La trasmissione di coronavirus nell’aria: fenomeno “airborne”

virus nell'aria

Il ruolo della trasmissione airborne dipende da diverse variabili, come la concentrazione e la distribuzione dimensionale delle particelle virali in atmosfera e le condizioni meteorologiche

Queste variabili poi, si diversificano a seconda che ci considerino ambienti outdoor e ambienti indoor”, sottolinea Marianna Conte, ricercatrice Cnr-Isac

Uno studio multidisciplinare, condotto a maggio 2020, analizza le concentrazioni in atmosfera di SARS-CoV-2 a Venezia e Lecce, evidenziandone le implicazioni per la trasmissione airborne.

La ricerca, pubblicata su Environment International, è stata condotta da Cnr-Isac, Università Ca’ Foscari Venezia, Cnr-Isp e Istituto zooprofilattico sperimentale della Puglia e della Basilicata

La rapida diffusione del Covid-19, e il suo generare focolai di differente intensità in diverse regioni dello stesso Paese, hanno sollevato importanti interrogativi sui meccanismi di trasmissione del virus e sul ruolo della trasmissione in aria (detta airborne) attraverso le goccioline respiratorie.

Mentre la trasmissione del SARS-CoV-2 per contatto (diretta o indiretta tramite superfici di contatto) è ampiamente accettata, la trasmissione airborne è invece ancora oggetto di dibattito nella comunità scientifica.


Grazie ad uno studio multidisciplinare, condotto dall’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Isac) di Lecce, dall’Università Ca’ Foscari Venezia, dall’Istituto di scienze polari del Cnr (Cnr-Isp) di Venezia e dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Puglia e della Basilicata (Izspb), sono state analizzate le concentrazioni e le distribuzioni dimensionali delle particelle virali nell’aria esterna raccolte simultaneamente, durante la pandemia, in Veneto e Puglia nel mese di maggio 2020, tra la fine del lockdown e la ripresa delle attività.

La ricerca, avviata grazie al progetto “AIR-CoV (Evaluation of the concentration and size distribution of SARS-CoV-2 in air in outdoor environments) e pubblicata sulla rivista scientifica Environment International, ha evidenziato una bassa probabilità di trasmissione airbone del contagio all’esterno se non nelle zone di assembramento.
“Il nostro studio ha preso in esame due città a diverso impatto di diffusione: Venezia-Mestre e Lecce, collocate in due parti del Paese (nord e sud Italia) caratterizzate da tassi di diffusione del COVID-19 molto diversi nella prima fase della pandemia”, spiega Daniele Contini, ricercatore Cnr-Isac.

Durante la prima fase della pandemia, la diffusione del SARS-CoV-2 è stata eccezionalmente grave nella regione Veneto, con un massimo di casi attivi (cioè individui infetti) di 10.800 al 16 aprile 2020 (circa il 10% del totale dei casi italiani) su una popolazione di 4,9 milioni. Invece, la regione Puglia ha raggiunto il massimo dei casi attivi il 3 maggio 2020 con 2.955 casi (3% del totale dei casi italiani) su una popolazione di 4,0 milioni di persone.

All’inizio del periodo di misura (13 maggio 2020), le regioni Veneto e Puglia erano interessate, rispettivamente, da 5.020 e 2.322 casi attivi.

“Il ruolo della trasmissione airborne dipende da diverse variabili quali la concentrazione e la distribuzione dimensionale delle particelle virali in atmosfera e le condizioni meteorologiche. Queste variabili poi, si diversificano a seconda che ci considerino ambienti outdoor e ambienti indoor”, sottolinea Marianna Conte, ricercatrice Cnr-Isac.

La potenziale esistenza del virus SARS-CoV-2 nei campioni di aerosol analizzati è stata determinata raccogliendo il particolato atmosferico di diverse dimensioni dalla nano-particelle al PM10 e determinando la presenza del materiale genetico (RNA) del SARS-CoV-2 con tecniche di diagnostica di laboratorio avanzate.

AZIENDE FARMACEUTICHE: gli investimenti nell’ultimo decennio arrivano al 97%

Le aziende farmaceutiche in Italia che nel 2011 investivano in ricerca e sviluppo, e in particolare nelle biotecnologie, 9 anni fa erano soltanto il 30%, ma negli anni a seguire la crescita è stata esponenziale

Appena 5 anni dopo, il numero di aziende farmaceutiche era già arrivato al 78% e 3 anni dopo lievitava del 24,4%, toccando quota 97%. In generale, le aziende del settore che hanno deciso di investire in ricerca e sviluppo in Italia erano 1.650 nel 2018 e 1.530 nel 2017. La crescita è stata progressiva: nel 2016 erano 1.470, nel 2015 erano 1.415 e nel 2012 se ne contavano 1.230 in tutta Italia.

Ricerca & Sviluppo

Gli investimenti in ricerca e sviluppo delle imprese a capitale italiano che fanno parte di Farmindustria hanno superato un miliardo di euro nel 2018. In questo elenco di aziende farmaceutiche ci sono Abiogen Pharma, Alfasigma, Angelini, Chiesi, Dompé, I.B.N. Savio, Italfarmaco, Kedrion, Mediolanum, Menarini, Molteni, Recordati e Zambon.

Tutte loro hanno aumentato gli investimenti in ricerca e sviluppo del 39% nel corso del 2018.

L’export invece ha toccato i 24,8 miliardi di euro nell’anno precedente, con una crescita del 106,9% negli ultimi 10 anni.

La percentuale di prodotti farmaceutici esportati dall’Italia nel 2018 è arrivata all’80%: 10 anni prima il dato era al 51%. Nel primo semestre del 2019, inoltre, l’export è aumentato del 28% in più rispetto allo stesso periodo del 2018.

Uno sguardo all’import italiano

Il nostro Paese importa 13,5 miliardi di euro di miscele di medicinali già dosate e 8 miliardi di euro in sangue umano e animale.

Sono le due voci più significative dell’import delle case farmaceutiche in Italia. Al terzo posto troviamo i prodotti farmaceutici, ma il valore dell’importazione crolla a 452,3 milioni di euro.

Seguono le miscele di medicinali non dosate (281,3 milioni di euro), medicazioni confezionate per uso medico (146,4 milioni di euro) e infine ghiandole ed estratti per un valore di 134,2 milioni di euro.

Complessivamente, nel primo semestre del 2019 l’import è cresciuto come l’export ma in misura ridotta, cioè del 10,5%.

ACTIVE LIMS – NUOVO LIMS Web Gestione Processi di Laboratorio CQ Produzione per “Ambienti Regolatori”

activelims smart

Polisystem Informatica, la softwarehouse di Rovigo lancia sul mercato ActiveLIMS, un nuovo LIMS Web per la Gestione Processi di Laboratorio CQ Produzione per “Ambienti Regolatori”- (FDA-CFR21 Part 11, EU Annex 11), completo di “Validation Kit”

Efficiente e veloce, con un elevato livello di configurabilità, per le sue numerose e altamente performanti peculiarità, ActiveLIMS è indicato per l’impiego nei Laboratori in case farmaceutiche, soprattutto di medio-piccole dimensioni, produttori di cosmetici e nutraceutica.  

Consente infatti un notevole risparmio di tempo e risorse nelle procedure di validazione in Excel e soprattutto offre la massima sicurezza dei risultati ottenuti.

Dotato di una Dashboard funzionale configurabile, è Proattivo (propone attività da svolgere in base alla mansione) ed è caratterizzato da Wizards che guidano l’utente; è Adattivo grazie al workflow configurabile, alle schermate di accesso differenziate per singolo utente ed al suo sistema multilingua (con terminologia personalizzabile).

Il punto di forza di ACTIVELIMS è senza dubbio l’elevata dinamicità della User Interface, caratterizzata da schede video a sezioni, colonne configurabili, dialog box, criteri di selezione memorizzabili su campi in and/or, wizards, Homepage di controllo attività, il tutto per una “SMART USER INTERFACE”.

Questo software è stato progettato per conciliare dinamicità ed elevata sicurezza nel controllo dell’Integrità dei Dati: Log ed Audit trail configurabili e consultabili, doppio sistema d’identificazione, verifica dell’integrità dei documenti, definizione dei ruoli e della lista utenti, gestione delle sessioni utente.

 “ActiveLIMS inoltre è conforme alle Normative (UNI CEI EN ISO/IEC 17025:2018, FDA CFR 21 Part 11, EU Annex 11, GLP, GMP, GAMP) ed è accompagnato da un Validation Kit con DataBase-Test registrati e Matrici di Correlazione tra Normative e Funzioni del LIMS.

Ambiente di sviluppo è JAVA, Multi DataBase (Oracle, SQL Server, PostgreSQL), Framework di sviluppo di tipo R.I.A., EclipseLink, supporto Web-services.

ActiveLIMS si propone anche come nuovo riferimento nel mercato dei LIMS di fascia medio-alta, ma la sua facilità d’uso lo rende adatto anche ai Laboratori più piccoli.

IMA Group accelera l’innovazione digitale

IMA Group

Si rafforza la partnership tra IMA Group e PTC per lo sviluppo di piattaforme digitali dedicate all’efficientamento della produzione

IMA Group prosegue nel consolidamento della propria strategia di innovazione digitale con servizi sempre più avanzati e customer-oriented.

Gli esperti IMA hanno presentato, durante una tavola rotonda nel luglio scorso, le ultime novità nate dalla collaborazione con PTC in ottica IIoT (Industrial Internet of Things) e rilanciato il messaggio di una necessaria innovazione digitale, sempre più coordinata e uniforme, per mantenere la leadership industriale in un settore fortemente competitivo come lo è quello del manufacturing. 

Tra i servizi proposti vi è l’APP sviluppata con PTC su base ThingWork, per agevolare i clienti in un monitoraggio real-time delle condizioni operative delle linee. 

Attraverso i dati che quest’APP permette di visualizzare, in modalità semplici e intuitive, l’end user ha un coinvolgimento attivo e pienamente autonomo nei processi decisionali per apportare modifiche e aggiustamenti direttamente sugli impianti.

Tra i numerosi vantaggi che l’APP garantisce vi è un naturale incremento dell’OEE (Overall Equipment Effectiveness) raggiungibile in tempi contenuti.

La possibilità di tradurre efficacemente i KPI d’impianto in valori misurabili consente poi un approfondimento delle loss analysis e apre alla possibilità di approfondire i dettagli riguardanti le inefficienze, i downtime, i tempi medi di intervento per apportare tutte le azioni correttive del caso e ripristinare la piena efficienza dei flussi.

“La scalabilità e l’apertura dell’APP sviluppata consentono all’end-user l’accesso all’intero set delle informazioni real-time generate dalle macchine servendosi di un’ampia gamma di dispositivi – tablet, smartdevice, notebook ecc. – e indipendentemente dal luogo in cui il cliente si trova”, ha affermato Martina Stefanon, Business Development Director AMS, IMA Group nel corso dell’evento online. “Solo la puntuale e dettagliata conoscenza dei propri asset produttivi rende possibile migliorare l’efficienza dei processi. E ciò lo si può fare solamente comprendendo il loro stato, cioè analizzando e utilizzando i dati che generano, al fine di aumentare l’uptime e ottimizzare di conseguenza i costi e i margini”.

L’APP sviluppata si integra con i servizi offerti dalla IMA Digital Room, centro di controllo che da remoto monitora costantemente la produzione del parco macchine cliente. All’interno della Digital Room un team di ingegneri esperti attivo 24/7 monitora le condizioni operative degli impianti prendendo in esame KPI e parametri di valore, per anticipare e segnalare ai clienti potenziali futuri malfunzionamenti, in modo da impostare azioni correttive e rendere più efficiente la produzione.

Fondamentale in ambito IOT la protezione dei dati e delle informazioni da attacchi hackers o malware attivi in rete. “IMA ha recentemente lanciato A4Gate,” ha spiegato Pier Luigi Vanti, ICT Corporate Director IMA Group, “soluzione integrata hardware/software che consente di controllare la trasmissione di dati da una macchina/sorgente interna allo stabilimento all’esterno, garantendo la piena riservatezza delle informazioni e impedendo minacce di natura informatica”. 

Il prodotto sviluppato supporta pienamente funzionalità relative all’IoT Edge & IoT Data Collector, IoT Remote Access Control e connessione 24/7 alla Digital Room, il tutto nella massima sicurezza e al riparto da tentativi di penetrazioni esterni.

La crescita dei progetti indirizzati al monitoraggio dei trend di produzione e alla protezione dei dati generati dentro gli stabilimenti è la naturale evoluzione dell’iniziativa IMA Digital.

All’interno dei piani di sviluppo del Progetto si inserisce anche l’accordo parallelo siglato con Antares Vision all’inizio di giugno. La collaborazione in essere inerente la fornitura di sistemi di ispezione si consolida in una partnership estesa alle più innovative soluzioni Antares Vision per la rintracciabilità dei prodotti e per la gestione smart dei dati.

Il nuovo accordo quinquennale con Antares Vision vede lo sviluppo sinergico e l’implementazione di soluzioni innovative nell’ambito di progetti specifici, nuovi business e prodotti, con l’obiettivo di consolidare e potenziale la leadership tecnologica e offrire nuove potenzialità di applicazione e di business ai propri clienti.

SPECIALE “ECONOMIA CIRCOLARE WEB EDITION 2020” EVENTO DIGITALE appuntamento nel 2021

economia circolare

L’economia circolare rappresenta un modello economico in cui il valore dei materiali viene il più possibile mantenuto o recuperato e dove gli scarti sono ridotti al minimo. Recenti ricerche dicono che le industrie europee riuscissero a implementare un sistema produttivo di tipo circolare, si potrebbe realizzare un risparmio complessivo di quasi 500 miliardi di euro l’anno

Sempre più spesso viene individuato come un approccio indispensabile ad ottenere migliori performance in termini di sostenibilità.

Ecco perché il portale specializzato www.progettoindustria.com desidera dare risalto a questo tema così attuale che coinvolge diversi settori industriali e PMI e organizza l’Evento Digitale

“SPECIALE ECONOMIA CIRCOLARE WEB EDITION 2020”

un Evento completamente online che vuole essere un momento d’incontro e confronto professionale tra le  AZIENDE, INDUSTRIE, e PMI, presentando applicazioni,  soluzioni, strategie, prodotti, servizi e tecnologie dedicate ai temi di processo bioeconomico, industria green, green chemistry, biobased industry, efficienza ed efficientamento energetico, sviluppo sostenibile, riduzione dello spreco, rinnovabili, cogenerazione, tutela dell’ambiente e della persona, sicurezza sul lavoro.

“SPECIALE ECONOMIA CIRCOLARE WEB EDITION 2020” si svolgerà on line attraverso la presentazione mirata e la condivisione in networking su piattaforma ZOOM, e diffusa anche tramite il canale YouTube dedicato e i profili social, in particolare Linkedin, che conta una Community qualificata di circa 3.000 contatti.

*** IL PACCHETTO DI ADESIONE  per le Aziende che desiderano partecipare all’Evento Digitale è composto da: 

** uno speech di presentazione di 20 minuti

** share-screen della presentazione

** scambio in diretta di domande e risposte (QT)

** pubblicazione on line di un COVER BANNER dell’azienda (misure 450×225 pixel formato Jpg o Pdf) in HOME PAGE sul portale www.progettoindustria.com,  con link diretto al sito web dell’azienda

** pubblicazione di un articolo applicativo o istituzionale o di prodotto sul portale, nello Speciale dedicato all’Evento

** pubblicazione on line di un video sul portale, nello Speciale dedicato all’Evento

** pubblicazione e diffusione del video dell’evento anche sul canale YouTube industriavideochannel

** condivisione dell’intero evento e dei singoli video relativi alle aziende su Linkedin (community di oltre 3.000 contatti qualificati, in crescita) e sui principali profili social

Per l’adesione e per maggiori informazioni e dettagli sul programma, scrivete all’indirizzo mail: promozione@progettoindustria.com 

Una iniziativa a cura di

Maria Elena Monti – Comunicazione Multicanale – Eventi Digitali – Via Procaccini, 73 – Milano – +39 334 3613536

VEGA: Digitalizzazione e soluzioni su misura per i clienti

vegatruck

VEGA Italia ha sfruttato il maggiore tempo a disposizione per avvicinarsi ai clienti con nuovi progetti di comunicazione e digitalizzazione e per sviluppare soluzioni tecnologiche sempre più personalizzate

I settori chimico-farmaceutico e alimentare – che rappresentano importanti campi di applicazione dei prodotti VEGA – sono stati quelli che meglio hanno resistito durante il periodo del lockdown causato dall’emergenza Covid.

Mesi di incertezza e di difficoltà contingenti che l’azienda tedesca ha deciso di affrontare in un modo che fosse il più possibile mirato alla comunicazione con i propri dipendenti e i propri clienti. Una comunicazione limpida e attenta alla salute delle persone, prima ancora che al business. Questo tipo di attenzione ha permesso a VEGA Italia di implementare la strategia web.

Daniele Romano, Marketing Manager and Business Development Manager VEGA Italia ha spiegato come possa essere stata un’esperienza positiva quella di lavorare in VEGA durante un periodo così complicato.

Durante il lockdown VEGA ha attivato nuovi modi di comunicare spingendo sui canali digitali e potenziando le forme di comunicazione, anche in termini di investimento, a partire dallo sfruttamento di nuove modalità di webinar.

Questi ultimi sono stati dedicati alla comunicazione interna per il primo periodo e si sono rivelati uno strumento ottimale per stare insieme e rivedersi, oltre che uno spazio per gli incontri di formazione: il risultato è stato più che positivo, c’è stata una forte partecipazione; successivamente abbiamo attivato lo stesso modello di comunicazione anche verso l’esterno.

In verità, a differenza di altri competitor, c’è stata maggiore cautela ad attivare i webinar, riservando del tempo per decidere quale impronta dare a questi incontri on line. Alla fine, si è optato per due tipi, entrambi con demo live. Il primo chiamato “one to one”: interessante perché con gli oggetti disponibili a casa, i tecnici di VEGA ITALIA hanno simulato al meglio le condizioni di processo (sporcizia, disturbi ecc.), una vera e propria opportunità di formazione che ha permesso all’azienda di realizzare circa 170 incontri. Il secondo tipo di webinar ha riguardato invece i “live-demo”, con dimostrazioni dal vivo che utilizzano modelli funzionanti di simulazione (per esempio la stazione di pompaggio per le acque, la presenza di gas) che accompagnavano le slides in maniera estremamente interattiva. Si tratta di strumenti digitali che VEGA ha intenzione di continuare a utilizzare.

Potenziamento degli strumenti di comunicazione on line

VEGA aveva già l’intenzione – ma era sempre mancato il tempo – per dedicarsi in maniera efficace a questo progetto. Adesso invece è stato implementato e l’azienda sta investendo molto, soprattutto nella comunicazione video. Soprattutto attrezzandosi con telecamere e strumenti per il video mix e creando una linea web dedicata.

In generale il reparto farmaceutico e quello chimico stanno vivendo un buon periodo, così come il settore alimentare che vuol dire agrifood, mangimifici e tutta la catena che parte dalla raccolta della materia prima e dalla sua trasformazione per arrivare alla distribuzione del prodotto finito. Le aziende credono che il loro mercato continuerà a crescere e non scordiamoci che l’Italia rappresenta un grande paese industriale.

L’epidemia non ha rallentato la conclusione di progetti in corso

I mesi di Maggio e Giugno sono stati mesi scarichi di progetti, tuttavia VEGA ha visto che a Luglio sono ripartiti e l’aspettativa è sempre stata lo sblocco delle commesse in sospeso.

I progetti quindi sono rimasti in stand-by, ma poi s’è avvertito un cambiamento in positivo. Il vero problema, secondo Romano, non è legato soltanto all’Italia ma al rapporto con l’estero. Come sede italiana sono molto legati all’esportazione di macchine made in Italy, ma molte aziende hanno avuto difficoltà a vendere i loro impianti oltre i confini nazionali, fatto che, di conseguenza, crea molta preoccupazione.

Anche sul fronte del ‘food’ VEGA ha una forte incidenza sul mercato estero ed extraeuropeo, speriamo quindi che questo squilibrio rientri presto e che i clienti riprendano un ritmo normale.

Com’è cambiato in questi mesi il contatto con partner e clienti?

Per il proprio business secondo VEGA è importante incontrarsi, vedere gli impianti, le macchine. Per esempio, c’era in programma un mese di tour a bordo del VEGATRUCK, un truck espositivo, con modelli funzionanti e sala training. Questa sala espositiva mobile, itinerante in tutta Europa, è l’occasione per scoprire da vicino la tecnologia di misura VEGA, incontrare i tecnici sul posto e/o organizzare dei mini training specifici.

In genere viene organizzato ogni due anni. Quest’anno ci sono stati evidentemente molti dubbi ma alla fine si è deciso di attivarlo dopo aver sondato la disponibilità delle aziende a partecipare. Così, dal 28 settembre al 20 ottobre ci siamo organizzati per girare il Nord Italia, per un numero limitato di aziende.

Ci sono altre iniziative o progetti recenti che VEGA realizzerà a breve…..

Il progetto del sensore AURA sta andando avanti. Il lancio ufficiale è partito ad ottobre, come pure la commercializzazione. In quest’ottica VEGA sta lavorando in tante direzioni perché è un progetto che non è solo industriale. Si sta lavorando in collaborazione con l’Osservatorio Smart Agrifood del Politecnico di Milano per portare avanti dei business case in grado di valutare quale sia l’impatto, in una catena alimentare che va dal mangimificio al produttore, dato dall’utilizzo di una tecnologia IoT come AURA. Vengono eseguiti i primi test di campo. Si tratta di un processo alquanto lungo, trattandosi non solo del prodotto in sé, ma anche di un modo diverso di prendere la misura da parte dei clienti. Non è un mercato nuovo ma sicuramente è un modo alternativo di approcciarsi alla misurazione.

In ambito farmaceutico VEGA è riuscita a portare avanti forniture importanti di decine di misuratori di livello in aziende del comparto. A queste si aggiungono altre attività che sono state vincenti grazie alla maggiore disponibilità di tempo. L’azienda ha dedicato molto tempo ai clienti studiando installazioni e soluzioni dedicate che si combinassero al meglio con le loro necessità. Per questo il tempo è stato fondamentale: ha permesso di dare la giusta consulenza alle aziende consentendo loro di personalizzare al meglio il sensore da abbinare alle diverse tipologie di macchinari, in applicazioni e situazioni difficili.

È interessante vedere come i settori che sembravano fermi, in realtà stiano investendo: raffinerie, aziende di prodotti chimici pesanti con impianti – e dunque necessità di manutenzione e d’aggiornamento – che vanno avanti.

Automazione industriale nel settore farmaceutico

Il settore farmaceutico si adatta costantemente alle esigenze del mercato che cambiano frequentemente e rapidamente a causa di fattori come la regolamentazione, la disponibilità di competenze e la trasformazione digitale. Per trasformare queste sfide in opportunità, le aziende si affidano sempre più a soluzioni come la collaborazione uomo-robot e l’uso dell’intelligenza artificiale che permette l’elaborazione costante dei dati

Michael Suer, Director Life Science EMEA, Factory Automation, Mitsubishi Electric Europe B.V., esamina le quattro tendenze tecnologiche fondamentali all’interno del comparto farmaceutica che stanno avendo un impatto in costante crescita sul mercato: robot collaborativi, robot cooperativi, intelligenza artificiale e tecnologia Edge Computing.

Una chiara tendenza nel settore farmaceutico è la crescente domanda di robot collaborativi (cobot) che lavorano accanto agli esseri umani e sono in grado di eseguire operazioni semplici e complesse: dal dosaggio, miscelazione, conteggio, dispensazione all’ispezione e marcatura dei farmaci nei laboratori farmaceutici.

L’economicità e la facilità di programmazione dei cobot permettono il loro utilizzo in tutte le tipologie di aziende indipendentemente dal settore.

Lavorando a stretto contatto con l’essere umano, i cobot rappresentano un’opportunità: possono sollevare le persone da compiti monotoni, faticosi e fisicamente stressanti, aumentando così l’efficienza e la qualità del lavoro umano. Ma non solo. Possono portare anche maggiore affidabilità, costanza e precisione al laboratorio farmaceutico, completando compiti ripetitivi con grande accuratezza e precisione, e aiutando a mantenere gli ambienti sterili dalla contaminazione. Ad esempio, il cobot MELFA ASSISTA di Mitsubishi Electric ha una superficie facile da pulire, può eliminare il rischio di lesioni dovute allo schiacciamento dei bordi e raggiunge anche una ripetibilità di ± 0,03 mm, vicina a quella dei robot industriali dell’azienda (± 0,02 mm). Ulteriori caratteristiche distintive sono le loro semplici funzioni di controllo e programmazione, che possono essere facilmente gestite dagli operatori del settore farmaceutico, e la loro flessibilità di impiego in molte aree di applicazione del laboratorio.

Robot cooperativi senza barriere

Con le loro caratteristiche di sicurezza intrinseche, i cobot possono lavorare al fianco dell’uomo senza presentare alcun pericolo. Al contrario, i robot industriali hanno tradizionalmente bisogno di essere utilizzati all’interno di barriere fisiche per garantire la sicurezza dei lavoratori. Tale configurazione può avere un impatto sulla produttività in quanto, affinché l’operatore possa avvicinarsi al robot, è necessario effettuare l’arresto. Inoltre sono previste complesse procedure di riavvio, se le barriere protettive vengono aperte o a seguito di uno stop di emergenza.

I produttori stanno cercando di affrontare questa limitazione attraverso l’uso di sistemi ottici di sicurezza al posto di barriere fisiche. I laser scanner vengono sempre più utilizzati per monitorare zone definite attorno al robot: quando un essere umano entra nella zona più esterna, una funzione di riduzione della velocità rallenta il robot. Se l’operatore invade l’area in cui esiste il pericolo di contatto diretto con il robot, il robot si ferma immediatamente. Una volta sgombrata l’area, il robot riprende il funzionamento in modo rapido e automatico.

Mitsubishi Electric offre tale soluzione attraverso la sua tecnologia MELFA SafePlus. Ciò limita la velocità o il movimento del robot quando i sensori di sicurezza vengono attivati, consentendo agli operatori di lavorare in sicurezza in prossimità di un robot in movimento.

Intelligenza artificiale

L’intelligenza artificiale è un ulteriore fattore che potrebbe impattare sul settore farmaceutico nel campo della robotica, in quanto può fornire la capacità di reagire in modo appropriato a situazioni impreviste e non programmate.

Ad oggi, l’ultima serie di robot MELFA FR di Mitsubishi Electric è disponibile con funzioni AI e può aumentare la resa nelle operazioni di pick & place nel settore farmaceutico. Ad esempio, nella manipolazione di oggetti delicati, i sensori di forza vengono utilizzati per il rilevamento del contatto o per l’inserzione e il montaggio di oggetti. L’intelligenza artificiale può regolare automaticamente i parametri per il controllo del rilevamento della forza per ridurre i tempi di set-up, ottimizzando i parametri di controllo, le posizioni e la velocità.

La nuova tecnologia AI è offerta anche all’interno della soluzione Edge computing MELIPC di Mitsubishi Electric che fornisce un gateway tra il livello shop floor e i sistemi IT, offrendo allo stesso tempo funzioni aggiuntive per il monitoraggio e l’analisi dei dati di produzione estratti (data mining).

Edge computing

L’obiettivo è aumentare l’OEE (overall equipment effectiveness) mediante la digitalizzazione. Con il Data Mining, è possibile agire e gestire dati in tempo reale e in modo sicuro. In questo caso, l’Edge Computing offre una soluzione che consente l’analisi interna di dati sensibili, di ricette, lotti e dati di produzione all’interno della produzione farmaceutica.

L’OEE è anche influenzato dall’efficienza della linea di produzione stessa, che dipende dalle condizioni e dal profilo operativo dei dispositivi. Le soluzioni di edge computing come il MELIPC di Mitsubishi Electric forniscono preziose informazioni che possono essere estratte, abilitando funzioni di manutenzione predittiva con una significativa riduzione dei costi di servizio.

Esistono numerose tecnologie che andranno a vantaggio del settore farmaceutico, tali sistemi migliorano la capacità e l’efficienza produttiva, garantendo la massima efficienza in operazioni come la produzione di singoli farmaci. È importante sottolineare che la tecnologia per fornire questi aspetti della produzione farmaceutica è già disponibile e potrebbe essere la più economica da utilizzare.

Mitsubishi Electric

Mitsubishi Electric, con un’esperienza di quasi 100 anni nella produzione, nel marketing e nella commercializzazione di apparecchiature elettriche ed elettroniche, è riconosciuta quale azienda leader a livello mondiale. I prodotti e i componenti Mitsubishi Electric trovano applicazione in molteplici campi: informatica e telecomunicazioni, ricerca spaziale e comunicazioni satellitari, elettronica di consumo, tecnologia per applicazioni industriali, energia, trasporti e costruzioni. In linea con lo spirito del proprio corporate statement “Changes for the Better” e del proprio motto ambientale “Eco Changes”, Mitsubishi Electric ambisce a essere una primaria green company a livello globale, capace di arricchire la società attraverso la propria tecnologia. L’azienda si avvale della collaborazione di oltre 145.000 dipendenti nel mondo e ha raggiunto nell’anno fiscale terminato il 31 marzo 2020 un fatturato complessivo di 4.462,5 miliardi di Yen (40,9 miliardi di USS*)

Nell’area EMEA è presente dal 1969 con venti filiali: Belgio, Repubblica Ceca, Francia, Germania, Olanda, Italia, Irlanda, Norvegia, Polonia, Portogallo, Romania, Russia, Slovacchia, Spagna, Sud Africa, Svezia, Regno Unito, Turchia, Ungheria e UAE (Emirati Arabi Uniti). La filiale italiana, costituita nel 1985, opera con tre divisioni commerciali: Climatizzazione – climatizzazione per ambienti residenziali, commerciali e industriali, riscaldamento, deumidificazione e trattamento aria; Automazione Industriale e Meccatronica – apparecchi e sistemi per l’automazione industriale; Automotive – sistemi e componenti per il controllo dei dispositivi di auto e moto veicoli. Viene inoltre supportata la vendita per i Semiconduttori – componentistica elettronica; Visual Information System – sistemi di visione multimediale.

FARMACEUTICO: Sanofi investe e produce ricchezza e occupazione

bioeconomia e biotech

Grazie a una presenza industriale radicata su tutto il territorio italiano e a un capitale umano altamente qualificato, Sanofi riveste nel farmaceutico un ruolo importante nell’economia del Paese, anche attraverso un forte contributo alla filiera produttiva

Ogni giorno, infatti, Sanofi investe e opera con diversi attori nazionali producendo ricchezza e occupazione lungo tutta la catena del valore nel settore farmaceutico, contribuendo positivamente anche in quelle regioni in cui non è presente con sedi o siti produttivi.

Solo nel 2019 i suoi quattro stabilimenti a Origgio (Varese), Scoppito (L’Aquila), Anagni (Frosinone) e Brindisi hanno sviluppato esportazioni per un valore di 240 milioni di euro. Qui sono stati investiti 37,1 milioni di euro destinati a accrescere l’efficienza produttiva, la sicurezza sul lavoro e ridurre l’impatto sull’ambiente, oltre che potenziare processi di Manufacturing 4.0, nel settore farmaceutico. 

I quattro stabilimenti in Italia hanno da tempo avviato una Digital Roadmap nell’ambito del progetto “Industria 4.0” del Gruppo, le innovazioni introdotte con i progetti strategici sono in corso di estensione per consentire la raccolta e la gestione di big data in ambito produttivo, qualitativo, HSE e logistica garantendo disponibilità e accesso alle informazioni in tempo reale.

Ciò consente la supervisione immediata dei processi e delle performance e in molti casi esperienze di Plug and place da altri siti di esperienze, sistemi e processi.

Questa progressiva crescita del valore del dato sta trasformando con incredibile velocità (soprattutto negli ultimi mesi) il ruolo dell’operatore industriale da produttore di dati in analizzatore di dati. Dati che sono fondamentali non solo per valutare l’efficienza dei processi ma per avviare processi predittivi rispetto alla produzione che permettano di evitare errori umani nelle operazioni e nei processi più ripetitivi.