di dragaggio, un innovativo concept di controllo basato su piattaforma virtuale

Tramite la piattaforma virtuale Alewijnse Virtualization & Visualization (AlViVi), tutti i sistemi inerenti il processo di dragaggio sono ora centralizzati e integrati e possono essere visualizzati e gestiti da tutti gli schermi presenti sulla nave.

Alewijnse Marine, che dal 1997 collabora con Rockwell Automation, alla fine del 2017 ha presentato alla compagnia di dragaggio un concetto che l’azienda aveva già applicato, seppur in forma leggermente differente, a diversi clienti industriali.

Caratteristica fondamentale della soluzione proposta, è avere tutte le applicazioni e le informazioni di processo virtualizzate su un server centrale anziché localizzate su PC separati a bordo della nave.

Questo approccio ‘zero client’, rende le informazioni e le applicazioni disponibili, ovunque sulla nave, a tutti i ruoli coinvolti nel processo di lavoro.

La società di dragaggio, che vanta una delle più moderne flotte di draghe e di draghe a tramoggia aspirante, è rimasta molto favorevolmente colpita da questo nuovo concept. Il cliente che è stato direttamente coinvolto in tutte le fasi dello sviluppo fino al test di prova, ha ora installato con successo il sistema su diverse navi.

Grazie al nuovo concept i membri dell’equipaggio possono accedere agevolmente alle informazioni di loro pertinenza e ciò rende più rapidi ed efficienti i processi di lavoro a bordo.

Una delle componenti fondamentali alla base del concept è il software ThinManager Content Delivery di Rockwell Automation che va a sostituire i costosi switch kvm e rende disponibili agli utenti le informazioni sia dei server fisici che virtuali.

Oltre al risparmio di tempo derivante dalla velocità nello sviluppo, costruzione e installazione dei nuovi sistemi IT, ciò che colpisce particolarmente è l’enorme riduzione dell’hardware.

L’uso di un server virtuale e della soluzione thin client riduce del 75 per cento circa la quantità di hardware e di cablaggio. Ora sul ponte è sufficiente un mezzo armadio per server anziché diversi rack da 19 pollici. Benché i costi di acquisto dell’hardware siano inferiori, la costruzione e installazione totale della piattaforma AlViVi per nave, inizialmente, non risulta essere molto più economica di un ambiente IT tradizionale.

Biopolimeri processabili mediante analisi termica e reologia

I biopolimeri sono un’alternativa interessante ai polimeri derivati ​​da combustibili fossili e oggi sono utilizzati principalmente dall’industria degli imballaggi

Tuttavia, il loro comportamento di cristallizzazione rende più difficile la lavorazione di questi nuovi materiali. 

Ecco come l’analisi termica e la reologia forniscono soluzioni per studiare le proprietà dei materiali rilevanti.

A cura della dott.ssa Catherine A. Kelly, Silvia Kliem, MSc e della dott.ssa Natalie Rudolph

I biopolimeri sono un’alternativa interessante ai polimeri derivati ​​da combustibili fossili e oggi sono utilizzati principalmente dall’industria degli imballaggi. Mai prima d’ora l’industria della plastica è stata guidata dalla sostenibilità come lo è ora. La crescente pressione da parte della società e della legislazione grava particolarmente sull’industria degli imballaggi che richiede alternative più sostenibili.

 

Cosa sono i biopolimeri

Il termine biopolimeri include polimeri a base biologica, polimeri biodegradabili, che potrebbero essere a base di olio, nonché la combinazione di entrambi: bio-based e biodegradabile allo stesso tempo

I polimeri a base biologica hanno una bassa impronta di carbonio che può essere ulteriormente migliorata se i materiali vengono riciclati. 

Le plastiche biodegradabili a volte sono criticate, perché spesso non si decompongono nell’ambiente, ma piuttosto in condizioni molto controllate negli impianti di compostaggio.

Pertanto, materiali come il poliidrossibutirrato-idrossivalerato (PHBV) sono particolarmente interessanti in quanto sono a base biologica e biodegradabili a temperatura ambiente. 

Per esempio, si decomporrà nel terreno per un periodo che va da poche settimane a un mese. 

Il poliidrossibutirrato (PHB) è generato da batteri specifici come forma di accumulo di energia. 

Il materiale puro ha un’elevata cristallinità fino all’80%, il che lo rende piuttosto fragile e difficile da lavorare convenzionalmente. 

Tuttavia, la copolimerizzazione all’interno dei batteri produce PHBV con buone proprietà meccaniche.

 

Sfida n. 1: cristallizzazione secondaria a temperatura ambiente

Sfortunatamente, queste proprietà cambiano durante la vita utile dei prodotti fabbricati a causa della continua cristallizzazione e quindi dell’infragilimento. 

Questo accade spesso nell’arco di pochi giorni e rende il materiale inadatto anche per un utilizzo di breve durata. 

Una soluzione è l’aggiunta di altri polimeri o oligomeri che riducono o addirittura ostacolano la cristallizzazione secondaria a temperatura ambiente. Idealmente, anche il materiale aggiunto è a base biologica.

Uno di questi plastificanti adatti per PHBV è il polietilenglicole (PEG) [1]. 

In uno studio condotto presso l’Università di Birmingham nei laboratori AMCASH e Jenkins, il Dr. Kelly ha studiato la miscibilità di questa miscela. I ricercatori hanno prodotto varie miscele di PHBV e PEG a basso peso molecolare e hanno studiato il comportamento del materiale utilizzando un reometro rotazionale NETZSCH Kinexus Pro + . 

Per studiare la miscibilità, tipicamente gli sweep di frequenza vengono eseguiti in oscillazione ei moduli di memorizzazione misurati tracciati sui corrispondenti moduli di perdita, su scale logaritmiche, per ottenere un grafico Han

Han et al. ha affermato che qualsiasi miscela miscibile mostrerebbe una linea retta paragonabile al materiale puro e le deviazioni da quella linea indicano immiscibilità [2].

Tuttavia, le miscele PHBV-PEG studiate qui si degradano durante le misurazioni e quindi questo metodo non può essere applicato prontamente. Pertanto, è stata utilizzata una modifica utilizzata per i sistemi termicamente instabili, proposta per la prima volta da Yamaguchi e Arakawa [3]. Gli sweep temporali sono stati eseguiti a frequenze specifiche. Le condizioni di misurazione sono riassunte nella Tabella 1 e i risultati degli sweep temporali sono mostrati nella Figura 1 per il modulo di memoria.

Tabella 1: condizioni di misurazione

Modalità di misurazione Il tempo scorre in oscillazione
Geometria Piastre parallele da 20 mm
Temperatura 185 ° C
Gap 1 mm
Sforzo 0,5%
Frequenze 0,25 – 25 Hz
Tempo di premelt Cinque minuti

Figura 1: Modulo di memoria misurato in funzione del tempo per frequenze di 0,25, 1, 5 e 25 Hz (dal basso verso l’alto)

Dopo che le misurazioni e la raccolta dei dati sono state completate, sia i dati del modulo di memoria che quelli del modulo di perdita sono stati tracciati rispetto alla frequenza per ogni intervallo di 60 secondi. È stata quindi generata una curva master sovrapponendo i dati. Queste curve master calcolate sono state utilizzate per calcolare lo stoccaggio corretto e il modulo di perdita al tempo t 0 e per generare i grafici Han, Figura 2. Per tutte le miscele studiate, la loro miscibilità è stata dimostrata da una linea retta paragonabile a quella del PHBV puro.

Figura 2: Schema del grafico Han con la classificazione come miscibile e immiscibile a seconda della linearità dei risultati

Maggiori dettagli sull’analisi e sull’uso dei dati reologici per calcolare i tassi di degradazione possono essere trovati qui!

Sfida n. 2: lavorabilità in film sottili

In un altro studio condotto presso l’Institut für Kunststofftechnik dell’Università di Stoccarda da Silvia Kliem, MSc 3 , il citrato a base biologica è stato studiato come plastificante da utilizzare nel film soffiaggio. A causa della bassa viscosità e forza di fusione del PHBV puro, è necessario un additivo biodegradabile adatto per migliorare la sua processabilità in film sottili. I ricercatori hanno miscelato il PHBV con diverse quantità di citrato (5 e 10% in peso) come plastificante, nonché basse quantità di polilattide (PLA). Un NETZSCH DSC 204 F1 Phoenix ® è stato utilizzato per studiare l’effetto dell’additivo sul comportamento di cristallizzazione della miscela. Le condizioni di misurazione sono riassunte nella Tabella 2.

Tabella 2: condizioni di misurazione

Padella Al, coperchio forato
Peso del campione circa 11 mg
Atmosfera N 2
Temperatura Da -20 ° C a 200 ° C a 10 K / min (1. + 2. riscaldamento e raffreddamento)

Figura 3: misurazioni DSC dinamiche di miscele PHBV-PLA con (il blu è il 5% in peso, il rosa è il 10% in peso) e senza il citrato plastificante (verde)

La Figura 3 mostra le curve di riscaldamento e raffreddamento della miscela PHBV-PLA con e senza citrato. Si può vedere che l’entalpia di fusione e cristallizzazione è paragonabile per tutte e tre le composizioni quando normalizzata per il contenuto in peso di citrato (risultati dell’analisi omessi nel grafico per una migliore chiarezza). I picchi a 175 ° C e 120 ° C sono rispettivamente per la fusione e la cristallizzazione del PHBV. Il picco molto più piccolo a 150 ° C mostra la fusione del componente PLA. Confrontando ulteriormente le diverse curve, si può osservare che l’additivo citrato sposta i picchi di fusione e cristallizzazione a temperature inferiori; nel caso del 10% in peso di citrato di quasi 4 K. Ciò ha un effetto significativo sulla degradazione del materiale durante la lavorazione, poiché la temperatura di estrusione può essere inferiore a causa del plastificante.

Questi risultati di analisi sono stati convalidati da prove di soffiaggio della pellicola. Mentre le miscele PHBV-PLA senza plastificante non potevano essere espanse, l’estrusione è stata migliorata con il 5% in peso di citrato. Solo con il 10% in peso è stato possibile mantenere un processo di estrusione costante e raggiungere uno spessore del film <25 µm.

 

Reologia e Analisi Termica adatte per analizzare biopolimeri

Questi due studi mostrano esempi di plastificanti a base biologica per PHBV a base biologica per creare un materiale di imballaggio completamente degradabile. 

Si può vedere che entrambi i plastificanti presentano vantaggi per diverse applicazioni che richiedono lavorazioni diverse come vassoi rispetto ai film sottili. 

Si è scoperto che è possibile applicare sia tecniche reologiche che termoanalitiche per analizzare le proprietà dei biopolimeri come PHBV e soprattutto la loro processabilità. 

È particolarmente utile che i metodi reologici e termoanalitici richiedano quantità minime di materiale rispetto alle prove di lavorazione, ma possono fornire preziose informazioni sulle loro proprietà. 

L’utilizzo delle giuste tecniche aiuterà ad aumentare la nostra comprensione di questa classe di materiali ancora relativamente nuova e consentirà il costante miglioramento e la maturità del mercato di cui abbiamo così urgentemente bisogno.

1 Informazioni su AMCASH presso l’Università di Birmingham

Il progetto AMCASH, che è un programma FESR parzialmente finanziato, è coordinato dalla School of Metallurgy & Materials dell’Università di Birmingham. Il progetto offre alle organizzazioni regionali di PMI un’assistenza tecnica della durata tipica di 2 giorni, nell’ambito di progetti relativi alla scienza dei materiali. Scopri di più qui!

2 Informazioni sul laboratorio di Jenkins presso l’Università di Birmingham

L’attività riguarda principalmente la relazione tra struttura chimica, lavorazione, microstruttura e le proprietà fisiche dei polimeri termoplastici (numerosi polimeri, miscele e compositi termoplastici) e, inoltre, come le proprietà possono essere influenzate da ciascuno di questi aspetti. S

3 Informazioni sull’Institut für Kunststofftechnik dell’Università di Stoccarda

L’esperienza dell’Institut für Kunststofftechnik sotto la direzione del Prof. Dr.-Ing. Chrsitian Bonten comprende l’intero campo della tecnologia delle materie plastiche: ingegneria dei materiali, tecnologia di lavorazione (ingegneria meccanica e di processo) e ingegneria del prodotto. 

Fonti

[1] Kelly AC, Fitzgerald AVL, Jenkins MJ. Controllo del processo di cristallizzazione secondaria in poli (idrossibutirrato-co-idrossivalerato) attraverso l’incorporazione di poli (glicole etilenico), degradazione e stabilità del polimero. 2018; 148: 67-74, https://doi.org/10.1016/j.polymdegradstab.2018.01.003

[2] Yang H, Han CD, Kim JK. Reologia delle miscele miscibili di poli (metilmetacrilato) con poli (stirene-co-acrilonitrile) e con poli (vinilidene fluoruro), Polimero. 1994; 35 (7): 1503-1511

[3] Yamaguchi M, Arakawa K. Effetto della degradazione termica sulle proprietà reologiche del poli (3-idrossibutirrato). Euro. Polym. J. 2006; 42 (7): 1479-86

[4]

RESILIENZA INDUSTRIALE, LE FABBRICHE FARO SI APRONO ALLE FILIERE E ALL’OPEN INNOVATION

fabbrica intelligente

Dalla relazione del Presidente di Fabbrica intelligente, Luca Manuelli, emergono le direttrici di sviluppo dell’associazione che riunisce tutti i portatori di interesse della manifattura per una resilienza industriale

Nei prossimi mesi crescerà il numero di regioni e di attori coinvolti, e verrà sviluppato l’ecosistema dei Lighthouse, recentemente arrivati a 5 grazie ad Hsd Mechatronics forse destinati a diventare 6 con la candidatura di Wartsila.  Azioni sulle filiere di fornitori. Un contributo importante alla politica industriale e al Pnnr con la proposta “Produrre un Paese resiliente” e con la prossima roadmap.

Quali evoluzioni stanno attraversando il Cluster Nazionale Fabbrica Intelligente (CFI),l’associazione che riunisce tutti gli stakeholder (regioni, università, centri di R&S ed aziende) della manifattura avanzata, cioé della colonna portante del sistema economico italiano?

Come sarà il CFI del prossimo futuro?  Ne ha parlato il presidente Luca Manuelli nel corso del workshop annuale Produrre un Paese Resiliente e Sostenibile.

LA MANIFATTURA ITALIANA: UNO SCENARIO COMPLESSO E INCERTO

Ancora oggi, ha sottolineato Luca Manuelli, permane una situazione di profonda incertezza, determinata dalla pandemia. Il Covid-19 ha prodotto circa due milioni di morti a livello mondiale e circa 100mila in Italia. Il Pil globale è calato quest’anno del 3,5%; e in Italia del 9%. Per il 2021 le previsioni sono in continuo aggiornamento; allo stato, tuttavia, è prevista una crescita mondiale del 5%, mentre in Italia con ogni probabilità ci si fermerà al 3-3.5%, al di sotto degli obiettivi europei del 4,2%.

L’EVOLUZIONE DELLA MISSIONE DEL CLUSTER: ECOSISTEMA COLLABORATIVO E RESILIENZA INDUSTRIALE

A fronte della pandemia e del suo impatto sul fabric del Paese, CFI si sta sviluppando lungo due direttrici principali. 

Il CFI sta lavorando per far crescere il proprio ecosistema collaborativo.

Anzitutto, l’allineamento della sua missionedi sviluppare l’ecosistema collaborativo dell’innovazione del manifatturiero all’attuale scenario: con la disarticolazione delle filiere e il calo della domanda sperimentati lo scorso anno, il cluster ha attribuito maggior rilievo alla resilienza di sistema, e cioè alla capacità delle imprese manifatturiere di reagire positivamente alle avversità e di superare eventi traumatici.

Questa esigenza si è tradotta nella visione sviluppata con una task force di 50 esperti che è stata sintetizzata nel documento, “Produrre un Paese Resiliente”, una proposta diretta al decisore politico, che si può essere approfondita qui

Lo sviluppo territoriale è una delle priorità del Cluster Fabbrica Intelligente

A proposito di “Produrre un Paese Resiliente”, questo documento individua tre categorie di interventi: anzitutto quelli immediati, per favorire l’accelerazione della digital transformation con l’acquisizione di beni strumentali, software, metodologie, e con l’adeguamento di soluzioni esistenti e il supporto alla trasformazione sostenibile dell’industria.

Si parla, ad esempio di tecnologie per il lavoro a distanza o di robot in grado di garantire un alto livello di interazione con gli umani per gestire l’emergenza.  Poi, quelli di medio termine specifici, e cioè quelli che, grazie alla ricerca e all’innovazione, possono dar vita a soluzioni innovative utili anche per supportare la riconfigurazione delle filiere.

Si pensi, ad esempio, alle attività di commissioning e di manutenzione a distanza; e più in generale, alla collaboration basata sul Cloud. O, ancora, all’internet of action, che permette ad operatori esperti di agire a distanza e di riprodurre sensazioni ed azioni in modo interattivo e adattativo, come accade nella robotica per la medicina.  Infine, quelli di medio termine a carattere sistemico, per dotare il Paese di un sistema di manifattura di pronto intervento, in grado di produrre subito beni e strumentazioni utili nell’emergenza in tempi ridotti e in grandi volumi.

Anche la nuova Roadmap, in via di completamento entro il primo trimestre del 2021, «sarà integrata da obiettivi che potranno essere utili anche per la definizione del Recovery Plan». 

Questa è il documento strategico di CFI per definire le necessità della manifattura italiana in termini di avanzamento tecnologico e per rendere più competitivo il settore economico più rilevante del Paese.

L’anno scorso erano stati impegnati sette gruppi tematici (coordinati dal presidente del comitato tecnico scientifico Tullio Tolio) formati da tecnici, docenti universitari e soci del cluster. «Ora una parte del lavoro è confluito in Produrre un Paese Resiliente – ha affermato Manuelli – visione che potrà essere ulteriormente sviluppata grazie ai contributi emersi durante il Workshop per poter essere sottoposta all’attenzione del Governo».  

L’ESPANSIONE DELL’ECOSISTEMA COLLABORATIVO

In secondo luogo, il consolidamento delle sue principali attività e l’allargamento della sua base associativa. Nella visione di CFI la resilienza della manifattura è un fattore organico. Si può acquisire solo in un contesto forte, dove soggetti diversi collegano le proprie competenze. 

«La nuova visione – ha affermato Manuelli – è portata avanti dall’intero ecosistema» che ruota attorno al Cfi. Ad oggi il Cluster conta 287 membri, di cui 218 partner industriali, regioni e diversi tra università, centri di ricerca, e altri.

Produrre un Paese Resiliente

Quanto alle Regioni, sono sette quelle (Veneto, Emilia-Romagna, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte e Puglie) che hanno da tempo formalizzato un Accordo di Programma con il Mur sulle tematiche della Fabbrica Intelligente propedeutico allo sviluppo dei Cluster Territoriali. «L’obiettivo – ha afferma Manuelli – è raddoppiare questo numero in tre anni, coinvolgendo maggiormente il Sud del Paese». In particolare, sono già stati individuati potenziali candidati dalle Regioni Friuli Venezia GiuliaTrentino Alto Adige e Umbria, e si stanno stringendo rapporti con ToscanaLazioCampaniaAbruzzo e Basilicata.

HSD Mechatronics è recentemente diventata Lighthouse Plant del CFI

Quanto agli impianti Faro, già nel 2020 ne è aumentato il novero: dopo i Lighthouse dei grandi gruppi internazionali Ansaldo Energia, Abb, Hitachi Rail, Tenova-Ori Martin, a rivestire il ruolo di Lighthouse Plant è giunta HSD Mechatronics del gruppo Biesse, che è quotato in Borsa

Con 80 milioni di fatturato, 340 dipendenti, Hsd è la prima media impresa ad essere insignita di tali status e missione. Grazie a HSD anche aziende di dimensioni più piccole rispetto a quelli di prima generazione potranno permettere di dimostrare quali soluzioni tecnologiche si possano adottare per migliorare la competitività, la resilienza e la sostenibilità.

Dopo il quinto Lighthouse di HSD, nel 2021 si dovrebbe aggiungere al novero degli Impianti Faro la fabbrica di Trieste di Wärtsilä, azienda finlandese leader mondiale nella fabbricazione di sistemi di propulsione e generazione d’energia per uso marino e centrali elettriche; e due Big italiani del farmaceutico e dell’aeronautico, Menarini e Leonardo, hanno avviato il percorso per diventarlo a loro volta.

Altri nuovi importanti attori dell’ecosistema collaborativo del CFI sono i Pathfinder, partner tecnologici del cluster in grado di contribuire all’individuazione delle principali traiettorie di sviluppo dell’innovazione a supporto della competitività della manifattura italiana. Nel 2020 ne è stato ampliato il numero: dopo l’accordo con Sap del 2019, si sono aggiunti Deloitte e Cisco. Nel 2021 è entrata a far parte del novero anche Siemens. Ma, ha affermato Manuelli, ci saranno altre novità nel corso di quest’anno.

LE FABBRICHE FARO SI APRONO ALLE FILIERE E ALL’OPEN INNOVATION

Le aziende capo-filiera che hanno avviato i Lighthouse Plan hanno avviato il processo di coinvolgimento della propria filiera di fornitori nel processo di trasformazione digitale. Dopo il successo di AENet 4.0, con il quale Ansaldo Energia ha coinvolto 100 fornitori strategici italiani con il supporto di 11 DIH di Confindustria coordinati da quello ligure e del Competence Centre lombardo MADE e di quello ligure START 4.0, anche ABB ha avviato un’iniziativa di filiera con il supporto del Digital Innovation Hub Lombardia che ha realizzato l’assessment di un campione di 17 supplier di Abb operativi in Lombardia, Veneto e Lazio e costituito da piccole e medie imprese afferenti a differenti categorie merceologiche.

Per quanto riguarda l’apertura dei Lighthouse all’Open Innovation, dopo il successo della call for innovation Digital X Factory di Ansaldo Energia (160 startup partecipanti, 11  selezionate nel Pitch finale e 6 che lavorano nella Fabbrica Faro), nel  2020 il CFI ha lanciato sulla piattaforma di Open Innovation della Regione Lombardia X Factory con due challenge distinte e collegate agli Impianti Faro di ABB e di ORI  Martin Tenova: la prima focalizzata ad acquisire “proposte di soluzioni” di stampa 3D di sostanze metalliche per incrementare la velocità di esecuzione e superare il problema dei piccoli lotti; la seconda invece relativa alla cybersafety e, in particolare,  la sensoristica per la sicurezza dei lavoratori in aree di rischio.